Razer BlackWidow Elite – Recensione

Qualche mese fa vi abbiamo parlato in toni quasi estatici della Razer Huntsman Elite, che si beccò un bel 9 e che, tra i contro, di rilevante aveva solo la mancanza di un layout italiano.

E se vi dicessimo che la BlackWidow, sempre Elite, gode sostanzialmente degli stessi pro, ma risolve la questione layout con uno dedicato al nostro paese?

La risposta è praticamente scontata: potrebbe davvero essere la tastiera da gaming definitiva.

E ci vuole veramente poco per comprendere di essere al cospetto di un prodotto di qualità superiore, e no, il prezzo relativamente proibitivo (179,99 €, giustificati però in tutto e per tutto) non c’entra.

Basta infatti sfiorare la plancia superiore, che è in metallo, o l’elegante, morbido e inamovibile poggia-polsi calamitato alla stessa, un sollievo per avambracci e gomiti massacrati da interminabili sessioni di gioco e lavoro, per rendersi conto di avere tra le mani qualcosa di davvero eccelso.

Anche il cavo, duro e resistente, trasuda qualità da ogni poro, e pur non essendo così semplice da piegare, le scanalature al di sotto della Razer BlackWidow Elite agevolano il cable management di ogni maniaco dell’ordine.

Cavo triplice, in quanto oltre a quello vero e proprio della tastiera, ce n’è un altro USB che fa da tramite per un’uscita USB (2.0) presente sul lato sinistra della tastiera, rendendo così più comodo e veloce l’inserimento di una chiavetta o di un altro device senza doverne cercare una libera dietro il PC, e un jack da 3,5 mm, che svolge la stessa funzione, ma ovviamente per cuffie o device che necessitano di una simile uscita.

Un plus sicuramente interessante, imprescindibile in una postazione più ordinata, o in quelle meno accessibili, in cui spesso bisogna muovere l’intero case per accedere al reparto ingressi.

Ci vuole veramente poco per comprendere di essere al cospetto di un prodotto di qualità superiore

Ma veniamo agli switch, l’elemento distintivo di ogni tastiera meccanica che si rispetti: il modello che abbiamo testato era dotato di switch proprietari Razer di colore verde (è disponibile anche con quelli versione arancione e giallo), con una actuation force di 50 g (corrispondente ai Cherry MX Blue). Sono discretamente pesanti, e il click distintivo è forte e chiaro: insomma, ogni tocco “si sente” (al tatto), motivo per cui avrete la certezza di non perdere nemmeno un colpo, il che la rende perfetta tanto per il gaming quanto per la scrittura.

I tasti sono inoltre molto resistenti, tant’è che la durata garantita è di 80 milioni di battiti. Il loro particolare design, inoltre, che prevede due bande laterali a protezione della crocetta centrale, è studiato per impedire il più possibile l’ingresso di liquidi e polvere. All’atto pratico è una vera goduria utilizzarla sia per lavorare che per giocare, non è troppo rumorosa, e le dita scorrono via che è un piacere.

È inoltre una presenza massiccia e imponente, con i suoi quasi 45 cm di larghezza e 1,6 kg di peso, cosa che oltre a donargli un senso di solidità, la rende ben salda alla sua posizione, e come se non bastasse, l’ottima qualità dei materiali tiene perfettamente in considerazione l’ipotesi di un utilizzo massiccio e continuato: sulla plancia non resta alcuna traccia delle impronte, mentre i tasti sono molto semplici da pulire, sia in superficie che al di sotto (è possibile rimuoverli senza problemi).

La ciliegina sulla torta sono i 4 tasti con annessa rotellina del volume presenti in alto a destra: sono pensati per gestire più agilmente i contenuti multimediali, Spotify in primis, e vi permetteranno di passare da una canzone all’altra, di mettere in pausa, in muto, e di regolare il volume, ma così come ogni altro singolo tasto presente sulla Razer BlackWidow Elite, possono essere programmati a proprio piacimento (seppur, in questo caso, per sole funzioni “multimediali”), merito dell’ottima suite software Razer Synapse 3, letteralmente l’anima dell’hardware. È da questa cabina di regia che è possibile governare e plasmare ogni device Razer, e si accede ad ogni singolo elemento personalizzabile, tanto ai fini ludici quanto a quelli estetici.

Non solo di ottima fattura: la Razer BlackWidow Elite è anche estremamente personalizzabile

Si possono creare infiniti profili (4 registrabili sulla memoria interna, il resto sul cloud), uno per ogni gioco o software, volendo, e sfruttare l’anima custom della tastiera: si può impostare il Gaming Mode, che una volta attivato disattiva le shorcut più fastidiose che si rischia di premere involontariamente (Alt+Tab, Alt+F4, tasto Windows); si possono creare e programmare un’infinità di macro per tutte le esigenze, assegnabili a pressoché ogni tasto (non essendocene di dedicati) – ma potrete farlo anche senza passare per il software -; ma soprattutto, è possibile assegnare ad ogni tasto tutta una serie di utili funzioni, studiate per facilitare non solo il gioco (come la funzione Turbo), ma anche il lavoro e la normale fruizione del PC: sostituire due lettere, assegnargli persino i tasti del mouse, avviare un programma o una pagina web, associare una shortcut o un carattere speciale, il tutto, grazie a Razer Hypershift, anche senza dover passare da un profilo all’altro (è sufficiente impostare un tasto come “interruttore” per tutte quelle funzioni secondarie che si vuol sfruttare).

La personalizzazione è sterminata, e la vostra produttività, oltre che le vostre prestazioni in gioco, ne trarranno non poco beneficio.

Ma anche l’occhio vuole la sua parte, e anche dal punto di vista estetico la Razer BlackWidow Elite si difende alla grande: il modulo Chroma permette non solo di scegliere varie tipologie di illuminazione, con animazioni create ad hoc da Razer, con cui dare un tocco di luce e colore alla propria postazione, ma grazie al Chroma Studio è possibile sbizzarrirsi e crearne di proprie, andando anche a regolare colore e illuminazione dei singoli tasti. Dal sito ufficiale è inoltre possibile scaricare decine di profili ufficiali legati a giochi e a software che offrono ottimizzazioni studiare per trarre il massimo da ognuno di essi (ad esempio, in Final Fantasy XV la tastiera inizierà a lampeggiare in rosso quando gli HP di Noctis stanno per raggiungere lo zero, o in Dead Cells di verde quando ci si cura).

È inoltre presente il supporto alle lampade e ai led Philips Hue, sincronizzabili con i device Razer: qualsiasi luce compatibile potrà acquisire lo stesso colore e lo stesso pattern di tastiere e mouse, avvolgendovi così completamente.

Conclusioni

Insomma, la Razer BlackWidow Elite è l’ennesimo centro perfetto di Razer, che non sembra avere intenzione di abbassare la guardia in una giungla di periferiche da gaming sempre più feroce e competitiva. Difetti reali questa periferica non ne ha, risolvendo la questione del layout presente nell’Huntsman Elite e offrendo un diverso tipo di switch che, in fase di prova, si è rivelato ugualmente convincente, soprattutto se, come chi vi scrive, adorate il “click” della tastiera e un feeling lievemente più pesante.

È precisa, veloce, comodissima (merito anche del morbido poggia-polsi), solida, resistente, personalizzabile al massimo, anche e soprattutto esteticamente, e se usata in combinazione con altre periferiche Razer e led Philips Hue, darà un tocco ancora più aggressivo e immersivo alla vostra postazione di gioco. Unici, minuscoli nei, la mancata localizzazione di Razer Synapse 3, comunque estremamente intuitivo e di semplice utilizzo, e un prezzo decisamente poco abbordabile, ma, come avrete capito, ampiamente giustificato da materiali, design e potenzialità di utilizzo.

Consigliatissima sia per giocare, ma anche e soprattutto per lavorare.

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