Razer Panthera

Razer Panthera – Recensione

Il picchiaduro è un genere nato nelle sale giochi della seconda metà degli anni ’80. Gli appassionati più in là con gli anni ricordano bene le sfide spalla a spalla con un amico a Street Fighter II, magari in spiaggia o in una galleria arcade del centro. Il metodo di approccio al gioco offerto dai cabinati è ben differente dal feedback del pad casalingo al quale siamo tutti abituati, e pare garantisse una reattività migliore ed una precisione che le periferiche dell’epoca non riuscivano a raggiungere. Quella eredità vive ancora oggi, con alcuni (pochi) produttori che investono nel settore del gioco professionista e propongono i loro arcade stick, periferiche ritenute essenziali da molti pro gamers dei picchiaduro e considerate più elitarie dai giocatori casual.

Razer questo concetto l’aveva già capito nel 2013, quando propose il suo primissimo arcade stick, denominato Atrox, per Xbox 360. Nonostante fosse qualitativamente un’ottima periferica, l’Atrox rappresentava il primo passo in un mercato incerto dominato da poche case produttrici. Inoltre, lo stick non riusciva a mantenere il suo standard nel tempo, deteriorandosi piuttosto facilmente (famoso l’episodio alla finale EVO 2015). Tuttavia l’azienda taiwanese non si scoraggiò, e dopo aver accumulato sufficiente esperienza per poter proporre un nuovo tipo di arcade stick, ci presenta un progetto più evoluto, più grande, più completo e privo dei difetti che caratterizzarono l’Atrox.

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Il nuovo Razer Panthera nasce in un periodo diverso, con un grande player come Mad Catz oramai fuori dai giochi ed un grande interesse da parte del pubblico sulla scena competitiva dei picchiaduro più blasonati. La casa taiwanese ha rivisto il design originale dell’Atrox e lo ha riproposto con un upgrade di tutto rispetto: il Panthera è solido, di dimensioni generose e dalle linee accattivanti. Fuori dalla scatola, l’arcade stick si presenta con il classico layout a otto pulsanti, con tutti componenti firmati Sanwa Denshi, azienda giapponese diventata sinonimo di massima qualità per gli switch arcade. Il Panthera offre un’esperienza completa e totalmente alternativa al classico pad: è dotato di 10 pulsanti, tutti estremamente reattivi, e di un joystick ad otto direzioni per le funzioni basilari. Presenti inoltre i tasti Share e Options sul fianco destro, mentre il tasto “PlayStation”, il touchpad, L3 ed R3 sono tutti posizionati in alto, assieme allo switch PS3/PS4, lo switch per lo sblocco/blocco (che disattiva i tasti Select/Share, Start/Options e PS) ed all’interruttore LS, DP, RS.

Il Panthera è dotato di un cavo intrecciato rimovibile di circa tre metri, che si connette all’unità principale con un attacco a 5 pin con una chiusura di sicurezza a vite (lo stesso presente sui modelli Mad Catz). Il nostro arcade stick può essere appoggiato comodamente su qualunque superficie grazie alla sua base in gomma antiscivolo che ne riveste completamente la parte ventrale. Una volta installato, è impossibile non notare il design estetico ricercato, che esalta le linee azzurre ed il piccolo logo Razer perennemente illuminato in basso. La casa taiwanese ha scelto inoltre di posizionare i pulsanti verso il centro della periferica, invece che sui lati: una scelta adottata anche dalla fu Mad Catz per il suo Tournament Edition S+, che dovrebbe garantire un maggiore controllo ed una migliore posizione dei polsi.

Razer Panthera offre un’esperienza completa e totalmente alternativa al classico pad

L’esperienza tattile ha dato risultati estremamente soddisfacenti: la superficie acrilica e le plastiche danno una generale sensazione di solidità e robustezza, rendendo il Panthera adatto anche a lunghe sessioni di gioco. I pannelli sono installati saldamente alla struttura principale tramite viti bloccanti, e la parte dorsale può essere sollevata premendo il pulsante apposito evidenziato dal luminoso logo Razer. Premuto il piccolo interruttore, la parte frontale del Panthera si solleverà facilmente, grazie anche ad una molla a gas molto simile a quella presente nei bauli delle auto, che non fa che sottolineare la cura ai dettagli che Razer ha voluto infondere nel suo arcade stick top di gamma. L’interno del Panthera è estremamente spazioso e, ancora una volta, solido: la struttura a nido d’ape del rivestimento plastico conferisce alla periferica un aspetto decisamente “pro” e convincente. Sono presenti tre vani principali: uno funge da alloggiamento per i ricambi dello stick (il Panthera è dotato, oltre alla classica sfera da stick, di un’impugnatura più stretta e allungata che ricorda una mazza da baseball), l’altro è adatto per il trasporto del cavo rimovibile, ed il terzo è dedicato all’eventuale trasporto di pulsanti aggiuntivi o altro. Facciamo notare che è inoltre presente un piccolo cacciavite per le nostre operazioni di smontaggio e personalizzazione.

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L’eredità dell’Atrox è presente fortemente nel Panthera, che gli somiglia in tutto e per tutto, sia nel design che nelle funzioni principali. L’azienda taiwanese è riuscita comunque a fare il passo successivo, migliorando il concept di un prodotto che aveva evidentemente difetti ma che portava con sé alcune ottime idee. Razer Panthera è un piccolo gioiello per gli amanti degli arcade stick, e Razer dichiara di essere arrivata al risultato finale perfezionando diversi prototipi attraverso una estensiva e duratura fase di beta testing, ascoltando i suggerimenti provenienti dalla comunità di appassionati e modder.

Abbiamo provato il Panthera con Injustice 2 e Street Fighter V, due picchiaduro molto diversi fra loro. Possiamo dichiarare senza dubbio alcuno che giocare con il Panthera è una vera e propria gioia. Totalmente assenti ritardi e lag dovuti all’input: le combo sono entrate con estrema facilità (specialmente sul picchiaduro di Capcom). La periferica di Razer si è dimostrata pratica e versatile; in particolar modo, il posizionamento dei tasti L3 ed R3 risulta perfetto ed utile durante la modalità allenamento di Steet Fighter V. Anche le lunghe sessioni di gioco non risultano stancanti, perché i vostri polsi avranno il giusto spazio per appoggiarsi e riposare senza perdere precisione e senza essere costretti in scomode posizioni. La qualità costruttiva e la componentistica Sanwa rendono il Panthera un ottimo compagno per il gioco competitivo, che non disdegna però l’approccio più casual ed immediato. Il Panthera è compatibile con PS3, PS4 ed anche con il PC: basterà infatti scaricare i drivers dal sito ufficiale Razer per iniziare a menare le mani seriamente persino su Windows.

Un altro punto forte del Panthera è l’incredibile propensione per la personalizzazione ed il modding. Sotto la scocca la componentistica è ben ordinata e facilmente accessibile. Inoltre è presente una utile legenda che ci aiuta a comprendere il funzionamento del nostro stick ed a sostituirne eventualmente i pulsanti. Per facilitare ancora di più le cose, la cavetteria interna è stata colorata ed è presente uno spazio per l’aggiunta di schede alternative (fate attenzione però, mettere le mani sulla scheda madre invaliderà la garanzia del Panthera).

Giocare con il Panthera è una vera e propria gioia

I (pochissimi) difetti evidenziati dalle nostre prove riguardano principalmente la scocca frontale: essendo l’acrilico un materiale lucido, tenderà a graffiarsi o a opacizzarsi piuttosto velocemente se non maneggiato con le dovute cautele. Lo stesso pannello non è inoltre sostituibile, qualità che invece il concorrente Tournament Edition S+ di Mad Catz possiede. Pertanto, se volete dare un aspetto davvero unico al vostro Panthera, dovrete affidarvi ad un modder professionista o armarvi delle conoscenze adeguate per smantellare il tutto senza rovinare l’arcade stick. Sia ben chiaro che si tratta, più che di veri e propri difetti, di puntigliosità di colui che vi sta scrivendo. Il Panthera è davvero eccezionale e si è comportato egregiamente in qualsiasi situazione abbiamo avuto il piacere di testarlo.

Razer Panthera viene venduto ad un prezzo di 239,99 euro. Probabilmente l’elevato costo dei materiali di alta qualità provenienti dalle fabbriche Sanwa ha avuto un forte impatto nel processo di produzione; tuttavia questo arcade stick viene offerto con una price tag allineata con i prezzi della concorrenza. Probabilmente Razer avrebbe potuto osare un poco di più sul nostro mercato (considerando che oltreoceano il Panthera viene venduto a 199 dollari), ma nel complesso non ci sentiamo di dire che il costo del Panthera sia eccessivo. Ovviamente questo tipo di prezzo terrà alla larga i casual gamers, ma non spaventerà di certo i giocatori professionisti o i gamers più amatoriali in cerca di fama e gloria online.

razer panthera

Conclusioni

Razer è tornata nel mercato degli arcade stick con un prodotto solido, affidabile e preciso. Il Panthera soddisferà sicuramente le aspettative dei giocatori professionisti e degli amatori più esigenti, grazie alla sua solidità strutturale ed ai suoi materiali di pregio. I componenti Sanwa Denshi rendono il Panthera uno dei migliori stick arcade presenti al momento sul mercato, una proposta solida e concorrenziale che va ad attaccare direttamente persino con i più blasonati Tournament Edition S+ di Mad Catz.

La sua estrema duttilità lo rende inoltre uno degli stick più facilmente moddabili attualmente in commercio, con meccaniche praticamente plug and play che facilitano la rimozione e la sostituzione di tutte le componenti interne. Nonostante il prezzo del Panthera non sia proprio economico (si parla di 239,99 euro), rimane comunque in linea con i prezzi della concorrenza. I pochi difetti, come la superficie acrilica incline a graffi ed opacizzazione, non inficiano più di tanto nel giudizio finale, che è oltremodo positivo. Razer ha confezionato un prodotto di fascia elevata, prestante e pratico, che non aspetta altro che di essere messo alla prova nelle sessioni di combattimento più concitate.


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