Le remastered di questa generazione di console non sono solo soldi facili con il minimo sforzo, né un modo per monetizzare sulla nostalgia dei giocatori: in qualche caso virtuoso rappresentano anche la seconda chance che qualche diamante, grezzo o meno, del passato, si è meritato dopo essere stato poco compreso o apprezzato dal pubblico ai suoi tempi. Red Faction Guerrilla rientra perfettamente in quella categoria, o almeno è ciò che ho sempre pensato: lo amai all’epoca, tra la visione dell’open world di Volition come sempre sopra le righe e fuori dal comune (la serie Saints Row docet), e il suo poderoso motore di gioco (Geo-Mod 2.0) che offriva una fisica semplicemente sbalorditiva per quei tempi (e lo è ancora oggi, a dirla tutta), in grado di restituire ambienti quasi interamente distruttibili (almeno per quanto riguarda le strutture).
Eppure in pochi sembrano aver conservato quello stesso ricordo, o peggio, ancora meno sembrano averlo effettivamente giocato o sentito nominare. THQ Nordic, ovvero lo storico brand THQ riesumato da Nordic Games, prosegue inarrestabile nella sua opera di rivisitazione di parte di quel catalogo, e non troppo sorprendentemente, ha ben pensato di riportare in vita, mettendo Kaiko Games in cabina di regia, anche il capitolo più interessante della saga Red Faction, chissà, magari con lo scopo di esplorare nuovi orizzonti dopo la fine prematura della stessa.
Elucubrazioni a parte, come si comporta Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered Edition? E soprattutto, ha resistito allo scorrere inesorabile del tempo?
In linea di massima, la risposta è purtroppo negativa. E basta assistere alla sequenza video introduttiva, la stessa, sgranata di un tempo, e dal sonoro sporco e compresso, sorte riservata a tutte le sequenze video che ci accompagneranno nel passaggio tra un settore di Marte e l’altro, il pianeta su cui è finito il protagonista Alex Mason: attirato dalle allettanti prospettive di lavoro sventolategli in faccia dal fratello Daniel, si ritrova suo malgrado coinvolto in un progetto ben più grande e importante di quello a cui la sua licenza in demolitore lo ha preparato, ovvero la liberazione del pianeta stesso.
Il Pianeta Rosso è infatti sotto il gioco della EDF, Earth Defense Force, che da protettrice si è trasformata ben presto in oppressore, e l’omicidio del fratello Daniel durante un’operazione di sabotaggio non fa altro che dare il La alla vendetta del povero Alex, che dovrà smontare pezzo per pezzo l’intera infrastruttura della potenza dominante.
Lo farà indebolendola riducendone il controllo sui 6 settori in cui è diviso il mondo (aperto) di gioco ripulendone uno per volta, completando le missioni principali proposte dai suoi alleati, e prendendo parte ad attività collaterali di ogni genere, che prevedono la distruzione di edifici sensibili, la liberazione di ostaggi, o anche la pura e semplice anarchia, sia essa da attuare in sella ad un veicolo e impugnando un lanciarazzi, o sventrando una struttura nel minor tempo possibile e con un numero limitato di proiettili.
È così che si svilupperà la trama, in maniera per nulla armonica, ma come avrete intuito, ciò che mi fece innamorare e che mi ha subito riacceso la fiamma della passione è proprio la distruzione, e in quello, Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered Edition è ancora formidabile: la fisica di gioco è ancora pazzesca, e salvo qualche pezzo che scompare all’improvviso, è fedele e credibile.
In Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered Edition la pura e semplice anarchia è contemplata
Cariche esplosive da piazzare e far esplodere all’unisono, o il fido martello, saranno gli strumenti perfetti per portare caos e distruzione, e basterà un po’ di buon senso per velocizzare il crollo di torri difensive, palazzi e avamposti: colpirli dritti al cuore, ai pilastri portanti, e vederli collassare poco dopo, godendosi la scena in tutta la sua sopraffina devastazione.
Ponti, scale, cartelli di propaganda (utili per alzare il morale dei coloni e portarli dalla nostra parte – ridotto da ogni game over, quindi attenzione), qualsiasi cosa vedrete su schermo potrà essere ridotto in brandelli, meglio ancora se con dei nemici nei paraggi, così da sfruttare strategicamente tutta questa distruttibilità. E non solo come mero sfogo (posto che, comunque, funziona benissimo anche così), anche perché il gunplay è vecchio e legnoso come un tempo, risultando non proprio comodissimo, complici controlli tutto fuorché precisi e intuitivi.
Lo stesso vale per i veicoli, davvero duri da guidare e l’Intelligenza Artificiale che, per quanto altalenante (tra pathfinding non sempre eccelso e posti di blocco inutili, per citare due problemi riscontrati con più frequenza degli altri), è dannatamente ostica, anche al livello Normale: non si fermerà fino a che non finirete le munizioni e vi spiattellerà il Game Over in faccia, facendovi per altro ripartire da capo, complice un sistema di checkpoint fuori tempo massimo e immotivatamente punitivo.
Insomma, diventa molto più divertente e godibile eliminare i nemici con l’ambiente circostante e in maniera creativa, cosa che Red Faction Guerrilla invita a fare e gli riesce benissimo, piuttosto che adottare il classico approccio da TPS.
Invoglia perché tutto ciò che viene distrutto, inclusi i collezionabili (come le casse di rifornimento della EDF o i giacimenti di minerali), lasciano dietro materiali, valuta universale con cui è possibile potenziare l’arsenale e l’equipaggiamento di Alex, acquistando presso gli avamposti della RF (da usare come spawn point) nuove armi (pistole, fucili, lanciarazzi e altro ancora) e upgrade, come armature via via più resistenti o maggior capienza di munizioni, cariche esplosive e razzi.
Diventa quindi cruciale spargere il caos per Marte, badando bene di raccogliere i materiali luminosi da ciò che resta delle strutture distrutte, e cercando di non restare coinvolti dai crolli, passando a miglior vita. La distruzione è talmente divertente da essersi meritata, oltre a missioni ad hoc, anche una modalità extra a parte, “Squadra Demolizioni”, con cui sfidare altri amici in locale (a turno, con un unico controller) in partite completamente personalizzabili a fare quanto più casino possibile.
Presente anche il ricco comparto multiplayer online (quanto è vintage il “Partite via Internet” presente nel menu?, ndr), che offre 8 diverse modalità e 40 mappe da giocare sia in solitaria che in gruppo, o anche come semplice spettatore, peccato però che i server (su PS4, le versione che ho testato) non siano così pieni, e buona parte delle modalità sono incentrate sullo shooting puro, come detto tutto fuorché brillante e funzionale, ma che si va aggiungere ad un pacchetto ricco (che include anche il DLC “Demoni delle Badlands”) e offerto ad un prezzo (29,99€) accattivante (persino gratuito per gli utenti PC in possesso dell’originale, ndr).
La distruzione è talmente divertente da essersi meritata, oltre a missioni ad hoc, anche una modalità extra a parte, “Squadra Demolizioni”
Graficamente, il lavoro svolto da Kaiko Games non fa gridare al miracolo, ma si lascia apprezzare: in generale la vecchiaia del gioco si intravede sotto il nuovo manto di texture e poligoni con cui il team ha aumentato la risoluzione, ma in modalità Qualità, l’effetto è indubbiamente gradevole, complice anche il nuovo sistema di illuminazione e le migliorie al rendering delle ombre. Su Xbox One X e PS4 Pro il gioco raggiunge i 4K, rinunciando però alla fluidità e fermandosi a 30 fps, ma dopo aver provato sia la modalità Qualità che quella Performance, ci sentiamo di suggerirvi di rinunciare a qualche dettaglio grafico in meno (scendendo a 1500p su Ps4 Pro e 1800p su Xbox One X), e di sfrecciare a 60 fps solidi (tranne quando la guerrilla si fa più concitata).
Lo spoglio e scarno pianeta, così come i modelli degli NPC e dei nemici antiquati, non offrono chissà quale spettacolo, avendo pur sempre 9 anni, ma è pur vero che la monumentale fisica, unita alla vecchiaia, non ha offerto al team chissà quanto spazio di manovra, e data la natura caciarona del gioco, alla fine della fiera mi sta anche bene così. Tant’è che il gioco presenta già così com’è qualche calo importante in modalità Qualità, oltre a sporadici freeze, chiusure improvvise, e problema col caricamento degli elementi in lontananza, segno che c’è ancora bisogno di qualche patch correttiva per adattare il Geo-Mod 2.0 all’architettura delle nuove console.
Red Faction Guerrilla meritava una seconda chance, e la Re-Mars-tered Edition gliela offre, insieme ad un comparto grafico rinnovato che arriva persino a 4K su PS4 Pro e Xbox One X, o che mantiene stabilmente i 60 fps ad una risoluzione più bassa, senza alterare la sua geniale e divertente fisica, ancora oggi tra i suoi punti di forza. Per quanto io mi sia divertito a spaccare tutto, ma proprio tutto, come un tempo, e a sperimentare con martello ed esplosivi come far collassare nel più breve tempo possibile ponti ed edifici, il peso della vecchiaia si sente tutto, nella trama forzata, o nella struttura delle missioni semplice e banale, o peggio ancora, nel gunplay e nel sistema di mira poco pratico, che sprona a sfruttare la distruzione e la creatività come armi primarie. Le modalità multiplayer, sia offline che online, rendono ancora più ghiotto il pacchetto per chi vuol fare un tuffo nella nostalgia, ma è difficile consigliare Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered Edition a qualsiasi amante degli action/open-world, nonostante il suo prezzo allettante. A meno che non siate fan della distruzione fine a se stessa: in quel caso un pensierino potreste anche farcelo. |
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