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Remnant 2 – Recensione

Ad essere del tutto sinceri, un po’ ce lo aspettavamo che Remnant 2 (ovviamente disponibile all’acquisto da GameStop) potesse appassionarci così tanto, costringendoci alle ore piccole anche durante le meritate ferie, ovvero quel periodo dell’anno in cui si deve scegliere se fare follie ogni sera, sempre più in onore dei vecchi tempi e per sentirsi ancora giovani, oppure recuperare il sonno perso a causa del lavoro e del tran-tran quotidiano.

Del resto, per i videogiocatori di tutto il mondo è un periodo piuttosto complesso tra un The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom ancora da finire (e se non l’avete ancora comprato eccovi un pratico link), un Baldur’s Gate 3 appena iniziato e uno Starfield (anche qui c’è un link che fa per voi) che attende già con i motori accesi per portarci in giro per l’universo. Quasi non ci voleva Remnant 2, titolo dalle ambizioni ben diverse dai titoli sopracitati, ma ugualmente capace di incollare allo schermo per decine di ore, vuoi per la sua campagna persino narrativamente appassionante, vuoi perché ad una partita con gli amici non si rinuncia davvero mai, vuoi perché una build migliore per il proprio personaggio è sempre possibile.

Per descrivere velocemente basterebbe accostare la fatica di Gunfire Games a Dark Souls. Ma con le pistole, i mitra e opportunamente qualche arma bianca sovradimensionata. A ben vedere sono tanti i punti di contatto con il capolavoro di From Software, ma Remnant 2 ha uno stile, un carattere tutto suo garantito in primis dalla componente multiplayer, vero pilastro dell’esperienza che aumenta non solo la longevità del titolo, ma anche l’assuefazione che questo gioco è in grado di infondere nell’utente.

Sebbene sia consigliabile aver giocato al predecessore, anch’esso apprezzatissimo da chiunque gli diede una chance, non è fondamentale per godersi appieno l’avventura. Certo, inizialmente avrete un pizzico di difficoltà a seguire il caotico prologo, ma grazie a specifici menù che aiutano nella comprensione della trama, o consultando qualche pagina dedicata sulla rete, sarete facilmente in grado di farvi un’idea di quanto successo nella puntata precedente.

Sì, perché Remnant 2 merita di essere apprezzato anche per i suoi risvolti narrativi. In questa versione alternativa del pianeta Terra, in cui è possibile viaggiare tra dimensioni parallele, creature di ogni tipo minacciano il multiverso e toccherà ovviamente ad un manipolo di coraggiosi evitare l’infausto destino. Senza voler entrare ulteriormente in dettagli, vi basterà sapere che la struttura narrativa è intimamente legata alle meccaniche di gameplay su cui poggia la produzione.

Remnant 2

Pur non abbondando di colpi di scena, la curiosità di svelare i misteri che si celano in questo mondo immaginifico vi terranno incollati sino ai titoli di coda, ma sappiate che non sarete testimoni di una trama prettamente lineare. Sebbene siano presenti alcuni snodi attraverso cui è inevitabile passare, incontrare determinati NPC, imbattersi in collezionabili che espandono la lore, persino recuperare oggetti, e con essi anche armi ed equipaggiamento di un certo tipo, è vincolato alla generazione dei livelli e alla loro successione, meccanica che avviene in modo totalmente procedurale.

Aperto il portale che vi consente il viaggio tra le dimensioni, difatti, potreste per esempio ritrovarvi tra le rovine di una città ormai sommersa dalla vegetazione, in una metropoli steampunk che ricorda per certi versi la Yharnam di Bloodborne, nei sotterranei di una non meglio specificata città e così via. Ogni ambientazione è a sua volta divisa in piani e, andando in profondità, finirete prima o poi per scontarvi contro un possente e aggressivo boss.

Con la giusta dose di pazienza e voglia si può creare la build e il personaggio che si adatti perfettamente ai propri gusti

Remnant, difatti, come Dark Souls spinge forte sulla difficoltà. Sulle prime serve un minimo di testardaggine. I game over, nelle fasi iniziali, si susseguiranno copiosi e non è troppo difficile farsi scoraggiare dall’incapacità di segnare sensibili ed evidenti progressi. Serve anche un pizzico di fortuna, beninteso. Come detto poco sopra, basta imbattersi nell’arma particolarmente potente e le proprie potenzialità subiscono un netto incremento. Similmente, con gli amici giusti, magari con il compagno d’arme esperto pescato casualmente dalla rete, tutto diventa quantomeno più divertente e spesso affrontabile.

Anche quando questi astri non si allineano, tuttavia, è più una questione di tenacia e qualche tentativo a vuoto. Fortunatamente, più o meno casualmente, si inizia a recuperare loot, scoprendo così l’ambito più gustoso e soddisfacente di Remnant 2: la gestione del personaggio.

 

L’avatar gode di statistiche potenziabili; ogni arma si può opportunamente migliorare; amuleti, anelli e reliquie sono tutti oggetti che donano bonus di ogni genere. Passare del tempo tra i menù, studiando una build efficiente ed efficace è un passaggio obbligatorio del gioco. Chi non ha voglia, chi non è attratto all’idea, può tranquillamente lasciar perdere Remnant 2. Solo con un’attenta gestione delle proprie risorse, difatti, si può sperare di avere la meglio nei livelli e contro i boss.

Il grado di personalizzazione, in questo senso, è assolutamente insospettabile. Gunfire Games ha dato vita ad un ecosistema di statistiche, oggetti e poteri sfaccettato, profondo, dagli ampi orizzonti. Dai berserk che attaccano a distanza ravvicinata, ai cecchini che guardano il campo di battaglia dal loro teleobiettivo, tutto è possibile. Con la giusta dose di pazienza e voglia, si può creare la build e il personaggio che si adatti perfettamente ai propri gusti e alle necessità della battaglia.

Questo, a conti fatti, l’aspetto più riuscito del gioco, al netto che anche sparare è un’attività assolutamente divertente, per quanto sporcata da qualche sbavatura.

Remnant 2 si attiene a tutti i principali canoni dettati da Gear of War in poi, per quanto concerne gli sparatutto in terza persona. Coperture, telecamera poco sopra la spalla, tre armi equipaggiabili, buon feedback dei colpi esplosi, non manca nulla. Come detto, vi ritroverete sempre in pesante inferiorità numerica, spesso fronteggiati da nemici dalle generosissime barre di salute ed equipaggiati di tutto punto.

Sebbene l’inquadratura ogni tanto ci metta del suo, le hit-box non siano particolarmente precise e il sistema di controllo manchi di quel pizzico di fluidità che i campioni del genere ostentano, tutti difetti che mortificano le ambizioni della produzione, il gioco resta godibile, divertente, assuefacente in compagnia. Supportati da altri tre utenti, magari dotati di chat vocale, si vivono scontri intensi, coinvolgenti, adrenalinici. Serve un minimo di tattica, ovviamente, perché alcuni nemici sono particolarmente sensibili a specifici attacchi o alterazioni di stato, ma è fondamentale avere buona mira e riflessi pronti, nonché saper prendere decisioni nel giro di pochi secondi.

Nonostante ogni tanto si incappi un game over per colpa della telecamera o perché si resta incastrati in qualche elemento invisibile dello scenario, globalmente, sparare, eliminare e combattere i boss è enormemente divertente. Il ritmo delle sparatorie e quello giusto, tanto che viene quasi naturale concedersi un ulteriore tentativo anche dopo l’ennesimo fallimento.

Peccato per il mancato lavoro di rifinitura che avrebbe potuto rendere Remnant 2 grande anche nelle fasi di shooting, sebbene anche in questa forma si dimostri godibilissimo.

Vale la pena spendere due parole anche sul netcode. Durante i suoi primi giorni di vita, era impossibile imbastire una partita con i propri amici su console. Fortunatamente il team di sviluppo ha prontamente ovviato al problema, restituendoci un’esperienza online stabile in tutte le sue forme ed edizioni.

Per quanto riguarda la grafica, Renmant 2 svela tutte le sue origini relativamente più umili se paragonato ad un tripla A, ma ciò non toglie un grammo al suo stile. Le animazioni sono legnose, alcuni scenari sembrano un po’ spogli, ma gli artisti di Gunfire Games sono stati abilissimi nel creare non solo ambientazioni suggestive, ma anche un quantitativo esorbitante di armi ed oggetti fantasiosi e bizzarri quanto basta. Non metterà in discussione gli hardware di console e PC, ma anche su questo fronte il gioco fa ampiamente il suo.

Conclusioni

Remnant 2 è l’ennesimo grande titolo di questo ricco 2023.

Non ha le dimensioni, né le ambizioni o le intenzioni, a dirla tutta, per battagliare ad armi pari con The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom o con Baldur’s Gate 3, ma siamo indiscutibilmente di fronte ad uno sparatutto in terza persona divertente, assuefacente, longevo.

Se la gestione del personaggio palesa una profondità davvero esorbitante, qualche difetto nelle fasi shooting impediscono alla creatura di Gunfire Games di raggiungere l’eccellenza assoluta. Si spara bene, certo, ma per un gioco che pretende la perfezione da parte del videogiocatore, sarebbe stato più giusto concedergli quanto meno una telecamera impeccabile e hit-box più precise.

Poco male, tuttavia. Da soli ci si gode una trama intrigante, con la compagnia giusta si resta completamente assorbiti dalla fatidica ultima partita e poi basta.

Se amate il genere e le sfide impegnative, avete trovato l’ennesimo gioco assuefacente di questo ricco 2023.

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