News 20 Gen 2016

Resident Evil 0 HD – Recensione

Resident Evil 0 rappresenta da sempre un capitolo controverso all’interno della leggendaria saga Capcom.L’ultimo capitolo del “corso originale”, destinato ad un brusco cambio di rotta con l’arrivo del quarto capitolo maggiore, apparve circa quattordici anni or sono appannaggio della sola utenza Nintendo. Un momento di gloria zombesca non certo indifferente per l’allora GameCube, che nel 2002 finì per ritrovarsi tra le mani un remake del calibro di Resident Evil Rebirth e, soltanto pochi mesi dopo, un prequel dalle potenzialità enormi come RE: 0. Potenzialità che, come spesso accadde, non tutti colsero da subito: l’abbandono di elementi storici del franchise in favore dell’introduzione della coop nel single player, l’aumento del coefficiente di difficoltà e la rivoluzione nella gestione degli oggetti dell’inventario rappresentarono soltanto alcuni dei punti più discussi del titolo, criticato tuttavia dai più per un canovaccio narrativo non all’altezza di quello del capostipite.

A distanza di quasi tre lustri, il progetto di “riedizione in alta definizione” introdotto dal colosso Giapponese porta una seconda volta i propri frutti: e dopo l’ottima remastered di Resident Evil, apprezzata universalmente tanto da critica quanto dal pubblico, Capcom ci riporta a spasso tra le Arklay Mountains con Resident Evil 0: HD. Un progetto multipiattaforma per PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360 e PC – disponibile anche con il remaster del capitolo originale nella Origins Collection in formato retail esclusivamente su PS4, Xbox One e PC – che mira a far luce sulle origini degli accadimenti di Raccoon City con l’abito delle grandi occasioni e, cosa più importante, con qualche piccola novità. Che quando si va a caccia di zombie affamati, si sa, non guasta mai.

Resident Evil 0 HD

PiattaformaPS4, PS3, Xbox One, Xbox 360, PC

Genere: Survival Horror

Sviluppatore: Capcom

Publisher: Capcom

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Testi in Italiano, Audio in Inglese

Versione Testata: PS4

Partiamo con la lezione di storia. 23 luglio 1988: in seguito ad una serie di omicidi apparentemente inspiegabili tra le montagne Arklay, il team Bravo della squadra S.T.A.R.S. viene spedito sul luogo per le necessarie indagini. Dopo un atterraggio di emergenza tra i boschi causato da un’avaria dell’elicottero su cui viaggiavano, i componenti del team si dividono alla ricerca di indizi: la giovanissima Rebecca Chambers, da poco entrata in squadra, si imbatte in un treno misteriosamente fermo sul proprio binario. Sangue e carcasse umane prive di vita sembrano essere gli unici passeggeri del treno, almeno sino a quando la giovane si abbatte in Billy Coen, ex tenente dei Marines condannato a morte per il presunto omicidio di 23 persone. Evaso (più o meno) fortuitamente dal trasferimento che lo avrebbe condotto al miglio verde, Coen dimostra da subito di sapere molte più cose di quelle che da ad intendere: molte, ma nulla in confronto a quelle che attendono i due “neo-compagni di squadra” in questo viaggio, che dai vagoni insanguinati di un treno di lusso arriverà sino alle fondamenta della Umbrella Corporation. Un nome che, inutile dirlo, è sinonimo di guai. Guai non morti e affamati…

Resident Evil 0 si prefigge di colmare alcuni dei dubbi più lancinanti degli aficionados della serie.

Ok, il ripasso per oggi finisce qui. Non servono particolari doti investigative per capire che, nomen omen, Resident Evil 0 si prefigge di colmare alcuni dei dubbi più lancinanti degli aficionados della serie: “da dove nasce la Umbrella Corporation? Quali sono le origini del T-Virus? Perché proprio Raccoon City?“. Sotto questa luce, gli espedienti alla base di questo prequel appaiono azzeccati e brillanti anche ad oltre dieci anni di distanza: RE: 0regala piccoli tasselli di puzzle all’apparenza fini a sé stessi, ma tutto tranne che secondari se contestualizzati a dovere nella “lore” del franchise. Allo stesso modo, tuttavia, non possiamo non criticare almeno in parte l’andamento generale della sceneggiatura, vittima di alti e bassi evidenti e, proprio per questo, al di sotto delle aspettative in termini di coinvolgimento. Chiunque abbia avuto il piacere di giocare il capitolo originale, ad esempio, ricorderà alla perfezione la sequenza di eventi (e di azioni richieste) all’interno dei vagoni infestati dagli zombie, mentre avrà memoria meno nitida della seconda parte all’interno del Centro di Addestramento dellaUmbrella. Questo, a scanso di equivoci, non è affatto equivalente ad affermare che la storia di Resident Evil 0 faccia acqua da tutte le parti: al contrario, siamo di fronte ad uno dei capitoli più “studiati” in termini narrativi, seppur il risultato finale non sia il più memorabile.

Lo stesso, fortunatamente, non si può dire parlando di meccaniche di gioco. Resident Evil 0 introdusse nella serie la possibilità di controllare “contemporaneamente” due personaggi, Rebecca e Billy, in modo del tutto differente da quanto visto nel precedente Resident Evil 2. Il giocatore può infatti spostarsi liberamente da un PG all’altro con la semplice pressione di un tasto e, allo stesso modo, ordinare al compagno di squadra di seguirlo o mantenere la posizione. Non solo: in ottica di risparmio delle munizioni, un bene alquanto raro specie alle alte difficoltà, sarà possibile obbligare il nostro secondo a non sparare e a conservare proiettili, fermo restante che l’evenienza della sua dipartita coinciderebbe con un game over prematuro. L’introduzione di questa dualità ha permesso aCapcom di aggiungere nuovi ingredienti alla ricetta: gli enigmi, ad esempio, raggiungono una profondità maggiore, visto e considerato che buona parte di essi richiedono la collaborazione attiva di entrambi i personaggi – che, vale la pena sottolinearlo, potranno scambiarsi a piacimento oggetti a patto di avere sufficienti slot liberi nell’inventario. Già, l’inventario

Resident Evil 0 introdusse nella serie la possibilità di controllare “contemporaneamente” due personaggi, Rebecca e Billy.

Chiunque abbia giocato i primi capitoli di Resident Evil ricorderà alla perfezione la scarsa capienza dell’inventario dei protagonisti, destinato a riempirsi in men che non si dica a suon di proiettili, chiavi o erbe medicinali. Un “problema voluto” compensato in parte dal meccanismo dei bauli, al cui interno era possibile parcheggiare i più disparati item per poi recuperarli a tempo debito, lasciandosi così qualche prezioso slot libero. In Resident Evil 0 non solo l’inventario base di entrambi i personaggi è risicato, ma i bauli “comunicanti” scompaiono del tutto: risultato, sarà possibile portarsi appresso soltanto il minimo indispensabile (o meglio, quanto il nostro “zainetto” permette), abbandonando di volta in volta oggetti al suolo per poi passare un secondo momento a recuperarli. Certo, sarà possibile spostare un item dalla scorta di un personaggio all’altro, ma capirete rapidamente che questo trucco ha vita breve.

Parlando di aspetti più tecnologici, trattandosi comunque di una remaster in alta definizione, il lavoro svolto dal team di sviluppo di Resident Evil 0 HD è eccellente. Indubbio merito va anche alla qualità del materiale originale su GameCube, avanti anni luce rispetto alle produzioni medie del periodo: tuttavia, Capcom ha lavorato di fino su molteplici aspetti, che partono da un sistema di illuminazione completamente rivisitato per poi spaziare da una miglior gestione delle telecamere (con l’eliminazione dei famigerati angoli morti) alla texturizzazione dei modelli giocanti e dei principali nemici, equipaggiati con una carica poligonale abbondantemente sopra la sufficienza. Il parco animazioni presenta ancora alcune piccole incertezze – legate chiaramente alla natura old school del titolo, ma al netto di un paio di movimenti legnosi tanto Rebecca quanto Billy si muovono ragionevolmente bene. Davvero ottima è invece la cura dei particolari, ravvisabile soprattutto nelle sequenze iniziali a bordo del treno:Capcom non ha lesinato in nulla, ricreando con attenzione anche dettagli tutto sommato trascurabili. Se l’introduzione del formato wide screen a 16:9 è un toccasana (è ovviamente disponibile la visuale classica in 4:3, per i più nostalgici), la possibilità di utilizzare uno schema di controlli non più assoluto come una decina d’anni or sono (quello dei primi Resident Evil, per intenderci), ma più consono agli action in terza persona moderni è autentica manna dal cielo.

Resident Evil 0 HD è il giusto omaggio ad un capitolo in grado comunque di dire la propria in una saga complessa ed intricata.

Di fronte ad un lavoro di queste proporzioni, la compressione esagerata utilizzata nella realizzazione dei video stride pesantemente, saltando all’occhio anche del giocatore meno attento. I filmati più scuri (che, come potrete ben immaginare, rappresentano la maggior parte di quelli disponibili) appaiono quasi sbiaditi e piatti, tanto sono stati ridotti in termini di dimensione. Si tratta di una scelta ragionevolmente opinabile, che si configura come l’unico neo davvero evidente in questa operazione targata Capcom. Che, tanto per finire in bellezza, permetterà di rivivere l’intera avventura nei panni del famigerato Albert Wesker: Resident Evil 0 HD presenta infatti una modalità inedita, la Wesker Mode, all’interno della quale potremo sfruttare i super poteri dell’iconico antagonista per farci strada tra zombie e creature varie. Inutile dire che non si tratta di un semplice “re-play” con un personaggio dalle skill differenti rispetto a quelle di Billy e Rebecca: i più attenti potrebbero infatti recuperare preziose informazioni e retroscena non disponibili nell’avventura principale. Ricordate però che essere portatori del T-Virus non vi garantirà l’affetto dei rimanenti mostriciattoli …

Ecco cosa ci aspetterà in Resident Evil 0 HD.

In Conclusione …

Che Resident Evil 0 non fosse il capitolo più amato dai fedelissimi dei non morti, era un dato di fatto da una buona decina d’anni. Vuoi per quell’alternanza di enigmi brillanti ed appassionanti ad altri un po’ troppo lineari, vuoi per una storia che promette grandi cose nelle battute iniziali per poi diluirsi dopo il giro di boa, il capitolo “delle spiegazioni”, rimasto una storica esclusiva Nintendo per lungo tempo, riuscì a convincere pubblico e giuria senza però candidarsi a ruoli da indiscusso protagonista. Un peccato, oggi come allora, visto che l’avventura letale di Billy e Rebecca rappresenta fuori da ogni ragionevole dubbio l’esperienza più survival dell’intera serie.

Resident Evil 0 HD è il giusto omaggio ad un capitolo in grado comunque di dire la propria in una storia ben più complessa ed intricata di quanto quattro zombie affamati possano dare ad intendere. E se da un lato gli sforzi tecnologici del team di sviluppo possono essere premiati (non farà certo gridare al miracolo, ma si tratta comunque di una conversione assolutamente riuscita), dall’altro è impossibile non alzare le braccia di fronte ad un titolo che, per propria stessa natura, risente del peso degli anni. Il backtrackingparticolarmente spinto e la gestione alle volte frustrante dell’inventario dei PG, seppur non privi di fascino, complicano non poco le cose per un giocatore alle prime armi, magari intenzionato ad approfondire i dettagli di questo universo proprio dal primo capitolo “cronologico”. Tuttavia, lo ribadiamo ancora una volta, le quasi 20 ore di playthrough di Resident Evil 0 HD rappresentano un tassello imprescindibile per gli amanti del genere, e l’occasione perfetta per colmare un’eventuale lacuna del passato. Se l’horror old school è la vostra passione, le Arklay Mountains vi stanno aspettando.

Voto: 8/10

Commenti

Recensioni in evidenza

Tutte le recensioni