Tutti i possessori di Switch, appassionati della saga survival-horror più famosa al mondo, ora possono dormire sonni tranquilli. Da qualche giorno infatti, Capcom ha reso disponibili alcuni dei capitoli più importanti della saga di Resident Evil, alcuni tra i quali usciti in esclusiva temporale proprio su una console targata Nintendo (GameCube) e poi arrivati successivamente su altri lidi.
Resident Evil 0 nello specifico, è il gioco che temporalmente si colloca all’inizio della lunghissima storia del brand, prima che la squadra S.T.A.R.S. affrontasse gli orrori della villa nel 1996 e ben prima che Leon e Claire facessero capolino nella devastata Raccoon City.
In origine il titolo è uscito nel 2002 su GameCube, salvo poi ripresentarsi in versione rimasterizzata su Xbox One, PlayStation 4 e PC nel 2016, mentre su Switch è arrivato in versione digitale da appena una settimana.
Senza dubbio parliamo di uno dei capitoli più iconici della saga, non tanto per la trama (articolata e in linea con gli avvenimenti principali, ma senza guizzi particolari), quanto piuttosto per alcune interessanti innovazioni che Capcom andò ad inserire nella classica struttura del gameplay, come la possibilità di comandare contemporaneamente due personaggi, alternandoli con la pressione di un tasto e l’eliminazione dei famigerati bauli, che comprometteva non poco la gestione di un inventario limitato agli slot liberi dei due protagonisti.
A distanza di tanti anni possiamo dire che vale ancora la pena giocare Resident Evil 0, anche solo per riaffacciarsi alla classica struttura del brand (abbandonata con Resident Evil 4 e parzialmente ripresa con il remake di Resident Evil 2) e goderne in versione portatile.
Come già anticipato, la trama di Resident Evil 0 racconta cosa è accaduto al team BRAVO, il cui elicottero è atterrato nella foresta di Arklay dopo un’inspiegabile avaria. Attraverso un’attenta perlustrazione viene ritrovato un furgone per il traporto dei detenuti ribaltato e tramite un documento si scopre che alcuni di loro sono fuggiti, probabilmente ancora liberi nella foresta.
Rebecca Chambers, spalla di Chris Redfield nel primo Resident Evil è in questo capitolo l’eroina femminile, accompagnata da Billy Coen, uno dei detenuti in fuga che per ottenere giustizia si ritroverà a collaborare con il giovane medico.
La prima parte del gioco è ambientata in un treno, focolaio forse del Virus T sviluppato dalla Umbrella: le carrozze sono infatti popolate da zombi e altri orrori che i fan della serie non faticheranno a riconoscere, con l’introduzione di letali sanguisughe, prime cavie del virus e originali vettori dell’inarrestabile epidemia di morte che tutti noi ben conosciamo.
Ambientazione particolarmente riuscita quella iniziale del treno, che grazie agli stretti vagoni, affollati di pericoli, alle stanze oscure e claustrofobiche e agli innumerevoli imprevisti che divideranno i due protagonisti, costringono il giocatore ad assimilare le nuove dinamiche.
Resident Evil 0 racconta cosa è accaduto al team BRAVO, poche ore prima dell’arrivo della S.T.A.R.S. che noi tutti conosciamo
Le cose cambiano leggermente (in peggio) non appena si arriva alla seconda struttura principale, ossia il centro di addestramento della Umbrella, abbandonato dopo il parziale fallimento dei test biologici. Qui, oltre a scoprire le reali intenzioni della nota azienda farmaceutica, Rebecca e Bill fronteggiano nemici inediti, come scimmie virulente, ranocchi giganti o insetti mutati che risultano molto meno spaventosi rispetto ai classici zombi, agli hunter o ai semplici cani, quel tanto che basta per smorzare considerevolmente la tensione di un survival-horror altrimenti riuscitissimo.
Senza dubbio l’attenzione va posta sulle meccaniche innovative, tra cui la già citata possibilità di gestire l’inventario senza bauli. In questo caso il giocatore può abbandonare un oggetto (senza però distruggerlo) e recuperarlo successivamente in caso di necessità, con buona pace per l’abbondante e obbligatorio back-tracking.
Qui serve un pizzico di organizzazione in più rispetto al canonico gameplay della serie, considerato che anche la cosa in apparenza più superflua potrebbe rivelarsi vitale in un secondo momento. Fortunatamente Rebecca e Bill possono scambiarsi di tutto e quindi si può anche usare uno dei due a mo’ di “deposito ambulante” per le evenienze più scomode, mentre l’IA si occupa della fase offensiva.
L’alternanza tra i due personaggi è votata anche alla risoluzione di puzzle ambientali, ma in fin dei conti non influisce più di tanto sull’avventura principale che prosegue agilmente lungo binari ben conosciuti. In questa edizione rimasterizzata sono stati semplificati alcuni comandi e ora è possibile selezionare movimenti facilitati tramite lo stick analogico sinistro, insieme alla corsa permanente senza la necessità di premere l’apposito tasto.
Tecnicamente il lavoro già svolto nel 2016 viene essenzialmente ripreso identico nella versione Switch che anche in modalità portatile fa una gran bella figura, a patto di soprassedere su alcuni caricamenti un po’ troppo lunghi per una produzione che in fin dei conti non è così recente. I modelli poligonali sono tutti ben definiti, il gioco di luci e ombre è realistico e ben ponderato in tutti gli ambienti, e la qualità generale dell’immagine è molto alta, merito in ogni caso dell’ottimo lavoro che Capcom svolse nel lontano 2003.
Anche in modalità portatile fa una gran bella figura, a patto di soprassedere su alcuni caricamenti un po’ troppo lunghi
Peccato per le cutscene sulle quali non è stata apportata nessuna miglioria e ad oggi sono un vero e proprio pugno in un occhio.
Nulla di nuovo nemmeno sul versante delle modalità: è presente solo la campagna principale, completabile in 3 difficoltà diverse, al termine delle quali si otterranno alcuni extra come costumi e personaggi giocabili.
Resident Evil 0 è un’altra interessante aggiunta al parco titoli sempre più nutrito di Nintendo Switch. È vero, non si tratta di un gioco inedito, tantomeno di uno recente, ma il piacere di immergersi nelle spaventose atmosfere di Resident Evil anche mentre si è fuori casa non ha prezzo, soprattutto per chi non ha ancora provato i titoli della saga che Capcom ha messo recentemente a disposizione dell’utenza. Questo capitolo, pur essendo uno dei meno conosciuti (ingiustamente, a mio parere, ndr), rientra di diritto nella cerchia di titoli che sulla console Nintendo può godere di nuova vita: e per un gioco che fa dei non-morti la sua raison d’être, non è poco. |
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