resident evil 2
22 Gen 2019

Resident Evil 2 – Recensione

Facciamo finta che questi vent’anni non siano mai passati. Siete a casa, finalmente, dopo una lunga giornata. Accendete la vostra console e inserite il disco di Resident Evil 2, un survival horror made in Capcom, pronti per iniziare a giocare. Dopo qualche minuto è già amore, quel sentimento contorto e incomprensibile che vi fa vibrare le viscere e drizzare i capelli per la tensione, ma dal quale non riuscite a staccarvi. Ecco, questo è quello che, in sintesi, proverete giocando al nuovo remake di Resident Evil 2. E no, non sto esagerando: Capcom è riuscita a rimettere le mani su di un classico praticamente intramontabile per renderlo fruibile anche alle nuove generazioni.

Il risultato è quasi poetico: Resident Evil 2 è un gioco davvero ben fatto e definirlo remake forse è pure riduttivo. Il lavoro che è stato fatto su questo gioco rappresenta un omaggio a tutto il brand, ai fan e persino a Capcom stessa, che si è prodigata davvero tanto per portare sui nostri sistemi la vera esperienza surival che da tempo non era (purtoppo) più presente nella saga. I ragazzi di Osaka hanno affrontato lo sviluppo di questo capitolo come se si trattasse effettivamente di un qualcosa di inedito che riprende sì la strada tracciata nel 1998, ma solo in parte: Capcom ha cambiato ed espanso storia, enigmi e luoghi di un gioco rimasto per anni nell’immaginario collettivo, trasformando in tutto e per tutto Resident Evil 2 in un’esperienza nuova ma allo stesso tempo familiare.

La storia di Resident Evil 2 prende il suo via dopo l’incidente a Villa Spencer: un misterioso ceppo virale fabbricato dalla Umbrella Corporation noto come T-Virus (la T sta per Tyrant) ha infettato la vicina Raccoon City, mandando in pochissimo tempo la città nel caos più totale. Il contagio è rapido e inesorabile; uccide le persone e le rianima brutalmente come cadaveri assetati di sangue e duri a morire. In questo inferno stanno per arrivare Leon S. Kenney, giovane recluta della polizia di Raccoon City al suo primo giorno di lavoro, e Claire Redfield, una tosta studentessa universitaria alla ricerca di suo fratello Chris.

Resident Evil 2
Leon, ti aspetta una pessima giornata.

Leon e Claire sono i nostri due protagonisti principali: ognuno di loro è infatti legato a una campagna principale della durata di dieci ore circa, e la scelta del nostro eroe al primo avvio ci porterà a vedere gli eventi di Raccoon City dal suo personale punto di vista, arricchito da nuove iterazioni con alcuni personaggi storici della saga, come Ada Wong. Ma non solo; in queste run sono presenti sezioni totalmente inedite, come quella della piccola Shelly Birkin nel lugubre e terrificante Orfanotrofio di Raccoon City. Ma la narrazione di Resident Evil 2 non procede su binari separati, perché Leon e Claire si incontreranno più volte durante la loro storia interlacciando, seppur brevemente, le loro vite in quello che sembra un vero e proprio inferno sulla terra.

Dopo qualche minuto è già amore

È chiaro quindi che il nuovo lavoro di Capcom è stato ideato con una sceneggiatura molto più complessa e sfaccettata rispetto all’originale del 1998. La storia stessa è stata sostanzialmente rimaneggiata e rivista per adattarsi alla nuova direzione intrapresa dai ragazzi di Osaka, ed è anche per questo motivo che la parola “remake” sembra stare un po’ stretta e non essere sufficiente a esprireme appieno l’esperienza che Resident Evil 2 vuole portare a vecchi e nuovi giocatori. Ritroverete personaggi amati e location indimenticabili, ma le cose non andranno come pensate. E questo per chi vi scrive rappresenta uno dei più grandi punti di forza di Resident Evil 2, una produzione che ha saputo reincarnarsi con successo nei tempi moderni, unendo vecchio e nuovo in un capolavoro senza tempo. Sulla storia non possiamo dirvi altro, perché è giusto che affrontiate l’incubo di Raccoon City per come è stato pensato, ma ci sarà modo di parlarne approfonditamente più avanti.

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Il gameplay di Resident Evil 2 è forse la novità più grande per chi ricorda ancora con affetto l’originale del 1998. Ci troviamo di fronte a un survival horror in terza persona, con la videocamera posizionata dietro le spalle del protagonista. Capcom vuole farvi sentire l’orrore in tutto e per tutto, pertanto nei momenti d’azione più concitati l’inquadratura sarà più stretta dietro Leon e Claire, in modo da non farci perdere nemmeno un dettaglio delle terrificanti creature che ci troveremo davanti. Personalmente ho apprezzato tantissimo questa scelta di game design, e sono sicuro che al primo morso di zombie capirete quel che intendo. Il gioco si compone di tantissimi momenti d’esplorazione carichi di tensione e imprevidibilità, complici puzzle rinnovati e ben congeniati che vi costringeranno a riflettere sulle vostre azioni.

Stessa cosa per la gestione del personaggio, che prende qualcosa dal più recente settimo capitolo per snellire il “vecchio” sistema di inventario, che comunque ci impedirà di diventare una sorta di Rambo ambulante: ogni oggetto occupa uno o più slot in uno spazio molto limitato. Pertanto dovremo scegliere con cura cosa portarci dietro, lasciando il resto nel più classico “cassone” vicino alle macchine da scrivere adibite al salvataggio dei dati. Tirando le somme, Resident Evil 2 è un gioco che ha ben poca pietà per il giocatore, anche se novizio: le munizioni sono scarsissime, il coltello si consuma con l’uso e i nemici sono ben oltre la definizione di coriaceo. Solo un’attenta pianificazione e gestione delle risorse ci farà sopravvivere all’incubo di Raccoon City.

Ritroverete personaggi amati e location indimenticabili, ma le cose non andranno come pensate

Graficamente, il titolo è mosso da un RE Engine davvero in forma, che riesce a regalarci personaggi credibili, ottimamente animati ed espressivi. Persino gli orrori che vedremo per la città sono resi disgustosamente bene: purulente ferite e schifose mutazioni prenderanno vita sotto i vostri occhi in maniera fluida: il titolo è molto stabile su PC e console allo stesso modo, proponendoci ombre dettagliate, un’illuminazione ben realizzata e in generale un’ambientazione mozzafiato. Raccoon City non è mai stata così viva e così morta, se capite il mio gioco di parole. Insomma, Capcom ha davvero tirato fuori un capolavoro che amalgama vecchio e nuovo inaspettatamente bene.

Conclusioni

Resident Evil 2 è un centro perfetto per Capcom: un prodotto poliedrico in grado di soddisfare appieno amanti dell’horror, vecchi fan, neofiti e appassionati della saga in un colpo solo. Un comparto grafico di tutto rispetto si unisce a una storia davvero mozzafiato persino più cruda e dark rispetto a quella originale, che sa catturare, spaventare e stregare il giocatore. L’esperienza è resa quasi perfetta da una colonna sonora forte e insidiosa, che si infila sotto la pelle, esattamente come il T-Virus.

I difetti sono pochi, quasi assenti: la campagna non ha una durata stellare, ma è assolutamente intrigante, anche se la rigiocabilità sarà quasi sicuramente un vezzo dei completazionisti. L’elevata difficoltà può rendere il gioco meno attraente per alcuni, ma per chi vi scrive Resident Evil 2 è un incubo che va vissuto praticamente a tutti i costi.