News 16 Mar 2015

Resident Evil Revelations 2 – Episodio 3 – Recensione

Resident Evil Revelations 2 questa settimana arriva al suo terzo e penultimo appuntamento. Il survival-horror di Capcom, sequel episodico di quel Revelations che tanto era stato osannato su 3DS, prosegue nel narrarci le vicende di Claire Redfield e Barry Burton, nomi ben noti a chi segue la saga fin dagli albori.
Intrappolati su quella che sembra un’isola mortale senza via di fuga e braccati dalle minacce e dall’ossessivo controllo della misteriosa Guardiana, i due protagonisti, ciascuno accompagnato da un partner, fronteggeranno immani pericoli, sperando di fuggire via vivi prima che sia troppo tardi.
Ancora una volta l’episodio di gioco inizia con l’avventura di Claire e Moira, per poi proseguire con la ricerca di Barry e la piccola Natalia.

La prima parte di questo terzo episodio inizia precisamente lì dove la narrazione si era interrotta la scorsa settimana, ossia con Claire e Moira che, affrontato ed ucciso un temibile mostro, si sono dirette verso l’enorme torre che giganteggia su tutta l’isola, probabile centro di trasmissione dei messaggi della Guardiana. I due membri di Terra-Save per un breve periodo di tempo hanno condiviso la loro avventura anche con Natalia, in un arco temporale precedente però all’arrivo di Barry Burton.

Ne “La Condanna” la trama, dipanatasi con discreta continuità nella prima parte del gioco, subisce un arresto inaspettato, sintomo di un probabile rush narrativo nelle ultime ore che comporranno l’episodio finale. Claire e Moira si ritroveranno in un brusco inseguimento che le porterà dapprima in un laboratorio dismesso e successivamente in un infernale mattatoio, con un colpo d’occhio stilistico davvero niente male, soprattutto se si considera il piattume delle ambientazioni precedenti.

In puro stile Resident Evil, le due ragazze affronteranno tutta una serie di enigmi e di puzzle che le porteranno ad esplorare doviziosamente tutta l’area di gioco: il perfetto dosaggio di nemici e suspense e l’immancabile back-tracking, necessario per raccogliere determinati oggetti o tornare ad aprire quella porta prima bloccata, rendono le ore di gioco in compagnia del team femminile appassionanti e adrenaliniche.

Le atmosfere dark ed i toni cupi delle ambientazioni preposte sono un vero e proprio toccasana scenico: gli abbondanti fiumi di sangue che scorrono durante la sosta al mattatoio evidenziano la natura horror del titolo, che in alcuni punti richiama a gran voce i capitoli più riusciti del franchise. Anche in questo caso la cooperazione tra Moira e Claire risulta necessaria in più punti, ma mai troppo durante i combattimenti, dove sarà sempre e solo la più esperta delle due a fare la differenza.

Verso la fine inoltre, il livello generale di difficoltà si impenna e costringe il giocatore a prestare la massima attenzione a tutto ciò che accade sullo schermo, onde evitare una fine precoce. La consueta boss-fight finale si rivela decisamente più spettacolare della precedente, grazie soprattutto ad una più oculata selezione dei punti deboli del nemico, che le protagoniste dovranno dapprima individuare e poi colpire secondo precisi schemi; non certo semplice e lineare, ma in grado di regalare grandi soddisfazioni ai giocatori più desiderosi di sfide.

La seconda parte di questo episodio riprende le vicende di Barry e Natalia, campagna improntata maggiormente su dinamiche stealth, soprattutto a causa della particolare natura di alcuni nemici (invisibili agli occhi del papà di Moira) ed in ogni caso molto più pericolosi degli infetti affrontati con Claire. Come già annunciato in precedenza, dopo le rivelazioni del secondo episodio, questa terza parte di Revelations 2 delude dal punto di vista narrativo, tant’è che vi ritroverete più di una volta in attesa del fantomatico colpo di scena, che però come da copione avrà luogo solo alla fine.
Barry e Natalia continuano la propria indagine, questa volta attraverso una miniera che porta successivamente ad un cantiere derelitto e pieno di insidie, seppur meno affascinante delle riuscitissime ambientazioni viste con Claire e Moira.

In questa parte dell’avventura le dinamiche cooperative tra i due personaggi vengono messe in risalto più che mai: dapprima in modo analogo al secondo episodio, con Natalia obbligata ad indicare l’esatta posizione dei nemici invisibili a Barry in modo tempestivo e in un secondo tempo l’improvvisa separazione del duo forzerà entrambi a collaborare da due posizioni differenti, alternando il controllo dei protagonisti ad un ritmo forsennato.

Gli scontri, sempre molto frenetici, sono impreziositi dalla varietà di colpi ravvicinati che può eseguire Barry, in grado di mettere al tappeto il nemico senza sparare neanche un proiettile, se messo nelle giuste condizioni. D’altronde, l’equipaggiamento dell’ex S.T.A.R.S. riesce facilmente a tenere testa anche al più coriaceo dei mostri, grazie all’abbondante scorta di munizioni sparse in giro.
Natalia è poi molto più utile di Moira: la sua preziosa abilità consente al giocatore di impostare la propria strategia d’attacco in base alla posizione e al numero di nemici e viene ulteriormente esaltata da sezioni di gioco ben concepite e sviluppate. Moira purtroppo ha ben poco da offrire, oltre che un continuo soliloquio sboccato e oltremodo fastidioso.
Peccato che la conclusione de La Condanna sia leggermente sottotono, probabilmente per preparare il pubblico ad un quarto (ed ultimo) episodio ricco di colpi di scena.

La nostra prova di Revelations 2 è continuata su PC e dal punto di vista tecnico non si registrano cambiamenti radicali, ad esclusione di ambientazioni leggermente più dettagliate (in particolar modo durante la prima parte dell’avventura) e in linea con la vera natura storica del titolo. Di sicuro lo sviluppo cross-gen non ha aiutato sotto questo punto di vista, rendendo questo capitolo di Resident Evil abbastanza insipido dal punto di vista grafico, nonostante alcune sessioni visivamente restino valide.

In conclusione…

Il terzo episodio di Resident Evil Revelations 2 ci indica la definitiva strada imboccata da Capcom. Un dualismo sempre più marcato, che separa un’avventura più esplorativa e legata alla classica impostazione del survival-horror, da quella dai toni più esaltati, dove si evidenzia una maggiore impronta cooperativa.

Nessuna particolare innovazione quindi, se non quella della natura episodica intrapresa dalla software house nipponica, che fino a questo momento convince soprattutto grazie ad una fitta trama che ancora rifiuta di rivelarsi nella sua interezza, lasciando il giocatore in uno spasmodico stato di attesa e trepidazione, questa volta per l’ultimo episodio, che giocoforza dovrà dissipare ogni interrogativo.

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