Residend Evil Revelations

Resident Evil Revelations – Recensione PS4

L’originale Resident Evil Revelations uscì su Nintendo 3DS nel 2012, nel tentativo di dare nuova linfa ad una serie che già da qualche tempo faceva fatica a ritrovare la strada del successo e allo stesso tempo, mostrando cosa la console portatile giapponese fosse realmente in grado di fare dal punto di vista tecnico.
Il risultato andrò ben oltre le aspettative e permise al franchise targato Capcom di riottenere la fiducia dei fan più affezionati, nella speranza di poter in futuro godere di nuovi capitoli con meccaniche di gioco più classiche.
L’anno dopo, Resident Evil Revelations fu pubblicato su Xbox 360 e PlayStation 3 in un’edizione HD tutto sommato non dissimile dall’originale ed ora, nel bel mezzo di una nuova generazione di console casalinghe, ecco che spunta nuovamente su PlayStation 4 ed Xbox One.

Non è chiaro il perché di questa mossa di mercato da parte di Capcom: Resident Evil 7 è stato bollato come grande sorpresa del 2017, osannato praticamente da tutti e l’annuncio di un remake del secondo capitolo ha innalzato ulteriormente l’hype nei confronti di una saga data ormai per spacciata.
C’era davvero il bisogno di ri-ripubblicare un titolo per 3DS dopo tutto questo tempo? Soprattutto dopo che il seguito ufficiale, Revelations 2, ha ottenuto così pochi consensi?
La verità è che no, non c’era assolutamente necessità di mettere sugli scaffali un prodotto visto e già visto, a maggior ragione se la conversione su PS4 ed Xbox One è totalmente priva di impegno e di visibili miglioramenti. Una decisione senza senso, che siamo convinti porterà ben poco nelle casse di Capcom.

Resident Evil Revelations

L’avventura inizia nei panni di Jill Valentine, eroina assoluta del primo e del terzo Resident Evil ed ora agente del BSAA (organizzazione che combatte strenuamente il bioterrorismo in tutto il mondo), impegnata nel recupero di due agenti, tra cui Chris Redfield, volto storico della saga ed ex-partner di Jill, Chris e la giovane Jessica Sherawat sembrano essere stati catturati e portati a bordo della Queen Zenobia, una nave gigantesca in rotta nel bel mezzo del mediterraneo.
Dietro quella che appare come una semplice missione di recupero però, c’è una congiura ben peggiore, orchestrata da un gruppo di bioterroristi della Veltro; gli stessi che anni prima hanno contaminato Terragrigia, una metropoli “verde” ed incontaminata, ridotta ad un cumulo di macerie dopo l’epidemia di un virus mutageno non ben identificato.

La trama di Resident Evil Revelations si dipana attraverso una serie di episodi singoli dall’esigua durata, che ci permettono di godere di un duplice punto di vista, quello di Jill e quello di Chris. I due protagonisti, accompagnati sovente dai rispettivi partner, cercheranno quindi di affrontare lo stesso nemico, partendo da luoghi  e con tempi differenti: nonostante alcune dubbiose scelte di sceneggiatura, colpi di scena insipidi e dialoghi scadenti, Revelations riesce ad intrattenere il giocatore quel tanto che basta per portare a termine l’avventura, ma senza i guizzi e gli spaventi a cui l’ultimo capitolo in prima persona ci ha deliziosamente abituati.

Il lato tecnico è quello che più risente della conversione, giacché l’unica vera novità risiede nei 60fps

All’epoca Revelations colpì proprio per il repentino ritorno a quelle che erano le ambientazioni claustrofobiche così care ai fan di vecchia data, che trovavano perfetto riscontro nei corridoi oscuri e abbandonati della Queen Zenobia e per le singolari abilità dei mostri mutanti, capaci di spaventare il giocatore spuntando dai condotti sul soffitto, dagli armadietti semichiusi o dalle prese d’aria. Con addosso solo una pistola, un coltello ed una manciata di erbe mediche, Jill deve affrontare situazioni di estremo pericolo dosando al massimo le munizioni ed il necessario per la sopravvivenza, per evitare di soccombere alla prima difficoltà.
Non sarà raro quindi scappare a gambe levate nei momenti più concitati, evitare zone affollate di nemici o lasciar fare il lavoro sporco al nostro partner quando ce n’è l’occasione: che survival-horror sarebbe senza la tensione costante provocata dalla penuria di scorte?
Purtroppo, complice anche un caratterizzazione ambientale non proprio ispirata ed una componente “survival” che va via via spegnendosi dopo i primi episodi, Revelations non riesce a tenere fede fino in fondo alle ottime premesse dell’avvio, palesandosi per un’avventura che coinvolge solo in parte.

Resident Evil Revelations

Bisogna comunque riconoscere che stiamo analizzando un prodotto uscito ben 5 anni fa, per di più su una console portatile. Le innovazioni all’epoca sono state pienamente riconosciute, come ad esempio la giusta alternanza tra fasi action, in cui si impersona Chris, e fasi più canoniche nei panni di Jill.
Oppure la possibilità di personalizzare le armi in proprio possesso, grazie a dei moduli sparsi qua e la per la Zenobia, con i quali potenziare pistole, fucili o mitragliette, andando a migliorare svariati parametri, tra cui la velocità di ricarica, la potenza di fuoco o la grandezza del caricatore.
I moduli, così come molti degli oggetti utili disseminati in giro, possono essere ritrovati grazie al Genesis: un apparecchio in grado di scannerizzare l’ambiente e le forme biologiche, per poi ottenere alcuni bonus.
Peccato che tutto questo diventi obsoleto se paragonato a produzioni recenti o agli stessi ultimi capitoli dell’omonima saga horror, rendendo ancora più bizzarra la pubblicazione del primo Revelations a ridosso del 2018.

Il lato tecnico è quello che più risente della conversione, giacché l’unica vera novità risiede nei 60 frame al secondo su cui si assesta fermamente il gioco. Per il resto, il livello complessivo di dettaglio lascia a desiderare, gli ambienti sono spogli e poco convincenti, gli effetti speciali non pervenuti e il gioco di luci ed ombre inadatto alle console odierne.
Persino le texture dei pavimenti o dei muri appaiono in bassa definizione, sottolineando la mancata volontà (o l’incapacità) degli sviluppatori di portare a compimento un lavoro decente.
Anche il risultato del sonoro è di dubbia riuscita, salvo il doppiaggio in italiano che sorprendentemente regala un’interpretazione generale di buon livello.

Conclusioni

Resident Evil Revelations doveva e poteva restare su Nintendo 3DS o al massimo sulle console di passata generazione. Ancora oggi può essere definito un buon capitolo della saga, che ha coraggiosamente spezzato lo snaturamento in corso d’opera che stava realizzando Capcom sulla sua serie più conosciuta, ma che purtroppo risente del tempo passato.
Il compitino svolto dalla software house nipponica è appena sufficiente a portare sugli scaffali lo stesso prodotto avvistato 4 anni fa per PS3 ed Xbox 360, tranne che per i 60FPS e la risoluzione FULL HD. L’unico vero motivo per provarlo ora è perché ve lo siete lasciati scappare in precedenza; altrimenti potete evitare felicemente l’acquisto.

Residend Evil Revelations
  • Good
    Buona alternanza tra fase action e survival Doppiaggio italiano di buon livello Alcuni passaggi ancora molto angoscianti
  • Bad
    Pessima conversione Nessun contenuto aggiuntivo Si sente il peso degli anni Capcom doveva e poteva fare di più
  • 5.7
Residend Evil Revelations
  • Good
    Buona alternanza tra fase action e survival Doppiaggio italiano di buon livello Alcuni passaggi ancora molto angoscianti
  • Bad
    Pessima conversione Nessun contenuto aggiuntivo Si sente il peso degli anni Capcom doveva e poteva fare di più
  • 5.7

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