Nell’ormai lontano 2012, il professor Brad Bushman della Ohio State University aveva sottoposto a review e poi pubblicato uno studio dal nome “Boom, Headshot!?”, seguito di altri lavori sempre sulla correlazione tra videogiochi violenti e tasso di criminalità. In particolare, all’interno di questa pubblicazione, Bushman voleva collegare l’uso di giochi FPS alla capacità di utilizzare armi anche nella vita reale: insomma, se si è in grado di premere il grilletto sinistro per mirare e si conoscono i punti vitali dell’avversario, allora è probabile che anche nella realtà si possa essere letali con una pistola in mano.
Tuttavia, visti anche gli altri studi che lo stesso Bushman utilizzava per avallare la propria tesi, altri due professori accademici hanno deciso di rispondere alla pubblicazione con un’altra ricerca e di revisionare personalmente quella di Bushman. I ricercatori in questione sono Patrick Markey, professore di psicologia presso la Villanova University, e Malte Elson della Ruhr University Bochum in Germania. Entrambi avevano già studiato i comportamenti dei giocatori e la loro relazione coi giochi, mostrando anche che i giochi violenti possono invece risultare benefici.
In seguito alla loro confutazione, presentata nel 2015, il publisher Communication Research ha deciso ora di accostare una nota allo studio “Boom, Headshot!?”, cancellandolo di fatto dalla lista di pubblicazioni accertate. Markey e Elson hanno infatti evidenziato falle nel lavoro di Bushman, asserendo che alcuni dati siano mancanti e non più reperibili. Questa la traduzione sintetica della nota pubblicata da Communication Research, che potete trovare in forma integrale su questo sito:
Gli editori di Communication Research, Dr. Gibbs e Knobloch-Westerwick, hanno deciso di ritirare dalla pubblicazione lo studio intitolato “Boom, Headshot!?”: effetto dei videogiochi e dei controller sulla precisione e tecnica di mira”, scritto da Jodi L. Whitaker e Brad J. Bushman. […] Questo ritiro è una risposta all’indagine dei dottori Markey (Villanova U) e Elson (Ruhr U Bochum). […] Una iniziale commissione della Ohio State University aveva suggerito di ritirare lo studio, dopo essere stata informata di alcune irregolarità mostrate da Markey e Elson nelle variabili dei dati. Sfortunatamente, i valori in questione non possono essere confermati perché le registrazioni originali sono ora non disponibili. Nel 2016, Markey e Elson hanno dunque inviato il loro report al Dr. Gibbs, editore di Communication Research, che ha ritenuto doveroso il ritiro della pubblicazione. Una replicazione dello studio del Dr. Bushman è ora in fase di review.
La Ohio State University, dopo essere stata contattata dal Retraction Watch per ulteriori chiarimenti, ha risposto con una nota molto simile a quella di Communication Research, confermando l’impossibilità di risalire ai dati originale e la decisione interna di consigliare il ritiro della pubblicazione. Anche lo stesso Dr. Bushman avrebbe addirittura accettato l’avviso di ritiro del suo studio. Tuttavia, lo stesso professore ha proposto in peer review un’altra ricerca, quindi è ancora tutto da vedere.
Elson è comunque soddisfatto per la conclusione della disputa:
Sono veramente contento di vedere che la pubblicazione è stata ritirata dopo quasi 3 anni dalla nostra notifica degli errori (e 2 anni dopo aver comunicato il primo report alla Ohio State University). La ricerca è stata ora corretta, come io e Patrick volevamo fin da quando abbiamo notato evidenti errori nei dati proposti, che stavano alla base della pubblicazione stessa.
Questa vicenda si conclude per ora qui, a pochi giorni da un avvenimento tutto italiano che ha visto come protagonisti i due amici nel delitto del Ferrarese. In questo caso non ci sono stati studi scientifici coinvolti, ma l’accanimento ingiustificato della stampa generalista italiana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per AESVI, pronta a diramare un comunicato ufficiale per difendere videogiochi e videogiocatori.
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