News 18 Nov 2013

Saint Seiya: Brave Soldiers – La Recensione

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Da quando dalle matite del maestro Masami Kurumada sono nati i Cavalieri dello Zodiaco, le loro incarnazioni videoludiche sono state tante. Dal NES al Game Boy, passando addirittura per i PC, ed arrivando ovviamente fino agli Smartphone ed alle ultime console di ultima generazione. Se ricordate infatti, anche noi di GameSoul, l’anno scorso vi abbiamo parlato dell’ultimo titolo dei Saints, ovvero Saint Seiya: la Battaglia del Santuario, ennesimo capitolo del genere Musou, che di recente ha preso molto piede nel connubio manga e videogame (vedi Fist of The North Star: Ken’s Rage, One Piece: Pirate Warriors, etc).
Il ritorno dei Cavalieri dello Zodiaco su Playstation 3 però, prende una strada differente rispetto al suo predecessore, abbandonando il genere Musou per un più classico picchiaduro ad incontri uno contro uno. Sarà stata un scelta giusta? Riusciranno i nostri Cavalieri a raggiungere il Settimo Senso ed a conquistare i cuori di tutti giocatori? Per scoprirlo, non ci resta che cominciare ad espandere il nostro Cosmo fino all’infinito, e gettarci a capofitto nella battaglie che ci attendono in Saint Seiya: Brave Soldiers!

Lo ameranno: i fan dei Cavalieri dello Zodiaco e gli amanti dei picchiaduro.
Lo odieranno: coloro i quali non amano affrontare un solo nemico alla volta, specie se privi del loro fido AK-47.
E’ simile a: Dragon Ball Z, Naruto Shippuden.

Minicover
Titolo: Saint Seiya: Brave Soldiers
Piattaforma: Playstation 3
Sviluppatore: Dimps
Publisher: Namco Bandai
Giocatori: 1-2
Online: 4
Lingua: Italiano (Testi) / Giapponese (Parlato)
 

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Pegasus Ryusei Ken

I ragazzi di Dimps non sono nuovi al dover sviluppare videogames tratti da manga o anime, e lo dimostra la sfilza di titoli di loro produzione che spaziano da Dragon Ball a Naruto, dai Digimon a Gundam, e da Inuyasha ad, appunto, i Cavalieri dello Zodiaco. Ma dal loro precedente titolo dedicato a SSBS2Seiya e compagni, le cose sono un pochino cambiate. Per prima cosa infatti, la porzione di trama presa in considerazione nel titolo, non si limita semplicemente alla saga del Santuario, ma copre anche le due successive imprese dei Saints, legate al mondo sottomarino di Nettuno (NdDemon: ma non era Poseidone?! O_o) ed a quello dell’oltretomba di Hades.
Il problema però, è che per concentrare tutto questo ben di Dio, ovvero più di 140 episodi di anime o 28 tankobon di manga, c’è voluto un pesante lavoro di accetta sulla trama, che sfortunatamente ha strappato via copiosi pezzi di storia. E’ indubbiamente giustificabile la scelta di non replicare completamente nel gioco tutti i 3300 e passa minuti della versione televisiva, ma un lavoro più oculato avrebbe comunque giovato sicuramente in termini di comprensione. Questo perché, in alcuni punti gel gioco, si corre il rischio di restare un po’ confusi e spaesati a causa di un’eccessiva contrazione o omissione degli eventi che intercorrono tra uno scontro e l’altro. A questa situazione poi, si aggiunge un altro punto a sfavore, che è per contrappasso la mole di informazioni che investe il giocatore nei vari testi descrittivi della trama, che a lungo andare risultano stancanti e tendono a diventare superflui. Inutile dire che dopo lo splendido lavoro fatto sul filmato iniziale, qualche cutscene in più durante il gioco sarebbe stata sicuramente gradita.

Tenete ben d'occhio Shun di Andromeda, il protagonista della prossima edizione della rubrica "Lo famo sgravo".
Tenete ben d’occhio Shun di Andromeda, il protagonista della prossima edizione della rubrica “Lo famo sgravo”.

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Nebula Chain

Semplificando di molto l’evoluzione presente nel passaggio tra Saint Seiya: la Battaglia del Santuario e Saint Seiya: Brave Soldiers, potremmo dire che il secondo è una costola del precedente, che trova il fulcro del suo gameplay nelle SSBS5sfide contro i boss che erano presenti nel primo titolo. Via quindi tutte quelle centinaia di inutili nemici, via anche i minions che vengon fuori durante gli scontri, e facciamo semplicemente a botte come Zeus comanda, uno contro uno.
Le Cronache Zodiacali sono ovviamente la modalità principale del titolo, ma quando si cominciano a tirare i primi pugni, una cosa piuttosto strana salta (o almeno dovrebbe) subito all’occhio. Avete presente il tutorial? Si, esattamente quell’insieme di istruzioni iniziali, che di solito, con l’ausilio di qualche immagine, spiegano in maniera più o meno approfondita come giocare… Bene, qui non c’è. Scoprire i tasti di gioco o il modo in cui lanciare i colpi particolari, sarà lasciato all’utente, il quale potrà procedere o per esperienza diretta sui tasti, o consultando la lista dei colpi accessibile dal menù di pausa. Superato comunque questo scoglio iniziale, ed appresi i comandi principali, ci si accorge che questi non sono poi eccessivamente complessi, ma ci si rende anche conto di quanto possano essere lenti e poco reattivi in alcuni frangenti. Non vi dico infatti quante volte il padre degli dei mi ha guardato storto dopo che, per l’ennesima volta, il mio tasto di parata non veniva preso minimamente in considerazione.
La Guerra Galattica, che nel manga/anime è una sotto-trama precedente agli eventi del Santuario, non è stata inclusa dalla modalità principale per simulare una specie di arcade. Al pari della fase finale per conquistare l’armatura di SSBS6Sagitter, in questa modalità otto contendenti (di cui almeno uno deve essere umano), si sfideranno per vincere il torneo dedicato al nonno di Lady Isabel. La Guerra Galattica fa parte della sezione Battaglia, dove potremo trovare anche il classico incontro personalizzato e la modalità Sopravvivenza. Quest’ultima, vi consentirà di mettere alla prova le vostre capacità di cavaliere, affrontando un numero variabile di nemici (a seconda della difficoltà), senza però il ripristino totale della vostra energia vitale.
Infine, per la nuova puntata della nostra rubrica dal titolo “Lo famo sgravo“, abbiamo l’onore di presentarvi Shun di Andromeda, e soprattutto Hypnos, ovvero due dei personaggi più “sgravi” del gioco, e che se usati a dovere lasciano poco scampo al nemico. Non solo quindi l’IA degli avversari cade spesso nella ripetitività e prevedibilità delle loro mosse, ma ci si potrà anche allegramente annoiare usando questi personaggi “leggermente avvantaggiati”.

Molto carine le miniscene dei colpi speciali, quasi identiche alle originali.
Molto carine le miniscene dei colpi speciali, quasi identiche alle originali.

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Rozan Shoryuha

Graficamente il titolo non eccelle in ogni sua parte. E’ indubbiamente piacevole da guardare, ma non raggiunge il livello di altri produzioni appartenenti allo stesso genere. Non volge a suo favore nemmeno la mera speranza che il motivo di questa qualità non adeguata sia dovuta all’aver creato degli enormi ring di gioco, perché al contrario di quanto si può vedere a schermo, l’effettivo “suolo calpestabile” è inferiore a quanto si potrebbe sperare. Non si notano in compenso problemi grafici di sorta, o almeno non di quelli grossolani, forse abilmente nascosti dietro l’aura del Cosmo dei combattenti.
Il comparto sonoro assolve egregiamente il suo compito, e le musiche della serie tv non fanno altro che risvegliare un po’ di nostalgia nei cuori di chi, con quel cartone, ci è quasi cresciuto. Non ritrovare le note di Pegasus Fantasy SSBS8sotto al filmato iniziale mi ha stupito non poco, ma il volerle risentire alla fine è solo un cruccio personale.
Per il resto invece, tutto fila liscio fino a che non si arriva alla localizzazione del gioco. Eh sì, perché come la splendida rosa rossa di Aphrodite di Pisces, anche qui abbiamo un po’ di spine… Peccato che le nostre siano le stesse della volta precedente, ovvero la mancata omogeneità dei nomi tra sottotitoli e dialoghi audio. Come vi abbiamo fatto notare anche nella recensione di Saint Seiya: la Battaglia del Santuario, i sottotitoli in italiano riportano i nomi che abbiamo sempre ascoltato nel cartone, mentre i dialoghi (in giapponese) chiamano i personaggi con i loro nomi originali (che ritroviamo invece nei manga). Quindi è assolutamente normale che quando si parla di Andromeda venga fatto il nome Shun, o che quando invece c’è di mezzo Cristal il Cigno, venga pronunciato il nome Hyoga. Speriamo di non dover fare lo stesso appunto anche per il prossimo gioco dedicato ai Saints, e speriamo anche che siano corretti in questo appena uscito, i dialoghi che passano in spagnolo invece che in italiano alla fine del capitolo di Hades.

Alcuni personaggi avranno la possibilità di usare diverse armature, tra cui quella Divina di Pegasus.
Alcuni personaggi avranno la possibilità di usare diverse armature, ma solo in pochi avranno quella Divina.

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Phoenix Genmaken

Come in ogni produzione dell’ultimo periodo, non poteva mancare una sezione dedicata al multiplayer. Oltre al classico combattimento per due giocatori in locale, è possibile cercare sfidanti attraverso la rete della console Sony, e qui entrano in gioco finalmente le sfere che è possibile acquistare con i SSBS9punti cosmo guadagnati nel gioco, e che come riportato dalle loro rispettive descrizioni, doneranno alcuni bonus al personaggio in uso.
Le opzioni per gli incontri online sono abbastanza standard, e non c’è niente di innovativo che possa dare quel valore aggiunto al titolo e che possa permettergli di essere preferito rispetto ad altri. Di conseguenza, poco è l’incremento alla longevità del gioco, che per giocatori con una certa esperienza nel settore dei picchiaduro, si attesta sfortunatamente su un livello medio-basso. La modalità principale non richiede molte ore per essere completata, e portare a termine tutte le sfide e raggiungere il grado S in tutti gli episodi, non fa nemmeno impegnare eccessivamente l’utente. Solo Sopravvivenza e Guerra Galattica rischiano di portare via un po’ di tempo, ma lo fanno principalmente per il numero necessario di incontri e tornei da vincere per poter avanzare (anche qui però, con il giusto personaggio, le cose si possono risolvere in una maniera meno tragica del previsto). Rigiocare dall’inizio il titolo invece, è un’opzione che difficilmente si potrà prendere in considerazione.

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Õrora Ekusukyushon – In conclusione…

La guerra è finita, e quello che rimane da fare è raccogliere i pezzi delle nostre armature e sperare che il buon Mur ce le possa sistemare.
Anche se realizzato mediamente bene, Saint Seiya: Brave Soldiers non convince pienamente. La modalità principale sembra essere semplicemente stata strappata dal titolo precedente, e proprio per questo troppo spesso si ha l’impressione che manchi qualcosa (stage interattivi, quick-time events, etc.). La trama segue sì le vicende SSBS10in maniera fedele, ma ha subito troppi tagli che ne minano la comprensione totale. Inoltre, in alcuni casi questa si rivela al tempo stesso prolissa e vagamente noiosa, la cui causa si trova probabilmente nella totale assenza di cutscene vere e proprie, che saranno anche inutili a livello di gameplay, ma che almeno spezzano il ritmo in generale e concedono al giocatore un attimo di relax in cui non è costretto leggere un papiro di n pagine per capire cosa sta succedendo.
Per il resto il titolo non riesce a “prendere” il giocatore, e non aggiunge nulla di nuovo al panorama dei titoli già presenti sul mercato. Un bilanciamento poco attento di alcuni personaggi fa inoltre rasentare al titolo l’appartenenza alla mera categoria dei “pigia bottoni a caso”, cosa che però quasi sicuramente si potrà osservare nell’online, che una volta a pieno regime sarà popolato fino all’orlo dagli infiniti cloni di Hypnos ed Andromeda.
Il consiglio finale per questo titolo, è chiaramente quello che immaginate. Siete dei fan sfegatati dei Cavalieri dello Zodiaco ed amate i picchiaduro? Bene, allora senza indugi di nessun tipo, testa bassa, scudo alto e costringete il commesso a prendere i vostri soldi per acquistare Saint Seiya: Brave Soldiers. In caso contrario, provatelo e dategli una possibilità magari, ma se cercate un picchiaduro solido e completo in tutti i suoi aspetti, vi conviene continuare a cercare. Tenbu Horin.

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