Non solo demoni e carri armati!
Correva l’anno 2000 quando Sand Land, la forma d’arte più idilliaca del compianto maestro Akira Toriyama, debuttava sulla storica Weekly Shōnen Jump di Shūeisha. Se è la prima volta che ne sentite parlare, sappiate che si tratta di una storia autoconclusiva che mette in evidenza una tematica assai importante, la siccità, e un despota pronto a tutto pur di sfruttare questo problema climatico (?).
Sand Land è un’opera lasciata un po’ indietro, qualcuno potrebbe dire di nicchia, “schiacciata” in un certo senso dall’incommensurabile successo chiamato Dragon Ball. E questo è un vero peccato, perché questa one-shot di Akira Toriyama racchiude tutti gli stilemi che lo hanno reso una vera e propria leggenda nel mondo del fumetto.
E forse anche per questo che Bandai Namco Filmworks ha realizzato una trasposizione cinematografica che ha visto la luce nelle sale giapponesi lo scorso anno, per poi approdare sotto forma di ONA su Disney Plus.
Tra tutte queste iniziative non poteva ovviamente mancare il videogioco, un titolo dotato di una propria anima ludica che si dimostra essere molto più di un semplice tie-in. Come vi avevamo anticipato qualche mese fa, si tratta di un GdR d’azione in cui indosseremo le “diaboliche” vestigia di Beelzebub, il principe dei demoni.
Dopo averci passato svariate ore, tra deserti sconfinati e lussureggianti pianure verdi, possiamo dirvi che ci siamo divertiti ad affrontare questo viaggio, al netto di qualche piccolo problema.
Un mondo devastato, arido e abbondante di sabbia, dove umani e demoni continuano a soffrire la siccità e a sottostare alle volontà del Re e dell’esercito reale. E per questa ragione che Rao, lo sceriffo di una città vicina al covo dei demoni, chiede l’aiuto a quest’ultimi alla ricerca della Sorgente Leggendaria nascosta nel deserto.
Si tratta di un viaggio pregno di pericoli, in cui Rao, Beelzebub e il fedele assistente Thief dovranno compiere delle imprese a dir poco stupefacenti, assemblando e guidando carri armati e veicoli. Come saprete, il sensei Akira Toriyama ha sempre amato realizzare straordinarie macchine, carri armati o addirittura mecha. Il team di sviluppo, infatti, ha avuto un occhio di riguardo su questo aspetto che risulta essere predominante in tutta l’esperienza.
D’altro canto, in una vastissima landa desolata l’utilizzo dei veicoli ci sembra essenziale, anche perché farsela a piedi non crediamo sia la scelta più consona. Oltre a renderci la vita più agibile, ogni automezzo è munito di un’arma primaria e secondaria, utile per abbattere i cattivoni e i vari mostri che si metteranno sul nostro cammino.
Un vero e proprio Open World caratterizzato da tante attività collaterali
All’inizio del viaggio partiremo con una semplice auto, per poi passare a un vero e proprio carro armato dotato di una potenza di fuoco non indifferente. Come avrete capito, il gameplay si fonda per buona parte del tempo sui mezzi di trasporto e sulla loro personalizzazione, fondamentale per proseguire indenni. Per fabbricarli occorreranno dei telai e dei fondi, oltre a tutti gli altri componenti ottenibili distruggendo filoni minerari e razziando il giro per il mondo.
Inutile dirvi che sarà fondamentale fare i dovuti upgrade ai nostri veicoli, per renderli più performanti, scattanti e all’altezza delle varie situazioni. In qualsiasi momento, grazie alla Capsula Deposito (le vere e proprie Capsule Hoi Poi di Dragon Ball), se ne potranno intercambiare fino a cinque in base alla situazione.
Il sistema di guida, a parte qualche piccola incertezza iniziale, lo abbiamo trovato abbastanza solido. Il veicolo si orienta e accelera mantenendo in avanti lo stick sinistro del controller mentre con i dorsali si può sparare e compiere altre attività. A parte la doverosa ripetitività di alcune situazioni, bisogna dire che i combattimenti sono molto divertenti anche se non molto complessi. Solo in poche occasioni ci siamo sentiti messi alle strette, anche alla difficoltà più elevata.
A ogni modo, il mondo di Sand Land è popolato da mostri, soldati, dall’esercito reale e banditi che ci attaccheranno quando ci avvicineremo troppo. Così come accadeva in One Piece Odyssey, i nemici con un teschio rosso sulla testa non saranno di certo alla nostra altezza e dovremo tornare in un secondo momento per abbatterli.
Prendersi cura dei veicoli a disposizione ruberà tantissimo tempo, soprattutto a livello di personalizzazione con un editor abbastanza soddisfacente. Ma ovviamente, come buon Action RPG che si rispetti, Beelzebub potrà combattere anche a mani nude, soprattutto quando si presenta un avversario in carne e ossa. Attacco, schivate, salti mortali, scivolate, insomma il moveset del nostro principe è abbastanza variegato e si arricchirà man mano che saliremo di livello.
Non solo, anche Rao e Thief saliranno di livello e ci daranno man forte durante il combattimento grazie alle loro abilità richiamabili con un’apposita ruota. A dirla tutta però, durante l’avventura, non ci siamo serviti poi molto del loro aiuto e li abbiamo abbastanza bistrattati. Inoltre, il combattimento a piedi non è così profondo anche se funzionale: chiunque mastichi il genere, si renderà conto di questa peculiarità fin dalle prime battute di gioco.
Donare alla produzione una doppia anima di gameplay non ci è sembrata sbagliata, ma ci siamo posti una domanda: per quale motivo dovremo scendere a piedi quando possiamo combattere in sella al nostro carro armato? Senza considerare che le sessioni in cui Beelzebub fa a pugni sono drasticamente ridotte e limitate a precisi eventi di storia.
Sand Land è un vero e proprio open world caratterizzato da tante attività collaterali: salvataggio dei civili, gare di velocità, grotte da esplorare, punti di rifornimento d’acqua (per ricaricare i PS) e basi militari. E in queste ultime dovremo agire esclusivamente di soppiatto, facendo attenzione a non farci scoprire dai soldati: potremo altresì avvicinarci alle spalle del nemico e utilizzare un attacco furtivo. Una meccanica già vista e non molto impegnativa, ma d’altro canto non parliamo di un gioco stealth.
Non ci siamo dimenticati delle missioni secondarie che ci permetteranno di espandere Spino, una città che dovrà ritrovare il vigore di un tempo. Ascoltando le richieste in giro per il mondo potremo ottenere nuovi edifici, negozi utili per la personalizzazione, e abitanti. Sviluppare questa cittadina è molto importante poiché si sbloccherà l’accesso a nuovi prodotti, oltre a quelli già esistenti, che ci semplificheranno la vita.
Un’altra caratteristica ripresa a piè pari da One Piece Odyssey sono le taglie. Recandoci dal “Cacciatore” potremo accettare le missioni di caccia per poi fare rapporto una volta completate. Sostanzialmente si devono abbattere creature delle sabbie, predoni del deserto e l’esercito reale: niente che non si sia già visto.
Sappiamo perfettamente quanto i giapponesi adorino arredare le loro stanze, una caratteristica che ritroviamo spesso e volentieri nei più svariati JRPG. Una caratteristica che ritroveremo anche in Sand Land: Beelzebub potrà dunque comprare nuovi arredi (dopo aver sbloccato il negozio) e dilettarsi come un provetto interior designer. Una feature completamente opzionale ma che può rappresentare un bel plus per chiunque adori queste meccaniche.
Sand Land è una soave lettera d’amore al papà di Dragon Ball
Insomma, Sand Land offre tante opportunità in un mondo estremamente ricco. Dopo dieci ore circa (escludendo buona parte delle secondarie) vedere sempre dune desertiche non è molto entusiasmante. Però, e qui c’è il però, nella seconda parte di gioco ci si può recare a Forest Land, una vasta terra verde e rigogliosa che ci ha fatto brillare gli occhi dopo tanto arido deserto.
Forest Land è un nuovo mondo immaginato dal maestro Akira Toriyama per il videogioco e la serie animata, che porta avanti la storia dopo la conclusione del manga. Dove tutto sembra essere perfetto, in realtà si cela un luogo governato da un esercito ancora più sfrontato e un nuovo antagonista, Muriel, un “bambino” determinato a impossessarsi di Aquanium, una risorsa pericolosissima.
In questa seconda parte stringeremo nuove alleanze e abbatteremo degli avversari ancora più grintosi. Senza parlare dei dungeon che, per quanto semplici da completare, prendono vita grazie a un level design di altissimo livello. Da qui in poi si vivrà una vera e propria storia inedita e fasi ancora più impegnative (anche se non estreme) a livello di gameplay.
È doveroso constatare tuttavia una certa ciclicità delle missioni secondarie che, per quanto siano ben confezionate, appaiono come fetch quest o soccorso. In un GdR è importantissimo diversificare l’esperienza secondaria da quella primaria, per renderla più fresca e in un certo senso unica. A volte abbiamo riscontrato dei piccoli cali framerate sullo scenario, in particolare nei movimenti dei cattivoni in lontananza. Per il resto, la nostra prova su PlayStation 5 è filata meglio del previsto e nei combattimenti non abbiamo notato rallentamenti di sorta.
La mappa di gioco è enorme, anzi forse fin troppo sconfinata (per fortuna ci sono gli spostamenti rapidi) per la tipologia di gioco confezionato. Ma non è necessariamente un male: chiunque ami l’esplorazione si divertirà moltissimo a completare il titolo al 100%, a ripulire tutti gli avamposti, a trovare le torri radio e a raccogliere qualsiasi tipologia di oggetto.
Graficamente parlando è una gioia per tutti gli amanti dello stile “Toriyamesco”, perfettamente in linea con le chine dell’intramontabile sensei. Ci saremo aspettati qualcosina di più dalla colonna sonora, molto più in linea con lo scenario post-apocalittico, ma nulla da dire sugli effetti sonori dei carri armati e dei veicoli, un lavoro davvero certosino.
Amando alla follia le opere di Toriyama, ci siamo avvicinati con molta curiosità a Sand Land. Un titolo abbastanza solido, nonostante alcune criticità, che ci ha fatto vivere un po’ della spensieratezza del principe dei demoni. Ci siamo divertiti, e crediamo che questo conti molto in un videogioco.
Conclusioni
Sand Land è una soave lettera d’amore al papà di Dragon Ball, un’esperienza caratterizzata da un gameplay vario e da un stile artistico e narrativo convincente. Come le migliori opere di Toriyama, Sand Land parte da un viaggio disperato, un percorso che porterà Beelzebub e i suoi fedeli alleati a risolvere i problemi che attanagliano questo mondo.
Il titolo di ILCA dà il meglio di sé nella concezione dei vari veicoli, personalizzabili in modo convincente e perfettamente integrati nelle meccaniche di gioco (siamo sicuri che gli amanti della saga di Metal Max lo ameranno). Meno profondo il combattimento corpo a corpo e l’utilizzo dei partner in battaglia, che ci sono sembrati di troppo in diverse situazioni.
Il mondo di Sand Land si divide in due parti: una arida e deserta e l’altra verde e rigogliosa. Due storie, nuovi e vecchi alleati e avversari sempre più arrivisti. Questa suddivisione rende il gioco molto più versatile e fresco, cosa che ci ha fatto cambiare idea su certe cose appena abbiamo raggiunto Forest Land.
Anche se alcune caratteristiche (come lo stealth) avevano bisogno di una maggiore limatura, Sand Land fa vivere un’avventura tutto sommato interessante e ricca di sfaccettature. Siamo dell’idea che questa strada sia quella giusta da far intraprendere ai videogiochi dedicati agli anime, e vederla applicata a un manga un po’ bistrattato del celebre autore, be’, ci fa scendere una lacrimuccia.
Good
+Rende omaggio alle meravigliose illustrazioni di Akira Toriyama+Imperdibile per chiunque ami le battaglie con i veicoli terreni+Storie, personaggi e animazioni ben realizzati+Un viaggio variegato con tante attività da completare...Bad
-... anche se a volte si avverte una certa ripetitività-Le battaglie corpo a corpo potevano godere di maggiore profondità
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