Colonia – Quando si guarda a Scarf è piuttosto semplice cogliere le somiglianze con Journey, ancora adesso una fra i migliori titoli mai realizzati. Eppure, nonostante quella sciarpa rossa che tanto accomuna i due protagonisti, lo studio indie spagnolo Uprising Studios sembra voler remare nella direzione opposta rispetto al viaggio di elevazione spirituale proposto da Thatgamecompany nel 2012. Il platform tridimensionale in questione ci metterà nei panni di un insolito eroe, Hyke, dotato per l’appunto di una enorme sciarpa polimorfa grazie alla quale potrà interagire con l’universo onirico e colorato dove viaggerà, nel bene e nel male: volare, risolvere enigmi, ma anche assorbire le anime di cui è alla ricerca per motivi che verranno svelati nel corso del gioco. Pur avendo alle spalle un editore del calibro di THQ Nordic, questo videogioco dall’anima indie è sulla buona strada per riscuotere successo, in particolare grazie all’ambientazione ispirata ed evocativa. Scarf offre un gameplay basato su un ritmo rilassante e ragionato, in cui anche la colonna sonora ricoprirà un ruolo fondamentale nel trascinare il giocatore in una fiaba complessa e originale dove tutto non è affatto quel che sembra – come hanno tenuto a sottolineare gli sviluppatori.
Hyke sembra infatti costretto a compiere questo suo viaggio e obbedire alla volontà della sciarpa che indossa. Si può completare l’avventura andando per la propria strada ma ci è stato detto che per favorire l’esplorazione, la ricerca di tutti i segreti svelerà il passato di Hyke e sbloccherà un finale alternativo.
La sezione di gameplay hands off che abbiamo visto ci ha portato in un paesaggio lussureggiante, uno dei biomi che Hyke si troverà ad attraversare e al quale seguono ad esempio deserto e montagne innevate. In quanto platform, Scarf metterà il giocatore alla prova con alcune situazioni ambientali affette da “glitch” che dovranno essere risolte mediante l’utilizzo della sciarpa, andando prima alla ricerca di fonti di energia da sfruttare poi per risanare queste aree. Non sappiamo se avranno tutte la stessa forma, ma nello spezzone che ci è stato mostrato erano degli alberi rossi da prosciugare quasi ne stessimo prendendo la forza vitale. Ogni area da visitare ospita un determinato numero di anime che Hyke deve collezionare ma non aspettatevi oggetti inanimati: sono vere e proprie creature con una loro volontà, dai comportamenti diversi a seconda della zona. Nel caso in questione erano entità pure e innocenti, dedite al divertimento.
Infatti quando le abbiamo trovate si sono date alla fuga e abbiamo dovuto rintracciarle una per una. Raggiunta la prima (e unica nella demo), siamo stati costretti a un rapido nascondino per accontentare i suoi capricci e giocare poi a parti invertite, quindi essere noi le prede e l’anima il cacciatore. Qui ha iniziato a svilupparsi la parte inquietante della narrazione perché la sciarpa, dotata di volontà propria e più forte di quanto pensassimo, ha deciso fosse ora di tornare a focalizzarci sul nostro obiettivo: nonostante le evidenti proteste di Hyke – la mancanza di testi o parlato non inficia la comprensione – ha assunto la forma di un artiglio e consumato l’anima. Piuttosto inquietante, soprattutto quando Hyke cade in ginocchio a sottolineare la sua impotenza di fronte a una missione che sembra imposta e non voluta.
Ci sono state molte domande senza risposta e aspetti sui quali gli sviluppatori hanno potuto dire qualcosa di più. Ad esempio la caratterizzazione delle anime, che tende a riflettere l’area in cui si trovano: sui picchi montani ricordano dei monaci, intenti a meditare e disinteressati da qualunque altra questione “terrena”; nella morsa del gelo e della neve ci aspettano invece anime più ostili dalle quali dovremo guardarci. Inoltre a mano a mano che si prosegue scopriremo le diverse funzionalità della sciarpa polimorfa, che pur agendo contro la nostra volontà ha anche il compito di tenerci in vita e proteggerci: per superare il succitato livello nei ghiacci assumerà la forma di uno scudo permettendoci di avanzare senza essere ostacolati dalle sferzate gelide. Un’altra curiosità che ci hanno rivelato è stato l’uso dei colori, un aspetto al quale avevamo già prestato attenzione nel testo introduttivo al gioco perché c’erano specifiche parole evidenziate con colori diversi: sciarpa in rosso, ovviamente, ma soprattutto un non meglio specificato e minaccioso Vuoto in nero, come neri sono i tatuaggi che ricoprono il lato sinistro del corpo di Hyke.
C’è molto più di quanto sembri in Scarf e anzi, per riprenere il paragone con Journey, la nostra missione ci dipinge più come antieroi che non salvatori di una qualche catastrofe – e proprio qui entrano in causa i totem. Questi oggetti da collezione sparsi in tutto il gioco ci racconteranno mano a mano qualcosa di più su Hyke e il perché sia stato investito di questo compito; se raccolti tutti, infine, sbloccheranno quello che gli sviluppatori definiscono il vero finale del gioco. Questa scelta appare coerente con l’idea dietro al progetto: l’avventura principale sembra dipingere il piccolo Hyke come un’entità costretta a fare il suo dovere ma cosa succederebbe se scegliesse di deviare dal suo percorso, di non essere una macchina pronta a eseguire gli ordini? Dal punto dei vista dei giocatori, scegliere di esplorare meglio il mondo alla ricerca dei totem rappresenta implicitamente l’atto di ribellione di Hyke, che in questo modo potrà capire davvero chi sia e costruirsi il proprio destino.
Il cruccio principale quando si va incontro a progetti come Scarf è se riescano nel loro intento senza annoiare il giocatore. La componente platform è semplice e serve più ad arricchire la narrazione, non rappresentando una vera e propria sfida, dunque il compito maggiore spetterà alla storia. Le iniziali somiglianze con Journey si sono lentamente discostate nel corso della demo e speriamo siano sempre più lontane a gioco completo, perché il rischio che possa essere paragonato all’opera di Thatgamecompany e non uscirne stabile è comunque alta. Per saperlo dovremo aspettare fino al 2019.
Nel complesso Scarf è un gioco con del potenziale, che per la prima volta mette in discussione il percorso lineare di un titolo focalizzato sulla narrazione grazie a un protagonista che assume i tratti di un antieroe. L’uso della sciarpa poliforma è interessante e siamo curiosi di vedere come si svilupperà nel corso della storia, così come ha indubbiamente attirato la nostra attenzione la questione dei totem: cosa si nasconde davvero dietro l’avventura di Hyke e quali saranno le conseguenze delle sue azioni?