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MilanoSia chiaro, io la patente ce l’ho da dieci anni e non ho mai avuto incidenti stradali, salvo aver stirato qualche piccione in centro città o aver “accompagnato” qualche anziano a casa mia, sul cofano. Detto ciò, alla GamesWeek è stato possibile sgommare in compagnia di Sébastien Loeb Rally Evo in un piccolo e angusto simulatore dotato di volante, pedaliera, freno a mano e, soprattutto, sedile in grado di vibrare e muoversi a seconda della direzione presa dall’automobile in corsa, sbandate e testacoda su tutto.
Detto ciò, aver avuto la possibilità di saltare la coda attraverso il pass stampa è stata una gran cosa, se non fosse stato che le opzioni per la prova erano due: o la cabina di simulazione, o la cabina di simulazione. Già non sono una cima con periferiche del genere, diciamo che “sopravvivo”, ma avere alle spalle una cinquantina di persone con lo sguardo fisso su colui che “ha saltato la coda” non è stato certo d’aiuto.
Scherzi e stress a parte, non posso dire che l’esperienza sia stata al massimo della godibilità, purtroppo. In genere un simulatore… simula la realtà, semplice, ma quella proposta è stata un’esperienza fatta di 180° e incontri ravvicinati del terzo tipo con le barriere pneumatiche a bordo pista. Guidare su sterrato sarà anche complicato a causa della superficie sconnessa, ghiaia o sabbia, ma ho trovato la risposta del simulatore mal calibrata e poco godibile.
Le anteprime sono articoli estremamente personali, delle prove con mano di titoli spesso ancora in una fase embrionale, quindi ho deciso di rimanere una ventina di minuti accanto alla coda per osservare ciò che il gioco aveva da offrire agli altri giocatori (e soprattutto per capire se io facessi davvero così schifo al volante): tutti, e sottolineo tutti, si sono trovati nella mia situazione, apprezzando il buon livello grafico e la cura per i dettagli, ma non godendosi l’esperienza di guida. Sarebbe stato meglio un semplice pad? Forse, ma la cabina era l’unica opzione.
Sébastien Loeb Rally Evo è sicuramente un’esperienza appagante a livello visivo e Milestone ha portato il concetto di Rally su console con una nuova enfasi, ma badate: non è un gioco per i deboli di cuore o per chi subisce gli effetti devastanti della pressione, è adrenalina e voglia di migliorare, una corsa in solitaria contro percorsi che sembrano voler distruggere la vostra auto. Non è un titolo “arcade” come, ad esempio, il brand WRC, ma si tratta di un vero e proprio simulatore che fa della pignoleria il suo cardine, dove ogni rotazione del volante farà la differenza tra la perfezione e lo schianto contro il muro.
Forse sono io che non sono più abituato a simulatori di questo calibro, forse è stata più brava la nostra InBloom in quel di Colonia, sta di fatto che questo titolo vi spremerà al massimo, punendo con la perdita di pezzi di automobile ogni errore. Decidete voi se premere sull’acceleratore o meno, io devo correre a rinnovare la patente di guida.
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