Tornare, dopo circa vent’anni, a mettere mano a un ottimo gioco del passato, è un’esperienza che porta con sé inevitabilmente dei pro e dei contro: da un lato abbiamo l’affezione dettata dalla nostalgia, dal ripercorrere un pezzo della nostra giovinezza con gli occhi di un adulto – dunque con la crescita e la maturazione che ne conseguono, o dovrebbero; dall’altro la consapevolezza di come il tempo scorra e, spesso, il passato vada lasciato riposare lì dove sta.
È questo il caso di Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster, considerato a mani basse il cavallo di battaglia di una serie piuttosto di nicchia la cui popolarità crescente deve moltissimo soprattutto al suo spin-off, Persona. Occorre fare tuttavia un distinguo importante tra le due parti: se Persona è figlio di un’ibridazione con il genere visual novel, che lo porta a mettere in scena lunghi, spesso lunghissimi dialoghi e situazioni a cavallo tra il romanzo di formazione e i manga shonen/shōjo, Shin Megami Tensei vive molto più del gameplay che non del comparto narrativo – senza contare poi l’accento più marcato sul tema religioso che da sempre ammanta la produzione. I toni sono più cupi, apocalittici, non lasciano minimamente spazio a quelle situazioni rilassate, confidenziale, che hanno caratterizzato soprattutto gli ultimi tre Persona.
Detto questo, se già nel 2003 Shin Megami Tensei III non aveva alcun problema a presentarsi sul mercato con un comparto tecnico molto basilare, paragonato a JRPG come Final Fantasy X che puntavano su cinematiche dinamiche e doppiaggio, la remaster di comporta allo stesso modo e non teme il confronto con altre sue pari (banalmente il più recente NieR Replicant, sebbene si parli di un gioco nel mezzo tra remaster e remake): in passato, questo terzo capitolo della saga emergeva soprattutto per la direzione artistica, qualcosa che oggi non può avere la stessa forza di allora.
Serve, insomma, chiudere più di un occhio per tornare a giocare a Shin Megami Tensei III, che si dimostra come una produzione dal fortissimo sapore nostalgico, forse anche troppo vista la sua natura quasi più di porting che remaster. Lato estetico si è lavorato sull’aumento di risoluzione, mentre per quanto riguarda il gameplay sono state apportate leggere modifiche ma la sostanza è la stessa. A pesare maggiormente è il ritorno a quegli incontri casuali cui ormai non si è più abituati e che persino le remaster di Final Fantasy VIII e IX hanno permesso di eliminare, se si vuole; in Shin Megami Tensei III possono essere ridotti tramite l’uso di oggetti o abilità ma non annullati e il loro peso, nonostante tutto, si fa sentire.
Prima di addentrarci un po’ di più nel gamplay, parliamo delle basi narrative. Come anticipato, a differenza di Persona, qui la storia è solo un pretesto per mettere in scena il gameplay: questo non toglie che ci sia una trama da seguire dove il giocatore, nei panni del silenzioso studente liceale protagonista, assisterà alla fine del mondo e rinascerà come Mezzo-Diavolo. Questa sua natura ibrida gli permette non solo di affrontare ma anche di “addomesticare” le creature demoniache di cui il nuovo mondo si compone, spingendole a lottare al suo fianco mentre cerca di sollevare il velo di mistero sugli eventi.
Contrariamente ai Persona, che come il titolo vuole sono una manifestazione dell’io del personaggio, in questo caso le creature ci prestano il proprio potere presentandosi fisicamente al nostro fianco e non come proiezioni della nostra mente. Battaglia dopo battaglia, ci si deve far strada in questa realtà post-apocalittica inseguendo tutti lo stesso ideale: plasmare un nuovo mondo per la realizzazione del quale saremo noi l’ago della bilancia. In base alle nostre convinzioni daremo il nostro supporto alla fazione che riteniamo più meritevole di dettare la struttura del nuovo mondo.
A livello pratico, Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster è un dungeon crawler con moltissima enfasi sull’esplorazione e, naturalmente, sulle battaglie. Il suo “Press Turn Battle System” brilla soprattutto per una meccanica che ha gettato le basi per il famoso “One More” della serie Persona a partire dal terzo capitolo: si tratta, molto semplicemente, della possibilità di aumentare i turni a disposizione mettendo a segno un colpo critico oppure esponendo le debolezze del nemico.
Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster si presenza come una produzione dal fortissimo sapore nostalgico
Assimilando questo concetto si può gestire una battaglia senza che il nemico abbia modo di attaccare una sola volta. Al di là di questo, lo scontro prosegue come uno dei tanti JRPG a turni in circolazione: la priorità dell’attacco varia a seconda dell’agilità, o nel caso di agguato alle spalle, e ciascuno viene eseguito subito dopo aver impartito il comando. Come già anticipato, i demoni sono un’entità fisica accanto a noi e ognuno segue un proprio percorso di crescita, aumentando di livello una volta accumulati i punti esperienza necessari, incrementando in autonomia le proprie statistiche, imparando nuove abilità che starà a noi scremare non appena gli slot saranno tutti pieni (sulla falsa riga di Pokémon, insomma) e, in certi casi, persino evolvendosi.
Per quanto riguarda il protagonista, il suo sviluppo è legato ai Magatama che otterremo durante il gioco, ciascuno dei quali influenzerà date statistiche e gli permetterà di apprendere altrettante abilità fino a quando si potenzierà al massimo il Magatama in questione. La decisione su come personalizzarlo è tutta in mano nostra sia per quanto riguarda gli attacchi sia nella distribuzione dei punti caratteristica: possiamo creare un berserk disinteressato alla magia, un combattente bilanciato oppure uno versatile nell’utilizzo degli incantesimi di qualsiasi genere. Anche lui salirà di livello ottenendo i giusti exp.
Se nell’originale del 2003 un grosso scoglio alla progressione era proprio l’accumulo di punti esperienza, che si rivelava essere un’operazione eccessivamente tediosa, la remaster introduce (similmente a quanto fatto in Tokyo Mirage Session #FE) la possibilità di velocizzare notevolmente l’operazione teletrasportandosi in un luogo preciso dove salire di livello diventa una passeggiata di salute – provare per credere, siamo passati dal livello 16 al 36 nell’arco di quaranta minuti; stessa operazione vale per il denaro, utile soprattutto quando si avrà a che fare con le fusioni, andando in un altro luogo preciso sarà possibile ottenere oggetti rivendibili a un prezzo molto buono a qualsiasi mercante.
Se da un lato la qualità della vita migliora soprattutto in merito al level up, dall’altro questa stessa operazione banalizza l’esperienza a livelli estremi: se anche non si possono vantare demoni eccezionali, dal momento in cui si sblocca questo farming d’eccezione è comunque possibile crearsi una squadra in grado di spazzare via bene o male qualunque nemico, compreso il temibile Matador che a suo tempo ha portato solo dolore ai giocatori. Velocizzare un aspetto già discutibile all’epoca è stata senza dubbio un’ottima scelta, forse però si poteva bilanciare meglio per rendere il gioco comunque godibile, soprattutto considerando che non è un’esperienza alla Persona fortemente incentrata sulla trama: il fulcro di Shin Megami Tensei III è il gameplay, se tuttavia viene banalizzato con la possibilità di aumentare il proprio livello senza pressoché sforzi allora molto del suo fascino verrà a cadere, dato l’abbassamento della difficoltà.
Non tutte le scelte volte a migliorare la qualità della vita rendono giustizia al gioco
In tal senso abbiamo trovato più onesto un ribilanciamento degli equilibri nell’intelligenza artificiale, che si dimostra meno punitiva di quanto fosse in passato (di nuovo, guardiamo a te Matador). Al di là di questo, la remaster porta con sé anche una limatura per quanto riguarda la meccanica delle fusioni, permettendo ora di decidere quali abilità tenere dopo aver fuso due demoni, un apprezzato doppiaggio inglese o giapponese e la localizzazione italiana dei testi seguendo la scia tracciata da Persona 5 Royal.
Infine, la vera novità per gli occidentali è rappresentata dall’introduzione di Raidou Kuzonoha come personaggio giocabile: protagonista di Devil Summoner, altro spin-off della serie Shin Megami Tensei, è stato pensato come rimpiazzo di Dante (sì, proprio quel Dante) in una terza riedizione del gioco esclusiva per il mercato giapponese. Se tuttavia non vi interessasse e voleste darvi alla pazza gioia con il miglior cacciatore di demoni in circolazione, vi basterà acquistare il contenuto a pagamento “Maniax Pack” per dare un tocco di Devil May Cry alla vostra avventura.
Se il quadro finora dipinto di Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster resta apprezzabile, pur con i suoi alti e bassi, i veri problemi si presentano proprio sotto l’aspetto tecnico di questa operazione nostalgia: nel merito della qualità della vita accennata prima, il gioco non fa molto oltre a offrire un selettore di difficoltà accessibile in ogni momento e un’opzione di salvataggio veloce qualora si volesse interrompere la partita senza avere un terminale nei paraggi per poi riprenderla in un altro momento. Niente salvataggi automatici, che non avrebbero guastato, ma soprattutto nessuna possibilità di velocizzare le animazioni delle battaglie o anche solo l’esplorazione – di nuovo, a differenza delle remaster dei già citati Final Fantasy – e se siete dei veterani non avrete difficoltà a capire perché, nel 2021, questa operazione si renda necessaria nel riproporre un gioco ormai datato.
Se su questi aspetti si può comunque chiudere un occhio, diventa difficile quando lo stesso occhio si trova a sbattere contro il comparto grafico: l’aumento di risoluzione e un nuovo sistema di illuminazione sono le uniche differenze riscontrabili con il passato, al punto che se l’esperienza si regge in piedi è sempre grazie alla direzione artistica unita all’accorto utilizzo del cel shading. Del tutto inaccettabili, invece, le scene prerenderizzate riprodotte in 4:3 che rappresentano un vero e proprio pugno in piena faccia. La stessa colonna sonora non brilla per qualità nella sua riproposizione, a dispetto di tracce molto godibili. Si tratta di difetti che non possiamo evitare di rimarcare soprattutto a fronte del prezzo di lancio pieno: ci sono operazioni nostalgia gestite decisamente meglio ed è un peccato, considerata la bellezza del gioco in esame.
Tirando le somme, Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster si limita a essere un compito svolto in modo appena sufficiente: seppur in grado di reggersi sulle sue gambe ancora oggi, è chiaramente un prodotto volto ai nostalgici e chi l’ha apprezzato e odiato a suo tempo, non certo qualcosa mirato a farsi conoscere dai nuovi giocatori. Spiace che un gioco di tale caratura sia stato trattato con il minimo sforzo indispensabile, perché se non era pensabile riqualificare il gameplay senza sfociare nella zona grigia tra remaster e remake (proprio come NieR Replicant) si poteva senza dubbio lavorare meglio sulla qualità della vita, così da rendere un gioco del passato fruibile ancora oggi senza grossi impedimenti: paradossalmente, l’eccessiva facilità ora nel level up è proprio quell’elemento che rompe il gioco, privandoci del gusto della sfida senza pensare di bilanciarlo. |
Commenti