Lo ameranno: gli amanti delle ambientazioni medievali giapponesi e dell’arte dei ninja
Lo odieranno: coloro che non gradiscono gli stealth game
E’ simile a: Tenchu
Titolo: Shinobido 2: Revenge of Zen
Piattaforma: PSVita
Sviluppatore: Acquire
Publisher: Namco Bandai
Giocatori: 1
Online: ND
Lingua: Italiano (Testi) / Inglese (Parlato)
In questa recensione ci sono due ninja, riuscite a vederli?
Ninja. Shinobi. Guerrieri che nell’epoca feudale giapponese, svolgevano i compiti oscuri e spionistici per conto degli Shogun, sia per coadiuvarli nella battaglie, che per eliminare personaggi scomodi e compiere sanguinose vendette. Sono silenziosi. Sono abili. Sono letali. Siete abbastanza forti da eguagliarli nell’arte del ninjutsu?
STORYBOARD
Shinobido 2: Revenge of Zen, è il seguito diretto del secondo titolo della serie uscito nel 2007, ovvero Shinobido: Tales of the Ninja, sviluppato sempre da Acquire per PlayStation Portable. Gli eventi si collocano circa sei mesi dopo la fine del titolo per PSP, e vedono come protagonista della trama principale Zen, un ninja del clan Asuka.
Per il nostro eroe però, le cose si mettono male fin da subito. Tradito dai propri compagni, che durante uno scontro riescono ad uccidere San, una kunoichi del suo stesso villaggio, si ritrova infine solo e mortalmente ferito, ad attendere un fine ormai certa. Ma per fortuna, Zaji, uno shinobi di alto rango e capo dei ninja di Asuka, lo cura e lo aiuta ad intraprendere la strada per la sua vendetta.
Ma come diceva Confucio, “Prima di intraprendere la strada della vendetta, scavate due tombe”, e Zen a quanto pare dovrà scavarne ben più di due. Seguendo le tracce di Shu infatti, Zen e Zaji vengono a conoscenza che lui e Nagi sono alla ricerca di nove specchi che si dice siano dotati di strani poteri, e che una volta raccolti tutti insieme diano accesso a… a qualcosa che vi lasciamo scoprire durante il gioco, altrimenti che ninja provetti sareste se vi fornissimo tutta la pappa pronta?
GAMEPLAY
Passando dietro le quinte di Shinobido 2: Revenge of Zen, alcuni di voi effettivamente potrebbero ricordare il nome Acquire. Questo studio di sviluppatori, è infatti l’anello di congiunzione tra il qui presente Shinobido, ed il più datato ed acclamato Tenchu. Tenchu è uno stealth game edito per la prima PlayStation, che nel lontano 1998 iniziò i giocatori dell’epoca all’antica arte dei ninja, svelando un gameplay che il titolo di oggi ha sicuramente in parte ereditato.
Il gioco, cerca di seguire la “vita lavorativa” di un ninja, sviluppandosi in una serie di missioni da portare a termine per conto del committente di turno o per proseguire la ricerca di Shu e degli specchi. Principalmente quindi, i committenti sono i tre daimyo della zona (Ichijo, Kihan e Kazama), che attraverso vari compiti assegnati ai ninja di Asuka cercano di contendersi il dominio della regione. Qui infatti il vostro apporto sarà molto influente, perché portando a termine con successo le missioni di un determinato daimyo, molto spesso ne danneggerete un altro, rischiando di attirare le sue ire. Ogni missione avrà di conseguenza un beneficio per il committente ed un danno per il diretto avversario, che potrà subire per esempio perdite finanziarie o militari. Fanno molto la differenza in questo campo invece, anche le missioni di recupero di progetti e tecniche, perché il daimyo che ne verrà in possesso le userà sul proprio esercito, rendendo così più potenti ed ostici i nemici che potremo incontrare.
Le missioni che dovremo affrontare, saranno di diverse tipologie. Le più comuni, sono quelle di sterminio, duello o di assassinio, in cui saremo assoldati per eliminare rispettivamente un gruppo di avversari per la prima oppure un singolo nemico più importante per le altre due. Più complesse sono le missioni di rapimento, salvataggio, trasporto, rapina e recupero, che richiedono più attenzione sia per i nemici presenti sul luogo, che per gli oggetti/obiettivi della missione da dover seguire. In ogni caso, l’avanzare nelle missioni dei daimyo, serve principalmente per raggiungere e scoprire le missioni legate alla trama principale, in cui affronteremo sfide leggermente più impegnative ed importanti.
Discreto il numero delle tecniche a disposizione del nostro eroe, ma la ripetitività delle location di gioco, e delle rispettive azioni da seguire per il completamento delle missioni, tenderà a dirigere la vostra strategia sempre nel verso più facile, ovvero sfruttare le uccisioni silenziose a distanza medio-corta, che renderanno il vostro compito quasi una passeggiata.
I controlli, seppur non complicatissimi, in alcuni punti rischiano di rendere l’esperienza di gioco un po’ frustrante, soprattutto quando si tenta di usare il rampino con il touchpad posteriore o quando si effettua un combattimento più impegnativo e non si fa uso del dorsale L che attiva il lock-on sul nemico.
Il titolo inoltre, include anche un comparto gidierristico, implementando skill e tecniche del protagonista (dei protagonisti, visto che durante la storia sono disponibili più personaggi giocabili), come se fosse un gioco di ruolo, con punti esperienza da guadagnare, livelli da far salire, etc.
GRAPHICS & SOUND
Il comparto grafico è un po’ il tallone di Achille del titolo. Il livello estetico finale è di poco superiore a quello della vecchia PlayStation Portable, e sembra quindi chiaro che ancora non viene sfruttata a dovere la potenza della console. Certo, come inizio non è niente male, ma probabilmente ci si sarebbe aspettato qualcosina in più visto gli altri titoli presenti al lancio della macchina.
I frequenti difetti poi, soprattutto quelli relativi alle collisioni, non vanno sicuramente a favore dell’imputato. Spesso infatti, sia durante i filmati che durante il gioco vero e proprio, alcuni oggetti o gli stessi personaggi non rispettano le regole fisiche della solidità, attraversando così muri, palizzate etc. come se fossero semplici ologrammi o illusioni ottiche.
Nella media è invece la sezione audio, che anche stavolta risulta non essere localizzata per noi poveri abitanti dello stivale, costringendoci a leggere i sottotitoli mentre ascoltiamo i dialoghi in un classico inglese. La colonna sonora infine, non stupisce particolarmente ma almeno non crea disagio durante le sessioni di gioco.
IN CONCLUSIONE
La forza di Shinobido 2: Revenge of Zen, risiede soprattutto nella sua tipologia di gioco; perché essendo uno dei primi titoli del genere stealth ad essere pubblicato per la nuova portatile di casa Sony, acquista un leggero vantaggio sulla concorrenza.
Una maggiore cura al comparto grafico ed una migliore è più corposa gestione delle funzionalità touch della console non avrebbe guastato, ma è apprezzabile l’uso del vaso collegato all’applicazione Near di PSVita, che rende possibile scambiare degli oggetti di varia natura con i giocatori che incontreremo nei nostri viaggi.
Nonostante tutto però, la longevità del titolo è abbastanza alta, specie perché supportare un daimyo piuttosto che un altro, può far cambiare le sorti del gioco e portare anche a finali alternativi.
Del resto, la via del ninja è fatta per superare le avversità, rigiocando il titolo, avrete più avversità da superare ed avrete la possibilità di diventare sicuramente un ninja migliore.
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