Nei riguardi del porting su console di Sid Meier’s Civilization VI, dubbio, scetticismo e una spruzzata di irrinunciabile pessimismo erano più che leciti, se non dovuti. Memori dei recenti tentativi di 2K Games di ingraziarsi le simpatie del pubblico console, con episodi malamente semplificati ed ignobilmente appiattiti sotto il profilo strettamente strategico, c’era giustamente da temere che ad un simile supplizio sarebbe stato costretto anche l’ultimo rampollo di una saga che su PC ha sempre ben figurato, settando ad ogni iterazione nuovi standard qualitativi nel genere degli strategici a turni.
Come avrete intuito, questa volta le cose sono andate diversamente. Modifiche all’interfaccia e al sistema di controllo a parte, ci troviamo di fronte allo stesso gioco pubblicato diversi anni fa, con tanto di espansioni, acquistabili a parte, che aggiungono cataclismi naturali ed il riscaldamento globale alle minacce da considerare durante espansione e ascesa della propria popolazione.
Per chi non avesse dimestichezza con la produzione di 2K Games, in Sid Meier’s Civilization VI si prende il controllo di una civiltà, caratterizzata da specifici bonus, e la si guida dall’età della pietra, sino alle epoche future, evolvendone cultura e tecnologia grazie alla creazione di edifici specifici, allo sviluppo di particolari potenziamenti, alla creazione di unità con compiti ben specifici.
L’azione è vincolata all’alternarsi dei turni e, come da tradizione per il genere, la mappa è divisa in caselle, il cui attraversamento comporta un’attesa più o meno prolungata in base alle statistiche dei personaggi.
Non c’è spazio per l’approssimazione, né per l’improvvisazione. Tutto deve essere finemente programmato e predisposto fin nei minimi dettagli. Sì, perché sia che scegliate di soverchiare militarmente i vostri avversari, sia che preferiate imporvi come una civiltà illuminata e tecnologicamente superiore, nessuno vi farà alcuno sconto.
I neofiti, proprio per questo motivo, devono dare per scontato un lungo apprendistato che presupporrà diverse sconfitte umilianti, tappe imprescindibili di una crescita, costante e sensibile, che tuttavia richiede pazienza e grande applicazione.
Sid Meier’s Civilization VI pretende molto dal videogiocatore, ma anche su console elargisce gioie e soddisfazioni in gran quantità. Compreso il meccanismo che vi permetterà di ridurre il più possibile i turni necessari allo sviluppo del potenziamento prescelto, sfreccerete tra le ere, colonizzando aree sempre più vaste della mappa.
Da questo punto di vista, tuttavia, si evidenzia il più grosso limite di questo porting, concepito per interfacciarsi con un pubblico molto diverso da quello che normalmente affolla i lidi delle console domestiche. Tra le modalità di gioco, difatti, non è presente alcuna campagna, ma solo una sparuta manciata di scenari preimpostati, la classica partita casuale con varie opzioni attivabili o meno e il multiplayer competitivo, vero perno attorno cui ruota la produzione.
Analogici e pulsanti lavorano con grande efficacia in combinazione con un’interfaccia che non affolla mai troppo lo schermo
Sebbene non sia di per sé un difetto imputabile al gioco, questa illustre assenza farà comunque storcere il naso a chi cerca una progressione di qualche genere, nonché una modalità che possa gradualmente immergere l’utente nelle complesse meccaniche e nelle regole di cui si alimenta il titolo.
D’altro canto, innegabilmente Firaxis Games è riuscita a sormontare con efficacia il più grande ostacolo che minacciava questo porting: l’adattabilità del sistema di controllo ai pad di Xbox One e PlayStation 4.
Se muoversi tra le schermate e menù risulta innegabilmente più macchinoso, rispetto a quando si poteva zompare da una schermata all’altra grazie a mouse e tastiera, analogici e pulsanti lavorano con grande efficacia in combinazione con un’interfaccia che non affolla mai troppo lo schermo e che, soprattutto, riesce a fornire ogni informazione necessaria.
Sid Meier’s Civilization VI brilla anche su console. L’ottimo sistema di controllo e l’interfaccia, ottimizzata per funzionare in combinazione con il pad di PlayStation 4 e Xbox One, si rivelano due strumenti ideali per scivolare con disinvoltura da un menù all’altro. Il problema di questa trasposizione, semmai, è da ricercarsi nel pubblico di riferimento del mercato console, poco incline ad accettare uno strategico che non offre una classica campagna caratterizzata da una progressione più o meno rigida. Pur non raggiungendo l’immediatezza dell’edizione per PC, pur trattandosi dello stesso gioco pubblicato nel 2016, se amate il genere, ma preferite giocare su console, è finalmente giunto per voi il momento di iniziarvi alla fortunata serie di 2K Games. Al contrario, se non avete mai sofferto il fascino degli strategici a turni, o se possedete già il gioco su PC, non avrete alcun motivo per guardare con interesse a questa trasposizione. |