Sid Meier’s Civilization VII – Recensione

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Un click nella storia

Pochi giochi nella storia dei videogiochi possono vantare un’eredità così duratura e significativa come Sid Meier’s Civilization. Nata nel lontano 1991, questa serie ha non solo definito, ma letteralmente plasmato il genere degli strategici a turni, diventando un punto di riferimento per tutti i titoli successivi. Civilization non è semplicemente un gioco di gestione o strategia: è un vero e proprio simulatore di civiltà, un’esperienza che permette ai giocatori e giocatrici di costruire un impero partendo dalla fondazione di una singola città e guidandolo attraverso secoli di storia, affrontando guerre, scoperte scientifiche, rivoluzioni culturali e sfide diplomatiche. Con l’arrivo di Civilization VII (acquistabile a questo link), ci troviamo di fronte a una nuova iterazione di un franchise che ha saputo costantemente rinnovarsi e migliorarsi, mantenendo però intatta la sua identità.

Ripensando alle origini della serie, è impossibile non sottolineare il contributo straordinario che Civilization ha dato al genere. Il primo capitolo, uscito per MS-DOS, ha letteralmente inventato una nuova tipologia di strategico, con il suo mix di gestione risorse, sviluppo tecnologico e diplomazia. Da lì, la serie ha fatto passi da gigante: Civilization II ha introdotto una grafica migliorata e nuove opzioni strategiche; Civilization III ha affinato il sistema di gestione culturale e le condizioni di vittoria; Civilization IV ha rivoluzionato la diplomazia e il gameplay con un motore completamente in 3D, mentre Civilization V ha portato con sé la griglia esagonale e un sistema di combattimento rinnovato, eliminando le stack di unità impilate che caratterizzavano i capitoli precedenti. Civilization VI ha poi ampliato ulteriormente le meccaniche di gestione delle città con il sistema dei distretti, che ha aggiunto un ulteriore livello di profondità tattica.

E ora, con Civilization VII, ci troviamo davanti a una nuova sfida: come innovare ancora senza tradire le radici della saga? Da quanto visto finora, il gioco sembra voler puntare su un equilibrio tra vecchio e nuovo, mantenendo intatti i pilastri della serie, ma introducendo nuove meccaniche che potrebbero cambiare radicalmente il modo in cui i giocatori costruiscono ed espandono il loro impero. Per chi, come me, ha passato intere giornate su CivNet – la prima versione multiplayer del gioco, rilasciata nel 1995 – questo settimo capitolo rappresenta non solo un nuovo passo avanti, ma anche un’emozionante occasione per tornare a perdere il sonno davanti allo schermo.

Uno degli aspetti che ha sempre reso Civilization un’esperienza unica è il senso di progressione e scoperta. Partire con un piccolo insediamento nell’Età della Pietra, costruire meraviglie architettoniche, sbloccare scoperte scientifiche fondamentali, espandere il proprio dominio attraverso la diplomazia o la guerra, e infine raggiungere l’epoca moderna con tecnologie all’avanguardia è un viaggio che pochi altri giochi riescono a offrire con questa profondità. Il famoso effetto “ancora un turno e poi smetto” è una delle caratteristiche distintive del gioco, e pochi titoli sono riusciti a replicarlo con la stessa efficacia.

Ma non si tratta solo di strategia militare o di conquista: Civilization ha sempre dato grande importanza anche agli aspetti diplomatici, culturali e scientifici. La possibilità di vincere senza ricorrere alla forza bruta, ma piuttosto sviluppando la propria civiltà attraverso il commercio, la religione o la cultura, ha reso la serie un esempio perfetto di come un gioco di strategia possa essere profondo e stimolante, senza per forza basarsi solo sugli scontri bellici. E questo è un elemento che, con Civilization VII, potrebbe essere ulteriormente ampliato: le voci di corridoio parlano di un sistema diplomatico completamente rivisitato, che permetterà alle nazioni di interagire in modo più realistico e dinamico, con alleanze mutevoli e strategie più sofisticate per influenzare gli altri leader.

Un’emozionante occasione per tornare a perdere il sonno davanti allo schermo.

La domanda che ci poniamo ora è: sarà in grado di eguagliare o addirittura superare i suoi predecessori? Se la storia ci ha insegnato qualcosa, è che Sid Meier e il suo team hanno sempre saputo reinventarsi. E se anche questa volta riusciranno nell’impresa, possiamo prepararci a perdere centinaia di ore nel tentativo di costruire l’impero perfetto.

La formula di Sid Meier’s Civilization si è sempre basata su un principio cardine: migliorare ed espandere, un concetto che non si applica solo alla crescita della nostra civiltà in-game, ma anche all’evoluzione della serie stessa. Ogni nuovo capitolo ha preso le solide fondamenta gettate dal precedente e le ha arricchite con nuove meccaniche e innovazioni, mantenendo però intatto il cuore strategico che ha reso Civilization uno dei franchise più longevi e apprezzati nella storia dei videogiochi. Con Civilization VII, questo approccio viene portato a un nuovo livello, introducendo un sistema di progressione strutturato in tre grandi epoche che scandiscono il ritmo della partita: l’Epoca Antica, l’Epoca delle Esplorazioni e l’Epoca Moderna.

L’Epoca Antica è probabilmente la più familiare a tutti i giocatori e giocatrici, poiché richiama le radici storiche della serie e il tipico inizio di una civiltà. Qui si parte da insediamenti rudimentali, si scoprono le prime tecnologie e si pongono le basi per il dominio del mondo. Ma la vera novità arriva con il passaggio alle epoche successive. L’Epoca delle Esplorazioni, infatti, introduce un momento di forte trasformazione, dove la mappa si espande, le strategie militari e commerciali si diversificano e nuove civiltà emergono con peculiarità esclusive. Infine, l’Epoca Moderna porta un ulteriore cambiamento drastico, proiettando il mondo verso l’industrializzazione, con tecnologie avanzate, diplomazia sofisticata e unità moderne.

Possiamo prepararci a perdere centinaia di ore nel tentativo di costruire l’impero perfetto.

Un elemento chiave di questa struttura a epoche è il soft reset che avviene nel passaggio da una fase storica all’altra. A differenza dei capitoli precedenti, dove si guidava la stessa civiltà per tutta la partita, in Civilization VII si può scegliere una nuova civiltà ogni volta che si entra in una nuova era. Questo implica una rivoluzione strategica: gli stili di gioco cambiano drasticamente a seconda della nuova fazione selezionata, portando a scelte più ponderate e dinamiche. Ogni epoca, inoltre, ha unità ed edifici unici, con alcune civiltà specificamente dedicate a un particolare periodo storico. Ad esempio, una civiltà può essere dominante nell’Epoca Antica, con potenti guerrieri e strutture difensive imponenti, ma potrebbe non essere disponibile nelle epoche successive, costringendo giocatori e giocatrici a ripensare la loro strategia a ogni fase della partita.

Questa innovazione porta con sé un’interessante riflessione sulla natura della progressione in Civilization. Se nei precedenti capitoli si era abituati a una crescita lineare e continua, ora si dovrà fare i conti con un ciclo di rinnovamento che potrebbe rendere ogni partita più imprevedibile e stimolante. Non sarà più sufficiente puntare su una strategia a lungo termine e seguirla fino alla fine: bisognerà adattarsi ai cambiamenti, scegliere con attenzione quali tecnologie sviluppare e quali alleanze stringere, consapevoli che la civiltà con cui si inizia il gioco potrebbe non essere quella con cui si porterà a termine la partita. Questo approccio potrebbe rivoluzionare l’intero gameplay, aggiungendo un nuovo livello di profondità tattica e di rigiocabilità che renderà Civilization VII ancora più interessante per i fan di lunga data e per chi si avvicina alla serie per la prima volta.

Il cuore strategico di Sid Meier’s Civilization VII è rappresentato da un sistema di progressione basato su quattro percorsi fondamentali, chiamati retaggi: militare, tecnologico, culturale ed economico. Ogni retaggio offre una serie di sfide che, se superate, garantiscono bonus strategici per l’era successiva. Questo meccanismo spinge giocatori e giocatrici a pianificare attentamente ogni azione, rendendo ogni epoca non solo una fase di crescita, ma un’opportunità per plasmare il destino della propria civiltà in modo dinamico. Non si tratta solo di accumulare potenza o risorse nel presente, ma di prepararsi attivamente al futuro, rendendo ogni decisione un tassello fondamentale nella grande partita della storia.

Ora si dovrà fare i conti con un ciclo di rinnovamento che potrebbe rendere ogni partita più imprevedibile e stimolante

Queste sfide sono tanto variegate quanto cruciali: costruire meraviglie per lasciare un segno indelebile nella storia, colonizzare nuovi territori per espandere la propria influenza, diffondere la religione per ottenere un vantaggio culturale e morale, o ancora collegare risorse alla rete commerciale per garantire prosperità e stabilità economica. Ogni azione ha un impatto significativo non solo sul presente, ma anche sull’era successiva, facendo sì che la transizione tra le epoche non sia solo un avanzamento lineare, ma una vera e propria evoluzione strategica. Questo significa che giocatori e giocatrici non potranno più limitarsi a dominare un’era con una strategia aggressiva o difensiva e poi adagiarsi sugli allori, ma dovranno sempre guardare avanti, pianificando il proprio sviluppo in modo lungimirante.

Una delle implicazioni più profonde di questo nuovo sistema è che, una volta giunti all’Epoca Moderna, questi retaggi si trasformano direttamente in condizioni di vittoria. Se fino a quel punto le sfide servivano a guadagnare vantaggi e potenziamenti, ora diventano il metro con cui decretare il vincitore della partita. Questo cambia radicalmente il modo di affrontare Civilization VII rispetto ai suoi predecessori: la vittoria non è più un obiettivo distante da raggiungere con una strategia unidirezionale, ma un traguardo che inizia a delinearsi fin dalle prime epoche. L’importanza di ogni decisione aumenta esponenzialmente, poiché ciò che si costruisce nelle prime fasi determinerà le possibilità di successo nell’ultima epoca.

Un altro aspetto che sicuramente farà discutere è la gestione dell’equilibrio tra le civiltà. In Civilization VII non sarà più possibile “staccare” completamente gli avversari, lasciandoli indietro di intere epoche mentre noi marciamo verso la gloria con tecnologie avanzate e armamenti superiori. Se nei capitoli precedenti era possibile vedere situazioni in cui una civiltà era ancora ferma alle armi di bronzo mentre un’altra schierava la cavalleria corazzata, ora questo tipo di divario sarà mitigato. Si tratta di una scelta che potrebbe far storcere il naso ai puristi della serie, abituati a un sistema più meritocratico, in cui chi prendeva il comando poteva consolidare il proprio vantaggio fino a un dominio incontrastato. Tuttavia, questa nuova impostazione ha un grande vantaggio, soprattutto nel multiplayer online: impedirà che giocatori e giocatrici abbandonino la partita dopo pochi turni, frustrati dal distacco ormai incolmabile. Un bilanciamento più attento dovrebbe mantenere le partite competitive più a lungo, favorendo una maggiore interazione tra i contendenti e dando anche a chi è rimasto indietro una possibilità di recupero.

La vittoria non è più un obiettivo distante da raggiungere con una strategia unidirezionale, ma un traguardo che inizia a delinearsi fin dalle prime epoche

Ovviamente, questa novità comporta anche dei sacrifici in termini di libertà strategica. Non sarà più possibile dominare l’intera partita semplicemente prendendo il sopravvento nelle prime epoche e lasciando gli avversari a boccheggiare per il resto della sessione. Bisognerà invece affrontare ogni era con un approccio più flessibile, senza la certezza di mantenere il proprio vantaggio per tutta la durata della partita. Questo potrebbe essere percepito come una limitazione della libertà di gioco, ma d’altra parte introduce una dinamica più sfidante e coinvolgente. La domanda che resta aperta è: Firaxis ha fatto la scelta giusta? Solo il tempo e le ore di gioco ci diranno se questo nuovo approccio porterà maggiore equilibrio e competitività o se finirà per snaturare troppo l’essenza storica della serie.

Purtroppo, non tutte le novità introdotte in Sid Meier’s Civilization VII sono motivo di entusiasmo, e uno dei talloni d’Achille del gioco per giocatori e giocatrici riguarda l’interfaccia utente. Da un titolo di questa portata, e con un’eredità tanto prestigiosa alle spalle, ci si aspetterebbe di base un sistema UI chiaro, funzionale ed efficiente, capace di gestire la complessità delle meccaniche senza appesantire l’esperienza. Invece, quello che ci troviamo di fronte è un’interfaccia che sembra aver fatto diversi passi indietro rispetto ai capitoli precedenti, risultando inspiegabilmente confusa, poco intuitiva e spesso frustrante da utilizzare.

Il problema principale è che l’interfaccia di Civilization VII spesso non fornisce le informazioni giuste al momento giusto. Le notifiche non sono ben organizzate: ci avvisano continuamente di cose irrilevanti mentre, allo stesso tempo, non evidenziano in modo chiaro dati critici per la nostra strategia. Può capitare di ricevere incessanti avvisi su dettagli di scarso valore tattico, come la presenza di unità nemiche a chilometri di distanza dal nostro impero, mentre aspetti fondamentali—ad esempio un trattato diplomatico in scadenza, il rischio di rivolte interne o un’imminente minaccia militare concreta—vengono relegati in secondo piano o, peggio ancora, non segnalati affatto. Questo obbliga giocatori e giocatrici a una continua caccia manuale alle informazioni, aumentando la fatica cognitiva e spezzando il ritmo del gioco in modo fastidioso.

Anche dal punto di vista estetico, l’interfaccia di Civilization VII è, inspiegabilmente, poco chiara. Mentre i capitoli precedenti avevano sempre cercato di coniugare chiarezza visiva con un’estetica elegante, qui ci troviamo davanti a una UI che appare leggermente spenta. La scelta cromatica è poco ispirata e in generale il tutto appare meno raffinato rispetto agli standard a cui Firaxis ci aveva abituato. Giocatori e giocatrici si troveranno spesso a rimpiangere l’eleganza e la pulizia visiva dell’interfaccia di Civilization VI, che, pur con i suoi difetti, riusciva a essere intuitiva e leggibile.

Considerando quanto tempo si trascorre all’interno dell’interfaccia utente in un gioco strategico a turni—dove ogni decisione passa attraverso menù, tabelle e finestre di dialogo—questi difetti non possono essere ignorati. Ma al momento, l’interfaccia di Civilization VII mostra ampi margini di miglioramento, risultando a tratti una barriera fastidiosa che si frappone tra giocatori e giocatrici e il cuore dell’esperienza strategica.

L’interfaccia di Civilization VII mostra ampi margini di miglioramento

È evidente che Firaxis abbia voluto intraprendere un processo di razionalizzazione e semplificazione dell’esperienza di gioco con Sid Meier’s Civilization VII, una scelta che ha chiaramente lo scopo di rendere il titolo più accessibile a un pubblico più ampio. Se da un lato questa filosofia può essere letta come un tentativo di inclusività, cercando di abbattere alcune delle barriere di ingresso che hanno reso la serie meno immediata per chi non è abituato agli strategici a turni, dall’altro lato rischia di alienare una parte della fanbase storica, affezionata alla profondità e alla complessità gestionale che ha sempre contraddistinto Civilization.

Uno dei cambiamenti più evidenti in questa direzione è la semplificazione della microgestione, con l’eliminazione dei lavoratori come unità autonome. In passato, i lavoratori erano una componente essenziale della strategia, responsabili della costruzione di miglioramenti sul territorio e della gestione delle infrastrutture. In Civilization VII, invece, la costruzione di edifici e miglioramenti è direttamente legata alla popolazione della città, eliminando un livello di gestione che poteva risultare macchinoso per giocatori e giocatrici meno esperti. Questo rende la pianificazione più snella e intuitiva, riducendo i turni spesi a muovere unità civili sulla mappa e velocizzando il ritmo della partita. Tuttavia, per chi amava il controllo minuzioso delle proprie terre, questa semplificazione potrebbe sembrare un sacrificio più che un miglioramento.

Anche il sistema militare è stato rivisitato, introducendo i Comandanti, unità speciali che non solo guidano le truppe in battaglia, ma accumulano esperienza, sbloccano abilità e possono influenzare profondamente le strategie belliche. Questo introduce una dimensione più tattica al combattimento, rendendo le guerre meno basate esclusivamente sulla quantità di unità prodotte e più sulla gestione intelligente di questi leader militari. I Comandanti possono conferire bonus specifici, adattarsi alle diverse epoche e, con il progredire della partita, diventare figure chiave per il successo di una civiltà sul campo di battaglia. Questo cambiamento incentiva giocatori e giocatrici a sviluppare una strategia più ragionata invece di limitarsi a creare eserciti sterminati da lanciare contro gli avversari.

Firaxis ha voluto intraprendere un processo di razionalizzazione e semplificazione dell’esperienza di gioco

Un’altra innovazione significativa riguarda la diplomazia, che ora include una nuova risorsa chiamata Influenza. In passato, i rapporti tra le civiltà erano spesso determinati da valori statici e difficilmente modificabili nel breve periodo. Con l’aggiunta dell’Influenza, le interazioni diplomatiche diventano più fluide e reattive, permettendo di plasmare alleanze, trattati e rivalità in base alle decisioni prese nel corso della partita. Questo sistema potrebbe rendere il comparto diplomatico più dinamico e meno prevedibile, aprendo la strada a negoziati più strategici e a una maggiore varietà di scenari politici.

Ma i cambiamenti non si fermano qui. L’intero sistema di crescita delle civiltà è stato ripensato, con nuove modalità di sviluppo economico, sociale e tecnologico che si discostano sensibilmente dalle iterazioni precedenti della serie. La presenza di disastri naturali aggiunge un elemento di imprevedibilità alla partita, richiedendo una maggiore capacità di adattamento da parte di giocatori e giocatrici. Inoltre, le interazioni narrative con i leader delle altre civiltà sono state arricchite, introducendo eventi contestualizzati che possono influenzare i rapporti diplomatici e lo sviluppo della propria nazione. Questo rappresenta un cambio di rotta netto rispetto al passato, enfatizzando un approccio più dinamico e reattivo alla gestione dell’impero.

Nel complesso, Civilization VII non è semplicemente un’evoluzione della formula classica, ma un vero e proprio tentativo di ridefinire il modo in cui la serie viene giocata. Alcuni dei cambiamenti apportati porteranno senza dubbio maggiore fluidità e accessibilità, mentre altri potrebbero far storcere il naso a chi apprezzava il livello di profondità e controllo delle iterazioni precedenti. Sarà il tempo a dire se queste scelte si riveleranno vincenti o meno, ma una cosa è certa: questa nuova iterazione rappresenta un deciso stacco dal passato, e giocatori e giocatrici dovranno adattarsi a un modo di intendere Civilization che potrebbe essere molto diverso da quello a cui erano abituati.

Un titolo che intriga, diverte e innova

Come in ogni Civilization che si rispetti, l’aspetto sonoro gioca un ruolo fondamentale nell’immersione e nella costruzione dell’atmosfera epica che accompagna ogni partita. La colonna sonora di Sid Meier’s Civilization VII non fa eccezione, e anzi, riesce a elevare ulteriormente l’esperienza di gioco, rendendola ancora più coinvolgente grazie a una selezione musicale straordinaria e a un design audio curato nei minimi dettagli. Christopher Tin, ormai una leggenda all’interno della serie, continua a regalarci brani epici e carichi di emozione, e il tema principale di questo capitolo, “Live Gloriously”, è un vero capolavoro. La sua scelta di utilizzare liriche in greco antico tratte direttamente dall’Iliade aggiunge una profondità storica e culturale alla composizione, rendendola non solo un brano d’impatto emotivo, ma anche un tributo perfettamente in linea con l’essenza stessa del gioco: la celebrazione della civiltà umana attraverso le epoche.

Ma il comparto sonoro di Civilization VII non si limita alla colonna sonora principale. Ogni civiltà ha la propria identità musicale, con temi che si evolvono nel corso delle epoche, passando da strumenti tradizionali a orchestrazioni più moderne e maestose. Questo effetto dinamico non solo aggiunge varietà e freschezza all’ascolto, ma contribuisce anche a dare una vera e propria identità sonora alle civiltà in gioco, aiutando giocatori e giocatrici a immergersi ancora di più nel loro ruolo di leader storici.

Anche il doppiaggio e la narrazione meritano una menzione d’onore. Gwendoline Christie, celebre per il suo ruolo in Game of Thrones, presta la sua voce alla narrazione di Civilization VII con un’eleganza e un carisma che si sposano perfettamente con il tono solenne e ispirato del gioco. La sua voce profonda e autorevole aggiunge una dimensione quasi teatrale alla narrazione, rendendo la scoperta di nuove tecnologie, eventi e momenti chiave della partita ancora più memorabili. Giocatori e giocatrici saranno accolti da una narrazione che non si limita a fornire informazioni, ma trasmette anche un senso di importanza storica a ogni progresso e conquista.

Oltre alla musica e alla narrazione, anche il sound design generale è degno di nota. Ogni azione, dalla costruzione di un nuovo distretto al bombardamento di un’unità nemica, è accompagnata da effetti sonori nitidi e soddisfacenti. Il suono di una compagnia di fucilieri che apre il fuoco ha un impatto netto e realistico, mentre il semplice posizionamento di un nuovo quartiere nella propria città è accompagnato da un suono distintivo e piacevole, che aiuta a dare una sensazione di progressione e crescita tangibile. Anche piccoli dettagli, come il fruscio delle onde quando si seleziona un’unità navale o il suono della penna su pergamena durante le fasi diplomatiche, contribuiscono a creare un’atmosfera ricca e immersiva.

Una delle vere novità di Civilization VII è l’introduzione di eventi narrativi scritti con grande cura, una caratteristica che aggiunge un tocco più personale e umano alla vastità della storia che il gioco cerca di raccontare. Per la prima volta nella serie, questi eventi non sono semplici notifiche testuali, ma vere e proprie scelte narrative che possono influenzare l’andamento della partita e la crescita della propria civiltà. Alcuni di questi eventi sono specifici per determinate civiltà, il che significa che giocatori e giocatrici che scelgono di guidare, per esempio, l’Impero Romano, i Maya o la Dinastia Qing, potrebbero trovarsi di fronte a scelte e sfide uniche legate alla loro storia. Questa nuova meccanica dona maggiore profondità e caratterizzazione alle civiltà, rendendo ogni partita più varia e meno prevedibile.

Nel complesso, il comparto audio e narrativo di Sid Meier’s Civilization VII è un vero e proprio punto di forza del gioco, contribuendo in maniera significativa alla sua capacità di trasportare giocatori e giocatrici in un viaggio attraverso i secoli. Firaxis ha fatto un lavoro eccellente nel costruire un’esperienza sonora che non solo accompagna il gameplay, ma lo esalta e lo arricchisce, aggiungendo emozione, impatto e personalità a ogni singolo turno.

Ultimo, ma non meno importante, è il comparto tecnico di Sid Meier’s Civilization VII, che si distingue per una buona stabilità complessiva e un’ottimizzazione solida, almeno per la maggior parte della partita. Giocatori e giocatrici possono aspettarsi un’esperienza generalmente fluida, con tempi di caricamento ridotti rispetto al predecessore e una gestione delle risorse di sistema più efficiente, il che è particolarmente apprezzabile considerando la complessità crescente di ogni partita. Il motore grafico, pur non rappresentando un salto rivoluzionario rispetto a Civilization VI, è stato affinato per garantire una resa visiva più dettagliata e una migliore leggibilità della mappa, anche se alcune scelte stilistiche potrebbero non convincere del tutto chi si aspettava un maggiore fotorealismo. L’interfaccia, per quanto criticabile in alcuni aspetti, almeno dal punto di vista estetico mantiene un design pulito e riconoscibile, con icone e indicatori ben visibili.

Tuttavia, non tutto è perfetto. Se nelle fasi iniziali il gioco si mantiene stabile e reattivo, avanzando nel tempo emergono alcune problematiche, in particolare nell’era moderna, quando la quantità di elementi a schermo – città affollate, unità militari, rotte commerciali e notifiche di eventi – inizia a mettere alla prova anche le configurazioni hardware più performanti. È in questo momento che giocatori e giocatrici potrebbero trovarsi ad affrontare cali di framerate, rallentamenti nei turni avanzati e, in alcuni casi, persino crash improvvisi. Sebbene non si tratti di problemi tali da compromettere irrimediabilmente l’esperienza di gioco, sono comunque fastidiosi, soprattutto quando una partita ben costruita viene interrotta nel momento cruciale. Firaxis ha già dimostrato in passato di essere attenta al supporto post-lancio dei suoi titoli, quindi è lecito aspettarsi aggiornamenti e patch che vadano a mitigare questi problemi.

Conclusioni

Sid Meier’s Civilization VII si presenta come un’evoluzione ambiziosa della storica saga strategica, con idee coraggiose e cambiamenti significativi alla formula classica. L’introduzione delle tre epoche principali, il sistema di retaggi che guida la progressione e il nuovo approccio alla diplomazia e alla guerra danno al gioco una struttura più dinamica e strategicamente variegata. Giocatori e giocatrici troveranno un’esperienza più accessibile e fluida, grazie alla semplificazione della microgestione e all’introduzione di meccaniche che mantengono la partita equilibrata anche nelle fasi avanzate.

Tuttavia, le innovazioni di Civilization VII potrebbero non convincere tutti. Alcuni cambiamenti – come l’impossibilità di surclassare gli avversari con un vantaggio tecnologico schiacciante – potrebbero risultare indigesti ai veterani della serie, mentre l’interfaccia utente poco intuitiva e i problemi tecnici nell’era moderna rappresentano aspetti da migliorare. A livello artistico e sonoro, il titolo brilla, con una colonna sonora memorabile e un doppiaggio ben curato, che aggiungono carattere e atmosfera alla partita.

Civilization VII sembra tanto un capitolo di transizione, che sperimenta e ristruttura molte meccaniche di gioco. Alcune scelte funzionano, altre potrebbero necessitare di aggiustamenti con future patch ed espansioni. Se Firaxis saprà ascoltare la community e affinare i dettagli, questo nuovo capitolo potrebbe imporsi come una delle iterazioni più solide e longeve della saga. Al momento, è un titolo che intriga, diverte e innova, ma che al tempo stesso solleva discussioni e lascia aperti alcuni interrogativi sul futuro della serie.

Acquista ora Civilization VII

  • Good
    +Gameplay più veloce e immediato
    +Impossibile rimanere troppo "indietro" specie nel multigiocatore
    +Colonna sonora incredibile
  • Bad
    -UI da rivedere
    -Crash frequenti nell'era moderna
  • 8.6 Evoluto

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Conclusioni

Sid Meier’s Civilization VII si presenta come un’evoluzione ambiziosa della storica saga strategica, con idee coraggiose e cambiamenti significativi alla formula classica. L’introduzione delle tre epoche principali, il sistema di retaggi che guida la progressione e il nuovo approccio alla diplomazia e alla guerra danno al gioco una struttura più dinamica e strategicamente variegata. Giocatori e giocatrici troveranno un’esperienza più accessibile e fluida, grazie alla semplificazione della microgestione e all’introduzione di meccaniche che mantengono la partita equilibrata anche nelle fasi avanzate.

Tuttavia, le innovazioni di Civilization VII potrebbero non convincere tutti. Alcuni cambiamenti – come l’impossibilità di surclassare gli avversari con un vantaggio tecnologico schiacciante – potrebbero risultare indigesti ai veterani della serie, mentre l’interfaccia utente poco intuitiva e i problemi tecnici nell’era moderna rappresentano aspetti da migliorare. A livello artistico e sonoro, il titolo brilla, con una colonna sonora memorabile e un doppiaggio ben curato, che aggiungono carattere e atmosfera alla partita.

Civilization VII sembra tanto un capitolo di transizione, che sperimenta e ristruttura molte meccaniche di gioco. Alcune scelte funzionano, altre potrebbero necessitare di aggiustamenti con future patch ed espansioni. Se Firaxis saprà ascoltare la community e affinare i dettagli, questo nuovo capitolo potrebbe imporsi come una delle iterazioni più solide e longeve della saga. Al momento, è un titolo che intriga, diverte e innova, ma che al tempo stesso solleva discussioni e lascia aperti alcuni interrogativi sul futuro della serie.

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    +Impossibile rimanere troppo "indietro" specie nel multigiocatore
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