News 07 Apr 2012

Silent Hill HD Collection – La Recensione

Una terrificante HD Collection, davvero terrificante.

Affiancata all’uscita del nuovissimo Silent Hill Downpour, sembrava dover far ballare Pyramid Head ubriaco sui tavoli e rivestire (o svestire? Mmmh…) Heather Mason con una suite totalmente nuova. Questo accadeva nella nostra più fervida fantasia, un gran peccato che sia stata tradita così facilmente. La versione ad alta definizione ci fa rabbrividire come la prima volta che abbiamo affrontato la cittadina maledetta, con personaggi e aberrazioni sempre al top della genialità, ma d’altro canto ci fa piangere amare lacrime.

E’ un totale must have per chi ancora non si è addentrato nei vicoli nebbiosi e non sa cosa significa “la paura del sangue tende a generare paura per la carne”: il distorto e diversamente meraviglioso mondo silenthilliano primordiale approderà con il suo profondo terrore sulle console di ultima generazione, sperando di appassionare i nuovi giocatori come è accaduto a quelli che, come noi, hanno avuto il piacere di provare sacri timori anni addietro.

Ma non tutto fila liscio, a Silent Hill, e anche i mostri più menomati zoppicano in maniera atroce…

Lo ameranno: chi vuole provare la pura essenza di Silent Hill, chi vuole rigiocare da zero la saga che l’ha fatto guardarsi alle spalle ad ogni singolo rumore
Lo odieranno: chi vuole lo splatter puro e mostri iper-sofisticati (non che questi non lo siano ma…), chi si aspettava una conversione uber migliorata ma che purtroppo…
E’ simile a: Silent Hill Downpour e Homecoming, The Suffering

Titolo:  Silent Hill HD Collection
Piattaforma: Xbox 360 / PS3
Sviluppatore: Konami Computer Entertainment Tokyo
Publisher: Konami
Giocatori: 1
Online / Contenuti : –
Lingua : Italiano/Italiano

Heather (SH3) contro un Closer

Per chi sbarca per la prima volta sulla collina silente o è semplicemente curioso di sapere cosa accadeva nei capitoli precedenti a quelli più nuovi, questa cosidetta raccolta dovrà entrare forzatamente sui vostri scaffali. Un consiglio? Un obbligo, altrochè: i due capitoli qui contenuti saranno la vostra guida perfetta al mondo di Silent Hill e potrete capire come, dove e perché nasce la cittadina avvolta nella nebbia e le creature che la abitano.

Abbiamo detto “due capitoli”? Sì, l’abbiamo detto.

I novellini la apprezzeranno appieno, ma i più esperti della serie inizieranno a sentire una fitta notevole al cuore: dove sono il primissimo Silent Hill, uscito nel 1999 sul sistema Playstation, e il quarto capitolo The Room, sviluppato dall’originale Team Silent? Non che il secondo e il terzo capitolo non siano già abbastanza terrificanti e marchino per bene la saga, ma di ben 8 giochi dedicati ne possiamo ri-avere tra le mani solo due? Questa è una delle (molte) note dolenti, soprattutto dopo aver visto un’ottima HD Collection di Metal Gear Solid, che comprendeva anche Peace Walker (titolo allora esclusivo per PSP). Ma andiamo oltre…


Colline Silenti in pillole.

Il filone principale di Silent Hill prevede un protagonista e il suo problema, che irrimediabilmente lo porterà sulla strada della misteriosa cittadina, dove incontrerà mostruosità di dubbia origine e altri personaggi cosiddetti “aiutanti”.

Sintetizzando, Silent Hill 2 vede come protagonista un uomo sulla trentina, James Sunderland, che riceve una lettera da sua moglie…morta anni prima. Testualmente, gli si richiede di recarsi a Silent Hill, il loro “luogo speciale”. Il personaggio principale, nonché giocabile, dovrà quindi intraprendere una lunga strada per incontrare la moglie o quel che ne rimane, imbattendosi quasi immediatamente nelle creature aberranti che popolano la città apparentemente deserta. Finchè non incrocia una donna molto simile a sua moglie e…

Silent Hill 3, invece, ha come protagonista un’adolescente, Heather Mason, che si interroga sulla misteriosa scomparsa dei suoi genitori. In un primo momento, assisteremo a una sorta di sogno: la ragazza si trova in un parco divertimenti distorto, con diverse figure prive di vita e altre molto più palpabili che cercano di attaccarla. La visione termina nella maniera meno piacevole, con la morte della protagonista. Risvegliandosi viene seguita da un detective che vorrebbe spiegarle le circostanze della sua nascita, ma lei fugge fino a incontrare nuovamente altri mostri e una donna che proferisce una predizione sibillina…

Appena avvieremo il gioco, sarà possibile scegliere tra Silent Hill 2 sulla sinistra e Silent Hill 3 sulla destra. Una piacevole sorpresa è trovare il sub-capitolo Born from a wish in SH2, che vede come protagonista Maria in eventi precedenti al main scenario. Solitamente questo capitolo era trovabile solo nella versione director’s cut per Playstation2 e la versione PC.

Il gameplay che accompagna entrambi i capitoli segue all’incirca quello classico per un survival horror: segui un percorso, trova strade alternative, difenditi dai mostri, trova la chiave, apri la porta, sconfiggi il boss ecc.

E’ possibile impostare il joypad a seconda delle preferenze personali o usare un’impostazione consigliata. Solitamente il tasto A / X servirà per interagire con porte e oggetti e sparare, un trigger per la preparazione ai combattimenti (come nei classici sparatutto di vecchia data, prima ci si “prepara” poi si spara), un tasto per la mappa (elemento molto importante e trovabile solitamente al pianterreno degli edifici) e la levetta analogica sinistra per camminare. E’ possibile impostare lo spostamento in 3D (roteazione del personaggio a destra e sinistra, avanzamento premendo avanti) o 2D (in qualsiasi direzione giriamo la levetta, il personaggio andrà senza il processo della 3D).

Una delle scene iniziali di Silent Hill 2

Il suono? Terribilmente c’è.

Partendo dal comparto sonoro, non possiamo lamentarci: le background music sono di ottima qualità, molto chiare e per ora non abbiamo riscontrato strani loop o blocchi di esecuzione quando partono i dialoghi. Sono stati aggiunti piacevoli (si fa per dire) suoni naturali qui e là, che vanno a sommarsi agli altri elementi che creano tensione alla già molto ansiosa atmosfera.

Abbiamo nominato i dialoghi, ma da dove possiamo cominciare? Da dire ce ne sono tante, iniziamo da ciò che ci fa meno male: il lipsync talvolta è molto poco sync. In alcune cutscene eseguite col nuovo doppiaggio, la voce si ferma prima del termine dell’animazione labiale, oppure questa inizia e non è lo stesso per la parte vocale. E’ probabile che, col nuovo adattamento, gli attori recitanti siano stati frettolosi su alcune battute che richiedevano un prolungamento maggiore o semplicemente ci siano stati errori di programmazione. Inoltre ci è capitato di sentire frasi che non avevano nulla a che vedere con i sottotitoli, o paroloni altisonanti in mezzo a concetti piuttosto semplici. Mmmh, come traduciamo bene! (volendo essere meno critiche, la Konami è una delle poche case che fa sub italiani di buona qualità, NdR)

Ve ne siete accorti, vero? Abbiamo detto “nuovo doppiaggio” e qui inizia a piangere il nostro piccolo cuore con singhiozzi silenti, per restare in tema. Fortunatamente, scegliendo Silent Hill 2 è anche possibile optare per il doppiaggio originale, ma conoscendolo bene abbiamo scelto di mettere alla prova le nostre orecchie con le nuove voci e… sanguinano. Tanto.

Ora immaginatevi un adulto trentenne, un po’ svampito, ingenuotto e mediamente impaurito, con la voce di Ridge di Beautiful. No, non hanno scelto proprio quell’attore per interpretare James, ma la sensazione di trovarsi di fronte a un attore hollywoodiano superfigo ci ha sfiorate e abbiamo rabbrividito. Stessa cosa riguardo il personaggio di Maria: inizialmente una donna sì seducente, ma anche giocosa, spesso isterica, trasformata nella femme fatale iper-suadente di turno… DO NOT WANT.

Il doppiaggio di Silent Hill 3 è più gradevole. Heather mantiene la sua vitalità, tipica di una diciassettenne, e anche Claudia ha una punta di mistero mista a follia nella sua nuova voce. Peccato che il detective Cartland sia diventato più un cowboy scanzonato che un rispettabile uomo di giustizia di mezza età, ci piaceva molto di più con il tono grave e roco di un tempo. Tutto sommato, però, il nuovo doppiaggio del terzo capitolo si può salvare in toto, nonostante sia una mancanza che fa sentire il suo peso il non poter scegliere quale doppiaggio ascoltare, come invece accade in SH2. O tutti o nessuno. Forse era meglio “tutti”.


E la grafica? C’è ed è terribile…

Nei video di apertura e nei primissimi scenari notiamo qualche miglioramento sparso un po’ ovunque. Il motore grafico usato all’epoca della Playstation 2 dava già notevoli risultati e molti dei  cosiddetti “spigoli” avevano detto addio agli schermi. Finalmente, con grande stupore, meraviglia ed eccitazione, possiamo vedere quanto la grafica abbia compiuto un notevole salto avanti con questa edizione in alta, altissima, bellissima definizione!

Sì, diciamo così, è meglio piuttosto che piangere.

Partiamo dal secondo capitolo: una volta avviato il gioco, questo si aprirà con un filmato che vede il protagonista James, a specchiarsi in un lurido bagno, per poi poterlo controllare direttamente. Notiamo sin da subito che molte delle ombre presenti sul suo volto sono state o schiarite o cancellate: il nostro caro trentenne è appena uscito da una clinica di bellezza e la pelle del suo viso sembra liscia e intonsa come la porcellana. Dove sono finite quelle belle ombre nette che denotavano il suo turbamento mentre viaggiava nella cittadina misteriosa? Non ci è dato saperlo.

Vogliamo parlare del vestiario? Ammettiamolo: ora i particolari sono decisamente più netti e forse qualche “spigolo” è stato smussato; ciò non giustifica, a nostro parere, quell’effetto “sfoca” sui pixel della trama del tessuto, che sembrano essere stati ripassati più volte con un comando di Photoshop.

E per farci ancora più male, concludiamo con le ombre. In una giornata illuminata da fortissimo sole, le ombre sono sicuramente ben definite con un contorno decisamente netto. Ma il sole, a Silent Hill, quando si è mai visto? Va bene accentuare i contorni per risaltare i dettagli, ma qui si è proprio esagerato, al punto che l’ombra sembra un secondo personaggio e, osservando ai piedi dei modelli, a volte pare che camminino su uno strato di aria che li separa dal terreno, tanto il distacco è notevole. Sempre riguardo le ombre, a volte queste risultano mixate male oppure fuse parzialmente col terreno.

Ma quale elemento fondamentale ha caratterizzato la saga di Silent Hill per molti anni?

La nebbia, of course.

Nebbia che qui o si presenta in quantità decisamente minore, o diviene ancor più spessa a seconda della zona della cittadina in cui ci troviamo. Questo fenomeno atmosferico era stato l’espediente principale per diminuire la visione dello scenario, dato che col motore grafico della prima Playstation non era possibile mostrare troppi elementi in distanza. La nebbia è piaciuta ed è stata tenuta come marchio di fabbrica della serie, ma in questa versione a pseudo “alta” definizione a volte sembra di correre incontro a veri e propri muri! (perché invece di aumentare o diminuire la nebbia, non hanno dato un’aggiustatina alla camminata da papera di James? NdR)

E il sangue?! Il sangue non è più sangue! E’ una macchia nera con contorni rossi senza schizzi tutto attorno! Non era meglio lasciarlo in pace e fargli fare il suo sanguinolento dovere?!

Si salva però la grafica di Silent Hill 3: griglie, elementi in ferro, sangue e ruggine sono resi molto bene grazie all’accentuazione dei contorni, così come i personaggi e i mostri paiono molto più definiti e dettagliati. Notiamo per esempio ottimi miglioramenti nella barba incolta di Cartland o nei ciuffi ribelli che ricadono sul volto di Heather (anche se i capelli, sia nel terzo che nel secondo capitolo, risultano comunque un ammasso di sostanza semi-ferma sulle teste dei personaggi). Le ombre “solide” sono però presenti anche in questo capitolo e, in più, si aggiunge un fastidioso effetto ghosting che fa sembrare lo scenario rallentato, ma ciò accade solo in determinati spazi come i corridoi del primo centro commerciale. Risulta abbastanza fastidioso, considerando che durante la corsa si presentano anche degli scatti o fermoimmagine. Pur guadagnandoci sotto l’aspetto grafico, l’animazione di Silent Hill 3 HD risulta piuttosto campata per aria.

Per farvi un’idea complessiva dell’alta definizione nel terzo capitolo, andate nella panetteria del centro commerciale e guardatevi attorno. Non diremo di più, se non che per noi è il miglior luogo dove ammirare i dettagli grafici!

Se vogliamo essere precisini e terribilmente impestati, rallentamenti di frame rate, bug nei movimenti, luci che ballano… staremmo qua tutto il giorno e voi avete già la faccia di quelli che non hanno voglia di leggere. Purtroppo non abbiamo la possibilità di registrare video e screenshots dal gioco, ma un utente di Youtube ha fatto al caso nostro e ha trovato quasi tutti i bugs e glitches che abbiamo trovato noi:


In conclusione..

Cosa salvare di questa HD Collection è davvero una decisione ardua.

Come fans accanite della serie (Sabu ci ha fatto pure una tesi e ci tiene a tirarsela!), timidamente ammettiamo che ci fa piacere vedere Silent Hill sulle nostre console moderne, arricchito da tanti obiettivi / trofei di media difficoltà, e poterci rigiocare senza dover recuperare la vecchia Playstation 2, cavi e cavetti. Ci duole vedere solo due dei migliori capitoli e ci chiediamo: cosa capiranno i nuovi giocatori della storia di Heather (SH3) se non hanno mai giocato al primo? E’ già intricata di suo, se manca perfino la genesi di tutto sarà ben difficile.

Non vogliamo stressarvi troppo riguardo la qualità grafica e del doppiaggio, ne abbiamo già ampiamente parlato. Silent Hill 2 è stato considerato un capolavoro del genere, quasi meglio di una pellicola cinematografica, e non è stato reso al meglio come invece è toccato, per sua fortuna, al terzo capitolo. Fa piacere intanto avere tra le mani anche la sub-story di Maria, ma ciò non basta ad esprimere il nostro dolore.

Voi novellini che avete letto fin qua siete obbligati moralmente a recuperare una copia di questa collection, vi assicuriamo brividi e divertimento per diverso tempo, considerando che ogni capitolo ha almeno 4-5 finali diversi e altri segreti! Per i veterani invece… bè, fate questo sforzo, cercate di trovarci del buono anche se si vede poco e se c’è è sovrastato da un numero insormontabile di bruttezze… i Mannequin sono decisamente più carini!

Consoliamoci con Silent Hill Downpour che, per sentito dire da chi ci ha giocato, torna a cogliere la vera essenza silenthilliana che si è persa dopo i primi capitoli proposti in questa collection…

[hr]

Secondo parere, by Lorenzo “Daeran Angelfire” Frascaroli

 

Dopo un lungo periodo di “silenzio” nel genere horror, interrotto solo da qualche sporadico titolo mediocre, Konami ha deciso di riproporci due giochi che hanno fatto la storia dei Survival Horror, piazzandosi come controparte della serie più “action” di Capcom, Resident Evil.

La scuola di pensiero di Silent Hill è più portata verso l’orrore psicologico, guidato da protagonisti inermi o spesso incapaci di affrontare il terrore e le mostruosità che si trovano a combattere, quindi degli anti-eroi in netta contrapposizione ai membri S.T.A.R.S. e compagnia bella degli inviati a Raccoon City e dintorni.

In questo remake la Konami ha voluto mostrare al pubblico il vero orrore, in due episodi molto diversi tra loro, uniti solo da meccaniche di gioco simili e dalla stessa ambientazione. I dialoghi ridoppiati da attori professionisti sono talmente espressivi da farci dimenticare le vecchie voci, e sia le linee di dialogo parlate, sia quelle scritte (compresa la traduzione italiana) sono state mantenute identiche alle loro controparti per PS2 e Xbox, per non snaturare il capolavoro originale.

Purtroppo all’interno della Collection non è presente il primo capitolo, probabilmente perché Konami avrebbe dovuto ricostruire il gioco daccapo, con tempistiche e quantità di lavoro improponibili.

Ad ogni modo l’esperienza di gioco è a dir poco sublime: tenendo bene a mente che stiamo parlando di un gioco di 10 anni fa, le ambientazioni sono oscure e inquietanti, accompagnate da un sonoro rimasterizzato e da suoni agghiaccianti. La grafica è eccellente, sopratutto nel terzo gioco, e il lavoro di pulizia ci consegna tra le mani un titolo degno delle generazioni attuali di videogames, mentre i rompicapo, se impostati a difficoltà Difficile, saranno spesso dei grossi grattacapo per dei giocatori abituati agli standard moderni. Si parla sempre di giochi old-school, quindi ostici e articolati, ma con quell’aria di malinconia e poesia che ci faranno ricordare perché si dice sempre “non ci sono più i giochi di una volta”.

Per comprendere appieno i miglioramenti grafici che sono stato fatti, date un’occhiata a questo video comparativo:

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