I Pirati non passano mai di moda. Ecco perché le aspettative per la scommessa Skull and Bones di casa Ubisoft (che potete preordinare da GameStop a questo link) rimangono comunque altissime, nonostante le (numerose) problematiche incontrate durante sviluppo e sebbene il progetto stesse letteralmente (e ironicamente) naufragando in un mare di rinvii.
È difficile trovare resistenza al fascino del mare e delle scorribande piratesche, e di fatto viene quasi da sorprendersi nel constatare che nel mondo videoludico ci siano così pochi titoli tripla A dedicati al genere. Certo, tra tutti la spunta proprio un altro titolo Ubisoft, ovvero Assassins’s Creed IV: Black Flag, che nonostante gli anni è ancora capace di regalare grandi emozioni ai giocatori, ma oltre quello, e il cartoonesco Sea of Thieves, pochi altri.
Da oggi però possiamo dichiarare che Skull and Bones sia arrivato ad un importante punto di svolta grazie alla conclusione di una sessione di Beta Test. Annunciata qualche mese fa durante l’Ubisoft Forward, andiamo ad approfondire i vari aspetti di questa piccola, grande Closed Beta che ha permesso a una manciata di giocatori di esplorare il mondo di gioco.
La Beta si sviluppava intorno a quelle che saranno le prime ore di gioco. Facciamo inoltre notare che in game bisogna essere sempre online, collegandosi ad un server multigiocatore, ma è possibile anche solo seguire le missioni della campagna in “singolo”.
– L’impatto di gioco
In Skull and Bones entriamo letteralmente nei panni di un pirata che deve ripartire da zero, rifacendosi un nome ed una reputazione per ottenere fama e benessere. Il multiplayer è il fulcro che invita i giocatori a collaborare, facilitando la riuscita delle missioni, anche se non sembra essere una componente fondamentale per riuscire ad avanzare.
C’è poco da girarci intorno. Il titolo si fa giocare e anche con grande piacere. Oltretutto il livello di personalizzazione è ottimo (anche se sarebbe da rivedere il menù per la creazione del proprio PG). Le ambientazioni sono ricche di vita, e la resa grafica è veramente buona nonostante un’ottimizzazione non perfetta che ha causato qualche crash del gioco.
– La navigazione – La rotta è quella giusta
Il gioco in sé si concentra come previsto principalmente in mare, dove è possibile combattere, esplorare, raccogliere consumabili e molto altro. L’Open World offre molte possibilità e attività da svolgere anche in gruppo. Navigare per mare è divertente, la fisica del mare è realistica e visivamente molto appagante alla vista. In generale il comparto grafico e le ambientazioni convincono, e le atmosfere tra nave stessa e porti sono più che azzeccate.
Già nelle prime ore di gioco si possono ottenere diverse navi, da quella più piccola, che tornerà poi utile per la caccia, ai vasselli per viaggiare e combattere. Sulla nave possono trasportare vari oggetti nel cargo (altrimenti depositati nella warehouse sulla terraferma), che ha un limite oltre il quale rende difficile la navigazione a causa della quantità di materiale. Interessante la meccanica della raccolta stessa dei materiali in giro per la mappa, con piccoli mini-game e interazioni con la terraferma senza necessità di dover scendere dalla nave, e quindi di perdere tempo con il caricamento. Questa meccanica si ripresenta con alcuni luoghi della mappa, in cui è possibile commerciare direttamente dalla nave senza dover fare porto in maniera veloce ed efficace.
La gestione della nave durante la navigazione è affidata ad una ruota di azioni (personalizzabile in ben tre livelli). Una scelta particolare ma che comunque risulta azzeccata per permettere riparazioni veloci, cambio di telecamera e altre azioni. Per quanto riguarda invece i potenziamenti, bisognerà rivolgersi ai carpentieri sulla terraferma, che tra progetti, materiali e lavorazioni forniranno la nave di armi, difese e aumenti di capacità di stoccaggio.
– Sulla terraferma – Qualcosina in più?
Scesi sulla piattaforma si passa all’altra faccia del doblone, che presenta punti di commercio upgrade alla nave, e NPC che forniranno il giocatore di piccole o grandi quest anche secondarie. Sulla terraferma non è presente il combattimento, ma rimane comunque interessante la componente esplorativa, che permette di scoprire nuove zone e quindi mercanti per commerciare e ottenere vantaggi.
Considerando i limiti del multi giocatore e le aree ristrette, i vari porti risultano ben costruiti. Stranamente l’hub centrale è fin troppo ricco di NPC, che però rimangono fermi con l’unica funzione di essere da contorno e sfondo a una città solo apparentemente viva. Magari sarebbe stato meglio asciugare l’ambiente e vedere una città meno popolata ma più movimentata (alleggerendo il tutto in termini di prestazione).
– I punti deboli
Nonostante tutti i pregi sopraelencati, si nota e parecchio che sia un titolo figlio di molteplici studi. Viene anche da sorridere durante la presentazione iniziale, quando la cinematic stessa indugia sulla lunga lista di studi che hanno partecipato (in totale ben 11, tutti di casa Ubisoft). Certo, il risultato è più che egregio, ma l’ottimizzazione su PC non è delle migliori, nonostante l’evidente sforzo collettivo. Un paio di volte, testando i limiti del gioco è capitato un crash del sistema. Comprensibile in fase di Beta Testing, ma comunque fastidioso.
Un’altra componente leggermente negativa è la quantità assurda di HUD. Si rimanere spiazzati dalla quantità di input a schermo che vengono dati, e di conseguenza si perdono informazioni preziose per proseguire nelle missioni.
– Conclusioni
Tiriamo le somme di due giorni di bottini, arrembaggi e tante quest, per dire che la prova si può considerare superata per Ubisoft, anche se ci sono ancora molti elementi da sistemare.
Skull and Bones è in uscita il prossimo anno per PlayStation 5, Xbox Series e PC. Ricordiamo che potete preordinare il titolo da GameStop a questo link.
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