Sniper Elite 4
21 Giu 2016

Sniper Elite 4 – Anteprima E3 2016

Los Angeles – Karl Fairburne è tornato, ma la sua missione è ancora più delicata: a distanza di un anno da quel 1942 passato nei roventi deserti africani, il cecchino d’élite indirizza la sua mira infallibile verso le splendide ma tumultuose coste italiane del ’43, per supportare la Resistenza nella lotta al fascismo e intervenire per fermare una minaccia in grado di compromettere lo sbarco in Normandia. La missione di Sniper Elite 4 è invece un’altra: rendere finalmente giustizia al nome di Rebellion, in primis, e trasformare il franchise nel punto di riferimento per gli amanti dello stealth e dello sniping duro e puro, due settori in cui la concorrenza è sempre stata molto rara e silenziosa quanto i suoi protagonisti, ma dove il nome non è mai riuscito ad imporsi per tanti, troppi limiti, di varia natura. Il precedessore, pur mostrando buoni spunti ed intuizioni, falliva nell’offrire un’esperienza coinvolgente per via di problemi tecnici e legati all’IA che spezzavano l’atmosfera mozzafiato… per non parlare della trama, intrigante unicamente nei suoi sporadici what if, ma lontana dal dimostrarsi interessante sul lungo termine.

Il team, insomma, ci riprova, e cambia da subito regime, puntando direttamente allo sviluppo su current-gen (PC, Xbox One e PS4), ignorando totalmente la old-gen (presa invece in considerazione all’epoca, per forza di cose). Esteticamente, il passo in avanti non pare poi così evidente, ma si tratta di una pre-alpha, quindi c’è tutto il tempo per ripulire l’immagine. Di sicuro spiccano le dimensioni generose delle mappe, a prima vista più ampie rispetto al passato, così come la loro densità: abbiamo affrontato una missione nel bel mezzo della storyline, ambientata nei pressi del villaggio di Bilanti, in Italia, chiamata “The Regilino Viaduct“. Lo scopo, quello di farsi strada tra i nazisti, piazzare una carica sul ponte, elemento estremamente utile ai fini strategici, posizionato com’è tra due montagne, ed interrompere la comunicazione, ma soprattutto, il trasporto di beni, razioni e munizioni. Un bel colpaccio per la resistenza, una sonora batosta per gli invasori. L’approccio, in piena tradizione della serie, è stato e sarà totalmente a discrezione del giocatore, ma come lo stesso team ci ha suggerito durante la nostra prova, il focus dell’esperienza resta il cecchinaggio duro e puro, e l’agire silenziosamente. Il gunplay “all guns blazing” sembra un minimo più solido rispetto al 3, dove il più delle volte, ci si ritrovava la schermata di Game Over in faccia, ma la soluzione “stealth” resta indubbiamente quella più divertente e coinvolgente.

Viaduct

Ecco quindi entrare in ballo le opzioni tattiche di Sniper Elite 4, tra il vecchio e il nuovo, dalle distrazioni per le guardie nemiche, con fischi e sassi, fino allo sgattaiolare silenziosamente alle loro spalle e spezzargli l’osso del collo, badando bene di nascondere il cadavere lontano dagli occhi indiscreti. Per quanto possiate nascondervi, tra i cespugli o in una qualche casa abbandonata, i loro “colleghi” saranno in perenne ronda, e dovessero fiutare qualcosa di strano, partiranno alla vostra ricerca in lungo e in largo. Il fucile da cecchino, in tal senso, rappresenta sempre e comunque l’ultima ratio, fondamentale in certi frangenti, ma da sfoderare solo quando lo richiede la situazione, ma anche qui, come in passato, sarà possibile sfruttare le fonti di rumore (come un’esplosione) per poter piazzare un bel proiettile nel cranio senza destare sospetti. Un apposito indicatore segnalerà la traiettoria effettiva del vostro colpo, influenzato dal vento, dal tremolio della mano e dalla distanza dell’obiettivo, e potrete svuotare i polmoni per avere qualche secondo di calma e prendere la mira con la massima precisione.

Sarà davvero difficile però portare avanti la missione senza svegliare il can che dorme, che chiamerà rinforzi a bordo di cingolati, e sguinzaglierà i suoi cecchini, di cui vedrete solo il riflesso, o, se troppo tardi, i loro proiettili. E allora tanto vale piazzare una booby trap sul cadavere, lasciato appositamente per essere trovato e trasformato in una devastante bomba ad orologeria, oppure svuotare interi caricatori di mitra e pistole trovate disseminate per il livello, come detto molto vasto: il più piccolo, a detta degli sviluppatori, sarà comunque più ampio di quello più vasto di Sniper Elite 3. È ancora presto per dirlo, ma dando un’occhiata alla mappa, l’impressione è che tanto torto non è che lo abbiano. Una mappa vasta e densa, come detto, che presenta un obiettivo principale, al quale si può puntare direttamente, e alcuni secondari, utili a fermare l’eventuale arrivo di truppe, a rendere ancor più difficili le cose ai nazisti (distruggendo ad esempio dei particolari camion o eliminando figure chiave dell’esercito), o semplicemente a posizionare un checkpoint, utile a ripartire nel caso in cui le cose non dovessero andare secondo i piani una volta preso di mira l’obiettivo padre.

Nonostante ci sia parso abbastanza semplice sparire dai radar, abbiamo notato un certo (positivo) accanimento delle guardie, segno dell’effettivo miglioramento dell’IA, sempre pronta a monitorare la zona e a stanarci. Ma non c’è super-nazista che tenga, col nuovo arsenale di Karl Fairburne, tra nuovi gadget ed armi, e nuovi assi nella manica, come le uccisioni dall’alto (preziosissime nel raggiungere l’impalcatura sulla quale dover piazzare la carica esplosiva) o i brutali pugni, ora anch’essi generatori di coreografiche kill-cam a raggi X come sempre ultra-splatter, più dettagliate che mai.

Sniper Elite 4

Una volta piazzato l’esplosivo, siamo scappati il più lontano possibile, badando bene di non farci cogliere con le mani nella marmellata. È poi bastato un proiettile ben assestato, ma a debita distanza, per evitare di restare coinvolti nel crollo del ponte, a veder sbriciolare davanti ai nostri occhi l’obiettivo così strategico e così importante per la compagine nemica. Puff, un pezzettino di metallo, e addio cibo e munizioni per qualche settimana, se non mesi. Sarà durissima la vita dei nazisti, ora che Fairburne è tornato in azione, ma anche la nostra, tra livelli di difficoltà via via più complessi, missioni in singolo e in coop, oltre che specifiche modalità multigiocatore. E i complimenti dello sviluppatore presente, dovuti alla rarità con cui la demo è stata completata nei tre giorni di fiera, ci portano a sospettare che il tasso di sfida fosse discretamente elevato.

È ancora presto per capire se Sniper Elite 4 riuscirà a sopperire alle mancanze e a sistemare i problemi dei suoi predecessori

È ancora presto per capire se Sniper Elite 4 riuscirà a sopperire alle mancanze e a sistemare i problemi dei suoi predecessori, così come se l’assenza di novità cruciali appiattiranno il gameplay, almeno agli occhi degli amanti della serie, ma una cosa è certa: l’emozione di muoversi silenziosamente, col fiato perennemente sul collo, e la piacevole necessità di dover sfruttare il più piccolo rumore per muovere le proprie mosse, come su una scacchiera fatta di carboni ardenti, sono ancora in grado di suscitare gran belle sensazioni, come abbiamo potuto constatare durante la nostra sessione hands-on con il nuovo sniping game di Rebellion. La missione è però tutto fuorché finita: il comparto tecnico non convince ancora del tutto, e l’IA necessita ancora di qualche ritocco, ma il team inglese è indubbiamente sulla buona strada.

E3 - 2016 - Anteprime

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