13 Feb 2017

Sniper Elite 4 – Recensione

Se fate parte di quella fetta di pubblico che ripensa con sempre maggior nostalgia agli sparatutto ambientati nella seconda guerra mondiale, gli sviluppatori di Rebellion potrebbero avere per voi una buona notizia.
La saga che ripercorre le gesta del cecchino virtuale più famoso del mondo è giunta infatti al quarto capitolo ufficiale, questa volta ambientato interamente nel nostro paese, L’Italia, durante gli ultimi anni di occupazione nazi-fascista. Il prode Karl Fairburne viene inviato dagli Stati Uniti nel bel paese, per cercare di scoprire se i perfidi tedeschi, ormai giunti alla fine del loro spregevole percorso bellico, possono vantare ancora qualche asso nella manica; e se così fosse, il compito di Fairburne sarà quello di intervenire con ogni mezzo.
Rispetto al passato, Sniper Elite 4 mantiene ben saldo quel gameplay così caratteristico eppure così intuitivo, che i fan della serie non faticheranno a riconoscere. La formula è tutto sommato rimasta invariata, seppur con gli opportuni accorgimenti mirati principalmente a smussare qualche difetto di troppo. Le mappe sono molto più ampie, gli scorci panoramici suggestivi e la libertà d’azione (e di conseguimento dei diversi obiettivi) è pressoché totale.
Interessante aggiunta anche la compagine multiplayer, che in questo quarto capitolo si arricchisce di nuove modalità (per un totale di 6), che ne aumentano la già abbondante longevità.

E’ il 1943 e l’Italia, considerata da Hitler come il “ventre debole dell’Europa” è soggiogata dalla morsa fascista, che non lascia scampo ai perseguitati e alla resistenza, mettendo a ferro e fuoco tutta la penisola. Karl Fairburne, agente segreto statunitense che opera come cecchino, è inviato su ordine del governo proprio in Italia, con la speranza di arginare il potere dell’asse, eliminando quanti più nazisti possibile. Tra i bersagli principali primeggia Andreas Kessler, un importante ingegnere missilistico tedesco, che con tutta probabilità si trova in Italia per preparare una nuova micidiale arma con cui affrontare gli Alleati.
Le 8 missioni che compongono la campagna principale si ambientano tutte in località fittizie, che strizzano l’occhio ai panorami nostrani più famosi, nei quali Fairburne si dovrà muovere con rapidità e astuzia, stringendo spesso alleanze non convenzionali, ma senza dubbio convenienti ai fini dell’esito della guerra.

Prima di ogni singola missione è possibile personalizzare il proprio equipaggiamento, aggiungendo medikit o granate a seconda dei propri gusti, ma le armi saranno sempre e solo tre: un fucile dalla lunga distanza, un’arma secondaria (di solito un mitragliatore) e una pistola. Il kit predefinito può essere ampliato acquistando nuove armi con i dollari ottenuti in battaglia, ma dato il misero guadagno del protagonista, vi converrà scegliere con attenzione ogni più piccola spesa. Ognuno di questi fucili può essere potenziato completando sfide apposite che ne aumenteranno i parametri o in alternativa, scambiato con l’armamento dei caduti, se le statistiche lo favoriscono. In aggiunta a tutto questo, c’è anche il binocolo, che serve principalmente per appuntare i bersagli e i vari punti di interesse, che compariranno poi sulla mappa di gioco.

Ogni colpo ben assestato si tradurrà poi in una spettacolare (e alquanto cruenta) scena in slow-motion

Com’è ovvio, la filosofia del gioco punta molto sull’approccio stealth, mettendo a disposizione del giocatore tutto il necessario per agire indisturbati, a patto di avere una buona mira, un discreto tempismo e tanta pazienza. Sono molti infatti i fattori che durante il gioco influiscono sulle prestazioni di Fairburne, a partire dalle condizioni meteorologiche, che possono deviare la traiettoria di un colpo in teoria ben calibrato, fino al battito cardiaco, che se controllato consente di ridurre al minimo il movimento del fucile. Alcune zone daranno inoltre l’opportunità di sfruttare rumori di sottofondo, in modo tale da coprire il colpo e non destare sospetti nelle immediate vicinanze. Ogni colpo ben assestato si tradurrà poi in una spettacolare (e alquanto cruenta) scena in slow motion, che mostrerà nel dettaglio la radiografia dell’organo vitale del nemico abbattuto, regalando immane soddisfazione al giocatore: fegati spappolati, crani scoperchiati e reni esplosi diventeranno ben presto la vostra routine quotidiana e man mano che i colpi diventeranno più precisi, veloci e silenziosi, aumenteranno anche le ricompense e l’esperienza ottenuta. Con quest’ultima, l’eroe di Sniper Elite 4 salirà di livello, si potenzierà e sbloccherà delle abilità uniche con cui migliorare la propria tecnica.

Nonostante ogni dettaglio del gameplay suggerisca un metodo d’avanzamento silenzioso, può capitare di essere scoperti e dover ricorrere a manovre estreme per evitare una dipartita anticipata. Fortunatamente Karl Fairburne se la cava piuttosto bene anche con il combattimento ravvicinato ed infatti sarà possibile effettuare vere e proprie esecuzioni sui nemici più distratti o ingaggiare un vero e proprio scontro a fuoco per chi preferisce l’azione frenetica. Per non parlare delle numerose trappole che si potranno escogitare, come ad esempio piazzare dell’esplosivo su di un cadavere nemico in modo che esploda al primo controllo, oppure la manomissione di generatori a combustibile, trasformandoli in devastanti bombe ad orologeria.
A tal proposito, è doveroso spendere due parole sull’intelligenza artificiale nemica, piuttosto altalenante e non proprio convincente. Se da una parte infatti, colpisce la tenacia con la quale i soldati nemici guizzano alla ricerca di Fairburne una volta saltata la sua copertura, dall’altra imbarazza la facilità con cui è possibile trarli in inganno per agire indisturbati, inanellando una serie infinita di uccisioni di precisione, sotto gli occhi impotenti di mezzo esercito nazista.
E’ pur vero che sparare sempre dallo stesso trespolo aiuta inesorabilmente gli avversari ad individuarvi, ma basta spostarsi di pochi metri per gettare nella confusione più totale i nostri bersagli. Non servono molte ore di gioco per capire che si può facilmente ingannare l’IA con pochi semplici “trucchi”, finendo per completare ogni missione con (eccessiva?) semplicità. Uniche vere spine nel fianco sono i mezzi corazzati, capaci di bombardavi con artiglieria pesante, e i cecchini nemici, in grado di avvistarvi da grandi distanze e assestare colpi micidiali non appena uscite allo scoperto. Fortunatamente in questo caso viene in aiuto il nutrito equipaggiamento di Fairburne, che vanta mine a inciampo, casse di TNT e granate con cui decimare le forze naziste.

Rebellion ha messo a punto 6 modalità multigiocatore competitive e due modalità cooperative

Parlando con gli NPC si possono aggiungere obiettivi secondari alla lista: sempre ben inseriti nel contesto e mai banali, il completamento di questi incarichi riesce ad allungare sensibilmente il tempo di gioco; durante la nostra prova, non abbiamo mai speso meno di un’ora all’interno di un singolo scenario (senza neanche dedicarci alla raccolta dei tantissimi collezionabili sparsi in giro). In più, al sistema di salvataggi automatico si aggiunge la possibilità di salvare manualmente ogni volta che si vuole, garantendo piena libertà di approccio.
Libertà che trova la sua espressione anche nel level-design, che sfruttando a pieno le caratteristiche “rurali” della nostra terra, riesce a regalare paesaggi suggestivi e sempre ben caratterizzati, non solo dal punto di vista estetico, ma anche funzionale. In Sniper Elite 4 sono tantissime le strade da prendere, i percorsi nascosti da seguire, i punti di osservazione dai quali puntare i propri bersagli; per di più non c’è nessuna progressione obbligata, ma si può scegliere in totale autonomia cosa fare e quando farla. D’altro canto, per chi fa della pazienza una virtù letale, sarebbe stato controproducente avere delle scadenze temporali.
La fine della campagna principale sopraggiunge quindi dopo poco meno di 10 ore, un tempo più che giusto ai nostri occhi, data la singolarità del titolo ed il fattore “ripetitività” che inizia ad aleggiare minaccioso dopo circa metà gioco.

Per i più esigenti, Rebellion ha messo a punto 6 modalità multigiocatore competitive e due modalità cooperative, di cui una ad orda, che ricalca l’omonimo gameplay di saghe videoludiche come Gears Of War e Call Of Duty. Da un punto di vista puramente ludico, la co-op non funziona neanche troppo male, se non fosse che in parte falsa la natura stessa del gioco in singolo e smorza l’esaltazione che deriva da un’eliminazione perfetta, affossandola in un mare di uccisioni tutte uguali e frettolose. Data poi la difficoltà progressiva delle (12 totali) ondate, collaborare con i vostri compagni diventerà di fondamentale importanza e se l’intesa è ben catalizzata, offrirà momenti molto appaganti.
La compagine online competitiva è quella che forse ci ha convinto meno, proprio a causa del forzato snaturamento del titolo. Tralasciando le modalità più comuni, che hanno faticato a restituirci l’ottimo feeling della campagna in singolo, quelle più divertenti sono state Re della Distanza e Attraversamento Vietato.
La prima funziona come un classico deathmatch, con la variante che vince la squadra che totalizza la maggiore distanza di eliminazione: i giocatori si sentono quindi motivati ad utilizzare il fucile da cecchino, la partita diventa un modo per sfoggiare le proprie capacità ed ogni singola uccisione è motivo di orgoglio. La seconda invece è caratterizzata da una terra di nessuno invalicabile posta in mezzo alle due squadre. Di conseguenza, anche in questo caso ogni partecipante deve mettersi alla prova cercando di accumulare il maggior numero di morti nemiche senza mai avvicinarsi troppo.
Certamente non è il motivo principale che spingerà all’acquisto del gioco, ma in ogni caso il multiplayer di Sniper Elite 4 rappresenta uno sforzo di sviluppo tutto sommato onesto, capace di regalare qualche ora di divertimento, ma non di più, anche a causa di una progressione del proprio alter-ego pressoché minima.

Tecnicamente il titolo si difende piuttosto bene, pur non brillando in nessun reparto. Giocato su una PlayStation 4 Pro, il framerate di Sniper Elite 4 si attesta stabilmente sui 60 fps con caricamenti e salvataggi rapidissimi, complice un comparto grafico buono, ma non eccessivamente ricco di dettagli ed effetti scenografici (eccezione fatta per i meravigliosi rallenty delle uccisioni) che potrebbero minarne la solidità.
Il colpo d’occhio è però tutto sommato favorevole, anche grazie alla vastità delle ambientazioni e la bellezza intrinseca di certi scenari nostrani.
Anche dal punto di vista sonoro il lavoro svolto da Rebellion è soddisfacente: a parte la colonna sonora, purtroppo abbastanza anonima, le voci e gli effetti acustici e persino il doppiaggio italiano sono di sicuro sopra la media. Meno convincenti le armi, i cui rumori sembrano tutti fin troppo simili.

Conclusioni

Sniper Elite 4 è probabilmente l’unico risultato possibile se si vuole mirare a migliorare la serie senza tuttavia passare ad un’evoluzione del genere frettolosa, che finirebbe per scontentare i più affezionati. In questo senso, Rebellion ha svolto un ottimo lavoro con l’ampliamento delle mappe, maggiore varietà dell’equipaggiamento, introduzione di modalità multiplayer pensate apposta per i cecchini in erba e esperimenti cooperativi spassosi. Purtroppo pesa ancora un’intelligenza artificiale opaca, acerba, che solo alcune volte ha dei guizzi di consapevolezza e rende omaggio al giocatore con un vero senso di sfida.
Plauso alla location italiana, con tutta probabilità la migliore e la più riuscita di sempre e ad un gameplay molto soddisfacente, vero marchio di qualità della serie.

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