Sniper Elite V2

Sniper Elite V2 Remastered – Recensione

Se c’è una cosa in cui l’ultima generazione di console è riuscita così bene a distinguersi è senza dubbio l’elevatissimo numero di edizioni remastered pubblicate in questi ultimi anni.

E se molte di queste hanno puntato esclusivamente sul fattore nostalgia, tralasciando la dovuta attenzione per il miglioramento delle meccaniche di gioco, altre si son godute il giusto tripudio di pubblico e critica, segno che non sempre si soccombe al tempo che passa.

La software-house britannica Rebellion Developments è nota soprattutto per aver dato i natali alla saga di Sniper Elite, lo sparatutto in terza persona arrivato ormai alla sua quarta incarnazione (spin-off permettendo) che ha sempre goduto di una certa fama dato il ruolo peculiare del protagonista, un cecchino alleato che con incredibile abilità, tenacia e pazienza riesce da solo a capovolgere le sorti del secondo conflitto mondiale.

Non deve sorprendere, quindi, che Rebellion abbia deciso di rimasterizzare proprio il secondo capitolo della serie, uscito ben 7 anni fa su Xbox 360, PlayStation 3 e PC. Sniper Elite V2, oltre ad essere amatissimo dai fan, è anche una sorta di spartiacque (che ha decretato poi la grande fortuna del gioco) che ha permesso alla saga di elevarsi, facendosi conoscere dal grande pubblico oltre che dalla nicchia di irriducibili appassionati.

È anche il capitolo che introduce le killcam a “raggi x” che regalano ulteriore spettacolarità, nonché una macabra raffinatezza alle numerose esecuzioni perpetrate ai danni dei nazisti.

Purtroppo, però, il lavoro svolo su questa remastered non eccelle: al di là dei canonici miglioramenti fatti dal punto di vista grafico, Sniper Elite V2 Remastered è esattamente uguale al gioco uscito nel 2012, incapace di rimanere al passo con la concorrenza moderna.

Sniper Elite V2

Durante l’avventura impersoneremo ancora Karl Fairburne, cecchino esperto che avrà da compiere una missione difficilissima, forse impossibile: penetrare nella Germania nazista ed evitare che le menti brillanti che si celano dietro la tecnologia V2 passino dalla parte dell’Unione Sovietica a guerra finita. Il nostro compito finale viene ovviamente ostacolato in ogni modo possibile, costringendoci spesso a portare a termine incarichi secondari per riuscire ad ottenere ciò che ci interessa davvero.

La campagna principale può essere terminata in non più di 10 ore e giocata interamente in modalità cooperativa con un secondo giocatore; inoltre i DLC usciti all’epoca sono inclusi in questa edizione e aggiungono quel pizzico di longevità e varietà in più (in uno di questi saremo chiamati ad uccidere il Führer in persona) che non guasta mai.

Chi ha giocato l’originale su old-gen sa bene che l’elevata difficoltà è uno dei tratti distintivi del titolo, la quale viene sfoggiata con orgoglio in moltissime occasioni: il nostro eroe è un soldato addestrato, certo, ma decidere di impiegarlo in uno scontro aperto contro decine di soldati tedeschi non è la migliore tattica che si possa utilizzare.

Fairburne può contare su un armamentario di tutto rispetto

Non dimentichiamoci che saremo soli contro interi plotoni nemici, carri armati, cecchini avversari e letali corazzati: bisognerà quindi pianificare attentamente i movimenti, studiare le posizioni nemiche (e marcarle, se necessario) e sfruttare l’ambiente circostante per cercare sempre di rimanere in vantaggio.

Fortunatamente Fairburne può contare su un armamentario di tutto rispetto e oltre all’immancabile fucile da cecchino e all’arma secondaria, avrà a disposizione una pistola silenziata e una buona varietà di esplosivi, con i quali può creare trappole mortali e pericolosi deterrenti, oltre che assicurarsi una zona sicura da cui cecchinare in libertà. Stando fermi il nostro battito cardiaco rallenta ed è quindi possibile trattenere il respiro quel tanto che basta da assicurarsi un colpo perfetto; ma se ci muoveremo spesso rimarremo senza fiato e ci toccherà aspettare che il cuore si calmi prima di riuscire nuovamente a concentrarci.

Questa particolare abilità ci tornerà molto utile soprattutto contro i bersagli già allertati e consapevoli della nostra presenza.

Sniper Elite V2

Durante la campagna sarà però inevitabile dover fronteggiare delle situazioni particolarmente concitate, in cui il giusto tempismo e la precisione giocheranno un ruolo fondamentale ai fini del completamento di specifiche missioni. In questi momenti vengono fuori molti dei limiti di cui all’epoca soffriva Sniper Elite V2 e che purtroppo permangono anche in questi riedizione: ad esempio è ancora complicato spostarsi con lecita scioltezza nell’ambiente di gioco, giacché i movimenti del protagonista sono legnosi e poco naturali oltre che colpiti da un input lag abbastanza evidente.

Ciò si traduce in un vero e proprio incubo negli scontri sulla breve distanza, dove capita spesso e volentieri di rimanere bloccati negli angoli o dietro una copertura (attraverso la quale comunque veniamo misteriosamente colpiti) senza possibilità di difesa.

Anche l’intelligenza artificiale obsoleta non fa bella figura, altalenante come poche cose al mondo: in alcuni momenti i nemici sono in grado di scorgerci da distanze siderali, in altri momenti non ci notano nemmeno a pochi centimetri dal loro campo visivo, cosa che ovviamente rende impossibile una benché minima strategia di approccio, in quanto non si può mai sapere quale sarà la reazione avversaria.

La vera differenza con l’originale Sniper Elite V2 la si può notare solo graficamente

Sfruttare appieno le abilità da cecchino di Fairburne è l’unica cosa che veramente riesce a valorizzare il titolo, anche perché i combattimenti ravvicinati sono tutto fuorché indimenticabili, ed ecco che ci ritroveremo quindi a utilizzare il fucile per la lunga distanza in ogni momento, ottenendo il massimo rendimento dalle killcam e dalla verticalità ambientale, ove possibile.

La vera differenza con l’originale Sniper Elite V2 la si può notare solo graficamente, dove Rebellion ha svolto un buon lavoro rifinendo le texture, migliorando gli effetti particellari e aggiornando i giochi di luci e ombre. Il gioco vanta una risoluzione fino a 4K che può essere sfruttata oltre che su PC, anche su Xbox One X e PS4 Pro. Purtroppo per godere di questa definizione bisogna portare a 30 i fotogrammi al secondo, cosa che vi assicuriamo, penalizzerà di molto l’esperienza generale: il nostro spassionato consiglio è quindi quello di scegliere la stabilità (60 fps) e rinunciare all’ultra-dettaglio.

Menzione obbligatoria per un rinnovato comparto multiplayer che porta da 12 a 16 i giocatori in contemporanea, con la possibilità del cross-play tra Windows e Xbox One nelle poche ma simpatiche modalità competitive disponibili.

Conclusioni

Se c’è un gioco che soffre l’inesorabilità del tempo, è proprio Sniper Elite V2. L’edizione rimasterizzata uscita questa settimana non riesce a stupire come dovrebbe e al di là di un restyling grafico a cui va comunque il nostro plauso, non riesce proprio ad andare.

Rimane piacevole l’ambientazione, una delle più suggestive, accompagnata da una trama interessante e intrecciata alla storia reale, ma il gameplay farraginoso, l’IA stantia e la mediocrità degli scontri ravvicinati sono tutti problemi che non trovano spazio in questo 2019 stracolmo di eccellenze videoludiche, e nonostante il prezzo budget a cui viene venduto, Sniper Elite V2 Remastered rischia di venir appannato finanche dall’ultimo capitolo della saga, uscito nel 2017, ma molto più godibile.

Talvolta una bella esperienza rimane bella solo se collocata nel suo momento più idoneo. E il momento di Sniper Elite V2 è già trascorso.

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