09 Mag 2017

Sniper: Ghost Warrior 3 – Recensione

C’è questo credo, per alcuni versi giusto e per molti versi sbagliato, per cui se un qualsiasi videogioco viene strutturato come open-world, allora è sicuramente migliore.
Ultimo eclatante caso sembra proprio essere quello di Sniper: Ghost Warrior 3, che dopo anni abbandona la solida struttura lineare che l’ha sempre contraddistinto, per spostarsi nel ricco mondo dei titoli free-roaming in prima persona.
Chi ha seguito i lavori della software house CI Games sa bene che i primi due capitoli del brand non sono esattamente ciò che si può definire un successo, ma hanno comunque permesso ad una certa tipologia di gioco di uscire dalla sabbia e raggiungere un’identità propria, così come una propria cerchia di seguaci: ciò ha permesso che altri titoli del genere, come Sniper Elite, di ottenere il giusto riconoscimento. Incoraggiati da questo, gli sviluppatori hanno deciso di affrontare la sfida più difficile, pubblicando questo terzo capitolo e stravolgendo in qualche modo la struttura classica a cui noi tutti eravamo stati abituati.
Se in un primo momento questo cambiamento giova al gameplay di Sniper: Ghost Warrior 3, col tempo ci si rende conto che molta della carne messa sul fuoco in fase di sviluppo è rimasta appunto… Sul fuoco.

Sniper Ghost Warrior 3

Il gioco narra le vicende del soldato Jon North, un cecchino pluridecorato in servizio nelle forze militari americane che da sempre si batte per un mondo più sicuro. Il patriottismo a stelle e strisce è scritto nel DNA della famiglia North, tant’è vero che anche il fratello Robert è un orgoglioso rappresentante delle milizie statunitensi. Purtroppo l’idillio fraterno subisce un duro colpo quando il protagonista, durante una missione in Russia, assiste impotente al rapimento di Robert da parte di un terrorista apparentemente senza scrupoli; lo shock abbatte psicologicamente Jon, che interromperà il suo lavoro per ben 2 anni, prima di essere reintegrato nuovamente in servizio, questa volta col compito di salvaguardare il governo della Georgia, messo a repentaglio dalle forze separatiste.
E’ proprio in questo momento tuttavia, che la CIA individua possibili tracce di Robert, il fratello scomparso, il quale è stato avvistato proprio in Georgia. Gli obiettivi del cecchino diventeranno quindi due: evitare la destabilizzazione politica degli Stati Uniti e portare suo fratello in salvo, cercando di scoprire cos’è successo nei due anni precedenti.

La vera novità del gioco è da ricercare nella sua struttura open-world

Le premesse narrative di Sniper: Ghost Warrior 3 non sono male e vengono supportate da una trama articolata che si sviluppa durante tutta la campagna principale, grazie anche a filmati e conversazioni di alcuni personaggi secondari ben costruiti. Tuttavia, la mancanza di colpi di scena degni di questo nome e l’assenza di un vero e proprio “decollo” narrativo impediscono all’avventura di essere goduta appieno.
Fortunatamente la vera novità del gioco è da ricercare nella sua struttura open-world e nelle tante nuove possibilità che essa ha da offrire.
L’impostazione è abbastanza canonica e chi ha confidenza col genere non avrà nessuna difficoltà ad impararne le basi. Sniper: Ghost Warrior 3 ha una serie di missioni principali (26 in tutto) ed alcune missioni secondarie, sparse qua e là per la mappa di gioco; punto cardine delle nostre operazioni è la Safe House, quartier generale non troppo segreto, dove Jonathan può selezionare il prossimo obiettivo, scaricare nuovi dati ed aggiornare il proprio equipaggiamento con armi, accessori e piccole modifiche (previo raccoglimento dei giusti quantitativi di risorse tecnologiche disseminate in giro) per assicurarsi sempre il totale controllo in battaglia.

Vestendo i panni di un cecchino professionista, è chiaro che gli scontri a viso aperto rappresentano il modo più stupido per affrontare i nemici (anche se rimane comunque un’opzione realizzabile) e di sicuro quello meno soddisfacente, dato che grazie all’ampia libertà d’azione offerta dal gioco e dalla tecnologia governativa, potrete ottenere informazioni preziose perlustrando l’area in incognito, individuando punti deboli, ronde nemiche ed eventuali allarmi con l’ausilio di un apposito drone da ricognizione simile a quello visto in Ghost Recon Wildlands.

Sniper Ghost Warrior 3

Agire in modalità stealth ed eliminare da grandi distanze i propri obiettivi rappresenta quindi la scelta più appagante, nonché la più realistica e strategica, soprattutto se paragonata agli scontri a fuoco frenetici, dove purtroppo si evincono tutti i limiti del caso, a partire dall’intelligenza artificiale non brillantissima, passando per un sistema di controllo talvolta macchinoso e poco soddisfacente.
Sfruttando lo Scout  Mode, ossia un sesto senso del protagonista con cui può identificare le tracce avversarie e le risorse disponibili, si possono ulteriormente affinare le nostre abilità furtive, culminando in uccisioni perfette e silenziose.
In certi casi però, le missioni ci obbligano ad un contatto ravvicinato che non deve per forza risolversi a suon di proiettili ed esplosioni, dato che Jon è addestrato ad eliminare le minacce tramite un combattimento furtivo estremamente utile, a patto di non essere scoperti. In alcuni casi è persino possibile interrogare il nemico (vi ricordate Metal Gear Solid 5?) per scoprire utili informazioni.

Nel complesso, Sniper: Ghost Warrior 3 ha molte possibilità da cui attingere ed ognuna di queste funziona discretamente bene, compresa la crescita del personaggio, dipanabile attraverso un albero di abilità divise nei rami Sniper, Ghost ed ovviamente Warrior. Ad esempio, le uccisioni dalla lunga distanza offriranno bonus alla categoria Sniper, mentre una serie di eliminazioni furtive premierà il ramo Ghost, in modo tale che potrete specializzarvi a seconda del vostro personale stile di gioco. Purtroppo le capacità da apprendere non sono moltissime (27 in tutto) e solo alcune di esse risultano in fin dei conti essere davvero utili ai fini dell’avventura; tuttavia il sistema di progressione funziona e si trova coerente alla campagna principale del titolo, in modo tale da non rendere mai troppo facile l’avanzamento.

 Nel grande calderone di Sniper: Ghost Warrior 3 non tutto va per il verso giusto

Sotto questo punto di vista, viene in aiuto il cospicuo equipaggiamento che Jon può sbloccare, costruire o acquistare: la varietà tra pistole, fucili di precisione, mitra, granate ed altri esplosivi è molto ampia ed in più è possibile modificare almeno in parte quasi tute le armi selezionabili, attraverso le ricompense ottenute a fine missione oppure collezionando le già citate risorse disponibili. Grazie all’esplorazione inoltre è comune trovare alcune attività extra non riconoscibili dalla mappa, che possono sempre fruttare qualche gradita rimunerazione: indi per cui è sempre consigliabile spostarsi in tempo reale utilizzando il meno possibile il (sempre utile) viaggio veloce, tranne quando è strettamente necessario.

Sniper Ghost Warrior 3

Sembra però che nel grande calderone di Sniper: Ghost Warrior 3, così ricco di idee e possibilità, non tutto vada per il verso giusto.
Alcune attività secondarie per dirne una, sono oltremodo ripetitive e finiscono per annoiare il giocatore dopo poche ore, con il rischio di escluderle dall’esperienza generale per concentrarsi esclusivamente sulla missione principale. Problema simile con l’IA nemica, fin troppo generosa nei confronti del protagonista (almeno a difficoltà normale) che ad esempio riesce senza problemi ad avvicinarsi alle spalle dell’avversario senza suscitare la minima reazione, o ad avere la meglio in uno scontro a fuoco, grazie ai riflessi non proprio fulminei degli oppositori.

La saga Sniper: Ghost Warrior è ancora lontana dagli standard di eccellenza

Anche dal punto di vista strettamente tecnico, la produzione CI Games non esce esente da critiche, iniziando proprio dai tempi di caricamento che hanno dell’incredibile (quasi 5 minuti pieni per iniziare a giocare!) e minano costantemente la pazienza di chi impugna il pad. La situazione non migliora in game, dove assistiamo purtroppo a bug grafici piuttosto evidenti, rallentamenti nel caricamento delle texture e compenetrazioni poligonali che ci hanno fatto rimpiangere la passata generazione.
Il frame-rate poi è tutt’altro che stabile, nonostante il mondo di gioco sia palesemente svuotato da molti degli elementi che rendono “vivo” l’ambiente urbano, come gli abitanti della zona o molto più semplicemente, le macchine circolanti.
Da questo punto di vista, gli sviluppatori dovevano fare assolutamente di più, sia per rendere competitivo il proprio prodotto, sia per alzare gli standard rispetto al passato e posizionare la saga su un livello superiore.

Conclusioni

Sniper: Ghost Warrior 3 è una ghiotta occasione che è stata in parte sprecata.
Nella sua interezza, l’esperienza di gioco si può definire anche soddisfacente, con alcuni momenti ben realizzati, concetti validi che trovano una buona realizzazione finale ed una longevità da far invidia alle esperienze single-player degli ultimi anni.
Il lato tattico è ancora una volta il fiore all’occhiello del brand e accomuna molte delle idee più interessanti dei videogiochi di ultima uscita in un unico compatto prodotto.
Purtroppo però l’abbandono della struttura lineare a favore dell’open world lascia uno strascico di problemi non del tutto dimenticabili, che finiscono per minare le ottime premesse, tra cui su tutti una resa tecnica mediocre, un’IA discutibile e una trama poco avvincente.
Sono stati fatti sicuramente dei passi in avanti rispetto agli episodi precedenti, ma la saga Sniper: Ghost Warrior è ancora lontana dagli standard di eccellenza che potrebbero farla competere con i mostri sacri del settore.

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