News 16 Nov 2013

Sognatori 2.0: Nightmare on Elm Street

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A ridosso (più o meno) della famigerata notte delle streghe, lasciamo per una volta il campo dei sogni per come li abbiamo intesi finora in questa rubrica, per spostarci su quelli classici, nel loro stretto significato del termine. Per essere precisi e pignoli però, più che di sogni parleremo di incubi, in particolar modo di quelli talmente vividi e reali, che a partire dagli anni ’80 avevano come protagonista una delle incarnazioni dell’uomo nero, il buon vecchio Freddy Krueger.
Freddy1Nel lontano 1984, proprio in questo periodo, arrivava nelle sale cinematografiche Nightmare On Elm Street, ribattezzato in Italia con il titolo Nightmare – Dal profondo della notte. La pellicola, altro non era che il primo film dedicato all’uomo col guanto con le lame, e che, scritto e diretto da Wes Craven, coronava ulteriormente il periodo d’oro del regista.
Un più giovane Robert Englund dava vita al personaggio caratterizzato dal guanto con gli artigli e dal corpo completamente bruciato, ed allo stesso tempo un adolescente Johnny Depp (eterno preferito di Tim Burton, che molti ricorderanno nei panni del famoso pirata Jack Sparrow), faceva morire il proprio personaggio dando il via ad una carriera che pochi altri attori possono vantare.

Ma cosa sono in realtà i sogni per noi? Cosa li separa effettivamente dalla realtà? Ed alcuni come possono essere così vividi e reali da farci addirittura spaventare, ridere, piangere o desiderare di continuare a sognare in eterno?

I più razionali di voi potranno sicuramente tirar fuori dalla tasca una documentatissima arringa su come il sogno sia semplicemente un fenomeno legato al sonno, in cui il nostro cervello crea immagini e sensazioni attingendo dalla Freddy2memoria a lungo termine dell’individuo. Ma proviamo ad abbandonare per un attimo questa conoscenza scientifica sull’argomento, e pensiamo in astratto al mondo onirico, riflettendo su alcuni quesiti.
In primis: chi ci vieta di pensare che il mondo dei sogni non sia altro che una dimensione parallela in cui la nostra anima migra quando, non essendo coscienti, non è legata al nostro corpo fisico?

E se qualcuno, magari tra coloro che fanno parte di quella minoranza di “sognatori lucidi naturali”, in grado di controllare e manipolare a proprio piacimento questa dimensione, ne restasse intrappolato perdendo il legame con il suo corpo reale, cosa succederebbe?
Cercate di immaginarvi in questa situazione… Un intero ed infinito mondo completamente a vostra disposizione, che muta, si trasforma ed obbedisce ad ogni vostro ordine o desiderio. Come reagirebbe il vostro essere più profondo davanti ad una tale ed infinita potenza? Diventereste anche voi uno spietato assassino che tormenta gli incubi delle sue vittime, oppure creereste un vostro universo, elevandovi così alla carica di divinità?
E al contrario, cosa potremmo fare se la nostra esistenza fosse legata ad uno di questi individui e fossimo tutti una parte del sogno di qualcun altro?
gameProbabilmente qualcuno di più famoso di me, si è già posto in passato queste domande, ma invece di cercarne inutilmente una risposta (con tutte le turbe mentali che ne conseguono e che potete osservare nelle mie parole), ha preferito incanalarle in parte nel suo lavoro, dando vita così a titoli come Populous nel 1989 ed a Black & White nel 2001 (giusto per citarne un paio). Molti di voi avranno sicuramente e giustamente pensato a Peter Molyneux, ideatore di molti di questi titoli classificabili come God Games, e che sono stati un po’ il pane quotidiano dei giocatori che hanno mosso i primi passi su pc qualche tempo fa.

Per i più nostalgici (e curiosi) infine, non possiamo non ricordare che l’anno di uscita di Populous, è lo stesso del titolo legato alla saga di Freddy Krueger, che in effetti vanta una versione videoludica oltre che alla comparsata come personaggio aggiuntivo nell’ultimo Mortal Kombat. Il titolo cercò chiaramente di sfruttare il periodo di punta del personaggio, trasportando i suoi protagonisti nel mondo fatto di bit e pixel a cui noi siamo più avvezzi. Con le generazioni attuali di pc però, si ha ovviamente un qualche problemino di fondo per farlo funzionare, ed in ogni caso, mi duole dirlo, ma il gioco non varrebbe la candela.

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Piccolo disclaimer: chiaramente quanto avete letto sopra sono solo osservazioni e pensieri personali, che scaturiscono dalle esperienze e dagli stati d’animo, e che a volte sono occasionalmente amalgamati da turbe psichiche e mentali che sempre più di sovente mi accompagnano. Prendeteli quindi per quello che sono, ovvero semplici pensieri, riflessioni, e magari, piccoli sogni da condividere.

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