Quelli tra di voi che hanno qualche annetto in più, probabilmente invece che tra Pokémon e Yu-Gi-Oh, avranno avuto la fortuna di crescere a pane e Mazinga, con un contorno di Ufo Robot ed una spruzzata di Jeeg Robot d’Acciaio. Non me ne vogliano gli estimatori degli attuali beniamini animati, ma ai tempi in cui Go Nagai spargeva mostri e robot giganti in giro per il Giappone, la qualità era leggermente differente rispetto a quella odierna.
In Pacific Rim troviamo molto di quel periodo, e la mano di Del Toro si sente pesantemente in tutta la pellicola. Influenze, ispirazioni e bravura del regista, non sono quello che ci interessa in maniera primaria, ma dobbiamo comunque ammettere che è a lui che dobbiamo dire grazie per avere l’opportunità di vedere sul grande schermo questo fantastico film.
Per alcuni il cinema è magia, ed in fondo non hanno tutti i torti. Guardare un film a casa, il più delle volte resta esattamente quello che è, ovvero un paio d’ore di immagini su uno schermo, durante le quali potremmo rischiare, a volte, anche di addormentarci. Ma guardare un film al cinema è del tutto differente, magico appunto. Le sensazioni sono più forti, le emozioni più travolgenti, e l’immedesimazione con i protagonisti raggiunge livelli altissimi; anche se dobbiamo dire che questo avviene sempre a patto che la pellicola che scorre davanti ai nostri occhi sia in grado di farci sognare come desideriamo.
Grazie al cielo, Pacific Rim è proprio una di queste pellicole. Poche immagini iniziali, poche parole spese a spiegare gli avvenimenti precedenti a quelli che stiamo andando a vedere, ed in un batter d’occhio siamo già immersi in una nuova realtà, dove milioni di persone stanno perdendo la vita, ed il pericolo incombe perennemente su tutta l’umanità.
Veniamo oppressi da un’attesa angosciante per scoprire come un manipolo di piloti reagirà al prossimo attacco, viviamo la tragedia del protagonista, e sentiamo anche la sua densa e pesante disperazione. Più proseguiamo nella visione, più la nostra simbiosi con lui aumenta, come riuscissimo a stabilire un “drift” come fanno tra loro i piloti. E poco dopo infatti, noi non siamo più comodamente seduti in un cinema, siamo all’interno di quel fottuto robot, a muoverci per farlo camminare, all’unisono con il nostro compagno, tranquillamente in piedi su di un gigantesco reattore nucleare.
Durante i combattimenti riusciremo a stento a contenerci dal dimenare braccia e gambe sulla poltrona, come se cercassimo di aiutare i piloti nel loro intento, dividendo equamente il loro pesante fardello della loro connessione mentale. Combatteremo con loro, soffriremo con loro, consci e sicuri che quei giganteschi pugni si muovono anche grazie alla nostra forza ed alla nostra volontà.
Paficif Rim in un certo senso ci fa tornare bambini, al tempo in cui con tutta l’innocenza del mondo, alla domanda “cosa vuoi fare da grande?”, rispondevamo “sarò il pilota del Grande Mazinga!”, stampandoci sul viso un sorriso che pensavamo non sarebbe mai sparito (beata ignoranza…).
Volete sognare per qualche ora? Volete uscire dal cinema di nuovo con quel sorriso stampato in faccia? Allora non perdete questa occasione, ed andate a vedere Pacific Rim al cinema, saranno 131 minuti di cui non vi pentirete.
Piccolo disclaimer. Chiaramente quanto avete letto sopra sono solo osservazioni e pensieri personali, che scaturiscono dalle esperienze e dagli stati d’animo dell’autore. Prendeteli quindi per quello che sono, ovvero semplici pensieri, riflessioni, e magari, piccoli sogni.
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