News 12 Feb 2020

Sonic: Il Film – Recensione

Sonic è una delle icone videoludiche più famose e non ha di certo bisogno di presentazioni. Il porcospino blu infatti corre sulle nostre console dal lontano 1991, e grazie al suo successo è diventato la mascotte ufficiale di SEGA. Nel corso degli anni Sonic è stato protagonista di innumerevoli giochi (con qualità purtroppo altalenante), apparendo anche in altri media come serie animate piuttosto apprezzate.

Ecco arrivare ora anche la pellicola live action, e Sonic: Il Film sarà disponibile nelle sale dal 13 febbraio 2020. Vediamo quindi se il passaggio da videogioco a film è riuscito a soddisfare le aspettative.

Aspettative che, ammetto, non erano altissime, anche a causa delle polemiche che hanno coinvolto il film ancora prima della sua uscita. Nel caso ve lo foste dimenticato, appena uscito il primo trailer, il film è stato tempestato di critiche a causa del design di Sonic, ritenuto troppo differente rispetto all’originale. Le intenzioni iniziali infatti erano quelle di rendere Sonic più “realistico”, ma il risultato non era minimamente soddisfacente risultando quasi grottesco.

Per una volta la “voce di Internet” ha avuto la meglio e la produzione ha deciso di modificare completamente il design per renderlo più fedele al Sonic che tutti conoscono, anche se questo ha portato ad un posticipo nella data di uscita (il film sarebbe dovuto uscire lo scorso anno, ndr) e una notevole spesa per cambiare tutto il lavoro già effettuato.

Un sacrificio che tuttavia ha dato i suoi frutti, e il risultato su schermo è decisamente migliore di quanto si potesse sperare all’inizio.

Certo, stiamo pur sempre parlando di un personaggio digitale in un contesto reale, per cui la sensazione che stoni e non appartenga al nostro mondo è abbastanza forte nei primi minuti, ma dopo poco tempo ci si abitua a questo riccio blu antropomorfo che interagisce con persone normali. Normali fino ad un certo punto, infatti l’antagonista principale, il Dottor Robotnik (meglio conosciuto come Eggman) è interpretato da un magistrale Jim Carrey che sfoggia tutta la sua follia e carisma regalandoci una performance indimenticabile.

Senza mezzi termini il vero motivo per cui dovreste andare a vedere al cinema Sonic è quasi unicamente la sua presenza, infatti Jim Carrey riesce a tenere sulle proprie spalle tutto il film, e personalmente sono stato quasi tutto il tempo a sperare che Sonic si facesse da parte solo per vedere le scene con protagonista Eggman.

Jim Carrey riesce a tenere sulle proprie spalle tutto il film

Jim riesce a portare freschezza e risate con il suo atteggiamento sopra le righe e ben caratterizzato, cosa che invece non si può dire di Tom Wachowski, il compagno umano di Sonic interpretato da James Mardsen che lo aiuta nella sua avventura. Tom risulta infatti fin troppo piatto e stereotipato come personaggio, trovandolo personalmente quasi fastidioso, e non aggiunge molto alla pellicola, salvo giusto qualche scena in compagnia della moglie Maddie, interpretata da Tika Sumpter.

Il film scorre comunque piacevolmente per circa 1 ora e 40 minuti, ma vi consiglio di guardare anche i titoli di coda… e oltre.

Sonic soffre della “sindrome del primo film“, infatti si avverte sempre la sensazione di come sia solo una pellicola che introduce i personaggi senza esplorarli troppo a fondo e che pone unicamente le basi per un franchise che, chissà, si espanderà davvero solo con eventuali sequel.

In conclusione quindi Sonic: Il Film si è rivelata una trasposizione che naturalmente prende solo alcuni elementi dai videogiochi e li trasforma in qualcosa di diverso, ma che comunque ha delle potenzialità non da poco.

Potenzialità che tuttavia non sono espresse al meglio, ad esclusione del Dr. Eggman di Jim Carrey che da solo vale il costo del biglietto, e quasi meriterebbe uno spin-off dedicato unicamente a lui.

Se volete passare del tempo con una pellicola spensierata, divertente e leggera, Sonic è un film che può valere la pena vedere, ma non aspettatevi una trama che riesca a sorprendervi o che non risulti fin troppo stereotipata e prevedibile. La speranza è che in futuro gli autori cerchino di osare di più, ma la base di partenza è comunque buona e promettente.


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