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Sonic Mania – Recensione Switch

Sembrerà incredibile, ma Sonic ha già venticinque anni. Due decenni e mezzo durante i quali la celeberrima mascotte di casa SEGA ha alternato successi incredibili, nell’eterna rivalità per il predominio del platform col celebre idraulico baffuto di casa Nintendo, ad incredibili ed inaspettati fiaschi, capaci in più di qualche occasione di minare la stessa memoria dell’istrionico porcospino blu. Del resto, ammettiamolo: a parte qualche sporadico caso, gli ultimi capitoli di Sonic proprio così speciali non erano: dall’inaspettato passaggio alla terza dimensione, ritenuto da molti come un autentico tradimento alla visione originale del sempre lodato Yuji Naka, passando per soluzioni di design potenzialmente interessanti sulla carta ma al limite del disastroso una volta stretto il pad tra le mani, gli ultimi anni di Sonic e soci proprio così rosei non sono stati. Al punto che, per quanto dolorosa sia questa ammissione, il calo di interesse negli episodi recenti del porcospino divenne un’evenienza ai limiti del fisiologico. Quello stesso interesse che, così d’improvviso, venne risvegliato non molto tempo addietro dall’annuncio del “nuovo” Sonic Mania: che, passateci il momento romantico, tutti abbiamo da subito inquadrato come il tanto atteso momento del riscatto.

Riscatto che, a ben vedere, rischia di essere una definizione quasi riduttiva per la creatura di Christian Whitehead: questo perché basta trascorrere una manciata di minuti in compagnia del nuovo titolo di Headcannon e PagodaWest Games per ritrovarsi presi a schiaffi dagli anni ’90, dal momento di massima apoteosi di SEGA e, nella fattispecie, della propria icona trascinante. Sonic Mania è, prim’ancora di essere un meraviglioso platform, l‘omaggio migliore che la generazione corrente potesse dedicare alla bistrattata creatura di Naka, ancora capace – dopo 25 anni di attività – di incantare, impegnare e far letteralmente sudare il proprio pubblico senza dover necessariamente reinventarsi (talora in modo folle) sin dalle proprie fondamenta. Sonic, insomma, ci piace per quello che è sempre stato: un platform frenetico che sfreccia sotto le nostre dita alla velocità della luce. E proprio questo, finalmente, è Sonic Mania.

sonic maniaUna volta avviato Sonic Mania su Switch, banco della nostra prova odierna, la sensazione iniziale è di quelle devastanti: l’ultimo tassello cronologico del franchise del porcospino sembra essere uscito prepotentemente dal cuore degli anni ’90, quando MTV passava ancora canzoni interessanti e il tubo catodico rappresentava il non plus ultra della tecnologica visiva domestica. L’impatto è folgorante, proprio come ritrovarsi di fronte ad un Mega Drive delle grandi occasioni che regala una grafica sgargiante e una colonna sonora da autentico fuoriclasse. Bastano pochi secondi, almeno per gli amanti del platform più stagionato, per ritrovarsi invischiati sino alle ginocchia in un turbine di piroette, giri della morte, corse a perdifiato alla ricerca di location segrete, di anelli e dei numerosi collectibles che da sempre caratterizzano il marchio Sonic.

Che poi, a dirsela davvero tutta, al netto del citato comparto visivo galvanizzante è il level design di Sonic Mania a lasciare letteralmente sbigottiti: una commistione perfetta di scenari leggendari e nuove sezioni, mescolate con intelligenza lungo gli assi orizzontale e verticale e capace di spingere il concetto di “esplorazione” (almeno nei termini e nei modi di Sonic) oltre ogni limite mai raggiunto prima. Toglietevi dalla testa l’idea di scoprire ogni segreto, percorso alternativo, scorciatoia o quant’altro al primo giro: ciascuno dei dodici stage di cui si compone Sonic Mania, a propria volta suddiviso in due atti profondamente differenti uno dall’altro, è un dedalo intricatissimo di bivi, percorsi alternativi, piattaforme di accelerazione e quant’altro vi venga in mente al cui interno, inesorabilmente, finiremo per perderci per interi pomeriggi. La caccia al perfect score, allo stanare ciascun segreto nascosto con perfidia dallo sviluppatore in angoli dello scenario che difficilmente avremmo reputato persino raggiungibili, assume da subito i connotati di un’impresa titanica. Il che, a ben vedere, giova positivamente alla rigiocabilità del titolo, mai così alta nella storia del franchise: diciamo che sì, foste tra i folli desiderosi di dimostrare il vostro valore, dovreste sacrificare parecchio tempo delle vostre ferie per riuscirci.

Un mix perfetto di passato e futuro

Ad affiancare un sublime level design ci pensa un altrettanto ottima caratterizzazione delle boss fight, estese a ciascun atto di ciascun livello e, ancora una volta, impreziosita dall’alternanza di nemici iconici nell’universo Sonic (qualcuno ha detto Robotnik?) e di new entries non meno convincenti e, in alcuni casi, esilaranti. Il come affrontare queste sfide ripropone al giocatore quello stesso meraviglioso gusto del nostro passato, con la necessità di amplificare i riflessi, di calcolare i tempi dei salti e degli attacchi alla perfezione, di memorizzare quanto prima il pattern offensivo per affondare il contrattacco al – fugace – momento opportuno. Sonic Mania, l’avrete capito, è un mix perfetto di passato e futuro, dove la novità non si limita a coesistere con il glorioso lore della serie, ma piuttosto vi si amalgama, vi si fonde creando un gameplay armonioso ma frenetico, immediato ma al contempo non così facile da gestire al meglio. Proprio come ricordavamo i primi capitoli della serie nell’hardware SEGA, insomma.

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Ecco perché, per quanto prevedibili, non possiamo sorridere di fronte alle numerose autocitazioni che, livello dopo livello, Sonic e amici ci regalano generosamente. Citazioni che, probabilmente, saranno colte al meglio soltanto da un pubblico con un certo “peso” sulle spalle, ma che testimoniano a prescindere la cura maniacale e il rispetto con cui Christian Whitehead (e, parallelamente, il team di sviluppo) hanno approcciato la realizzazione di questo nuovo, imperdibile tassello. Un tassello che, inutile dirlo, permetterà al giocatore di sfrecciare nella Stardust Speedway o lungo la lussureggiante Green Hill Zone nei panni di Sonic, Knuckles o il piccolo Tails. In talune occasioni, il nostro porcospino preferito potrà utilizzare il morbido Tails come “trampolino” per sollevarsi temporaneamente da terra; inoltre, premendo una seconda volta il tasto del salto durante il volo sarà possibile attivare una nuova mossa di Sonic, ribattezzata Drop Dash, che permette di effettuare un ulteriore scatto (altresì detto Spin Dash) una volta raggiunto il suolo. Per quanto concerne Knuckles, notoriamente quello “più ganzo” del gruppo, la possibilità di planare o di arrampicarsi brevemente sulle pareti è una di quelle skill che, specie nei livelli più avanzati, può fare la differenza tra uno Stage Clear e l’ennesimo retry. Discorso diverso per il puccioso Tails, le cui doti “volanti” (utilizzando la coda a mo di elica) gli permettono di esplorare con più calma un qualsivoglia scenario, alla ricerca di succosi premi e accessi ad aree segrete.

Aree segrete che, è bene chiarirlo da subito, saranno tutto tranne che centellinate. Partendo dalla caccia agli Smeraldi del Caos, dove i nostri eroi dovranno rincorrere un UFO (cercando di raggiungerlo prima dello scadere del tempo) schivando tonnellate di ostacoli e raccogliendo Anelli e cristalli blu per aumentare i secondi a propria disposizione, i livelli segreti offerti da Sonic Mania sono la bellezza di 32: molti di questi, per essere affrontati, richiedono di attraversare un apposito checkpoint con almeno 25 anelli raccolti (situazione che farà “oscillare” la struttura del checkpoint, trasportandoci automaticamente nello stage bonus). Se superati positivamente, premieranno Sonic e amici con medaglie (d’argento, normalmente, ma anche dorate – se sarete abbastanza bravi nel raccogliere le sfere blu schivando quelle rosse, dopo l’ennesima curva a gomito a velocità folle) da utilizzare per divertisti in partite speciali caratterizzate dall’utilizzo di modificatori di gioco – alcuni di questi, ad esempio, permettono a Sonic o Knuckles di saltare più in alto, altri invece garantiscono un tempo di volo maggiore a Tails. Ci siamo dunque ritrovati ad affrontare scenari bonus di Sonic 2 e 3, sicuri della bontà dei nostri riflessi e dell’esperienza guadagnata nelle molte ore di gioco ai tempi del Mega Drive: peccato che quei 25 anni che citavamo in apertura siano trascorsi anche per chi vi scrive, lasciandovi di fatto intuire gli esiti meno positivi del previsto.

Ancora capace di incantare

Di fronte a tutto questo ben di Dio, la presenza di una modalità Time Attack appare come la proverbiale ciliegina su una torta che già di suo sfiora la perfezione. Al netto di un paio di bug (che, in un paio di occasioni, ci hanno costretto a riavviare la partita), impossibile chiedere di più da Sonic Mania: uno stile meraviglioso che trasuda il carisma dell’epopea Mega Drive, una giocabilità totale figlia di un level design davvero di altissima caratura e, non ultima, una colonna sonora (ancora una volta, mix perfetto di tradizione e innovazione) che meriterebbe di essere ascoltata in autoradio, a volume rigorosamente settato su “a palla”, da qui alla perdita parziale del nostro udito. Questo il biglietto da visita di Sonic Mania, quel ritorno ai vecchi fasti che in milioni di giocatori, da tempo immemore, stavano chiedendo a gran voce: ora, che il nostro desiderio è realtà, non ci resta altro da fare se non correre, nella speranza che quanto appena provato sia solo l’inizio di una seconda, meravigliosa vita per il porcospino più amato di sempre.

Conclusioni

Sonic è tornato, e non avremmo potuto auspicare un ritorno migliore. Sonic Mania, ancor prima di essere un platform geniale ed avvincente, rappresenta l’omaggio più riuscito che le ultime generazioni di videogiochi hanno saputo donare alla leggendaria creatura di Yuji Naka, bistrattata da esperimenti tra il folle e l’inconcepibile e oggi, dopo soltanto 25 anni, riportata alla propria forma più pura e perfetta. Velocità e frenesia, ma anche level design “old school non solo nella direzione artistica” e giocabilità di altissimo livello: un biglietto da visita spettacolare per un gioco sulla cui uscita, inutile nasconderlo, soltanto un paio d’anni fa difficilmente avremmo anche solo osato scommettere.

Al netto di qualche sporadico bug, insomma, Sonic Mania rappresenta il regalo più bello che un amante delle piattaforme (e, al contempo, dell’era a 16 bit di casa SEGA) possa farsi in questo torrido agosto: i riflessi non saranno più quelli di un tempo, chissà, ma quando riesci quasi a sentire l’aria che ti scivola addosso mentre sfrecci in compagnia di un vecchio amico, significa che qualcosa è davvero cambiato. E che Sonic, quello dei bei tempi, è di nuovo in città.

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