Los Angeles – Dura la vita dei super eroi. Le telecamere, la pressione dei fan, le sceneggiature ingarbugliate e i film, quelle pellicole super kolossal che si susseguono a ritmi vertiginosi una dopo l’altra. E poi lo spin off, il sequel, la serie basata su sceneggiatura originale. Chi ha detto che i super eroi salvano le persone bisognose? Tra un ciak e l’altro, non c’è abbastanza tempo per fare tutto. Lo sa bene il solito Cartman, che dopo aver salvato il mondo col famigerato Bastone della Verità ne inventa un’altra delle sue. Una super setta super segreta di super eroi senza macchia, con costumi impeccabili e poteri così super da far rabbrividire Batman. Obiettivo? Conquistare il cinema, la televisione, Netflix, qualsiasi cosa possa trasmettere le loro avventure nel maggior numero di pellicole possibili. Uno scopo nobile, non è vero?
Come sempre, però Cartman, o meglio Coon, fa i conti senza l’oste: troppi super eroi per farne delle movie star, qualcuno dovrà pur restare nelle retrovie come spalla e accontentarsi di un ruolo da gregario. Qualcuno, ma non certo lui: ed ecco che, di colpo, i Coon & Friends si spaccano, un gruppetto di rivoltosi accende la protesta e scatena la Civil War. Nascono i Freedom Pals, i traditori, reietti che pur di raggiungere la gloria personale decidono di aggregare le proprie (scarse) forze contro i poteri subdoli di Coon. La guerra si sposta così dallo scantinato della signora Cartman alle strade di South Park: e il passo verso l’intero pianeta, per degli eroi di questo calibro, è breve.
South Park: Scontri Di-Retti, inutile sottolinearlo, è uno di quei titoli che non passa inosservato. Prendete l’universo irriverente e politicamente scorretto di South Park, metteteci un insano gusto per le flatulenze e qualsiasi cosa di pessimo gusto vi salti in mente e, così su due piedi, catapultatelo all’interno delle recenti pellicole di eroi dei fumetti (la citazione alla Civil War, giusto per dire, non è casuale). Il risultato è un action RPG fuori da ogni schema conosciuto, dove volgarità, doppi sensi nemmeno troppo velati e riferimenti su gusti sessuali discutibili sono la norma. Però, e c’è un però grande come una casa, Scontri Di-Retti non è un action RPG semplice nelle meccaniche o, per certi versi, un mostriciattolo superficiale che maschera la propria banalità con dell’umorismo grezzo.
In realtà, vale l’esatto contrario. Quanto di buono visto con The Stick of Truth viene ulteriormente amplificato ed approfondito, sviluppando l’intera componente giocabile su tre paradigmi principali: esplorazione, combattimento tattico e umorismo interattivo. Su quest’ultimo, a ben vedere, non c’è poi molto da aggiungere a quanto suggerito dalla semplice immaginazione: ogni angolo di South Park è potenzialmente sorgente di una battuta o il luogo di ritrovamento di un oggetto da sbellicarsi dalle risate (tipo il ricercato Olio Lubrificante della signora Cartman, sui cui usi stendiamo un velo pietoso – ma no, non è per massaggi) su cui i personaggi in scena vomiteranno amenità o frasi scollacciate. Nella demo hands off a cui abbiamo assistito oggi, ad esempio, era presente una porta chiusa da una tastiera elettronica, una scelta di Cartman per tener lontana la madre dai suoi loschi affari: considerando che la password per entrare è Fuck You Mum (password che, per dovere di cronaca, risiede nel diario segreto di Coon, ricco di disegni di Stan e Kyle che “amoreggiano” allegramente in pose più o meno comode), capirete da soli dove questo Scontri Di-Retti possa andare a parare. Del resto, chiunque mastichi un pizzico di inglese, qualche domanda se l’era posta già a partire dal titolo. E se pensate che una delle novità del titolo è il Total Ass Control, un sistema che permette di gestire la pressione sullo sfintere quando ci si siede “sul trono del re“, riteniamo non ci sia molto altro da aggiungere.
Stesso discorso vale per l’esplorazione, componente fondamentale anche dell’episodio precedente che ora si snoda su una mappa di dimensioni decisamente più generose. Girare in lungo e in largo e soffermarsi ad analizzare armadi, tombini, bidoni della spazzatura o anche… water, premierà il giocatore con oggetti, armi, pozioni curative, tacos o un altro delle centinaia di oggetti (tra cui i sempre utilissimi pezzi di cacca) utilizzabili in combattimento. Per la prima volta nella serie potremo cimentarci nell’esplorazione della città lungo l’asse verticale: sfruttando le nostri abili doti di petomani (King Douchebag, del resto, ha un posteriore mica da ridere) e chiamando in nostro aiuto uno specifico eroe della nostra “squad”, potremo effettuare dei wall jump da un edificio all’altro per raggiungerne i tetti – sulle cui sommità, di solito, si celano utili scrigni ricchi di nuovi costumi, armi o potenziamenti.
Prima di parlare più da vicino della fase combat, vera novità di questo episodio, introduciamo la nuova suddivisione in classi del nostro PG. Le classi disponibili a gioco completo, che sarà disponibile dal prossimo 6 Dicembre, saranno in tutto dodici, anche se nella demo odierna sono state mostrate soltanto le prime tre. Partiamo dal Brutalist, il classico tank dei giochi di ruolo caratterizzato da una forza sovrumana negli attacchi ravvicinati e da una resistenza maggiore rispetto agli altri componenti del party. A questo si affianca il Blaster, combattente mid-range ispirato a Cyclops degli X-Men più a proprio agio con laser (e diti medi volanti) che con i classici cazzotti. Chiude il terzetto lo Speedster, ispirato chiaramente a Flash Gordon o Quicksilver, tutto velocità e riflessi (la sequenza che fa il verso ai cento colpi di Hokuto è un capolavoro) ma con parametri di forza e resistenza inferiori rispetto ai colleghi. Queste, lo ribadiamo, rappresentano solo il primo quarto delle classi a disposizione: sarà tuttavia possibile modificare l’appartenenza della classe scelta in partenza, man mano che le rimanenti verranno sbloccate nel gioco – come ci è stato raccontato dal Producer, soltanto alcune saranno accessibili dall’inizio. Non bastasse, sarà possibile mescolare i tratti principali di una data class con elementi di una seconda: qualcosa dell’ordine di un Brutalist con attacchi veloci o un Commander (di cui parleremo sicuramente nelle settimane a venire) che tira uppercut che Sagat levate …
Come si combatte, direte voi. La novità vera e propria coincide con l’introduzione di una scacchiera tattica al cui interno si muovono i PG del nostro party. A seconda della posizione del personaggio corrente e dell’attacco equipaggiato, sarà possibile colpire nessuno, uno o più elementi dello squadrone avversario. Considerando le skill da close, mid e long range dei numerosi personaggi di South Park in campo, sarà necessario disporsi con attenzione all’interno del reticolo di lotta per garantire il maggior damage avversario possibile. Scontri Di-Retti, insomma, acquisisce una nuova profondità tattica, obbligando chi gioca non solo a tener conto dei parametri classici dell’RPG quali danno, difesa o salute residua, ma anche a ricalibrare attacco dopo attacco la posizione migliore per massimizzare l’effetto. Anche quello di un banalissimo peto… che poi, in realtà, a South Park tanto banale non lo è mai stato.
Uno di quei titoli che non passa inosservato.
South Park: Scontri Di-Retti, non l’aveste capito, è una bomba. Certo, dovete amare alla follia la serie di Parker e Stone per non uscire disgustati dall’universo di turpiloqui e doppisensi a sfondo sessuale della cittadina più malata e assurda del Colorado: ma posto che abbiate abbastanza pelo sullo stomaco e che abbiate adorato il precedente episodio, in questo sequel troverete tutto quello che cercate, solo che sarà molto di più. “Bigger, longer & uncut“, a suo tempo, fu la tagline relativa all’omonima pellicola cinematografica tratta dalla serie TV: e per certi versi vale anche oggi, in questa Civil War rivisitata fatti di super eroi con evidenti problemi di basso ventre, afflitti dalla sindrome di Tourette e pieni dei peggiori difetti che da sempre affliggono l’universo umano. Però c’e da ridere come matti, e se a questo aggiungete un gameplay action RPG profondo e articolato alla perfezione, forse potrete scendere a patti con l’orgoglio e pensare che, dopotutto, sono pur sempre dei ragazzini. I peggiori che abbiate mai visto in vita vostra.