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News 15 Ott 2016

South Park: Scontri Di-Retti – Prova GamesWeek 2016

Milano – C’è qualcosa di magico dietro al nuovo South Park. Qualcosa che va oltre il riuscitissimo titolo in lingua madre (The Fractured but Whole) e, incredibile ma vero, oltre l’altrettanto ottimo adattamento italiano. Qualcosa che va oltre il franchise stesso, noto praticamente in ogni angolo del globo per scurrilità, politicamente scorretto, razzismo, omofobia e qualsiasi altra cosa vi venga in mente alla voce “reato contro l’umanità”. South Park: Scontri Di-Retti, la seconda creatura videoludica nata dalla fusione mentale di Ubisoft e quei cavalli impazziti di Matt Stone e Trey Parker, è probabilmente la cosa più geniale del mondo (videoludico) delle due ultime generazioni di console. Ed è un’affermazione grossa, perché già Il Bastone delle Verità era una figata poderosa.

Prendete l’attuale corrente cinematografica di Marvel e DC: quella che prevede un film, un sequel, un prequel, uno spin-off a metà strada tra i due, una serie tv in più stagioni che culmina in un nulla di fatto ma che rimanda il tutto ad un nuovo ciclo di film. Dai, non è difficile, specie se ci riescono persino dei ragazzini con seri problemi sociali dispersi in una cittadina ancora più sperduta del Colorado. Già più volte invasa da alieni, distrutta da gigantesche Barbara Streisand in formato T-Rex metallico e chi più ne ha più ne metta, ma sempre di South Park stiamo parlando …

Ancora una volta c’è lui dietro a tutto, il culone lardoso più celebre dell’animazione: Cartman, o forse è il caso di dire The Coon, intenzionato a portarsi a casa milioni di verdoni sonanti creando un vero e proprio franchise di super eroi locali. Eroi dai poteri “incredibili”, mettiamola così, per i quali l’immediato futuro prevede uno schema come quello annunciato qualche riga fa: un primo film, una serie TV, un epilogo maestoso e la consacrazione. Tutto è semplice, chiaro, scritto nero su bianco nella classica lavagna presente nella cantina di casa Cartman. Un piano perfetto, troppo perfetto, almeno sino a quando un paio di dissidenti (capitanati manco a farlo apposta da Stan e Kyle) capiscono come, nell’intrigo Hollywoodiano di Coon, ci sia spazio per un solo grassissimo vincitore.

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E no, le cose non possono andare certo così. Si litiga duramente in quella cantina, chi difendendo l’ambizione smodata di Coon, chi incazzandosi come un’ape (cit.) per il tentativo di inc… tradimento in corso. Il gruppo si scinde, nascono due fazioni belligeranti: Coon & Friends da un lato, i Freedom Pals dall’altro. Insulti, schiaffoni e peti a volontà, per quella che rischia di diventare la Civil War più leggendaria di sempre: non so a voi, ma a me già questo pare un qualcosa di geniale…

Accantonata per un secondo la parentesi narrativa, fermo restante che quanto visto e annusato sinora lascia presagire ad un qualcosa di epocale almeno per gli amanti della serie animata statunitense – spendiamo qualche riga per spiegare ancora una volta il gameplay di questo titolo, rimandandovi tuttavia alle nostre anteprime da Los Angeles e Colonia, rispettivamente, per capire le meccaniche base di Scontri Di-Retti e cosa significhi ritrovarsi immersi in un paese del Colorado con un “visore da naso” che regala aromi flatulenti in real time.

South Park: Scontri Di-Retti è un action RPG che, proprio come il mai troppo lodato predecessore, difficilmente passa inosservato. Da un lato perché, ammettiamolo, combattere a suon di peti infiammati o usando materiale organico non meglio definito come arma non accade certo tutti i giorni – e sì, è divertentissimo (NdR.). Dall’altro perché, sotto una veste volgare, irriverente, maschilista e chi più ne ha più ne metta, si nasconde un’intelaiatura ludica estremamente efficace e convincente, che mescola i paradigmi dei due citati generi, azione e gioco di ruolo, instradando l’esperienza di gioco su tre pilastri ben definiti: narrazione, esplorazione e combattimento.

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Su narrazione – e, di conseguenza, umorismo sfrenato – non serve nemmeno spendere troppe parole. Del resto, Il Bastone delle Verità ci ha abituati sin troppo bene: e “scoprire” dopo pochi minuti di gioco che la combinazione segreta per accedere alla cantina di Cartman è “Fuck You Mum”  fa ancora ridere di brutto – anche se è la terza volta che la senti ripetere. Stesso discorso quando ci viene chiesto di mostrare i muscoli …. posteriori: non dimenticatevi del Total Ass Control, questa arte segreta rubata allo Yoga con la quale potremo controllare al meglio lo sfintere del nostro protagonista, facendogli sganciare delle atomiche rilevabili dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Questo è solo l’inizio (grossomodo 10 minuti di gioco): immaginate dove Stone e Parker potranno arrivare, in oltre 10 ore di avventura.

L’esplorazione, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, permette al giocatore e al proprio party di mettere da parte pozioni, armi, oggetti curativi e altri item potenzialmente utili in battaglia. Un discorso che si applica paro paro a South Park: Scontri Di-Retti, non fosse che tra i numerosi oggetti con cui andremo ad interagire ci saranno water (non necessariamente nostri o di nostri amici) e utilissimi “pezzi di cacca” (con o senza nocciolina, ci disse a suo tempo il Producer del titolo) da scagliare amorevolmente contro il prossimo. A questo possiamo aggiungere siringhe infette, tacos, feti e altre amenità simili: ricordatevi che, a South Park, ogni cosa ha uno scopo: e se proprio non doveste trovarlo, potrete sempre usarla in combinazione con un buon peto per abbattere l’avversario. Novità di questo secondo episodio è il maggior sviluppo lungo la componente verticale: potremo infatti arrampicarci sugli edifici, saltando da una parete all’altra di due case confinanti, semplicemente sfruttando la potenza di fuoco posteriore di un membro del nostro party: non tutte le flatulenze, in questo caso, vengono per nuovere.

South Park: Scontri Di-Retti è esplosivo. A buon intenditor …

Per quanto concerne l’aspetto combat, la demo odierna ha permesso di vedere più da vicino l’enfasi posta attorno al concetto di Positioning del PG: per la prima volta, la serie vanta una Schacchiera Tattica per la gestione dei turni dei membri del party. Classe del personaggio, posizionamento sul reticolo e armamento equipaggiato determinano l’effetto dell’attacco caricato, che può avere effetto su uno, più o tutti gli appartenenti al gruppo nemico a seconda delle skill da close, middle o long range del personaggio corrente. Rispetto al passato, dunque, viene posta ulteriore enfasi sugli aspetti tattici del gioco di ruolo: un posizionamento sbagliato può catapultarci esattamente lungo la linea di “fuoco” nemica. E cosa significherebbe questo, lo potete immaginare tutti.

South Park: Scontri Di-Retti, almeno per chi vi scrive, rappresenta uno di quegli appuntamenti da non perdere, nemmeno in caso di glaciazione o tempesta di meteoriti. Un GOTY da qui al “duemilaenonsoquando“, impreziosita ulteriormente (come già vi abbiamo raccontato) da una localizzazione completa in lingua italiana – una autentica manna dal cielo per i meno avvezzi alla lingua d’Albione, nonostante parte dell’umorismo e dei giochi di parole verrà irrimediabilmente perso nel lavoro di adattamento. Volgare, scorretto, flatulento e umanamente deprecabile da chiunque abbia un minimo di umanità nel cuore, South park: Scontri Di-Retti minaccia di mantenere ancora altissima la bandiera issata una manciata di anni fa da Il Bastone delle Verità. E a giudicare dalla brezza misteriosa che proviene da quella ridente cittadina del Colorado, non dovrebbe avere difficoltà a riuscirci.


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