Se è vero che la storia presenta un aspetto ciclico, Nintendo ne è sicuramente la prova. Che le sue console siano di successo o meno, poco cambia: i giochi che contano maggiormente per le sue piattaforme sono sempre (e spesso solo) le esclusive prodotte da lei stessa. La storia sembra quindi ripetersi: nuova console, differente successo rispetto alla prima Wii, ma come al solito dobbiamo constatare un’importanza fondamentale delle esclusive, come per l’appunto Splatoon, il nuovo sparatutto coloratissimo in uscita il prossimo 29 maggio su Wii U. Abbiamo avuto modo di provare alcune delle novità mostrate nell’ultimo Direct e queste sono le nostre impressioni prima della recensione in arrivo tra qualche giorno.
Splatoon è ormai in dirittura d’arrivo, ma per chi non ne avesse mai sentito parlare si tratta di un coloratissimo sparatutto in cui delle strane creature (Inklings) possono assumere sia le sembianze di un calamaro che una forma umanoide. Che si tratti di battersi contro altri Inklings o contro vari nemici, l’idea alla base del gameplay è semplice: bisogna sparare dalle armi a disposizione più vernice possibile del proprio colore per rallentare e uccidere eventualmente i nemici. In versione calamaro inoltre gli Inklings possono nuotare nella vernice del proprio colore, spostandosi velocemente e in maniera stealth. Pochi elementi per creare un gameplay potenzialmente esplosivo.
Subito dopo la schermata iniziale veniamo catapultati nella piazza centrale, una delle novità mostrate nel Direct: ad accoglierci nella piazza ci pensano Stella e Marina che con il loro notiziario ci informano su quali sono le mappe disponibili nelle varie modalità. Dopo aver ascoltato i loro consigli (“Mi raccomando, stai in gambero!“) possiamo fare un giro per la piazza per scoprire un cabinato arcade con minigiochi, i negozi di vestiti, la Torre centrale per le mischie, la Palestra (per gli scontri 1 VS 1 offline) e il Distretto polpo, ovvero la modalità singleplayer.
Di tutto quello che questo hub ha da offrirci abbiamo potuto provare soltanto la Palestra e il Distretto polpo, perché i vestiti sono acquistabili sono una volta raggiunto il livello 4 e l’avanzamento di livello è legato all’esperienza acquisita nelle partite multiplayer.
Se lo scopo negli sconti mutiplayer è ricoprire col proprio colore una superficie maggiore della squadra nemica, nella modalità Palestra l’obiettivo è far scoppiare dei palloncini: due giocatori si scontrano (guardano uno lo schermo della tv e l’altro il GamePad) e a fine battaglia vince chi ne ha fatti esplodere di più. Ovviamente potremo attaccare il nostro avversario e la sua morte lo priverà di preziosi punti. Nelle fasi finali dello scontro, una morte comporta una perdita maggiore di punti, rendendo quindi questi ultimi secondi dello scontro molto frenetici. È difficile con poche partite valutare una modalità del genere: per quanto faccia piacere un occhio di riguardo per una modalità multiplayer ed offline, alcune armi sembrano essere sbilanciate (il rullo per esempio, adatto per ricoprire grandi aree di vernice, ma non per gli scontri) e soprattutto spiace notare che la combo di controlli WiiMote col Nunchuck non è supportata ed è necessario invece possedere un controller Pro.
Molto corposa e interessante ci è sembrata la modalità singleplayer, ambientata nel Distretto Polpo. Una volta raggiunta questa zona sotterranea verremo accolti da un vecchietto che ci assolderà come agenti speciali con il compito di sconfiggere i Polpi che hanno rubato i Pesciscossa, ovvero la fonte di energia degli Inklings. Per questa modalità Nintendo ha deciso di declinare Splatoon nel genere che più di ogni altro la contraddistingue, ovvero i platform. I vari livelli di Splatoon non possono quindi che ricordare una versione in negativo di Super Mario Sunshine: più sporcheremo le piattaforme con il nostre colore e più chance avremo di accerchiare e sopraffare i nemici, che potrebbero non accorgersi nemmeno della nostra presenza. I livelli, almeno all’inizio, sono abbastanza lineari, ma già dai primi quattro si nota una progressione della difficoltà di tutto rispetto che culmina nel classico boss da affrontare in un’arena, prima di poter proseguire verso la zona successiva.
I controlli sono quanto di più bizzarro ci sia recentemente capitato di vedere: usare lo schermo stesso del GamePad per puntare più risultare inizialmente un po’ scomodo, soprattutto per la sensazione di nausea che può provocare una telecamera così sensibile e mossa. Si può anche provare a controllare la visuale solo con le levette analogiche, ma abbiamo immediatamente constatato che si tratta di una modalità di controllo troppo lenta, che ci pone in una situazione di svantaggio rispetto agli avversari.
Prima di esprimersi definitivamente su Splatoon ci sono ancora tantissimi elementi da valutare, primo fra tutti il mastodontico muliplayer che costituisce il fulcro del gioco. Per il momento però sembra proprio che queste prime ore in compagnia di Splatoon abbiano macchiato i nostri cuori col colore giusto.
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