Sono passati due anni dall’uscita di Star Wars Battlefront, reboot di uno degli shooter più popolari dell’era PS2. Progettare un sequel per quel capitolo iniziale tanto discusso non è stata sicuramente un’impresa semplice, ed Electronic Arts ha deciso di affidarsi a ben tre studi di sviluppo per riuscire a creare un degno successore che superasse le critiche che la prima iterazione del nuovo franchise ha ricevuto.
Star Wars Battlefront II è il prodotto di uno sviluppo incrociato, figlio di DICE, Motive e Criterion Games. Ognuno di questi studi si è prodigato sia per creare una nuova base da cui ripartire per migliorare quanto di buono era stato fatto nel primo capitolo. Questa congiunzione di forze è servita inoltre a dare una risposta tangibile alle voci degli appassionati, che richiedevano da anni una campagna single player e scenari di battaglia che comprendessero tutte le ere della saga spaziale creata da George Lucas.
Il compito non era affatto facile: riuscire a trasporre scenari, veicoli ed eroi provenienti dall’intera epopea di Star Wars è un’impresa titanica, che va oltretutto a toccare un brand che ha influenzato così tanto la cultura popolare moderna da quarant’anni a questa parte da risultare quasi sacro ai suoi appassionati. Il rischio di fallire, data la posta in gioco, era decisamente alto: il nuovo Battlefront avrebbe dovuto sorpassare in tutto e per tutto il suo predecessore.
Dopo circa due anni di sviluppo, il nuovo capitolo è finalmente fra noi, e con la sua uscita arrivano tutti i cambiamenti richiesti da una delle fanbase fra le più esigenti al mondo. La prima grande novità è rappresentata quindi dalla campagna in giocatore singolo, che vede come protagonista il comandante imperiale Iden Versio, un personaggio creato con l’ausilio di Lucasfilm e della scrittrice Christie Golden, che ha contribuito al background di Iden con il libro “Inferno Squad”. A prestare viso e voce alla tenace combattente imperiale è l’attrice Janina Gavankar, che aggiunge carisma e credibilità ad un personaggio davvero interessante, che vedrà la sua evoluzione nelle circa otto ore richieste per completare la campagna principale. La storia di Star Wars Battlefront II ha inizio durante le ultime battute de Il Ritorno dello Jedi, salvo estinguersi poco prima dell’inizio de Il Risveglio della Forza. Nonostante una sceneggiatura a tratti ingenua e forse prevedibile, la storia di Battlefront II ha dei momenti davvero interessanti ed imperdibili per tutti i fan della saga. I riflettori sono ovviamente puntati su Iden Versio, ma aggiungono spessore alla narrazione anche le performance di Paul Blackthorne e TJ Ramini, nel rispettivo ruolo di Gideon Hask e Del Meeko.
Durante l’arco narrativo composto da 12 missioni della durata di circa 45 minuti l’una, vestiremo i panni di alcune personalità leggendarie provenienti dal pantheon canonico di Star Wars. Nonostante alcuni momenti davvero epici dovuti anche alla presenza di questi iconici personaggi, la storia spesso sembra scorrere troppo velocemente, con un epilogo che lascia spazio a moltissime domande ed insinua un dubbio che potrebbe sconvolgere i fan de Il Risveglio della Forza. Tutta la campagna si lascia giocare rapidamente, fra ambientazioni inedite ed altre ben conosciute, fino a chiudere una storia che è destinata comunque a continuare con l’espansione gratuita “Resurrection” in arrivo il giorno di uscita al cinema de “Gli Ultimi Jedi” nel mese di dicembre.
La storia di Battlefront II ha dei momenti davvero interessanti ed imperdibili per tutti i fan della saga
Il comparto narrativo è stato progettato da EA Motive, lo studio di Jade Raymond che ha collaborato con Lucasfilm per creare un filone narrativo che ben si integrasse con il nuovo canone di Star Wars. Le cutscenes della campagna sono realizzate ottimamente, e il lavoro di motion capture sulle performance degli attori è davvero notevole, tanto da dare spesso l’impressione di star guardando uno spin-off della saga principale. Lucasfilm ha dimostrato di credere davvero molto nel progetto di EA, tanto da far uscire, a supporto della campagna, il già citato libro intitolato “Inferno Squad” che funge da prequel alla storia principale e fornisce un dettagliato background ad Iden e soci.
Dopo aver terminato la campagna principale avremo ben pochi motivi per riprendere in mano l’avventura di Iden: in termini di rigiocabilità il titolo non offre null’altro che non sia raccogliere qualche collezionabile durante i dodici capitoli. Tuttavia giocare il single player ci farà prendere dimestichezza con tutte le armi del gioco, senza contare i moltissimi perks e la maggior parte dei veicoli. Infatti alcune delle sequenze più memorabili della campagna principale si svolgono a bordo di un caccia, sfrecciando fra i detriti della morte nera o volando sopra i cieli di Jakku e Takodana. DICE ha fatto un lavoro superbo nel ricreare le iconiche ambientazioni dei film, dalle lussureggianti foreste di Endor agli austeri interni degli Star Destroyer imperiali. Inoltre, seguire la storia ci darà un’infarinatura generale sulle abilità degli eroi, Iden compresa: il comandante dell’Inferno Squad ha infatti a disposizione diverse e peculiari capacità, e gode dell’ausilio di un piccolo droide in grado di eliminare i nemici a distanza ed interagire con i terminali delle porte.
Il cuore pulsante della nuova produzione EA risiede comunque (e prevedibilmente) nel comparto multigiocatore, ora spogliato delle innumerevoli modalità di gioco presenti nel primo Battlefront, le quali in questa nuova iterazione sono ridotte a cinque. DICE ha voluto aggiungere profondità al suo sparatutto stellare implementando un nuovo sistema che vede l’introduzione delle classi in ognuno dei differenti approcci alla scena multigiocatore. Ogni classe ci permetterà di avere accesso ad un diverso set di armi, potenziamenti ed equipaggiamento per trovare quella che più si adatta al nostro stile di gioco, sia durante le schermaglie sulla terraferma che nello spazio a bordo dei letali caccia stellari. Il primo approccio al multigiocatore appare piuttosto caotico e poco immediato: i ruoli che interpreteremo sul campo di battaglia andranno a influenzare direttamente le performance dell’intero team, quindi per agire al meglio occorrerà utilizzare un pizzico di strategia per bilanciare la nostra forza d’attacco. La classe degli assaltatori rimane probabilmente la più versatile, mentre il soldato pesante è utilissimo per mantenere le posizioni o sfondare le linee nemiche. Gli ufficiali devono invece stare nelle retrovie, fornendo supporto con il loro letale set di potenziamenti e strutture difensive, come la torretta a fuoco automatico.
Lo stesso discorso vale per le battaglie spaziali, durante le quali dovremo scegliere fra caccia, intercettori e bombardieri. I primi due avranno sicuramente dalla loro velocità e manovrabilità, ma la maggior potenza di fuoco garantita dai bombardieri si rivelerà essenziale per distruggere velocemente gli obiettivi di gioco e garantire così al proprio team la vittoria. DICE ha stravolto anche il sistema che riguarda le unità eroiche, che ora sono più numerose e dalle abilità diversificate. Ogni eroe ha un ruolo specifico che riflette vagamente la sua natura nella saga di Star Wars: Kylo Ren è un letale attaccante, mentre la Principessa Leia fornisce un ottimo supporto alle truppe in gioco. Per utilizzare queste potenti unità, DICE ha rimosso il vecchio sistema di power-ups presente nel primo Battlefront introducendo i punti battaglia, una valuta che si ottiene esclusivamente danneggiando gli obiettivi o abbattendo i nemici, e che potrà essere “spesa” nell’acquisto di un’unità eroica da schierare immediatamente in campo. In questo modo il gioco premia i player più capaci con la possibilità di schierare soldati d’élite o potenti eroi sul fronte.
l primo approccio al multigiocatore appare piuttosto caotico e poco immediato
A differenza del primo Battlefront, che premiava in maniera casuale i giocatori che riuscivano ad accaparrarsi il “token eroe” il più velocemente possibile, questo seguito richiede ai giocatori, all’interno del match, di sfoderare una prestazione di un certo livello per poter utilizzare un eroe. Una delle critiche apportate al primo capitolo riguardava effettivamente la reperibilità degli eroi: era infatti più facile che giocatori inesperti “sprecassero” un’unità eroica in poco tempo, danneggiando l’intero team e le sorti della battaglia di conseguenza. Ora questo problema è stato definitivamente risolto, ed inoltre se capitasse che un eroe venga abbattuto prima del tempo, nulla ci vieterà di rischierarlo immediatamente qualora possedessimo il giusto ammontare di punti battaglia. Probabilmente il nuovo sistema rischia di essere troppo severo con i giocatori poco esperti, che non riusciranno praticamente mai ad utilizzare unità eroiche fino a che non avranno acquisito sufficiente skill all’interno del gioco. Questi potenti personaggi rimarranno inizialmente appannaggio dei giocatori più abili in campo, spronando le nuove leve ad allenarsi duramente per migliorare il proprio punteggio.
Il comparto multigiocatore di Star Wars Battlefront II ci permette di scegliere fra cinque modalità: Assalto Galattico, Assalto Caccia Stellari, Eroi contro Malvagi e le più classiche Attacco ed Eliminazione. La prima è la modalità di punta del nuovo titolo DICE, e può essere affrontata da 40 giocatori contemporaneamente. Assalto Galattico offre una serie di mappe ad obiettivi, con una forte presenza di veicoli ed eroi; probabilmente è una delle modalità più varie e divertenti del gioco, in grado di proporre le curate ambientazioni della saga assieme alla frenesia garantita dallo scontro PVP. Stesso discorso vale per Assalto Caccia Stellari, che sembra la controparte spaziale della modalità precedente: in diversi scenari ambientati in tutte le tre ere di Star Wars saremo coinvolti in schermaglie e dogfight frenetici ed appaganti, rafforzati da un’ambientazione credibile e tematizzata, oltre che da obiettivi vari e divertenti. Va sottolineato il fatto che il modello di guida dei caccia stellari è stato riprogettato da zero ed affidato a Criterion Games, un’autorità in fatto di veicoli: a loro si deve la serie Burnout, e il know-how dello studio ha migliorato moltissimo il sistema di guida delle astronavi di Battlefront II. Il risultato è davvero esplosivo: i controlli sono intuitivi e la manovrabilità di ogni velivolo è totalmente personalizzabile, grazie alla possibilità di invertire la telecamera e di abilitare o disabilitare l’assistenza sul rollaggio dei caccia per trovare la configurazione che più si adatta al nostro stile di gioco.
Ad aggiungere carne al fuoco ci pensano le astronavi eroiche, ottenibili esattamente come la loro controparte a terra, che rappresentano alcuni fra i più iconici velivoli provenienti dal pantheon di Star Wars. Queste modifiche rendono di fatto la modalità Assalto Caccia Stellari la più divertente di tutta l’offerta proposta da Electronic Arts. Certo, anche questo approccio al gioco non è esente da difetti: a volte ci si trova a sparare per troppi secondi prima di provocare un danno serio, e spesso le hitbox di Star Destroyer, palazzi e terreni non sono abbastanza precise e interromperanno la nostra corsa con una triste esplosione dovuta all’impatto con un muro invisibile. Peccato, perché con qualche limatura un più ci saremo trovati davanti alla miglior versione di scontri spaziali mai vista in un gioco su Star Wars. Passiamo poi ad Eroi contro Malvagi, una versione rivista della popolare modalità proposta nel primo Battlefront: questa volta non ci sono più soldati comuni ad affrontarsi ma solo unità eroiche in una specie di Hunger Game ad eliminazione diretta. Anche qui occorrerà pianificare un minimo le nostre mosse e scegliere il mix di eroi più adatti alla nostra strategia. Le due modalità rimaste, Attacco ed Eliminazione, sono rispettivamente un deathmatch a squadre con obiettivi ed un “tutti contro tutti” che gli appassionati degli sparatutto conoscono bene.
Arriviamo alla nota dolente dell’intera produzione EA, ovvero il sistema di progressione dei personaggi e degli eroi, che è stato per giorni al centro di aspre polemiche sulla rete. Ci teniamo a sottolineare che l’intera infrastruttura è già stata stravolta per tre volte prima del day one, con la rimozione (momentanea) di tutte le microtransazioni dall’interno del gioco. Ma partiamo dall’inizio: ogni personaggio, che sia un comune soldato o un’unità eroica, può essere equipaggiato con tre diversi perks o potenziamenti che prendono il nome di Star Cards. Ognuno di questi potenziamenti ha un diverso grado di rarità che si divide in comune, non comune, raro o epico. Il suo valore e la sua efficacia sul campo di battaglia sarà quindi proporzionale alla rarità della carta stessa: un detonatore termico epico farà leggermente più male dello stesso in versione comune. Queste carte sono ottenibili in due diversi modi: comprandole dal menù di sviluppo del personaggio o tramite le famigerate loot box presenti all’interno del menù principale. Le tanto odiate casse sono la fonte principale sia di nuove Star Cards che di parti di ricambio, una delle tante valute in game che ci servirà per sbloccare o potenziare le carte stesse. Il titolo di DICE è abbastanza generoso, e regala diverse casse e potenziamenti in base alla progressione nel gioco ed al completamento di alcuni obiettivi. Inoltre, non è possibile trovare carte di rarità Epica nelle loot box, costringendo di fatto gli utenti a giocare il titolo piuttosto che a pagare per sbloccare ulteriori potenziamenti. C’è anche da dire che tutte le armi sono sbloccabili esclusivamente giocando e non è possibile trovarle nelle casse: per sbloccare nuovi fucili o pistole blaster occorrerà avanzare nella propria classe preferita e fare 50, 100 o 500 uccisioni.
Graficamente è la miglior trasposizione videoludica dell’universo di Star Wars
Anche gli eroi possono essere sbloccati esclusivamente giocando: a fine di ogni partita riceveremo dei crediti che potremo utilizzare per acquistare altre casse o per sbloccare uno dei tanti eroi che il titolo ci mette a disposizione. Inizialmente il costo delle unità eroiche era decisamente elevato, ma il parere negativo della community ha fatto cambiare le cose piuttosto rapidamente, convincendo DICE a ridurre drasticamente il costo degli eroi e successivamente a rimuovere ogni forma di microtransazione dall’economia del gioco. Ci teniamo ad aggiungere che in un titolo come Star Wars Battlefront II, dove il fattore più importante è la skill del giocatore, le Star Cards influenzano in maniera piuttosto marginale l’esito di una partita. È comunque altrettanto vero che possedere più carte stellari significa comunque avere un vantaggio, anche se non così determinante come i detrattori sostengono. Ad ogni modo, le aspre critiche degli appassionati e le pressioni di Disney hanno portato Electronic Arts a rivedere l’intero piano di rilascio di Star Wars Battlefront II, ed il colosso americano sta a tutti gli effetti cercando di venire incontro il più possibile ai bisogni della fanbase. Infatti il titolo ha già alcune espansioni in arrivo con la prima stagione ispirata a The Last Jedi. Questo pacchetto di update partirà dal 5 dicembre e porterà nuovi contenuti ogni settimana, fra i quali due nuovi eroi, nuove mappe, nuove armi, nuove carte e persino un capitolo aggiuntivo della campagna. Il tutto sarà distribuito gratuitamente, ed occorrerà vedere se alla luce degli ultimi cambiamenti e con la rimozione delle microtransazioni, il modello di distribuzione gratuita delle espansioni sarà ancora sostenibile per lo studio svedese.
Graficamente, Battlefront II è indubbiamente la miglior trasposizione videoludica dell’universo di Star Wars: DICE ha sacrificato la distruttibilità ambientale e gran parte della fisica di gioco per ricostruire fedelmente ogni pianeta, ogni astronave ed ogni avamposto: il risultato è notevole ed è sotto gli occhi di tutti; giocando a Star Wars Battlefront II si ha davvero la sensazione di essere all’interno della fantastica galassia creata da George Lucas quarant’anni fa. Le variopinte pozze d’acqua di Pillio o le lussureggianti foreste di Endor appaiono splendide in tutte le risoluzioni suportate dalla vostra console o dal vostro PC; certo, è un peccato vedere un camminatore imperiale incastrarsi su una roccia che normalmente distruggerebbe, ma la bellezza e la fedeltà delle ambientazioni ripaga facilmente l’occhio dell’appassionato. Tecnicamente il gioco soffre di qualche piccolo problema di gioventù che verrà sicuramente sistemato con qualche patch, come ad esempio alcune compenetrazioni poligonali di troppo o qualche bug durante la campagna principale. Inoltre, le prestazioni del titolo durante i match multiplayer sono solide, con i frame al secondo stabili sia su PC che su console. Il sonoro è eccezionale, con alcune tracce inedite e composte esclusivamente per il titolo DICE. Anche il doppiaggio è di buon livello, e per gli amanti della lingua originale è possibile impostare la versione audio inglese senza perdere il menù ed i sottotitoli nostrani.
Star Wars Battlefront II è un gioco che poteva aspirare ad essere grande. Le premesse c’erano tutte: un roster variegato di eroi, tutte e tre le ere giocabili ed una campagna single player canonica e scritta dallo sceneggiatore di Spec Ops: The Line, Walt Williams. Peccato che il confusionario sistema di progressione ed alcune scelte poco chiare da parte della dirigenza di Electronic Arts abbiano peggiorato l’esperienza di gioco ancora prima che questo fosse disponibile sugli scaffali. La scia di polemiche che ne è conseguita ha costretto DICE a mettere mano più volte al sistema di gioco, di fatto ammettendo gli errori causati dal “corporate greed”. Tuttavia il colosso americano sembra aver recepito le critiche, agendo rapidamente per migliorare gli aspetti meno graditi agli appassionati, come le microtransazioni, il prezzo degli eroi ed il drop delle carte nelle loot box. “C’è del buono in lui”, diceva Luke Skywalker a proposito di Darth Vader, e lo diciamo anche noi a proposito di Star Wars Battlefront II. Se deciderete di andare oltre il muro di critiche, vedrete un titolo che sa divertire e trasportare i fan nella Galassia lontana lontana più amata di sempre. |