La Forza si desta nel ritorno della saga più amata di tutti i tempi.
Mon è esagerato definire Star Wars: Il Risveglio della Forza uno dei film più attesi della storia del cinema, se non proprio quello con il livello di hype più alto mai registrato. Alla brama di scoprire come va avanti la saga si aggiunge il dilemma dilaniante dell’era post-George Lucas e sotto il dominio Disney: tutti si chiedono se la casa di Topolino ha distrutto il mondo creato anni or sono dalla mente geniale del papà di Indiana Jones e, prima di addentrarci (non troppo) nel commento del film, possiamo subito rispondere a questa domanda. Star Wars è salvo.
Essendo questa una recensione senza spoiler non vi diremo nulla su trama e personaggi, ma ci limiteremo ad un commento generico, rimandando la discussione su di essi ad un secondo momento: per ora vi basti sapere che Star Wars: Il Risveglio della Forza rispetta e rappresenta in tutto e per tutto la quintessenza della saga: J.J. Abrams ha infatti svolto un incredibile lavoro di filologia cinematografica che va oltre il fan service e coglie tutto ciò che ha contraddistinto in questi 38 anni la saga fantascientifica più amata di sempre e li ha riversati con classe in un primo capitolo di una nuova trilogia. Troverete quindi tutto quello che avete amato, dall’immagine iniziale del logo che slitta verso l’alto seguita da una astronave abnorme che copre lo schermo, sino ad un epico scontro finale che vede i nostri eroi impegnati sia nei cieli che in un duello a terra.
La base primaria su cui J.J. Abrams ha lavorato è evidentemente la trilogia originale, esteticamente filtrata secondo i gusti attuali e totalmente scevra di quell’aspetto pacchiano ed eccessivo della trilogia prequel. Tutto, in effetti per la prima volta, è davvero “figo”, dalle pose plastiche ai costumi, e si trova in un impensabile connubio tra il canone e l’estetica moderna. Ma J.J. Abrams si è spinto oltre, arrivando al punto che ad essere stati “tradotti” non sono solo gli elementi visivi, ma anche narrativi: i tempi cambiano, le generazioni si susseguono, ma la storia evidentemente per il creatore di Lost ha una sorta di aspetto ciclico e presenta situazioni simili a personaggi nel cui destino è possibile riscontrare un percorso, sì già tracciato da altri, ma non per questo meno difficile o epico.
La campagna pubblicitaria è stata così invasiva in questi mesi che non è un mistero per nessuno la netta contrapposizione tra la nuova generazione (formata da Kylo Ren, Finn, Rey e Poe) e la vecchia guardia, chiamata a guidare la Forza in un momento di transizione così delicato: si tratta di un un espediente narrativo attraverso il quale non solo i protagonisti della vecchia trilogia legittimano i nuovi, ma al tempo stesso un intero progetto (il nuovo corso della saga), ha la benedizione di tutto ciò che c’è stato. Si tratta di qualcosa di sottile e al tempo stesso percepibile per tutte le due ore di film: è un unico passaggio di testimone che, pescando qua e là dai tre film degli anni ‘80, riesce anche a creare le basi di una nuova storia.
Proprio gli attori possono essere lo spunto per parlare degli aspetti tecnici del film, iniziando dalla prestazione di Harrison Ford & Co.: il mitico Han Solo (che attenzione, non è più Ian, ma Han come nella versione inglese) è ancora lì pronto a fare lo sbruffone con quell’espressione sorniona, mentre Carrie Fisher (la mitica principessa Leila, ora Leia) mantiene sempre quell’affetto composto e distaccato che l’ha fatta amare da tutti fan.
Per quanto riguarda le nuove leve, è soddisfacente la prova di Daisy Ridley (Rey), mentre Adam Driver, nonostante abbia il physique du rôle adatto per Kylo Ren (un personaggio interessantissimo e dal potenziale immenso), nei momenti senza maschera non è molto convincente. Dove però Il Risveglio della Forza ci ha sorpreso è sotto tutti quegli aspetti tecnici talvolta trascurati dalla saga di Star Wars: la fotografia è capace di regalare scorci indimenticabili e J.J. Abrams ha spesso il coraggio di soffermarsi sui luoghi, lasciandogli finalmente lo spazio che meritano.
Possiamo quindi perdonare una trama non memorabile, se consideriamo l’immenso sforzo fatto per fare stare tutto ciò che Star Wars vuol dire in un solo film, senza considerare che queste sono solo le premesse di una nuova trilogia che ci terrà compagnia sino al 2020.
Ora che abbiamo appurato che J.J. Abrams è degno del nome di Star Wars, possiamo finalmente metterci l’anima in pace e ritornare nella galassia lontana lontana e lasciare che la Forza fluisca potente in noi perché, grazie a questo nuovo capitolo, si è sicuramente destata.
Il commento di Mark
Specialmente dal punto di vista videoludico, il 2015 è stato un anno di alti e bassi, dovuti soprattutto alle aspettative molto alte che hanno poi lasciato il posto a delusioni parziali. Anche Star Wars ne è caduto vittima con Battlefront, ma qua ora si parla della storia vista piuttosto che giocata.
Si dice che il miglior modo per non rimanere delusi sia non crearsi aspettative, ma sinceramente con Il Risveglio della Forza è stato praticamente impossibile. Tuttavia, quella paura di subire una delusione è diventata solo una flebile eco nei meandri della mia testa, lasciando piacevolmente il posto ad una visione che mi ha portato indietro nel tempo, quando nei cinema mi gustavo la nuova trilogia.
La mano di J.J. Abrams si vede fin dall’inizio con i colpi di luce sulle nuove corazze degli stormtroopers. Visivamente appagante e con tecnologie di ultima generazione, la realizzazione grafica è impeccabile, ma del resto ormai lo standard è molto elevato, quindi resta difficile immaginare grossi cambiamenti. Accontentare i fan di Star Wars non è facile, poiché serve costruire un film con certi canoni che sono stati persi da Lucas in persona nel corso del tempo. Abrams, contrariamente agli scettici, ci è riuscito, riportando in luce ogni singolo elemento positivo di Star Wars e ricostruendo nei minimi dettagli l’Universo Espanso, toccando anche zone esplorate solo al di fuori dei film.
Il cast delle “nuove leve” è composto da attori pressoché sconosciuti, proprio come la trilogia originale di Lucas. Ciò, nonostante fosse un rischio, ha portato alla scoperta di persone tagliate per il ruolo e dal carattere interessante. L’unico di cui si sa poco e niente è Poe, ma con i prossimi film si spera in un dovuto approfondimento. Rey, la bella ragazza che ha monopolizzato i trailer visti negli ultimi tempi, non è affatto una sprovveduta da proteggere, una principessa che non vuole sporcarsi le scarpe: sa infatti badare a se stessa, dimostra una forte personalità e rimanda alla mente la tenacia di Padmè, ma soprattutto la figura di una persona che molti potrebbero non conoscere, ovvero Bastila.
Un grande complimento ad Abrams va anche per aver architettato i vari trailer in modo da rendere assolutamente imprevedibile la trama. Se pensavate di aver colto qualche sfumatura o di sapere qualcosa, i colpi di scena (che sono autentiche testate d’ariete sul cuore) saranno pronti a dimostrarvi il contrario e cambiare le carte in tavola.
Ho guardato il film e ci ho visto dentro Star Wars, con i suoi personaggi, i valori e la voglia di ricominciare il percorso di una nuova trilogia. Questo film è esattamente come Una Nuova Speranza, con la differenza che ora già si conoscono i fatti antecedenti. Il Risveglio della Forza chiama a sé l’ottavo film con prepotenza, per capire come stanno effettivamente le cose, da dove arriva il Primo Ordine, quali siano le storie dei personaggi. E se vi sarà scesa qualche sentita lacrima nel corso della visione, per emozione o nostalgia, non preoccupatevi, la vostra virilità non sarà mai in pericolo.
Commenti