Sul filo della follia
Non è per niente semplice raccontare storie, soprattutto nei videogiochi, e men che meno raccontarle riuscendo a lasciare qualcosa allo spettatore. La storia di The Chinese Room, autori di Stll Wakes the Deep (acquistabile da GameStop, a questo link), ci però racconta di un team che ha fatto proprio della narrativa la sua forza, proponendo titoli in grado di segnare il passo come Dear Esther o Everybody’s gone to the Rapture, pur mantenendo un livello di interazione molto contenuto..
Indipendentemente dall’apprezzamento verso un certo genere di opere, che molti definiscono walking simulator in tono quasi dispregiativo, è innegabile che la divisione di Sumo Digital nel tempo stia provando a muoversi verso esperienze più complesse e articolate. In particolare in questo nuovo titolo aumenta sensibilmente il grado di “allerta” e di prontezza ai comandi richiesto al giocatore, spostando quindi il focus dal racconto all’azione e proponendo un contesto horror molto più opprimente e angosciante rispetto a quello “surreale” visto in Amnesia: A Machine for Pigs.
Still Wakes the Deep infatti pesca dal più grande degli orrori, ovvero quello di genere Lovecraftiano, capace di danzare sul ciglio della follia e colpire al momento opportuno con immaginari prima affascinanti e incomprensibili che si tramutano in orrori grotteschi e destabilizzanti. Chi ha un minimo di familiarità con questo genere di racconti sa quanto possano essere brutali nel giocare con percezioni e speranze, trasformando i protagonisti in vere e proprie marionette di un destino che sembra inevitabilmente condotto verso il fallimento.
E per rendere il tutto ancora più gradevole, perché non aggiungere orrore all’orrore ambientando il gioco su una bella piattaforma petrolifera nel mezzo del nulla, dove anche un minimo problema può tramutarsi in disgrazia? Perfetto, direi.
È il 1975, proprio sotto Natale, e vestiamo i panni di Caz, elettricista da poco approdato su una piattaforma petrolifera situata a nord dei mari britannici, in territorio scozzese. Dai primi istanti di gioco capiamo come questo lavoro non rappresenti proprio la sua ambizione più grande, ma che in qualche modo si trova costretto a isolarsi su questa struttura come se stesse fuggendo da qualcosa.
Sulla terraferma ha una famiglia, composta dalla moglie Suze e due figlie, con cui però sembra esserci un po’ di maretta (battuta non voluta): che sia proprio il motivo dietro questa apparente fuga ad essere al tempo stesso l’innesco dei problemi di coppia? Non è chiarissimo, ma di certo c’è che la vita da latitante dura poco per Caz, che viene “scovato” dalla polizia e costretto quindi dal suo capo ad abbandonare la stazione per tornare a casa a rispondere delle sue azioni di fronte alla legge.
Still Wakes the Deep infatti pesca dal più grande degli orrori, ovvero quello di genere Lovecraftiano
Fosse solo così semplice! Il giocatore non ha neanche il tempo di prendere dimestichezza con l’enorme struttura che si scatena il finimondo. Un rombo poderoso scuote ogni cosa e in breve è emergenza, a cui bisogna rispondere mantenendo il sangue freddo nonostante i feriti, i morti, la stazione petrolifera divelta in più parti e… cos’è quella cosa?
Benvenuti in Still Wakes from the Deep, l’horror in prima persona costruito su tanti cliché della narrativa cinematografica del genere che proverà in ogni istante a ridefinire il concetto di protagonista a cui non ne va una dritta, circondato da comprimari sempre pronti (per buoni motivi all’apparenza) a gettarlo nelle situazioni più assurde, pericolose e inconcepibili.
Messa così sembra che si possa avere tra le mani un prodotto “caciarone”, ma in realtà fin da subito ci viene proposta una messinscena concreta, solida e accattivante: la condizione di “novellino” del protagonista, non necessariamente familiare con l’ambientazione nella sua totalità, ben si sposa con la totale inesperienza del giocatore (a meno che non siate stati su una piattaforma petrolifera) e va a creare il giusto grado di disagio.
Ogni stanza è una sorpresa, ogni corridoio un’incognita, ogni passaggio di zona è un terno al lotto: Still Wakes the Deep brilla principalmente per la capacità costruire attorno al giocatore un’ambientazione inospitale già per sua natura, che tende costantemente a cambiare e a proporre piccole e grandi sfide. Ci si aiuta con i consueti e ormai famigerati “segnali gialli” per orientarsi (a cui sarà dedicata un’opzione per ridurne l’invadenza con un update al lancio), scelta abbastanza inevitabile per mantenere un ritmo elevato nelle dinamiche di azione e reazione.
Still Wakes the Deep brilla principalmente per la capacità costruire attorno al giocatore un’ambientazione inospitale
Già nelle prime fasi abbiamo a che fare con passatoie divelte, scale tranciate, ponteggi pericolanti, e siamo quindi costretti a eseguire salti e arrampicate degne del miglior Nathan Drake (e in un paio di punti davvero sembra di essere in un Uncharted), sfruttando dei controlli forse un po’ rigidini tra movimento del personaggio e risposta dei comandi, ma tutto sommato gestibili.
E quando viene ad aggiungersi la componente horror… beh, che dire! Il processo di trasformazione della struttura è graduale e ineluttabile, inizialmente confinato in alcune specifiche zone per poi estendersi sempre di più anche nelle aree ritenute sicure fino a poco tempo prima. E nel mentre la stazione si scompone, perde le sue funzioni basilari e ci fa sprofondare in un orrore fatto non solo di mostri, ma anche di una serie di ostacoli pronti a sconfortare anche il più determinato degli eroi da cinema.
Still Wakes the Deep non è certo densissimo come gameplay, ma fa discretamente il suo dovere, alternando sezioni di attraversamento, in cui bisogna leggere l’ambiente per capire il percorso da compiere (sfruttando anche un po’ di “parkour”) e inframezzate da sfortune tipiche del disaster movie, a momenti di puro terrore dovuti al confronto con le creature soprannaturali.
Gioia e dolori, in questi casi: gli orrori lovecraftiani (o anche alla Carpenter, se è più cosa vostra) sono inquietanti nei loro versi e urli così come inarrestabili quando esercitano violenza, e ci braccano in modo spietato al nostro primo passo falso. Peccato solo che la quasi totalità degli incontri non scriptati si riduca a fare nascondino e nel lancio di oggetti in direzione opposta alla nostra per fare rumore e liberarci il campo. Nel 2024. Meh. Senza contare poi come le regole d’ingaggio non siano chiarissime, con momenti di assoluta sensazione di impotenza che si alternano a buffe gaffes dell’IA che non riesce a vederci (letteralmente) a un palmo di naso solo perché non è prevista l’interazione tra mostro e giocatore “nascosto”.
Momenti di assoluta sensazione di impotenza si alternano a buffe gaffes dell’IA
In ogni caso queste situazioni, per quanto intriganti per idea, diventano presto “noiosette” per via del canovaccio sempre simile e della assoluta impreparazione per quel che concerne la conoscenza degli ambienti, cosa che ci mette spesso in enormi difficoltà. Dopo qualche game over di troppo, i meno smaliziati possono passare a una modalità storia (dalle opzioni, in qualsiasi momento) in cui questa volta, davvero, i mostri letteralmente ignorano il giocatore anche passandogli a fianco – e non è una goffa IA, quanto piuttosto una scelta ponderata. Ne vale la pena? Se vi appassiona la storia, sì, ma si perde tanto brivido!
Brivido invece che è presente e ben pesato nelle sezioni più scriptate, come negli inseguimenti (davvero da panico, soprattutto guardandosi indietro per vedere il nostro cacciatore) e nelle sezioni di “immersione”, che mi hanno generato un’ansia pari a ben pochi altri giochi. In sintesi, gioco ottimo quando si muove secondo regia e decisamente rivedibile quando si affida a un approccio da sfida aperta al mostro.
Anche a livello di narrazione forse si poteva fare qualcosina in più: l’atmosfera è ottima (spesso si rimane a bocca aperta) e l’incipit è davvero capace di catturare quasi fosse una morsa, ma il susseguirsi degli eventi è un po’ punitivo verso il protagonista, sballottato da una parte all’altra della piattaforma senza mai potere decisionale e – soprattutto, pecca più grande – senza che si venga a creare quel genuino astio e conflitto tra membri dell’equipaggio costretti a scegliere chi debba correre il rischio più grande.
Va bene interpretate un quasi poco di buono, ma farsi dare addosso da chiunque non aiuta a considerare le nostre azioni realmente importanti, soprattutto se dopo ogni “obbedisco” ci troviamo a subire gli strani scherzi del destino orchestrati dalla pericolante struttura e/o dalle terrificanti creature. Personalmente ci son passato sopra principalmente per il meraviglioso accento britannico del cast, che tra scozzesi e irlandesi puntella in modo esilarante ogni conversazione.
Un’altalena qualitativa tipica di produzioni di questo tipo
Con calma, però, Still Wakes the Deep prova a seminare. Semina un percorso per il protagonista, tratteggiato su un processo di redenzione che passa attraverso l’amore per la propria famiglia. La necessità di superare ogni avversità, anche la più incomprensibile e ingestibile, per poter rivedere i propri cari o mantenere una promessa fatta a un’amico è un ottimo gancio verso lo spettatore, che può empatizzare a dovere nel riuscitissimo crescendo finale.
E così, dopo una manciata di ore, ci troviamo a guardare i titoli di coda cercando di metabolizzare correttamente lo strano e scomposto mix di atmosfera riuscita, personaggi tutto sommato godibili, gameplay interessante quanto perfettibile e qualche punto debole di troppo sparso qua e là. Un’altalena qualitativa tipica di produzioni di questo tipo, che cercano di uscire un po’ dalla comfort zone dello sviluppatore.
Conclusioni
Still Wakes the Deep è un gioco molto interessante, che mostra presto le qualità di The Chinese Room nel raccontare storie e orchestrare palcoscenici dannatamente intriganti. È facile quindi lasciarsi andare e perdersi nel suo mondo, con un piccolo sforzo nel superare il suo presentarsi quando carismatico e quando ingenuo, quando avvolgente e quando respingente.
Il genere horror negli anni ha vissuto una crescita consistente, soprattutto tra gli esponenti in prima persona, e per mettersi realmente in gioco con il pubblico più ampio è forse necessario offrire qualcosa in più. I fan di questa tipologia di gioco potrebbero quindi fagocitarlo con entusiasmo o trovarlo non così sorprendente, ma può dipendere molto da persona a persona.
Sicuramente Still Wakes the Deep va premiato per il coraggio di giocarsi le proprie carte, alzando l’asticella per puntare a un salto da record che è nelle corde, grazie alla sua capacità di affascinare, per poi andare a sbattere e farla cadere, in particolare in alcune situazioni di gameplay. Una via di mezzo comunque rispettabile e godibile, ma forse non imperdibile.
Good
+Atmosfera eccezionale+Costante senso di pericolo+Fa paura, parecchiaBad
-Un po' sempliciotto in alcuni elementi-Narrativa perfettibile
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