Los Angeles – Con un trailer uscito dal nulla, Strange Brigade ha subito fatto capire che il nuovo titolo di Rebellion non è qualcosa di convenzionale e prende spunto da parecchie fonti per creare un’esperienza cooperativa davvero particolare. Si gioca da soli o in compagnia di tre amici tramite matchmaking online, con l’obiettivo di resistere a orde di nemici diversi tra loro, alcuni resistenti come un filo d’erba, altri che non vengono giù nemmeno con le cannonate.
L’abbiamo provato all’E3 2017 su PC, sfruttando la potenza di un computer Alienware e la precisione di un controller Elite Xbox One, piccola sorpresa notata durante la presentazione. Successivamente uno sviluppatore ci ha spiegato qualcosa in più sul suo sviluppo e sull’idea che sta alla base del gioco.
Guardando Strange Brigade negli occhi ci si accorge fin da subito di quante contaminazioni abbia accumulato da altri giochi, film o applicazioni usciti negli scorsi anni. L’ambientazione è tipica di una ricerca dell’oro tra le foglie della giungla, pericoli sovrannaturali e animali feroci. L’impronta avventuriera di Indiana Jones è la prima che si nota, ma sopraggiungono poi le note di Uncharted e Tomb Raider, per poi finire con quel tono tipico di Temple Run: tutto questo è riassunto in un gioco sparatutto in terza persona che fa della mira e dei riflessi le vere armi del giocatore.
I personaggi giocabili sono quattro, dotati di abilità uniche tra loro: si parte con un equipaggiamento prefissato per ognuno, ma è possibile cambiare armi più avanti nella partita, accumulando monete d’oro da spendere in determinate stazioni. Il punto fisso è l’abilità finale, utilizzabile solo dopo aver ucciso una buona quantità di nemici: è legata al personaggio e non si può dunque cambiare, ma va decisamente bene così, altrimenti sarebbe del tutto inutile avere quattro opzioni tra cui scegliere.
Strange Brigade funziona quasi sulla stessa linea di Sniper Elite 4, ma con movimenti molto più fluidi e rapidi. Non si tratta infatti di un gioco stealth, bensì di uno sparatutto in terza persona dove la barra vitale è dannatamente corta e risulta dunque necessario sparare, schivare, sparare ancora e poi mettere in salvo la pelle. I nemici, che consistono in zombie, mummie, scheletri e guerrieri dal look faraonico, sono relativamente facili da abbattere se si ha una buona mira e si usano gli elementi ambientali a disposizione: si possono colpire vasi per incendiare i nemici vicini, oppure barili per farli saltare in aria. Altrimenti è possibile colpire piccole sfere luminose e attivare una letale lama rotante, capace di falciare in qualche secondo tutti gli avversari nel suo raggio d’azione.
Ci sono però anche i boss, molto più resistenti rispetto agli altri nemici, con una differenza di difficoltà che può essere quasi paragonata agli Ultra di Destiny: basta infatti un solo colpo per mettere la parola fine alla vita del giocatore e costringerlo così al respawn. Strange Brigade è quasi demenziale in certi frangenti e il respawn è uno di questi: l’animazione varia ogni volta, da semplici comparizioni all’uscita da un sarcofago. È però soprattutto la voce narrante a catturare l’attenzione: arriva da fuori per commentare sulle azioni del giocatore con un accento inglese da cronista degli anni passati. Sembra quasi di essere in un reality show irriverente, che prende spunto dagli anni 30 come ambientazione con storie corte e articolate, fornite di dialoghi simili alle pubblicità cinematografiche di quel periodo.
Vivere in Strange Brigade sarebbe un incubo, ma per fortuna siamo fuori dallo schermo a controllare il nostro personaggio. La sparatoria è affidata ad un auto-aim forse troppo marcato in certi istanti, ma comunque molto divertente da maneggiare: le armi, sia automatiche che da cecchino, permettono di utilizzare l’approccio preferito contro i nemici, affidandosi dunque a combattimenti a corto o lungo raggio. Ci sono inoltre granate e trappole da lasciare per terra, utili sia per distruggere gruppi di nemici che per arrecare gravi danni ai boss. Le munizioni per le armi sono trovabili in giro per la mappa, mentre le granate si ricaricano col tempo: questo di sicuro rende il gioco ancora meno realistico, però il punteggio, l’accumulo di monete e l’aria irriverente che si respira in Strange Brigade porta alla mente i vecchi giochi arcade trovabili nelle sale giochi. Indubbiamente è un pregio, che si potrebbe rispecchiare finalmente anche su PC e console.
Strange Brigade porta alla mente i vecchi giochi arcade
Nonostante sia stato giocato su un PC decisamente prestante, Strange Brigade ha comunque lasciato qualche dubbio dal punto di vista grafico, con una chiarezza a volte troppo spinta e uno strano utilizzo del motion blur durante la rotazione orizzontale della visuale. La regola dei 180°, che identifica quale sia il modo giusto per costruire l’effetto del motion blur, decisamente non viene rispettata e ciò porta ad uno sfocato troppo intenso durante lo spostamento della mira.
Un altro dubbio risiede invece nella quantità di contenuti che Strange Brigade porterà al suo lancio. Per completare la piccola parte della demo sono bastati 20 minuti, giocando in singolo. Occorre dunque un buon numero di mappe e una longevità più grande per soddisfare tutti i palati.
In ConclusionE3
Strange Brigade riporta davvero la mente agli arcade dei tempi passati, con un gameplay godibile fin dal primo istante e un setting davvero interessante e particolare. La scelta stilistica, affiancata ad un commento live delle proprie azioni, riesce a catturare l’attenzione del giocatore e a renderlo al centro della storia, anche se occorre conoscere un minimo di inglese per comprendere l’ironia dietro a certe frasi.
Come sparatutto in terza persona fa la sua bella figura, costringendo il giocatore non solo a sparare, ma anche a fuggire da determinate situazioni e utilizzare continuamente la schivata tattica. Giocato insieme ad altre persone diventa un’esperienza co-op da tenere assolutamente d’occhio per i prossimi mesi.
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