Devo essere onesto: il mio primo impatto con Strange Brigade, provato due anni fa a Colonia su quell’Xbox One X che si apprestava a giungere sugli scaffali di tutto il mondo, non fu dei migliori. Il titolo targato Rebellion era molto confusionario, acerbo e sembrava avesse veramente poco di innovativo da offrire, nonostante l’interessante spunto del multiplayer cooperativo.
Ora, dopo l’uscita a fine agosto su Xbox One, PlayStation 4 e PC ed un’attenta prova diretta, posso dire di essermi in parte ricreduto positivamente. Questo perché il cuore pulsante della produzione non segna i 100 battiti al minuto, non ha nessuna intenzione di solcare la gloriosa strada del grande successo, né tanto meno se lo aspettano i giocatori.
Strange Brigade si propone in maniera semplice, come uno sparatutto cooperativo per 4 giocatori che si ritroveranno a combattere contro orde di mostri, morti viventi e insetti giganti in una cornice che rimanda squisitamente alle strambe avventure cinematografiche degli anni 30. Ci saranno enigmi da risolvere, boss da sconfiggere e tantissimi collezionabili da trovare; ma il tutto ha una dimensione contenuta, sia nel budget (difatti il gioco viene venduto a prezzo ridotto) che nelle sfaccettature legate al gameplay.
Nonostante il momentaneo accantonamento della serie di Sniper Elite, alcune sue semplici meccaniche sono state riprese anche in Strange Brigade, rendendolo di fatto molto intuitivo, divertente e adrenalinico, anche se giocato in solitaria.
Se state cercando quindi uno sparatutto in terza persona senza fronzoli particolari, che vi permetta di gettarvi subito nell’azione (magari con un paio d’amici), avete tra le mani il gioco che fa per voi.
L’ambientazione di Strange Brigade è senza alcun dubbio uno dei punti più accattivanti del titolo: tutta l’avventura si svolge in Egitto, tra piramidi, templi maledetti e scavi archeologici dove la strega regina Seteki si è risvegliata col piglio di conquistare il mondo grazie ad un’orda infinita di mostruose mummie e guerrieri defunti (ma non troppo). Ci sono poche persone in grado di arrestare la sua spaventosa ascesa e queste persone sono una strana combriccola di peculiari individui, ognuno dei quali è dotato di abilità ed armi uniche.
C’è ad esempio il professor Archimedes De Quincey, abile con i mitragliatori ed esperto nel trovare i segreti più nascosti, Frank Fairbourne che è un tiratore esperto dalla distanza, oppure Nalangu Rushida, la quale grazie ad anni di addestramento nel combattimento contro i demoni vanta un vero e proprio sesto senso per il pericolo. Ognuno di loro parte con due armi, un solo tipo di granata ed un amuleto, elementi dell’inventario che potranno poi essere modificati a piacimento a seconda delle possibilità e delle preferenze di ogni giocatore.
L’amuleto va caricato con le anime dei nemici uccisi
L’arsenale è piuttosto vario e consente quasi sempre di trovare la combinazione perfetta, grazie anche alla possibilità di apportare modifiche definitive (come danni aumentati alla testa o ricarica più rapida) e di raccogliere occasionalmente armi uniche nascoste nei numerosi scrigni sepolti in giro per la mappa di gioco. Con l’oro ottenuto dopo ogni missione si possono poi acquistare nuovi oggetti e migliorare quelli già disponibili, aumentando così le doti combattive del nostro beniamino.
L’amuleto è un’altra risorsa importante durante i combattimenti, che va caricato con le anime dei nemici uccisi ed una volta riempito può rilasciare un potere distruttivo senza precedenti. Anche in questo caso possiamo andare a modificare il tipo di magia da rilasciare, ma solo se ne abbiamo precedentemente sbloccate di nuove.
Si intuisce abbastanza rapidamente la linearità di fondo che pervade ogni aspetto di Strange Brigade, dal puro e semplice gameplay alla narrazione di tutta la campagna, fino ad arrivare al potenziamento progressivo del personaggio. Se, da un lato, questa semplicità può risultare eccessiva o inadeguata per un gioco del 2018, dall’altro spinge su un’immediatezza ed un ordine impeccabili, rilevabili soprattutto durante un sessione cooperativa online.
La stessa avventura non brilla certo per originalità o elettrizzanti colpi di scena. Mantiene anzi un profilo sempre piuttosto basso, come se si volesse dar spazio a ciò che accade sullo schermo invece che a quello che sta per succedere. Ed in Strange Brigade l’obiettivo finale è elementare: arrivare alla fine della missione, passando attraverso orde di implacabili mostri e risolvendo un paio di semplici indovinelli, atti a rallentare l’esplorazione.
Uno dei problemi di Strange Brigade è l’hitbox claudicante
Gli spazi sono volutamente esagerati, soprattutto per un solo giocatore, con aree straripanti di segreti, porte apparentemente invalicabili e tesori di ogni genere. Quando appaiono i nemici però, valutare le distanze diventerà una necessità assoluta. L’energia difatti è molto limitata e dopo pochi attacchi saremo irrimediabilmente compromessi, a meno che non ci sia un compagno nelle vicinanze o una pozione rivitalizzante in saccoccia. Purtroppo gli avversari compariranno quasi sempre all’improvviso e da tutte le direzioni, rendendo molto difficile attuare un minimo di strategia che non sia quella di sparare a qualsiasi cosa si muova.
Uno dei principali problemi della nuova produzione Rebellion però, strano a dirsi, è proprio l’hitbox claudicante che – complici i 30 FPS – riesce a regalare ben poche soddisfazioni al netto di qualche momento di pura frustrazione. Con questo non voglio dire che con il joypad (almeno quello Xbox One) si giochi male, anzi: il pattern dei comandi è ottimo, definito e molto istintivo. Purtroppo però le difficoltà sorgono quando si vuole colpire da molto lontano oppure molto velocemente: dato anche il grande rinculo delle armi, raramente andremo a segno al primo colpo e nelle fasi avanzate del gioco, alla presenza di decine di mostri contemporaneamente, non sarà proprio una passeggiata.
D’altro canto questa forse è l’unica vera critica che può essere mossa a Strange Brigade (oltre ad una longevità inferiore alla media), dato che anche dal punto di vista tecnico i ragazzi di Rebellion hanno svolto un lavoro eccellente. A partire dalle ambientazioni, tutte estremamente dettagliate e dotate di scorci a tratti fotorealistici, fino ad arrivare a modelli poligonali sorprendenti e ben caratterizzati, trasudanti una forte identità nonostante lo stile volutamente caricaturale della grafica. Sulle console di nuova generazione inoltre è possibile impostare HDR e sbloccare il framerate, opzione che consiglio caldamente al fine di migliorare l’intera esperienza di gioco.
Buona prova anche per il sonoro, stavolta tutto in lingua inglese (ma con sottotitoli) che accompagna le gesta dei nostri eroi con musiche e linee di dialogo esagerate, come a ricalcare uno dei tanti vecchi film d’avventura hollywoodiani, con tanto di cut-scene in bianco e nero.
Strange Brigade è una leggera e frizzante esperienza videoludica di fine estate, che nelle mani giuste si può trasformare in una grande e spassosa avventura cooperativa. L’idea di fondo è quella di qualsiasi altro third person shooter, ma il titolo Rebellion ha personalità da vendere e riesce ad distinguersi dal mucchio con sufficiente distacco. Non si pone l’obiettivo di essere candidato come gioco dell’anno e d’altronde sono molti i limiti che accusa, soprattutto dal punto di vista della ripetitività e della superficialità di alcune scelte di gameplay, ma complessivamente diverte e appassiona per un lasso di tempo ragionevole. Giocato in coop con altri tre giocatori riesce a regalare maggiori soddisfazioni, nonostante le differenze tra i quattro protagonisti siano davvero minime (ad esclusione della componente estetica) e le modalità alternative alla campagna principale non abbiano mordente. Un buon risultato per Rebellion quindi, che ancora una volta ci soddisfa con un prodotto di livello e all’altezza delle comuni aspettative. |