News 02 Dic 2015

Street Fighter V – Hands On

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MilanoDa parecchi anni parlare di Picchiaduro è diventato difficile: non siamo più dinanzi a sale giochi dove i coin-op la fanno da padrona e il parco titoli comprende una serie di giochi molto simili, eccezion fatta per il nome, ma siamo al cospetto di una realtà composta da Picchiaduro che sono arrivati ad avere una propria identità, una direzione diversa rispetto agli altri. C’è chi rimane immutato nel tempo, chi mantiene solide fondamenta, ma aggiunge nuove feature, altri che estendono la propria essenza e la migliorano senza snaturarla. Street Fighter V è nell’ultima categoria.

Abbiamo avuto modo di provare una build aggiornata del titolo Capcom, la stessa presentata a Parigi in occasione della GamesWeek francese, dagli amici di Halifax Italia, spolpando a dovere il roster sino ad ora annunciato, sia in modalità single player che in versus.

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Gli stage proposti sono 8 e spaziano, come da tradizione, tra molti Paesi: si parte da ambienti tipicamenti orientali, regge d’altri tempi, Bustling Side Street e Kanzuki Estate, e si arriva fino a ring industriali, Underground Arena, passando per favelas sudamericane, Hillside Plaza, ambienti in alta montagna, Forgotten Waterfall, e scenari di devastazione come ingorghi contornati da auto incidentate, City in Chaos. L’atmosfera c’è e si sente, inoltre la pulizia grafica dà la sensazione di avere tra le mani un titolo ben strutturato nonostante si tratti di una build non definitiva: tutto è al posto giusto, senza fronzoli di sorta atti a “imbellire” subdolamente il titolo, i modelli in movimento sullo sfondo, con risoluzione leggermente inferiore rispetto al main stage, rendono ogni ambientazione viva quanto basta.

I modelli dei personaggi rimangono sullo stile “esagerato” dei predecessori e con una palette cromatica decisamente accesa, elementi a cui tutti i fan di Street Fighter sono abituati e affezionati, con donne dai seni generosi e uomini che, dal canto loro, mostrano muscoli brutali e tutto il testosterone disponibile. Ogni animazione, ogni particolare, ogni singolo passo o mossa effettuata dal nostro prescelto, così come dall’avversario, si è inserito molto bene negli stage di combattimento, senza dare quella sensazione di avere tra le mani un roster forzato e personaggi estranei al mondo dei picchiaduro, dimostrazione che tutti gli elementi offerti dal titolo pongono al centro dell’obiettivo il gameplay, da sempre punto di forza della serie.

Questa è la prova che nonostante gli anni passino per tutti, un titolo come Street Fighter sa invecchiare dannatamente bene.

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Le vere novità di questa build sono state l’aumento di difficoltà della CPU e la possibilità di provare, come già detto, tutti i personaggi annunciati.

Gli avversari si sono dimostrati più ostici e meno inclini a lasciare la guardia scoperta rispetto alle versioni precedentemente testate, con movimenti rapidi e imprevedibili. Il risultato è stato una serie di combattimenti single player abbastanza difficili da gestire, con una IA che abusa, giustamente, del Variable System (per tutti i dettagli su questa novità, vi invitiamo a leggere la nostra precedente anteprima), delle prese e della parate per ribaltare gli incontri a suo favore. Gli spiragli per l’attacco e il contrattacco ci sono, ma sono centellinati e legati alla conoscenza maniacale del personaggio utilizzato. Unica pecca riscontrata, la ripetizione delle stesse mosse nemiche in caso di un primo fallimento delle stesse (Ryu ha iniziato a lanciare Hadouken come un mitragliatore e Chun-Li a volteggiare a gambe aperte e a testa in giù una volta che abbiamo evitato il primo attacco). Insomma, va limato ancora qualche spigolo, ma i passi avanti ci sono eccome.

Il roster non si limita ad essere un semplice elenco di personaggi selezionabili, senza personalità, ma mostra le statistiche di ognuno: portata, tecnica, salute, potenza e mobilità. Alcune vecchie glorie, come Mr.Bison e Zangief, basano quasi tutto il parco mosse sulla forza bruta, Ken e Ryu, accompagnati da Chun-Li, sono molto più tecnici e vantano una discreta portata tramite attacchi a distanza, ma l’ultimo arrivato, il “Santone” Dhalsim, si candida come il combattente più strano presentato fino ad ora. Estremamente snodabile, questo personaggio ha una portata eccezionale grazie ai suoi arti allungabili e agli attacchi infuocati, ma pecca per quantità di danni causati con ogni colpo, divenendo quasi un combattente difensivo, che punzecchia l’avversario dalla distanza e rimbalza da un punto all’altro dello stage.

I quindici personaggi presenti della build confermano che ancora una volta in Street Fighter è necessario trovare il PG che più si avvicina al proprio stile di combattimento, pena la perdita dell’incontro in pochissimi istanti. Non temente però: nonostante non siano ancora stati annunciati tutti i personaggi, fin da ora la varietà offerta copre ogni singolo stile di gioco, dal brutale assaltatore al difensore estremo, facendoci ben sperare in altri annunci di peso.

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A pochi mesi dall’uscita, Street Fighter V si dimostra in forma come non mai, tonico e rinnovano nello spirito e nella mente, continuando a fare forza su un gameplay che non la manda a dire a nessuno. I fondali e gli elementi in movimento sullo sfondo, da curare meglio, non costituiscono un vero punto negativo, ma con un po’ di lavoro si potrebbe ottenere un Picchiaduro che rasenti la perfezione, sebbene con un ritmo più lento rispetto alla concorrenza.

Varietà dei personaggi offerti, un Variable System pronto a ribaltare le sorti dello scontro, comandi semplici, confermiamo quanto detto in precedenza: Street Fighter V è “istintivo come il senso di sopravvivenza”.


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