Red Dead Redemption II
Speciale 12 Nov 2018

Suffragette e KKK: il lato controverso di Red Dead Redemption II

Rockstar Games ha creato davvero qualcosa di memorabile. Come lo so? Beh, anche grazie alle polemiche e alle contoversie che Red Dead Redemption II ha scatenato nel corso dell’ultima settimana. Sapete tutti quanto tempo e quanta fatica lo studio americano ha infuso nella creazione del loro ultimo lavoro, grazie anche alle eccezionali (e molto stressanti) sessioni di crunching alle quali i ragazzi newyorkesi sono stati sottoposti. Quello che (probabilmente) ancora non sapete sono le polemiche che un videogioco di questa caratura può portare nel mondo reale.

Red Dead Redemption II è ambientato nel 1899, ben oltre l’epoca d’oro del selvaggio west. Ci troviamo in un periodo storico piuttosto peculiare, dove la situazione politica e sociale degli States è in continua evoluzione. Manifesto di questa evoluzione è proprio la presenza di donne d’avanguardia: lo stato del Wyoming aveva già riconosciuto il diritto di voto alle donne trent’anni prima, ma questa visione “moderna” non attecchirà nel resto degli USA fino al 1920. Pertanto Rockstar, molto attenta ai dettagli e al realismo, ha deciso di inserire nel suo gioco le appartenenti al movimento di emancipazione femminile note come suffragette. Queste donne hanno gettato le basi del moderno femminismo, e il primo contatto di Arthur con questo innovativo movimento avviene nella piccola cittadina di Rhodes, per poi ritrovarle anche nella più cosmopolita metropoli di Saint Denis.

Red Dead Redemption II
Qualche giocatore si diverte a picchiare le suffragette e a caricare i video su YouTube

Qual’è il problema allora? Beh, una valanga di troll ha iniziato a prendere di mira le suffragette, facendo sì che Arthur diventasse una sorta di psicopatico anti-femminista che va in giro a pestare donne e a buttarle (letteralmente) sotto un treno. Non sorprende che i video dei massacri alle suffragette (“Beating up annoying feminist”) siano subissati da commenti misogini entusiasti. Alcuni video hanno raggiunto facilmente più di un milione di visualizzazioni. Non basta l’intervento di YouTube, che ha cercato di arginare il fenomeno eliminando i video: il messaggio passato, per i troll, è quello di aver subito un’ingiusta censura; ed ecco così moltiplicarsi i video, con le povere suffragette che vengono trascinate via sul cavallo o buttate sotto un treno.

Insomma, Red Dead Redemption II è diventato in breve tempo una cartina tornasole digitale che ci mostra quanto, ancora una volta, la community videoludica sia immatura e tossica, e che è sempre più difficile per uno studio di sviluppo evitare certi comportamenti da parte degli utenti quando si concedono troppe libertà agli stessi. Beh, di questo tipo di video ce ne sono a bizzeffe, ma potete vederne uno qui sotto; vi avvisiamo però della violenza delle immagini e del contenuto particolarmente stupido del video:

Il mondo degli “haters di suffragette digitali” si giustifica dicendo che sono solo burle, scherzi verso personaggi non giocanti non proprio silenziosi. Alcuni additano a Rockstar di aver reso le suffragette troppo irritanti per i giocatori, i quali non hanno altra scelta se non quella di metterle a tacere per sempre. Ovviamente queste giustificazioni sono semplicemente stupide. La stessa violenza e lo stesso accanimento non ci sono, ad esempio, contro i membri del Ku Klux Klan, presenti nel gioco e raffigurati sostanzialmente (e giustamente) come degli idioti e incapaci. I membri del Klan possono essere visti già nei boschi di Rhodes, mentre cercano di dare fuoco a una croce o di conferire lo status di nuovo membro a un povero cristo che finirà in cenere per un loro inevitabile errore.

Oltretutto fare fuori i membri del Klan è quasi incoraggiato da Rockstar: uccidendo gli incappucciati Arthur non rischierà di abbassare il suo punteggio di onore, il quale è una sorta di indicatore per la sua bussola morale: più compierete azioni malvagie, più l’onore scenderà. Viceversa ad azioni buone corrispondono punti onore. Solitamente uccidere qualcuno senza movente fa scendere l’indicatore verso la zona più scura; questo non accade se deciderete di fare una strage di adepti del Klan: ho passato personalmente a fil di lama questi idioti vestiti di bianco e il mio Arthur si sentiva ancora puro come un fanciullo. Nonostante il Klan sia rappresentato più come una manica di incapaci più che una vera e propria minaccia, è chiaro che Rockstar ha espresso una chiara posizione.

Diciamo che al nostro protagonista il KKK non va molto a genio...

Red Dead Redemption II è diventato in breve tempo una cartina tornasole digitale che ci mostra quanto, ancora una volta, la community videoludica sia immatura e tossica

Quello che è ancora più assurdo è vedere la community schierarsi contro questa scelta: qualcuno parla di “sfruttare l’odio verso i bianchi” nei commenti ai pochi video dei linciaggi del Klan su Red Dead Redemption II. Insomma, siamo punto a capo. Ancora una volta la community ha messo Rockstar nel mirino dei media generalisti, che ora additano Red Dead Redemption II di essere un gioco violento e politicamente scorretto, oltre che misogino. Ed è un peccato, perché questo gioco è ricco di contenuti (e anche di messaggi) come pochi altri prima nella storia del videoludo. Diciamo che avremmo potuto farci una figura migliore, ma forse i tempi non sono ancora maturi, esattamente come le persone.


 

 

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