super lucky's tale
06 Nov 2017

Super Lucky’s Tale – Recensione

Se ci si chiede quanti giochi platform esistano nel panorama esclusivo di Xbox One e Windows 10, è dura trovare nomi. Forse è per questo che Super Lucky’s Tale è subito sembrato qualcosa di importante durante e dopo l’annuncio all’E3 2017. Finalmente su Xbox One stavano per arrivare un platform e una mascotte capaci di accompagnare il lancio di Xbox One X e diventare così bandiere della prossima (semi-)generazione di console.

Ecco perché è stato accostato da subito a Crash Bandicoot, vuoi per il colore del protagonista, vuoi per le brevi scene mostrate nel trailer. A dirla tutta, la creazione di Activision c’entra ben poco e i paragoni da fare sono ben altri, ma andremo ad approfondire più avanti. Super Lucky’s Tale è infatti un’avventura da raccontare passo passo, per scoprirne i punti forti e quelli deboli, con un baricentro purtroppo spostato leggermente verso questi ultimi.

Super Lucky’s Tale parte con una piccola introduzione cinematica che introduce la trama del gioco. Lyra, la sorella del protagonista Lucky, torna da un’avventura in cui riesce a recuperare un vecchio libro. Purtroppo il malvagio Jinx e la sua cucciolata vengono a conoscenza di questo tesoro e, nel tentativo di rubarlo, il libro scatena la sua potenza, risucchiando tutti tranne Lyra al suo interno. Lucky, sperduto dunque tra le pagine del libro, può solo sentire la voce della sorella e incamminarsi nella sua avventura personale, sfidando i vari membri della cucciolata fino ad arrivare al loro padre e a scoprire così quale sia il suo obiettivo.

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Diviso in quattro mondi, l’universo di gioco è composto da una sezione esplorabile e con vari portali da attraversare, che costituiscono di fatto i livelli di ogni mondo. In ogni livello, l’obiettivo è recuperare il quadrifoglio finale: esso rappresenta però solo uno dei quattro collezionabili, con gli altri tre che si possono ottenere raccogliendo almeno 300 monete, trovando le lettere del nome di Lucky e completando una sezione o un dilemma segreto. Accumulando i quadrifogli si può accedere ai mondi successivi e modificare anche le statue presenti nel mondo per poterne creare una propria. Questo sistema di progressione richiama per certi versi quello di Banjo Kazooie coi suoi Jiggies, che permettevano di accedere ai livelli successivi. In Super Lucky’s Tale servono prevalentemente per sbloccare il portale che conduce al boss di ogni mondo.

Già nella sezione dei portali, però, è possibile notare le prime limitazioni nel gameplay. La telecamera è quanto di più acerbo possibile, poiché non può ruotare di 360 gradi come in quasi tutti i platform. La rotazione è solo a 3 angoli, con uno scatto simile a quello visibile nei giochi in VR. Del resto Lucky’s Tale faceva proprio parte di questa categoria. L’unico modo che si ha per guardare il panorama è attraverso gli occhi di Lucky con una visuale quasi libera, ma decisamente insufficiente nella maggior parte dei casi.

Questo non si nota ovviamente nei livelli a scorrimento orizzontale, dove la grafica 2,5D è invece convincente nel mostrare quali siano i vari piani che costituiscono le piattaforme. Per un certo verso è sembrato di vedere le meccaniche di Klonoa, grazie alle varie “buche” che permettono di portarsi su piani paralleli al livello e più in profondità nello schermo. Queste sono le tipiche sezioni bonus dove è probabile collezionare una lettera del nome di Lucky o trovare un quadrifoglio bonus.

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Lucky, per quanto descritto dalla sorella e dotato di una spensieratezza contagiosa, è piuttosto deludente parlando di azioni da intraprendere. C’è solo un attacco disponibile e praticamente non letale, una giravolta che si limita a stordire i nemici. Per sconfiggerli è infatti necessario saltare sulla loro testa, che siano storditi oppure no. Interessante è invece la possibilità di scavare sotto terra e tendere imboscate. Tuttavia, ciò che colpisce è la piattezza del personaggio, che non ha la minima evoluzione in termini di abilità. Lucky è lo stesso dall’inizio alla fine, senza possibilità di aumentare le mosse e costruire così combo. Pecca dunque di superficialità e riduce gli scontri ad un semplice salto sulla testa dei nemici. Questo porta inoltre ad un reiterato uso delle stesse meccaniche di platforming. Non avendo abilità da sbloccare, i puzzle sono sempre quelli e non ci sono fin dall’inizio aree segrete inaccessibili. Tutto ciò rende un po’ piatto il gameplay anche solo dopo il primo mondo e blocca la difficoltà ad un livello piuttosto basso.

Nonostante questo, c’è un aspetto che potrebbe aumentare la difficoltà, ma non fa altro che rendere frustrante una meccanica già impegnativa. Quando si incontra una sveglia, parte un minigioco a tempo con un percorso da intraprendere per collezionare tutte le monete, sia nel mondo di gioco che nei livelli interni. Il problema è che fallendo la prova non è più possibile ripeterla se non uscendo dal mondo o dal livello, oppure morendo. Una soluzione alternativa come la semplice ripetizione dall’inizio sarebbe stata molto più comprensibile. Super Lucky’s Tale è dunque sì divertente, ma pecca a volte di superficialità.

Oltretutto a volte Super Lucky’s Tale registra in modo incomprensibile i danni dei nemici o degli oggetti pericolosi, come spuntoni o palle di fuoco, e soprattutto quando si ha solo un cuore disponibile, diventa necessario stare più attenti del dovuto. Lucky ha solo tre cuori per ogni vita, ricaricabili tramite oggetti presenti nel livello oppure accumulando 100 monete. Peraltro, non è ben chiaro quale sia il ruolo delle monete nel contatore totale, visibile quando non si è all’interno di un livello.

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Mentre il protagonista sembra dunque una semplice pedina, i personaggi secondari di Super Lucky’s Tale sono l’esatto contrario. Passando per i vari mondi si incontrano personalità diverse, sempre ironiche e con voci che strappano in ogni momento il sorriso. Particolarmente simpatici sono i rustici lombrichi con accento da campagnoli, devoti alla loro band musicale Melma Boys. Di sicuro ai bambini risulteranno divertenti i comportamenti dei personaggi secondari, compresi quelli che fanno parte della cucciolata.

Super Lucky’s Tale è sì divertente, ma pecca a volte di superficialità

Questo fa da contorno ad un buon comparto grafico, realizzato per trarre il massimo dai colori di Super Lucky’s Tale e probabilmente ancora più bello su un televisore dotato di HDR. Graficamente parlando ci sono infatti pochissimi difetti, quasi esclusivamente riscontrabili nelle trasparenze delle strutture. Quando la telecamera non può farcela fisicamente, può capitare di vedere l’intreccio delle textures tra un muro e l’altro. Parlando invece di effetti sonori, all’inizio del gioco sembra che Super Lucky’s Tale sia interamente doppiato in italiano, ma la storia è leggermente diversa: una volta preso il controllo di Lucky si capisce infatti che i dialoghi parlati sono pochissimi, sostituiti dal mugugnare dei personaggi e da un testo in sovrimpressione. Le musiche invece, nonostante siano ripetitive e in loop, sono sempre piuttosto orecchiabili e probabilmente vi ritroverete a muovere le dita a ritmo in più casi.

Conclusioni

Super Lucky’s Tale è un gioco che si divide nettamente tra le due audience che può avere. Chi ha già masticato platform nella propria giovinezza rischia di trovare davvero poco di innovativo e potrebbe restare deluso dalla mancanza di profondità, oltre che dalla assente progressione delle abilità di Lucky. Un neo-giocatore, specialmente in tenera età, potrebbe invece scoprire un genere nuovo, ben lontano da quei titoli che i bambini vogliono ormai avere nella loro prima libreria. Niente violenza (a parte saltare con decisione sulla testa dei nemici) o temi difficili da affrontare, solo spensieratezza nel completare la prima avventura di Lucky.

È un peccato perché Super Lucky’s Tale sarebbe potuto diventare la mascotte di Xbox One X per riportare in auge un genere passato in secondo piano sulle console di Microsoft, parlando ovviamente di esclusive. Il rammarico è che il gioco sarebbe potuto essere qualcosa in più, se solo gli sviluppatori avessero voluto dare maggiore profondità al protagonista e risolvere evidenti problemi nella giocabilità. Il divertimento c’è, ma non è abbastanza e la grafica non riesce a sopperire alle mancanze. C’è da dire comunque che il prezzo fissato a 30,98€ è decisamente più che buono, quindi farci almeno il pensiero è obbligatorio.

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