L’aspirazione faustiana dell’ultimo capitolo dell’apprezzatissima saga di Nintendo è palesata già dal titolo: Ultimate, definitivo nel senso letterale del termine, aggettivo utile a tratteggiare i contorni di un videogioco che ha tutti gli interessi e le intenzioni di settare nuovi standard, imponendosi in ogni senso possibile come il non plus ultra dei picchiaduro made in Nintendo e non solo.
L’accento, in questo senso, non è tanto da ricercarsi sotto il profilo prettamente ludico, nonostante molteplici ed azzeccatissime migliorie che elencheremo a breve, quanto nella sovrastruttura, una mole di contenuti, modalità e personaggi strabordante, persino scoraggiante se si ha la tendenza, per non dire l’ossessione, a completare un gioco in ogni sua parte costituente.
I numeri, del resto, sono semplicemente pazzeschi. Parliamo di un centinaio di scenari, contando anche le versioni alternative di quelli standard; oltre settanta lottatori, numero destinato ovviamente a salire DLC dopo DLC; addirittura mille Spiriti, feature che rappresenta il focus, il perno attorno cui si sviluppa questo episodio.
Chiamati al difficile compito di soppiantare i pur apprezzatissimi Trofei, gli Spiriti da una parte incarnano l’ambito museale dell’opera, dall’altra approfondiscono come mai prima d’ora il gameplay della saga, arricchendolo di meccaniche ruolistiche sinora sconosciute ed infondendo una piacevolissima e godibilissima progressione a La Stella della Speranza, la modalità avventura che rappresenterà la principale attrazione per i videogiocatori solitari.
Sullo sfondo di un intreccio narrativo non certo raffinato e ricercato, ma quanto mai efficace a creare un collante credibile tra le decine di scontri che vi attenderanno, avrete a che fare con un vero e proprio tabellone in cui ogni singola casella rappresenta una battaglia le cui condizioni di vittoria cambiano di volta in volta. Spesso vi ritroverete in inferiorità numerica; in alcuni casi piuttosto che preoccuparvi di lanciare l’avversario oltre i bordi dello schermo, dovrete prosciugargli la barra di salute un attacco dopo l’altro; quasi sempre dovrete fronteggiare malus di varia natura come l’apparizione di pericolosi ordigni, nemici armati di tutto punto, scenari in cui piattaforme e strutture compaiono e scompaiono con una certa velocità.
Ad impepare il tutto, come già suggerito, ci pensano gli Spiriti, da collezionare sia avendo la meglio nelle lotte proposte nell’avventura, sia vincendoli nella modalità parallela che ne mette a disposizione una manciata ad ogni ora del giorno. Questi, che naturalmente prendono le fattezze di vari personaggi appartenenti a saghe Nintendo e non, si dividono in due tipologie. I Combattenti, di cui se ne potrà equipaggiare solo uno, definiscono il livello di forza dell’avatar e si distinguono per allineamento (Attacco, Difesa, Presa e Neutro), legati tra loro da un rapporto di forza e debolezza che ricorda la regola su cui si basa la morra cinese. Gli Aiutanti, dal canto loro, regaleranno tutta una serie di bonus differenti, dall’iniziare la partita imbracciando una determinata arma, al vantare una difesa extra, passando per la possibilità di diventare invisibili per una manciata di secondi.
Questa inedita componente ruolistica non deve intimorire il neofita di turno
Le combinazioni possibili sono praticamente infinite, soprattutto considerando che, consumando specifici item o equipaggiando gli Spiriti nelle varie partite, li vedrete accumulare esperienza, con tanto di vere e proprie evoluzioni una volta raggiunto il level cap.
Questa inedita componente ruolistica, ad ogni modo, non deve intimorire il neofita di turno. Rispondendo alla già citata ambizione onnicomprensiva della produzione Nintendo, il sistema è tranquillamente gestibile da chiunque, a qualsiasi livello lo si voglia. Chi non vede l’ora di “sporcarsi le mani” potrà ovviamente gestire il proprio personaggio tramite il menù apposito. Chi intende gettarsi immediatamente nella mischia, al contrario, potrà affidarsi al software che imbastirà in un attimo la squadra di Spiriti più efficiente in vista dello scontro successivo.
Super Smash Bros. Ultimate potrebbe anche fermarsi qui per essere un picchiaduro assuefacente, divertentissimo, strabiliante. Per fortuna fa di più. Tanto per cominciare, ripropone la modalità Classica, un percorso specifico per ogni lottatore del roster, che si conclude con un difficile e coinvolgente scontro con un boss. Novità di questo capitolo è la possibilità di scommettere sulle proprie capacità con il pad, settando autonomamente il livello di difficoltà da cui iniziare, parametro che in seguito aumenterà ulteriormente, a tutto vantaggio delle ricompense ottenute, o diminuirà a seconda delle prestazioni.
Non va poi dimenticato il multiplayer che quasi fa storia a sé. Nonostante proprio in questi frangenti si palesi l’unico reale difetto congenito di Super Smash Bros., ovvero una difficile leggibilità dello schermo quando effetti speciali e personaggi iniziano ad inseguirsi da una parte all’altra dell’arena, parliamo comunque di una manciata di modalità che tiranneggeranno le vostre serate tra amici per i mesi a venire. Con sufficienti controller, difatti, si può imbastire in pochi passaggi uno scontro in locale, con tanto di torneo annesso.
In mancanza di partner con cui fare l’alba, tra junk food ed improperi di ogni genere a seguito di una cocente sconfitta, potrete ovviamente optare per il gioco in rete. Super Smash Bros. Ultimate, da questo punto di vista, rappresenta l’ennesimo banco di prova per il servizio online di Nintendo, test solo parzialmente superato, stando almeno a quanto visto in questi primi giorni di vita della produzione. Se il matchmaking è fulmineo, il netcode non può definirsi propriamente granitico, zoppicando in più di un’occasione. Nulla che renda le partite ingestibili, beninteso, ma i puristi del genere potrebbero rabbrividire assistendo a certi rallentamenti.
Rispetto al predecessore, Super Smash Bros. Ultimate ha reso la difesa meno efficace
Per quanto concerne il combat system, infine, vanno registrati piccole, ma importantissime modifiche. Il sistema di controllo è lo stesso di sempre: favoreggia l’ingresso dei neofiti, grazie alla sua accessibilità estrema, ma premia sempre i videogiocatori più navigati, gli unici in grado di padroneggiare al meglio ogni tecnica. Rispetto al predecessore, Ultimate ha reso la difesa meno efficace, incentivando così lo scontro diretto, fattore che rende ogni match ancor più elettrizzante e frenetico: la schivata si fa meno efficiente ad ogni utilizzo, mentre la durata della parata è minore rispetto al passato. Come se non bastasse, la velocità d’azione è stata incrementata, a tutto vantaggio di chi è solito approcciare l’avversario con sfrontatezza.
Il pregio più grande di Super Smash Bros. Ultimate è il suo essere trasversale, onnicomprensivo, faustiano, per l’appunto. Ciò è vero tanto sul piano puramente contenutistico (basti pensare agli oltre settanta lottatori presenti), quanto su quello ludico, grazie ad un combast system facile da apprendere, ma raffinatissimo, complesso, ulteriormente inspessito dall’introduzione degli Spiriti. Tecnicamente, inoltre, non teme rivali. Merito di una direzione artistica strepitosa, che naturalmente non dimentica di deliziare anche l’orecchio dello spettatore con centinaia di brani che celebrano la storia dell’azienda di Kyoto e non solo, ma anche di un motore grafico che nonostante i tanti personaggi ed effetti speciali che si alternano sullo schermo non mostra mai il fianco ad un minimo rallentamento, anche in modalità portatile. Da qualsiasi punto lo si guardi, insomma, l’ultimo capitolo della saga della Grande N brilla di luce propria, nuova pietra miliare, nonché irrinunciabile must buy per qualsiasi possessore di un Nintendo Switch. |