Sword Art Online è una famosa serie anime che da diversi anni ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Il suo enorme successo continua ad essere inarrestabile, manifestandosi principalmente in ogni fiera del fumetto attraverso la commercializzazione di gadgets di tutti i tipi e la presenza degli immancabili cosplayers che sfilano agghindati come i suoi protagonisti.
L’intera opera, nata originariamente come light novel dalla mente di Reki Kawahara, narra le avventure del protagonista Kirito e dei suoi amici nel mondo dei MMORPG e della realtà virtuale nel 2022: in tale immaginario futuro, è possibile simulare realisticamente una seconda vita dentro a un videogioco.
Eliminati così i classici pad per videogiocare, la fittizia tecnologia NerveGear permette, indossando uno speciale casco, di impersonare il proprio avatar controllandolo mentalmente e provando, addirittura, anche le sensazioni percepite dagli organi sensoriali come l’olfatto, il tatto e così via.
Per quanto l’idea di entrare dentro a un videogioco possa sembrare a molti fantastica, Kirito&Co. sanno bene che al contrario non è sempre così, avendo vissuto in prima persona storie emozionanti ma, anche rischiando la vita combattendo contro temibili nemici e rimanendo, spesso e volentieri, intrappolati dentro ai mondi virtuali.
Sword Art Online: Hollow Realization invece, che tipo di storia è? Scopritelo con noi leggendo questa recensione.
Tre anni dopo gli eventi di Sword Art Online, Kirito è ancora un grande appassionato di MMORPG sempre pronto ad avventurarsi in nuovi mondi virtuali. Per tale motivo, insieme agli amici di sempre, non si fa sfuggire la possibilità di giocare in anteprima alla beta dell’inedito Sword Art: Origin.
Il nuovo MMORPG in fase di testing, è ambientato ad Ainground, la quale diventerà la futura Aincrad della prima stagione dell’anime; è infatti possibile notare come molte ambientazioni siano simili a quelle di Sword Art Online.
Esplorando la nostalgica Ainground in cerca di missioni, Kirito si imbatte in una strana NPC (Non Playable Character) senza personalità, scopo o obiettivi sensati da proporre ai giocatori. Incuriosito da ciò, il generoso protagonista decide di presentarla ai suoi amici e di risolvere il problema della NPC, la quale verrà poi, amichevolmente soprannominata dal gruppo come “Premiere”. Premiere non è altro che il fulcro su cui si basa l’intera trama, poiché, il gruppo si affeziona immediatamente e senza alcun particolare motivo alla ragazzina virtuale cercando di proteggerla e aiutarla nella ricerca delle sue origini.
Investigando sulle radici di Premiere, Kirito ed i suoi compagni devono non solo esplorare ma, anche battersi contro mostri di tutti i tipi, accumulando risorse con cui comprare nuove armi e armature in città e facendo salire i loro avatar di livello per poi fronteggiare combattimenti sempre più impegnativi.
Il battle system è ripreso, come ci si aspetta, dai classici MMORPG. I nemici si muovono liberamente e in tempo reale sulla mappa, così come il proprio avatar ed i membri del party che lo accompagnano.
Una volta avvicinatosi al mostro contro cui vogliamo scontrarci, non resta che estrarre la propria arma e colpire. Principalmente, si tratta di premere per la maggior parte del tempo il pulsante d’attacco alternandolo con le schivate e con quello della mossa speciale che consuma punti SP, i quali, si ricaricano utilizzando pozioni o aspettando una manciata di minuti.
Più l’avversario viene colpito consecutivamente realizzando delle combo, più i danni inflitti diventano maggiori, duplicando l’effetto dell’attacco. I propri compagni di party, i quali nel single player possono essere un massimo di 3, sono in grado di unirsi alle combo attraverso un sistema chiamato Switch. Tale abilità però non è molto funzionale, poiché, spesso accade che l’intelligenza artificiale che guida gli altri personaggi, si comporti in maniera casuale e non consona alle varie situazioni.
Per risolvere tale problema, il giocatore che può controllare solo ed esclusivamente Kirito, è in grado di impartire manualmente delle indicazioni alla IA del party attraverso dei feedback, ovvero, dei messaggi di incoraggiamento per spronare gli NPC a comportarsi in un determinato modo, nonostante ciò, il risultato è comunque insoddisfacente e nel party regna l’anarchia più totale.
“Per la prima volta, in un gioco del brand Sword Art Online, possono essere inseriti 4 personaggi in un party. Una bella novità, penalizzata purtroppo da un’IA non sempre all’altezza…”
La confusione però non è limitata solo ai combattimenti, ma anche ai vari ruoli dei personaggi in battaglia. Un esempio, è la totale inesistenza di classi come l’arciere, il mago o il guaritore. Tutti sferrano colpi di spada, ogni tanto qualcuno cura, ma non esiste una vera e propria suddivisione sensata dei vari profili.
Un esempio chiaro di ciò, è quando all’inizio del gioco selezioniamo un’arma per Kirito. Si può scegliere fra la katana, lo spadone a due mani, la mazza e tante altre, ma una volta provate sul campo, sembrano più o meno tutte uguali.
I combattimenti risultano così abbastanza noiosi, e la poca varietà dei nemici presenti non aiuta a migliorare la situazione. I mostri che fronteggiamo vengono riciclati nelle varie ambientazioni cambiandogli solo il colore ed il livello. Si tratta di una vera e propria occasione sprecata, considerando che nella modalità multiplayer online, possono essere presenti fino a 16 personaggi, 4 per ogni giocatore, e una diversificazione vera e propria in classi avrebbe reso i vari raid più strategici. L’unica feature che rende unici i vari Kirito è quella legata all’aspetto, si può personalizzare il proprio avatar dal sesso alla pettinatura dei capelli e tante altre opzioni, proprio come nei MMORPG classici. Una pensata simpatica, ma che risulta assai stramba quando si ha, ad esempio, un Kirito donna che parla con una voce maschile durante i dialoghi.
Girovagare per Ainground, non significa solo combattere, ma anche esplorare enormi spazi anonimi un po’ tutti uguali e con qualche oggetto da raccogliere qua e là. Anche la parte grafica risulta quindi sotto tono e, principalmente, lo si nota anche nei modelli dei personaggi principali che presentano volti poco espressivi, innaturali e dalle movenze non fluide tendenti al legnoso.
Un difetto del genere, è impossibile da non notare soprattutto dialogando e sviluppando delle relazioni con le varie donzelle presenti nel gioco, in tali momenti, i primi piani ravvicinati non mancano di certo. Nonostante Kirito sia dichiaratamente fidanzato con l’eroina Asuna, è quindi possibile vivere delle situazioni romantiche anche con le altre ragazze dell’anime.
“Anche nel videogioco, Kirito ha un vero e proprio harem di fanciulle innamorate di lui con cui si può intraprendere relazioni al limite della poligamia”
Per fare ciò, Kirito deve inserire nel party solo la fanciulla che gli interessa, girare per la città con lei e, quando la visuale passa in prima persona, ascoltare ciò che dice la ragazza. In questo frangente, dovremmo principalmente far annuire o scuotere la testa a Kirito a seconda della frase ascoltata, frasi, che purtroppo si ripetono sempre uguali rendendo il tutto estremamente noioso.
In caso si riesca a non soccombere alla noia ed a risultare simpatici alla ragazza di turno, si può tentare anche di prenderla per mano o in braccio, e portarla nella camera di Kirito per delle chiacchiere sul guanciale, così da sbloccare degli eventi extra con tanto di illustrazione in stile anime.
Uno dei lati più riusciti di Hollow Realization, sono proprio tali immagini. Numerose e disegnate con estrema cura, sono pensate principalmente per la gioia degli appassionati della serie anime che ritroveranno tutti i loro personaggi preferiti proprio come li ricordavano in tv.
Di ottima fattura, sono anche le tracce sonore e il doppiaggio giapponese (l’unico disponibile nel gioco), i quali si adattano a ogni atmosfera o situazione presente nel gioco, dalla battaglia più pericolosa al picnic spensierato sul prato e così via.
Incornicia il tutto, l’ottima traduzione italiana che aiuta anche il giocatore meno anglofono a godersi l’avventura senza aver bisogno di un dizionario a portata di mano.
In conclusione, Sword Art Online: Hollow Realization renderà sicuramente felici gli appassionati del cartone animato, un po’ meno chi non conosce la serie o chi cerca un’avventura più ricca e pretenziosa soprattutto a livello narrativo e di gameplay. Minato da molti difetti tecnici e da altre imperfezioni grafiche, solo la presenza di Kirito&Co. riesce a risollevare l’interesse verso un titolo che, altrimenti, finirebbe presto nel dimenticatoio. Nel complesso però, Hollow Realization è sicuramente il migliore videogioco dedicato al brand Sword Art Online dopo i discreti Hollow Fragment e Lost Song. L’impegno dello studio Aquria c’è stato, ma, la strada per raggiungere l’eccellenza è ancora lunga e in salita. |