News 13 Ott 2013

TABLET APOCALYPSE

 

constantine5yz

…Alla civiltà umana sarebbe succeduta la potente stirpe dei coleotteri… (l’ombra venuta dal tempo, H.P.Lovecraft, 1934)
In "guida galattica per autostoppisti" l'apocalisse giunge per colpa di un'autostrada aliena in costruzione...
In “guida galattica per autostoppisti” l’apocalisse giunge per colpa di un’autostrada aliena in costruzione…

L’ Apocalisse, intesa come la fine del genere umano sulla Terra ad opera di agenti esterni, fisici o metafisici è presente da sempre nel DNA dell’uomo fin dalla comparsa del suo primo pensiero. Al penso, dunque sono di cartesiana memoria si dovrebbe aggiungere …e quindi verrò distrutto prima o poi.

Nella quasi totalità dei libri sacri v’è sempre una fine tragica ma spettacolare, affinché ammonisca e prepari i popoli ad un cambiamento radicale con una separazione dei “cattivi” dai “buoni” che, se avranno vissuto secondo i canoni dettati dal libro, saranno ricompensati.

Nel 1985 il libro divenne un'ottima avventura testuale della Infocom per Apple II
Nel 1985 il libro divenne un’ottima avventura testuale della Infocom per Apple II

“Prove tecniche” di apocalisse vi sono state nella Bibbia con il Diluvio Universale o con la cancellazione delle città di Sodoma e Gomorra o lasciate a segni premonitori, come nell’Islam, dove il profeta Maometto fissa alcuni segni che precedono la fine: un grande terremoto globale.

Nell’Induismo e nel Buddhismo, essendo religioni con concezione del tempo circolare e ciclico, i segni dell’apocalisse sono avvisabili attraverso Ere, concordando fra loro sulla lenta degradazione dei valori spirituali e morali dell’uomo.

Recentemente il famoso calendario Maya ha guastato il sonno a molti e riempito le tasche di tanti, fissando la “Fine” dei tempi nel  2012 a mezzo di una mostruosa catastrofe naturale (ma pochi durante la kermesse apocalittica partita nel 2010 hanno messo in evidenza che, secondo quel popolo, la Terra era già stata “rinnovata” ben quattro volte).

In definitiva,  l’Uomo è  sempre accompagnato dalla paura latente di essere annientato  e se per alcuni versi ne è atterrito, per altri ne è attratto, esorcizzandone il timore attraverso la penna di grandi scrittori, visionari cineasti e, ultimamente, attraverso i videogames  dove di fronte all’evento non si è più spettatori impotenti, ma parte attiva e alle volte causa stessa della fine virtuale globale.

…e allora?..togliete la corrente al maledetto arnese! (Wargames di John Badham,1983)
L’ironico commento in Balance of Power se si superava il segno…

Molte le cause di apocalisse nella “IX Arte”, quella dei videogiochi, dai primi anni ’80 in corrispondenza del proprio fratello cinematografico (l'”VIII Arte”)  giungono molti software ludici ispirati alle paure d’apocalisse causate dall’Uomo, come la guerra, che  doveva sempre sfociare in un conflitto termonucleare.

Nel 1985  per varie piattaforme viene editato Balance of Power di Chris Crawford, in cui si prendeva possesso del pianeta attraverso scelte politiche, impersonando USA o URSS attraverso ingerenze sui vari stati simpatizzanti e causando crisi internazionali che portavano allo scontro diretto e quindi all’apocalisse nucleare. È questo uno dei pochi giochi dove si bacchettava il giocatore con commenti ironici in caso che l’evoluzione ludica lo portasse alla distruzione. Wargames (1983) per console Colecovision, rispettava la parte strategica dell’omonimo film, Conflict: Europe della SSI (1988) per varie piattaforme  metteva in campo il teatro NATO e PATTO DI VARSAVIA con la possibilità di utilizzo di armi chimiche, battereologiche, nucleari e calcolo di contaminazione e vittime civili o la recente casual apocalypse in Defcon di ambx del 2007, da giocare in ufficio nei ritagli di tempo (5/6 minuti a partita) in cui si scatenava una violentissima guerra termonucleare globale.

Con il tramonto della guerra fredda ecco spuntare nei giochi d’apocalisse, sempre in tandem con lo schermo cinematografico, lo spettro della Natura Matrigna che falcia la fragile umanità attraverso virus devastanti che resuscitano morti (Zombi, Ubisoft, 1990) o cataclismi biblici per una nuova rinascita ecologica (Global Effect,1992) o entrambe le cose.

Global Effect (2)

A che ora è la fine del Mondo, che rete è? (A che ora è la fine del mondo?, Ligabue, 1994)

Se negli ultimi tempi la concezione di Apocalisse nei Videogames e nel Cinema è sopratutto survival, ovvero sopravvivere ad essa sia che riguardi orde di cadaveri rianimati o vivi contagiati da virus incurabili è senz’altro interessante, oltre che specchio dei tempi, seguire su quali piattaforme essa viene fruita.

Parallela alla videoludica tradizionale divisa in classi (Pcisti, Xboxer o Playstationisti) che spesso insegue solo la definizione del pixel e la sua velocità di refresh, si sta formando una realtà che sempre più consegue successi sopratutto in campo di contenuti: i giochi per smartphone e tablet.

In Plague Inc. basta scegliere il proprio vettore e l'apocalisse è servita...
In Plague Inc. basta scegliere il proprio vettore e l’apocalisse è servita…

Questi due congegni spesso indistinguibili fra loro e animati da due grandi linguaggi/sistemi operativi (IOS e Android) fino a pochi anni fa potevano vantare solo applet risibili da scaricare per curiosità; ora, invece, stanno evolvendo in veri e propri mondi ludici dalla grafica non eccellente, ma proprio per questo arricchita da soluzioni narrative più appassionanti e intriganti. Non a caso è proprio in questo settore che si riscontrano la maggior parte di instant games a sfondo apocalittico che recano quasi sempre l’aggettivo “zombi” e, con i dovuti filtri, molto più appassionanti dei “normali” giochi sulle piattaforme tradizionali.

L'avventura ci porta in ambienti "prestati" daThe Walking Dead o REC
Zombi Invasion: T-Virus ci porta in ambienti “prestati” da The Walking Dead o REC

È il caso di PLAGUE INC. (Ndemic) gioco di strategia e simulazione in tempo reale in cui il giocatore deve creare un virus in grado di sterminare la popolazione mondiale seguendone la sua evoluzione, modificandone il dna e il metodo di diffusione prima che l’OSM metta a punto un vaccino per debellarlo.

Il gioco è stato pluripremiato nel 2012 e il suo sviluppatore James Vaughan ha incassato milioni di dollari. Plague Inc dal maggio del 2012 ha generato più di due milioni di download a pagamento e James è stato invitato a parlare al Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta sui modelli matematici di diffusione dei virus sviluppati per il suo gioco.

L’inquietante “applet” è disponibile sia per Android che per IOS e se nella versione free si possono creare solo pochi malanni, in quella a pagamento (pochi centesimi) vi è l’intero esercito delle 12 scimmie pronte ad aiutarvi nello sradicamento del genere umano dal pianeta terra.

Ma lasciando da parte gli starnuti assassini, l’apocalisse sul tablet continua con coinvolgenti avventure grafiche che a loro volta citano ambienti tratti da film sul tema, come la saga di ZOMBI INVASION che nel suo primo capitolo, T-VIRUS (totalmente gratuito), ci fa vivere un’avventura vecchio stile punta e clicca (col dito) usando una grafica  ben concepita che rifà il verso a filmcome REC o The Walking Dead, rivisitandone  gli ambienti e culminando in un secondo capitolo ZOMBI INVASION: ESCAPE, anch’esso totalmente gratuito e divertente nelle soluzioni. Per gli amanti dello shot’em’up proseguiamo poi attraverso sparatutto più o meno definiti per arrivare all’angosciante INTO THE DEAD: il tablet/smartphone si trasforma nei nostri occhi per scivolare attraverso scenari lugubri in cui zombi aggressivi cercano di afferrarci in una lotta infinita e senza scampo o in ironici retrogames come Zombi Kong World nel quale si rivisita il famoso Donkey Kong o semplicemente un bislacco salvaschermo,Apocalypse free 3D, che inserisce come sfondo dello smartphone, scorci di una città annientata da una non ben identificata sciagura.

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Plague Inc. e Into the dead – Approfondimento

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Apocalissi prêt-à-porter, dunque, che questi questi nuovi compagni di viaggio tecnologici ci propongono per esorcizzare le nostre paure di scomparire nel nulla senza  lasciare nel cosmo nemmeno uno straccio di record scritto fra le stelle.

Gianluigi “Darkman” Fedeli

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