Dopo averci aiutato nello scorso articolo, attraverso i suoi commenti tecnici sugli otto team finalisti del Campionato Personal Gamer, Marco ‘Casanova‘ Mangieri ritorna al suo ruolo principale, ovvero leader del Team Lion Italia. Dopo aver conosciuto meglio i Sublime e i NEXTgaming Rapid, adesso parliamo del Team Lion Italia, meglio conosciuto semplicemente come Lion. Questo team è famoso per l’affiatamento e l’affetto che lega i suoi player da sempre, ragazzi tranquilli con una grande passione. Ne sapremo di più attraverso l’intervista al loro leader Casanova.
Come ti sei avvicinato a Call of Duty?
Mi duole ammetterlo ma uscivo da una relazione sentimentale complessa e di conseguenza trovai un ottimo svago in Call of Duty e da lì a poco più che un passatempo diventò quasi una dipendenza. Il mio primo Call of Duty fu Modern Warfare 2, nonostante molti dicano che sia uno dei migliori della saga, a me non piaceva particolarmente, forse perché essendo il primo mi sembrava di vedere tutti troppo più forti rispetto a me. Ti dirò, col passare del tempo la situazione non è tanto cambiata sotto questo punto di vista!
Chi è stato ad avvicinarti ai videogames?
Ho iniziato col Sega Mega Drive quando avevo 4/5 anni, mi ci avvicinai da solo in realtà, probabilmente devo ringraziare mio padre che assecondò i miei capricci e che fino al giorno in cui non ho cominciato a lavorare, mi ha sempre comprato ogni console possibile e immaginabile!
Perché proprio Call of Duty e non un altro sparatutto?
Beh, la mia preferenza ad oggi è dettata dall’abitudine, quando iniziai la mia “carriera” fu dettata dal caso, probabilmente se al posto di Call of Duty avessi comprato un altro FPS, oggi giocherei ancora a quello.
Quando hai cominciato a giocare competitive?
Entrai subito in un clan dopo un mesetto che giocavo a Modern Warfare 2 perché un ragazzo mi reputava “talentuoso” ma se per carriera competitive si intende iniziare a partecipare ad eventi live direi che il primo vero esordio è stato con Black Ops.
Mi racconti le emozioni della prima lan?
Prima lan, circa tre anni fa, era la più ambita da tutti probabilmente ma in realtà la feci solo per divertimento. Mi ritrovai in qualche strano modo qualificato alla lan per accedere al Call of Duty Championship di Los Angeles e tra l’altro su dodici team arrivammo quinti. Calcolando che si giocava in modalità Decerto e che noi fino ad un mese prima giocavamo in modalità Cerca e Distruggi Veterano, mi ritenevo più che soddisfatto. Le emozioni, credo siano indescrivibili , incomprensibili per chi non ha mai fatto lan, hai sempre paura di sbagliare, paura di deludere i tuoi amici e compagni, ma sono proprio tutte queste emozioni che alimentano la voglia di giocare a Call of Duty. Probabilmente senza questi eventi live avrei già smesso di giocare da tempo.
Come nascono i Lion?
Il tutto nacque ai tempi di Black Ops, quando conobbi un ragazzino particolarmente portato per i videogames, che sarebbe poi diventato Lion Cry. Lui mi mise in testa l’idea che potevamo e dovevamo puntare in alto e da lì iniziammo a costruire un progetto più serio, dal nostro vecchio nome ZCLS cambiammo nome in Zero. Poco dopo entrò nel team il mio giovane pupillo, l’attuale Lion Dany, che allora era aveva solo quattordici anni ma dimostrò fin da subito di essere un ragazzo serio e di essere molto legato a noi e al progetto. Lo abbiamo tenuto sotto la nostra ala protettiva, abbiamo provato ad insegnargli tutto ciò che sapevamo ed ora posso dire con vanto, che è uno dei player migliori che abbia mai visto. Eravamo solo tre, così ci unimmo ad un altro team, i vecchi ISK e da lì con l’aiuto del loro leader, Caffo, creammo i CRuX. Riuscimmo col tempo a raggiungere un ottimo livello, portandoci anche a casa dei podi ed un paio di primi posti ad alcuni eventi live. Successivamente decidemmo di chiamarci Lion ma quello fu l’unico cambiamento, stessi player, stesso affetti e stessi amici, solo uniti da un nome differente.
Escludendo il tuo team, da chi pensi possa essere formato il podio del prossimo Campionato Personal Gamer?
Io credo che i team che arriveranno sul podio saranno i Sublime, i NEXTgaming Rapid e poi sono indeciso tra due team, gli Anarchy Killer e l’altro team dei NEXTgaming, i Finalize, che hanno a disposizione il grandeLukman.
È difficile portare avanti un clan in Italia?
In generale penso sia molto difficile ma mi reputo fortunato, perché io e i ragazzi siamo prima di tutto amici, quindi per me è come gestire una piccola famiglia più che un team, sicuramente impegnativo ma non tanto quanto magari altri team.
Mettiamo il caso che esista una nazionale italiana di Call of Duty e tu fossi il selezionatore. Avendo sette posti a disposizione, chi convocheresti?
Kolga e Pibo dei Sublime, Frido, Duke e Andex dei NEXTgaming Rapid e Demon che attualmente sta giocando sulla One con un suo nuovo team, ma secondo me resta uno dei top player italiani. Per il settimo sarei abbastanza indeciso, probabilmente chiamerei Lukman dei NEXTgaming Finalize.
Che tipo di player sei?
Mah, in realtà ho dei limiti nel descrivermi, sicuramente non sono quello più skillato della squadra ma ho la fortuna di riuscire a tenere tutti uniti e di dare un supporto morale che a volte fa più della skill di per se.
Quindi ha ragione Kumax quando dice che un buon team leader non deve essere solo un buon giocatore ma soprattutto un gran motivatore per il team?
Si, ha assolutamente ragione Kumax, poi sinceramente credo che sia un player molto sottovalutato, non è per nulla il punto debole del suo team, a differenza di ciò che dice lui.
Quali pensi siano gli elementi fondamentali per portare a casa una vittoria?
In primis non criticare ma incoraggiare un compagno davanti ad un errore, in secondo luogo aver fiducia nei propri compagni e nei propri mezzi. Bisogna sapere di essere forti, far capire agli avversari che non si ha paura! In realtà in lan non vince il più forte con il joypad, ma quello con la mentalità più salda e con più fiducia in se stesso.
Avete vinto tanto?
Per ora su otto lan fatte, siam saliti sul podio più della metà delle volte. Le uniche lan in cui effettivamente non abbiamo brillato particolarmente son state quelle di Personal Gamer, spero di riuscire a sfatare questo mito il prossimo weekend.
Perché avete scelto questo nome?
Non c’è un motivo particolare, personalmente mi piace come animale e comunque i leoni come i lupi credono molto nel concetto di “branco”. A differenza di quasi tutti i team italiani, non mi stancherò mai di ripetere che noi siamo in primis una piccola famiglia, in secondo luogo una squadra.
E il nick Casanova?
Era un piccolo nomignolo attribuito a me ed a colui che da dieci anni ed oltre è il mio migliore amico. Ci piaceva divertirci come ogni diciottenne e di conseguenza ci diedero questo soprannome, tra l’altro del tutto infondato. Fatto sta che su xbox live lo misi perché dopo mezz’ora che provavo a mettere qualsiasi nome e tutti risultavano occupati dovetti ricorrere a questo. Poi chiaramente dopo quattro anni che hai un nick, ti ci affezioni e non lo cambi più.
E’ difficile trovare sponsor nel gaming in Italia?
Trovare sponsor che diano una mano effettiva ai team è davvero difficile, soprattutto perché è un periodo dove gli investitori tendono ad evitare di appoggiare i team a meno che non siano squadre con buone possibilità in Europa. Io devo ringraziare Stefano Moretto, presidente di Virtual Football Location che ci ha accordato la sua fiducia e ci ha supportato in maniera non indifferente, soprattutto perché venivamo da un annata non eccelsa ma alla prima lan dove abbiamo portato il suo vessillo ci siamo guadagnati subito un terzo posto, dimostrandogli gratitudine ed impegno.
Pensi si possa vivere di gaming in Italia?
Assolutamente no, magari tra dieci anni ma ad oggi è impossibile. Difatti sono il primo a spronare i miei giocatori a crearsi una carriera lavorativa ed a dargli una mano quando posso a trovare lavoro. Il gaming, mi duole dirlo, ma al momento può essere considerato solo una passione. Mi reputo fortunato perché nonostante gli impegni lavorativi, riesco comunque a dedicargli tempo
Chi pensi sia il giocatore più sottovalutato del panorama italiano?
Di tutti i player visti nelle varie lan che ho fatto, direi Cia Infernal, ma ce ne sono davvero tanti.
E invece il più sopravvalutato?
Questa è una domanda difficile, guardando le ultime lan mi sento di dire che molti giocatori sono stati sopravvalutati ma comunque non posso giudicare sulla base di una lan fatta male.
Ho capito, sei diplomatico, allora dimmi chi è il giocatore più forte che tu abbia mai incontrato?
Ai tempi c’erano giocatori mostruosi, Ombra Gamble su Modern Warfare 2 era un fenomeno, su Modern Warfare 3 c’era LN7 un mio player che era davvero un mostro, per quel che riguarda Ghosts invece il più forte player che abbia visto è Ak JRambo, davvero una spanna sopra tutti nella fase online.
E delle Mad Kitties che mi dici?
Le Mad Kitties sono capitanate da Banshee che secondo me ha delle potenzialità grandiose, è già un’ottima giocatrice ma può superare di gran lunga quello che ha raggiunto ad oggi. Deve solo imparare a controllare il suo carattere particolarmente impulsivo, son convinto che con un po’ di sacrifici possa raggiungere degli ottimi livelli e guadagnare un posto tra i grandi. Credo molto in lei.
Prossimi obiettivi?
Il prossimo weekend abbiamo il Campionato Personal Gamer, non ci si prepara mai abbastanza per un evento di questo calibro ma non mi sento di darci per sconfitti facilmente!
Dimmi una frase che ti rappresenta.
Da piccolino ero un po’ il classico esempio di nerd emarginato sociale ed amavo la frase “Odiato perché diverso, amato perché unico”, diciamo che ero davvero solo e lo son rimasto fino ai dodici anni quasi.
E poi cos’è cambiato?
Sono cresciuto e le ragazze hanno cominciato ad interessarsi a me, è brutto da dire ma quando le ragazze iniziano a guardarti, tutti iniziano ad interessarsi alla tua persona.
E fu così che nacque la leggenda di Casanova!
Ahahah!
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