Media Molecule è uno degli sviluppatori first party di Sony più recenti, con poco più di sei anni di storia sulle spalle e cinque titoli ad oggi commercializzati – uno per PSP e quattro per PS3 – sul proprio curriculum. Cinque titoli che, tanto per dire, hanno venduto una buona decina di milioni di copie (i due Little Big Planet per PS3), si sono beccati a mani basse il titolo di GOTY per PS3 nel 2009 (LBP) e sono riusciti a mettersi in saccoccia 5 Guinness dei Primati (LBP2). Il tutto grazie a quel faccione simpatico del Sackboy, consacratosi negli ultimi 5 anni a icona ufficiale dell’universo PlayStation. Questo per dire che, quando i ragazzi di Media Molecule sfornano un gioco nuovo, il profumo di successo non lo si respira soltanto a Guillford, nel Surrey, ma arriva molto più lontano.
Il 2013 segna tuttavia un anno di svolta per lo sviluppatore britannico, che abbandona (temporaneamente?) l’iconico Sackboy in favore di un’IP inedita per la bistrattata PlayStation Vita. Un titolo capace di fondere narrazione, level design, giocabilità e magia nell’handheld Sony, sfruttato per la prima volta in modo completo per raccontare a bassa voce una fiaba obliqua e senza tempo, che narra di avventura, coraggio e amicizia. Se pensavate che dei semplici fogli di carta non avessero nulla da dire beh, sedetevi comodi e siate pronti a ricredervi: è arrivato il momento di conoscere l’universo di Tearaway.
Lo ameranno: gli amanti delle buone storie, del design raffinato, dello stile di MM.
Lo odieranno: gli fps-maniacs, gli avversi alle piattaforme, chi non sa guardare al di là di uno schermo touch.
È simile a: Little Big Planet (nello stile)
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[hr]Titolo: Tearaway
Piattaforma: PS Vita
Sviluppatore: Media Molecule
Publisher: Sony
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Completamente in italiano
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Il messaggero Iota
Come una storia esiste per essere raccontata, anche un messaggio nasce per essere consegnato. Iota è un giovane messaggero chiamato a compiere un’impresa che, all’apparenza, le sue esili gambe di carta difficilmente potrebbero sopportare: dovrà consegnare un messaggio nientemeno che al Tu, una creatura appartenente ad un altra realtà il cui volto si vede rifulgere nel centro del sole. Ma esiste un legame forte tra Iota e il Tu, il suo Tu: messaggero e destinatario, due attori nella stessa storia collegati da un fato comune, da un legame che si manifesta proprio nel messaggio che Iota deve consegnare. Un messaggio incantevole nella sua semplicità e nella sua quasi infantile innocenza, che lo obbligherà ad oltrepassare le verdi pianure e i frutteti di Vallecarta, la frenetica Sogport col suo chiassoso porto di mare e il laboratorio segreto, passando per oscure caverne sotterranee colme di terribili Cartacce e raggiungendo infine il Grande Strappo, sino a poter “toccare il Sole con un dito” e realizzare il proprio destino.
Preferiamo non scendere ulteriormente nel dettaglio di questa narrativa poetica e sfumata, articolata su sedici scenari che nascono e fioriscono come un libro pop-up di fronte agli occhi di chi gioca, cercando di insinuare in quest’ultimo la curiosità di proseguire nell’impresa di Iota e di aiutarlo a superare le avversità che lo separano dall’amico così lontano. Amico che, non l’aveste capito, coincide con il giocatore stesso, il cui volto verrà riprodotto sul sole tramite la fotocamera anteriore di Vita. Una trovata curiosa (al di là delle possibili implicazioni più o meno esilaranti) che vuole in qualche modo rendere ancora più profondo il legame tra Iota e giocatore, che apparirà più volte e in pose diverse lungo tutti gli scenari dell’avventura.
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Un mondo in costante divenire
Media Molecule colpisce ancora una volta con uno stile estremamente personale e fuori dagli schermi, capace di creare un intero micromondo, vivo e pulsante, da un materiale “umile” quale può essere un foglio di carta. Un’impresa facile soltanto a parole, che si concretizza su schermo in un origami digitale in costante mutamento, che sotto le nostre dita si muove, reagisce, cambia e asseconda il nostro movimento, creando nuovi percorsi per Iota o, perchè no, eliminando le fastidiose Cartacce (mostriciattoli dispettosi che cercano di ostacolare il viaggio dell’eroe cartaceo verso il Tu). Tearaway offre panorami unici nella loro semplicità, volumi impalpabili che si dipanano di fronte agli occhi del giocatore con la stessa naturalezza e semplicità con la quale si sfoglia una pagina, o magari la si srotola: basta un gesto e, come in quei libri per bambini, compaiono come per magia montagne, un porto di mare o un frutteto con un timido maialino. Un compito difficoltoso per i programmatori di MM, costretti ad abbandonare i classici sistemi di animazione in favore di un engine proprietario il cui funzionamento riproduce una meccanica affine a quella dell’origami, che difficilmente lascerà indifferente lo spettatore.
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A piccoli passi…
Tearaway è un platform 3D dalle meccaniche intuitive, abbordabile anche da giocatori non particolarmente esperti (che soltanto negli ultimi livelli troveranno un coefficiente di sfida nettamente più significativo) e proprio per questo votato alla componente più esplorativa. Ciascun livello nasconde una serie di collezionabili da stanare, aumentando di fatto il replay value: per terminare uno scenario al 100% sarà necessario recuperare tutti i coriandoli, aprire i pacchi regalo nascosti furbescamente dai designer, abbattere le Cartacce presenti e aiutare – se presenti – gli NPC in difficoltà esaudendone specifiche richieste.
Le richieste di questi ultimi sono le più disparate, e oltre a sfociare in un utilizzo a 360 gradi dell’hardware di PS Vita, rimarcano spesso quell’interazione costante tra il mondo di Iota e il nostro, che tra un foglio appallottolato o uno strappo fa un timido capolino. Alcuni chiederanno nuovi adesivi con cui abbellire il proprio look, forzando il giocatore a investire coriandoli nell’acquisto di stencil divertenti da riutilizzare per Iota o per modificare le foto del Tu; altri vorranno una mise unica da sfoggiare a ValleCarta, rendendo dunque necessario scattare una foto ad un qualsiasi soggetto reale la cui trama e colori verranno appiccicati sull’NPC (saprete fare meglio di un suino col pelo di gatto?).
Ugualmente divertenti saranno le prove di disegno: non sarà infatti raro che i nostri amichetti chiedano di creare oggetti ex novo, come corone, fiocchi di neve, baffi o stelle, destinati a fondersi nel contesto di gioco come se fossero stati creati da MM. La meccanica della creazione è appagante e veloce, con una scrivania contenente una decina di fogli colorati su cui tracciare il contorno dell’oggetto tramite il pad anteriore. L’icona a forbice taglierà la carta in eccesso, rendendo di fatto l’opera pronta. È possibile abbellire ogni creazione usando più fogli colorati (una corona dignitosa, ad esempio, dovrebbe avere gemme diverse incastonate nelle punte) ma nessuno degli NPC avrà da ridire sul nostro operato.
L’interazione tra noi e Iota non si esaurisce in questo contorno, rappresentando invece il fulcro dell’intera esperienza ludica. Basterà sfiorare una carta arricciata per stenderla e creare un ponte, tamburellare su un texture col touchpad posteriore per creare un trampolino utile a raggiungere sporgenze inarrivabili, ma anche per eliminare eventuali Cartacce che ci camminino incaute sopra o, ancora, agire sul mondo di Tearaway per interrompere il flusso di una cascata, permettendo al piccolo eroe di passarci sotto senza morire inzuppato, o per far saltare un enorme masso. E mentre la nostra stanza reale affiora dai buchi fatti dalle nostre dita sulla carta possiamo ancora inclinare PS Vita, agendo su piattaforme semovibili come nella migliore tradizione platform o aiutando una messaggera sfortunata a rotolare lungo un percorso ricco di ostacoli e insidie, cercando allo stesso tempo di non precipitare noi stessi. Ogni elemento interagibile è evidenziato con una texture identificativa: una sorta di impronta digitale per gli oggetti da toccare via pad frontale, una trama con simboli PlayStation per il pad posteriore e un ologramma traslucido per le appena citate piattaforme. Un aiuto in più da parte degli sviluppatori per non rimanere bloccati nelle sezioni più avanzate, anche se una volta presa confidenza con il sistema di controlli creare la propria storia (e il percorso da seguire) diviene pressoché naturale.
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Giovani fotografi crescono..
Come anticipato, non c’è funzionalità di PS Vita che non venga rimappata nell’opera di Media Molecule. E se un paio di volte dovremo persino registrare la nostra voce (esibendoci ad esempio in un urlo terrificante da donare ad uno spaventapasseri), saranno assai frequenti le occasioni che richiedono l’ausilio della macchina fotografica. Potevano forse mancare personaggi vagamente narcisisti, desiderosi di essere immortalati in uno scatto del piccolo Iota? Il menù della camera si apre con il tasto triangolo, permette di zoomare/dezoomare con i dorsali sinistro/destro e, cosa più curiosa, dà al giocatore la possibilità di acquisire obiettivi e filtri investendo i celebri coriandoli. Si parte dal classico cinquantino (per i meno tecnici, l’obiettivo da 50mm ideale per i ritratti), passando per grandangolo, foto sportive, zoom e macro sino ad arrivare all’obiettivo quantico, che permette di scattare foto non più in-game ma direttamente del nostro salotto. Ricca anche la presenza di filtri, che spaziano dal bianco e nero al seppia, dal negativo all’alto contrasto per un totale di 15 alternative possibili.
La macchina fotografica di Iota può inoltre essere utilizzata per ridare colore a sagome di carta completamente bianche, anch’esse disseminate per tutto il corso dell’avventura. Per ogni foto scattata verrà reso disponibile un cartamodello del soggetto corrente da scaricare e stampare, accedendo col proprio profilo PSN all’apposito sito di Tearaway (disponibile in formato preview nel corso della nostra recensione, ma già funzionate a ottimo regime). Sarà possibile tenere sotto controllo i modelli recuperati, confrontandoli immancabilmente con quelli degli amici, e osservare tutte le foto fatte nel corso della partita, che direttamente da PS Vita potranno essere uploadate su server e condivise su Facebook e Twitter.
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A presto, Iota!
Tearaway, o anche “strappare”, volendo tradurre il titolo dell’ultimo piccolo capolavoro di Media Molecule, quasi a sottolineare il frusciare tipico della carta. Carta che nell’universo di Iota non si strappa ma si piega su sé stessa, si arrotola e si dipana portando in vita abitanti bizzarri, scoiattoli dispettosi, maialini narcisisti e orribili creature delle montagne, i Wendingo, che una volta visti da vicino forse così terribili non sono. Tearaway è un enorme papercraft dalle tinte pastello, capace di alternare panorami allegri e pittoreschi come ValleCarta ad altri più solitari e brulli, come il Deserto che precede la terribile Spaccatura, sino a giungere a regioni oniriche fatte di libri sospesi a mezz’aria: il tutto, costantemente, giocando con le pagine, assecondando le loro pieghe alle nostre necessità.
L’avventura del piccolo Iota è una fiaba eroica e, pur contestualizzata in un clima scanzonato e divertito, evocativa: impossibile non divertirsi a cavalcare l’origami vivente di un suino oppure spendendo coriandoli per decorazioni ridicole con cui imbrattare Iota nell’apposito editor. Allo stesso modo però è impossibile non lasciarsi toccare il cuore dal calore del messaggio che, dopo le circa sei ore necessarie ad un primo playthrough completo (destinate ad aumentare rapidamente per gli amanti del platino), riecheggia a gran voce l’esistenza di un amicizia tra mondi differenti.
Perchè io sono il tuo Tu, e tu sei il mio messaggero.
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