Geek & Tech 14 Nov 2024

Teenage Engineering OP-XY: quando OP-1 incontra OP-Z

Non il nuovo OP-Z, ma qualcosa di più

Erano un paio di settimane che Teenage Engineering aveva iniziato una sorta di teasing criptico utilizzando l’hashtag #xy; teasing da cui sono partite previsioni alquanto fantasiose su cosa potesse essere #xy. Conoscendo Teenage Engineering, così come è stato ultimamente per l’EP-1320 Medieval (che abbiamo recensito su queste pagine), quando si tratta di device “minori”, è sempre uscita allo scoperto da un momento all’altro, senza preavviso.

Proprio per questo, quando abbiamo visto il teasing massivo sui profili/sito ufficiali, abbiamo immaginato potesse trattarsi di qualcosa di grande, quindi sì, un nuovo synth. Il desiderio comune era quello di vedere una versione “field” di OP-Z (sequencer minimalista di cui vi abbiamo parlato qualche anno fa) e, seppur ce lo saremmo aspettato diverso, nella sostanza il prodotto presentato, ovvero OP-XY è la nuova chiave di lettura in termini di sequencing da parte di Teenage Engineering.

Il form-factor è praticamente identico a quello di OP-1 field (misura 28.8 cm x 10.2 cm x 2.9 cm), tolto il fatto che questo è totalmente nero e che la tastiera non ha più i tasti allungati ma dei tasti più piccoli, tondi, per lasciare spazio proprio a quello che è il cuore del sequencer: una fila addizionale di 16 pulsanti in diverse sfumature di grigio con dei LED all’interno. LED che troviamo nella maggior parte dei tasti, un po’ come era per OP-Z, infatti Teenage Engineering esplicitamente dice che ha voluto riproporre il suo workflow.

Conserva quindi uno schermo HD, uno speaker interno, batteria ricaricabile (che promette 16 ore di utilizzo) ed i classici “knob” di OP-1, stavolta anche loro in scala di grigi. Ciò che si può notare però guardandolo lateralmente è l’ampliamento delle connessioni: oltre all’uscita ed all’ingresso audio, avremo due ulteriori ingressi/uscite MIDI (anch’essi da 3.5mm) ed ovviamente la porta USB-C. Ottima notizia per coloro che intendono sincronizzarlo con altri device, anche di Teenage Engineering come l’EP-133 KO II o l’EP-1320 Medieval, visto che su OP-1 field bisognava utilizzare la porta USB per le connessioni MIDI.

Equipaggiato con due CPU, è capace di generare suoni con i suoi 8 motori di sintesi, ed anche di campionare attraverso l’ingresso stereo o il microfono integrato, sfruttando 3 diversi tipi sampler. Ci sono 6 diversi tipi di effetti (reverb, delay, chorus, distorsion, lofi e phaser) e una memoria che permette di salvare innumerevoli progetti.

16 tracce, di cui 8 per i suoni interni ed 8 per device esterni: questo vuol dire che potremo, ad esempio, utilizzare i suoni di OP-1 field, mettendoli in sequenza grazie ad OP-XY. Se infatti OP-1 field ha conservato il sistema/workflow tipico di una registrazione su nastro, qui diventa tutto più schematico, avendo slot ben definiti in cui inserire i suoni (64 step per 4 pagine); ma questo non vuol dire che non ci sia spazio per la creatività.

Ogni traccia può essere riprodotta indipendentemente alla sua velocità o durata e ad ogni traccia possono essere assegnati gli step components, ereditati anch’essi da OP-Z. Eredita anche il “pulsante” di pitch bend, sensibile alla pressione, che si trova lateralmente, sul lato frontale: è un modo per modulare il suono e dargli quel tocco in più. A proposito di “pressione”, la tastiera a due ottave è anch’essa “velocity sensitive”, quindi reagisce in base al livello di pressione dei tasti: sicuramente non saranno il massimo, ma dopo esser riusciti ad utilizzare quelli minuscoli di OP-Z, questi sono oro che cola.

E parlando di oro, arriviamo alla nota dolente: tutto questo popo’ di roba ha un prezzo, che come ormai consuetudine per i prodotti “premium” di Teenage Engineering non è propriamente accessibile. Diciamo che sotto questo aspetto può essere considerata un po’ “la Apple dei sintetizzatori”. Parliamo di ben 2299 euro, prezzo che se da un lato rapportato ad altri synth di un certo livello può giustamente sembrare eccessivo, dall’altro va sempre considerata la sua completezza, il suo essere stand-alone, e soprattutto l’estrema portabilità, cosa che nessun altro synth in circolazione è stato capace di fare.

Questo è solo un assaggio delle feature di OP-XY, trovate maggiori informazioni su OP-XY sul sito ufficiale di Teenage Engineering.

Se vi siete incuriositi e vorreste capire come entrare in questo mondo, il nostro consiglio è sempre quello di iniziare con un Pocket Operator, come il PO-20 Arcade, o il PO-33 KO!: in entrambi casi la spesa è minima (meno di 100 euro), ma vi troverete tra le mani dei device intuitivi e capaci di tirare fuori musica. Se invece avete domande o volete dire la vostra su questo nuovo gioiello tecnologico, potete lasciare un commento qua sotto.

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