29 Nov 2018

Tetris Effect – Recensione

Ha ancora senso giocare a Tetris, nel 2018? Sì, che diamine. Ma ha ancora senso sviluppare nuove versioni, o rimaneggiarlo in qualche modo? Dipende. Per una risposta più chiara e definita, quella domanda va posta a Sony, e fa rima con “assolutamente sì”. E con Tetris Effect: del resto, quando puoi permetterti di affidare un simile, delicato compito, ad un genio visionario del calibro di Tetsuya Mizuguchi (Rez, Lumines), tutto diventa automaticamente più semplice, soprattutto se il visionario in questione decide di metterci del suo.

Ecco quindi che al rodato gameplay a base di tetramini e di file da polverizzare si aggiungono sfondi sgargianti e animati, design fuori di testa che coinvolgono fondali e tetramini stessi, e la musica che si integra perfettamente e ritmicamente nelle rotazioni dei pezzi e nelle vorticose discese nell’ormai iconico “pozzo”, in una danza dinamica e coinvolgente, tutta da vivere, se volete, anche in VR, grazie al supporto (opzionale) a PlayStation VR.

Un delizioso mix tra vecchio e nuovo, in grado di ribadire con ancor più forza quel “Sì” dato in risposta alla prima domanda: ha senso, eccome se lo ha.

Le novità e le modifiche, tranquilli, anche se non così rivoluzionarie, ci sono, piccole e disseminate qua e là nelle due anime di Tetris Effect, due macro-modalità, Journey ed Effect: la prima è una sorta di campagna, un “viaggio”, come lascia intendere il nome, attraverso 27 livelli, ognuno con un brano di accompagnamento e un’atmosfera propria, tra fiamme, fondali marini, suggestioni mediorientali, mulini a vento, e chi più ne ha, più ne metta.

Sono poi raccolti in “costellazioni”, ognuna con un suo progressivo livello di difficoltà, e con una sorta di “boss fight”, un livello più difficile degli altri in cui la velocità sale vertiginosamente nelle ultime battute, necessaria per avanzare al gruppo di livelli successivo. Si accumulano punti di esperienza per salire di grado, ma giusto per sbloccare qualche elemento accessorio (avatar da usare nelle immancabili classifiche online e canzoni), ma l’elemento più interessante, che dona un tocco di brio in più al già citato e rodatissimo gameplay, è la meccanica della Zona: eliminando un certo numero di linee (a proposito, per completare i livelli dovrete arrivare a 36) riempirete una barra che vi garantirà per qualche secondo il potere di “tenere in sospeso” le file da eliminare, che scenderanno in fondo fino a che il potere sarà attivo, e che rallenterà il flusso dei tetramini, così da darvi il tempo di riflettere un pugno di attimi in più sulla prossima mossa.

Una meccanica che aggiunge un pizzico di strategia al tutto, spronandovi a sfruttarla in un momento di particolare difficoltà, o, se il vostro scopo è quello di scalare le classifiche, per cercare di polverizzare in un colpo solo più delle solite 4 file (arrivando anche ad 8 o a 12) e totalizzare più punti.

Le novità anche se non così rivoluzionarie, ci sono

Altre piccole ma mirate novità vanno invece ricercate nell’altra anima, la modalità Effect, in cui è possibile imbarcarsi in 15 varianti, sfide (purtroppo non testa a testa, ma “collettive”, a livello globale), alcune delle quali già note (come la Maratona), altre più intriganti (come Purificazione, in cui sono presenti dei pezzi infetti da eliminare entro un breve lasso di tempo), che donano un tocco di varietà non indifferente. Playlist tematiche, ma anche trovate studiate per complicare la vita ai giocatori esperti (come Mistero e i suoi malus casuali), offrendogli quel tasso di sfida che la semplice difficoltà “Esperto” non riesce a fare. Ci sono infine i Rituali Settimanali, sfide globali in cui viene chiesto ai giocatori di totalizzare un certo punteggio complessivo, ma anche qui i premi si limitano ad avatar e nulla più, nulla di così realmente stimolante.

È però l’apparato artistico, e il supporto (ribadiamo, opzionale) alla Realtà Virtuale che donano a Tetris Effect una personalità tutta sua, una ragione d’esistere che va ben al di là del suo semplice rinvigorire, senza strafare, meccaniche amate e pressoché perfette da più di 30 anni: effetti di luce sublimi, suggestioni di ogni genere, suoni e colori, spazi siderali e deserti, tutti elementi assolutamente estetici, ma che rendono ogni partita un vero spettacolo per gli occhi e per l’anima. Con il visore in testa, vi potrete letteralmente immergere nei raffinati livelli escogitati da Mizuguchi e da Enhance, calibrati come detto anche nel sonoro, tra effetti sincronizzati con le rotazioni dei tetramini e brani coinvolgenti che sottolineano e impreziosiscono il gameplay duro e puro. Il risultato è un Tetris come non lo avete mai visto e, letteralmente, vissuto.

Conclusioni

Tetris Effect era l’unico approccio realmente sensato ad una riedizione di un capolavoro immortale vecchio di oltre 30 anni: Sony ha affidato un simile compito, indubbiamente delicato, ad un vero genio dell’industry, quel Tetsuya Mizuguchi che ci ha fritto le sinapsi con le sue visioni formato pixel, e il risultato è un’esperienza classica, e al contempo moderna, godibile e sinuosa.

Un gameplay rodato e inossidabile, arricchito da poche, miratissime novità e modalità, e un comparto grafico e sonoro di prim’ordine, che in VR rendono ancora di più (non tanto in termini di definizione, quanto più di immersività).

Qualche trovata, come la collaborazione online o la presenza di livelli di esperienza di accumulare, andavano forse gestite meglio, in modo da stimolare di più il giocatore, e l’assenza di vere modalità competitive un po’ si sente, ma sono dettagli che si perdono al cospetto delle mirabolanti animazioni che donano vita pulsante ad ogni livello di questo rinnovato Tetris.