News 08 Mag 2014

The Amazing Spider-Man 2: Recensione

Quando viene annunciato un tie-in videoludico di un grande blockbuster hollywoodiano si ha sempre un po’ paura. Di solito questi videogiochi vengono sviluppati da mani non molto esperte, perlopiù in tempi strettissimi e quasi mai il risultato è pienamente soddisfacente, scontentando nella maggior parte dei casi sia i fan sfegatati che i giocatori occasionali. Quando si parla di supereroi è anche peggio, poiché si pensa (erroneamente) che il binomio videogames-supereroi basti da solo a garantire un incredibile numero di vendite. Impossibile in questo caso non pensare all’Uomo Ragno, da sempre beniamino della grande famiglia Marvel e volto noto anche in ambito videoludico: Activision infatti ha sempre puntato molto sulla figura del Tessiragnatele, pubblicando una lunga serie di videogiochi con il suo nome in copertina; non tutti degli eccelsi capolavori, ma comunque titoli validi e divertenti. Lo stesso tie-in di due anni fa, uscito in concomitanza con il ritorno nelle sale cinematografiche di Spider-Man (questa volta interpretato dal giovane Andrew Garfield), è stato accolto positivamente, grazie a delle dinamiche open-world ben studiate ed una trama postuma rispetto a quella del film e quindi inedita.

Beenox e Activision hanno quindi tentato di bissarne il successo, proponendo sul mercato The Amazing Spider-Man 2, videogioco ispirato alle vicende raccontate nell’omonimo film uscito solo pochi giorni fa nelle sale di tutto il mondo; ma qualche nuovo super-cattivo ed il fascino di volteggiare tra i grattacieli della Grande Mela non sembrano purtroppo essere sufficienti per garantire il rinnovamento della popolare serie, che con questo episodio frena bruscamente la sua ascesa.

The Amazing Spider-Man 2 segue le orme del suo predecessore, proponendo una trama leggermente diversa da quella della pellicola. Dopo l’ingiusto assassinio dello zio Ben a causa di un criminale incallito, Peter Parker, sconvolto dal dolore e dal rimorso, inizia una spietata ricerca volta a catturare il killer e consegnarlo alla giustizia. Il ritrovamento del cadavere dell’omicida innesca una serie di avvenimenti apparentemente scollegati tra loro, ma frutto di un articolato disegno più grande e spaventoso: una misteriosa forza è all’opera per conquistare l’impero criminale di New York, mentre un feroce assassino agisce indisturbato eliminando brutalmente i malviventi nascosti tra i vicoli della città.

Il supereroe Spider-Man è quindi costretto ad un’inaspettata alleanza con Kraven il Cacciatore per imparare a catturare la sfuggente preda, mentre il cauto Parker sfrutta le sue doti giornalistiche per scavare nel passato di Wilson Fisk (anche conosciuto come Kingpin), un imponente uomo d’affari con un personalissimo quanto discutibile senso della giustizia. Come da tradizione, non mancheranno incontri/scontri con personaggi secondari, ma non per questo meno celebri, come Shocker, la Gatta NeraMax Dillon o Harry Osborn, che in qualche modo andranno a rimpolpare la storia principale.

È facile intuire quindi che Beenox abbia cercato in tutti i modi di costruire una storia avvincente ed in parte svincolata dai presupposti del film attualmente nelle sale, ricca di spunti e personaggi interessanti presi direttamente dalle pagine del noto fumetto Marvel. Nonostante le allettanti premesse però, l’inizio dell’avventura è piuttosto fiacco e solo dopo alcune confusionarie ore di gioco la storia inizierà a seguire un percorso ben definito, complici una moltitudine di avvenimenti diversi che non sempre gli sviluppatori sono riusciti a collegare in modo eccellente, aumentando il disorientamento iniziale del giocatore. L’idea di dividere le missioni, lasciando la parte investigativa a Peter Parker e tutta l’azione al suo alter ego mascherato è intrigante e in alcuni momenti funziona piuttosto bene: il giovane Parker può scattare foto a potenziali indizi sospetti, interrogare personaggi di rilievo ed agire indisturbato senza essere riconosciuto, mentre Spider-Man, grazie ai suoi poteri, può facilmente affrontare le situazioni più rischiose ed i cattivi più incalliti. Peccato però che il passaggio da Parker all’Uomo Ragno e viceversa sia gestito dal gioco stesso e sia possibile solo in determinati momenti dell’avventura. La stessa parte investigativa ben presto si mostra molto più limitata del previsto, con una libertà di scelta purtroppo solo apparente, fatta di dialoghi spesso forzati e per nulla veritieri, che il più delle volte fanno sembrare Peter uno scanzonato reporter da quattro soldi più che il talentuoso e timido fotografo nato dalla matita di Stan Lee.

Nei panni di Spider-Man la situazione migliora sensibilmente. Volteggiare tra gli altissimi palazzi di New York è innegabilmente appagante, grazie ad un rinnovato sistema di movimento con le ragnatele, che alterna la pressione dei grilletti dorsali in base alla direzione da seguire. Ammirare Spidey che svolazza con la sua ragnatela, a decine di metri dal suolo, mentre sulle strade imperversa l’opprimente traffico cittadino di Manhattan, è un’immagine che non si scorda facilmente. Ma se è vero che il crimine non dorme mai, i numerosi impegni del Tessiragnatele ne sono un’ulteriore conferma.

Oltre la main-quest, il protagonista potrà impegnare il proprio tempo completando il nutrito numero di missioni secondarie che ben presto costelleranno la mappa di gioco. Salvare i civili in pericolo, impedire rapine o furti e catturare pericolosi criminali in fuga, saranno solo alcuni dei compiti che Spider-Man dovrà portare a termine per essere considerato a tutti gli effetti un eroe dalla popolazione americana. Da sempre infatti, l’Uomo Ragno viene visto come una “minaccia” per i cittadini newyorkesi, soprattutto a causa della cattiva pubblicità del Daily Bugle, quotidiano gestito dall’arrogante  J. Jonah Jameson (che ironicamente è anche il capo di Parker); toccherà al Ragno in persona provare, attraverso il conseguimento dei cosiddetti atti eroici, a dimostrare il contrario. D’altro canto, se dovesse fallire o non dovesse arrivare in tempo per sventare un piano criminale, i notiziari ed i giornali non esiteranno a metterlo in cattiva luce, condannandolo in diretta nazionale.

Fortunatamente le missioni secondarie sono tutte piuttosto varie e la loro difficoltà è perfettamente calibrata, in modo da non dover mai ripetere in modo ossessivo un compito assegnatoci. Completandole vengono assegnati a Spider-Man punti esperienza, che sommati permettono l’avanzare di livello e di seguito il miglioramento delle caratteristiche di base, come la resistenza, i danni inferti e l’energia vitale, ma non solo: con l’acquisizione della tecnologia Oscorp, Spiderman può inoltre apprendere nuove abilità o potenziare quelle già conosciute.  Man mano che la storia principale proseguirà, compariranno nuovi incarichi, che comprenderanno anche corse acrobatiche, sfide furtive e prove di combattimento, aumentando esponenzialmente la longevità del titolo; e non solo miglioreranno l’opinione pubblica del supereroe, ma sbloccheranno anche gustosi extra, come costumi esclusivi (ognuno dotato di abilità uniche), fumetti da leggere, bozzetti pre-sviluppo e modelli tridimensionali dei personaggi, che potranno essere comodamente ammirati nella bottega dei fumetti di Stan Lee. Tornando a casa di zia May invece, sarà possibile rigiocare le vecchie missioni (raffigurate come fotografie in bianco e nero) o cambiare il costume in uso, scegliendo tra quelli a disposizione.

Nonostante i buoni propositi, The Amazing Spider-Man 2 fallisce clamorosamente sotto molti punti di vista, segno che lo sviluppo, oltre ad essere stato frettoloso, non è stato seguito accuratamente come negli episodi passati. Non basta molto per rendersi conto ad esempio, di quanto la telecamera di gioco sia ingestibile, soprattutto durante le “passeggiate” aeree: troppo spesso capiterà di rimanere bloccati in un angolo o sbattere improvvisamente contro un edificio a causa di una visuale lenta ed approssimativa, cosa che soprattutto durante un inseguimento, può segnare irrimediabilmente la performance, costringendo il giocatore a ripetere la missione. Molti dei movimenti di Spidey sono stati completamente ripescati dal precedente episodio e chi ci ha giocato proverà uno strano e fastidioso senso di déjà-vu, alimentato da un parco mosse non molto variegato. La ripetitività attanaglia anche uno dei cardini dell’intera produzione: i combattimenti. Questi ultimi sono monotoni all’inverosimile, facendo dell’estrema semplicità quasi un vanto; grottescamente somiglianti a quelli visti nella serie Batman Arkham, gli scontri con i nemici si riducono troppo presto ad una forsennata pressione di un unico tasto, alternandolo a quello del contrattacco non appena il senso di ragno pizzica la nuca di Parker. A poco servono le abilità apprese nel corso dell’avventura se non a fermare gli avversari più grossi o più veloci, ma comunque estremamente semplici da abbattere, anche a difficoltà elevata. Nell’eccezionale caso di pericolo di vita, l’Uomo Ragno sarà persino in grado di curare se stesso, bendandosi ripetutamente il braccio sinistro e guarendo così da qualsiasi ferita. Ciò semplifica incredibilmente l’avventura nel suo totale, che scorrerà quindi rapida, senza che si palesi un vero senso di sfida.

Il gioco convince meno che mai dal punto di vista tecnico. Nonostante la nostra prova sia stata eseguita su una console di nuova generazione, appare evidente che non sia stato fatto nessuno sforzo per rendere il titolo alla portata della concorrenza. Il numero di textures utilizzate è obsoleto, sfigurando persino sulle piattaforme più vecchie, i modelli poligonali sono privi di espressione e falsati da colori impossibili; persino il costume di Spider-Man non è all’altezza del supereroe che lo indossa. L’unico colpo d’occhio è dato dalla profondità del campo visivo e dalla fluidità dell’azione, che fortunatamente non soffre di alcun rallentamento di sorta. Non si può dire la stessa cosa dei numerosi bug, da cui la produzione è affetta: nemici che si bloccano durante i combattimenti, compenetrazioni poligonali imbarazzanti, personaggi secondari che scompaiono camminando attraverso i muri e chi più ne ha, più ne metta. Anche il doppiaggio italiano non è dei migliori, ma gli attori chiamati in causa svolgono comunque un lavoro dignitoso, eccezione fatta per le battute pronunciate dal Tessiragnatele, prive di senso comico e a tratti fastidiose: d’accordo che le battutacce sono un po’ il biglietto da visita dell’arrampicamuri, ma qui si esagera. Si salva la colonna sonora, magistrale ed imponente, presa direttamente dall’omonimo film, i cui accompagnamenti musicali si incastrano alla perfezione con le vicende narrate nel gioco.

In conclusione…

The Amazing Spider-Man 2 è un’incredibile occasione persa. Potendo contare su un personaggio amato e conosciuto come l’Uomo Ragno, sembrerebbe quasi troppo facile sviluppare un videogioco che soddisfi le aspettative; ma Beenox è comunque riuscita a portare sugli scaffali un titolo frettoloso, incompleto e non privo di difetti. Al di là della pellicola, The Amazing Spider-Man 2 non riesce in nessun modo a catturare il giocatore e lo trascina in un’avventura confusionaria e incerta, adatta forse solo ai fan più piccolini. Lo salvano dal baratro l’incredibile numero di extra da sbloccare e collezionare (i fumetti originali da leggere sono una vera chicca) e la moltitudine di missioni secondarie, che ben si amalgamano con la storyline primaria, regalando qualche ora di divertimento in più ai giocatori. Ma le carenze tecniche, le scadenti meccaniche di gioco durante i combattimenti ed una generale carenza di dettagli e attenzioni non tralasciabile, collocano The Amazing Spider-Man 2 tra quei tantissimi tie-in videoludici che pochi faticheranno a ricordare.

Voto: 5,5/10

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