Colonia – Il passato a volte si ripresenta in modi inaspettati e inscrutabili, e nel mondo dei videogiochi capita sempre più spesso che vecchie proprietà intellettuali vengano ripescate e spolverate dai loro creatori per trovare nuova linfa in un mercato sempre più cattivo e con sempre meno spazio per errori di ogni sorta. InXile Entertainment questo lo sa bene, visto che la missione del leggendario Brian Fargo è proprio quella di riprendere in mano le vecchie opere della defunta Interplay e ridare ai giocatori quel tipo di esperienza old school che tanto manca ai nostalgici.
Dopo Torment e Wasteland 2, è il turno di The Bard’s Tale IV: Barrows Deep, un vero e proprio seguito della vecchia trilogia di Bard’s Tale apparsa negli anni ’80. Wow, che tuffo nel passato! Durante la gamescom ho avuto modo di vedere una sessione di giocato, facendomi un’idea su questo progetto nostalgico ma che ha scelto di non farsi affossare dalla nostalgia. Ambientato 100 anni dopo The Bard’s Tale III: Thief of Fate, Skara Brae è di nuovo in pericolo e starà al giocatore esplorare questa città sotterranea fatta di dungeon e trappole per salvare il mondo o almeno provarci.
La filosofia dietro The Bard’s Tale IV è quella di essere un titolo che va a ripescare alcune idee del dungeon crawler, riproponendole con un tocco di modernità per permettere a giocatori veterani e non di poter godere di questo classico rpg nel modo che preferiscono. Nei vecchi titoli ad esempio il sistema di salvataggio era estremamente astruso, e prevedeva di poter salvare i propri progressi nel dungeon solo alla fine dello stesso.
Be’, per quanto nostalgica questa idea possa essere, gli sviluppatori hanno ben pensato di introdurre dei totem di salvataggio fisici che permettessero al giocatore di esplorare i dungeon con più tranquillità e la sicurezza di non perdere tutto da un momento all’altro. Filosofia che si accompagna però alla possibilità di rinunciare a questi totem, guadagnando più esperienza ma potendo salvare solo alla fine del dungeon. Un’idea pensata per i giocatori più hardcore, o quelli che vogliono un gameplay più vicino ai titoli originali. Il gioco di InXile è tutto così, fatto di passato e presente che si uniscono per offrire un’esperienza nuova, ma anche vecchia e familiare, in una commistione di idee di design piuttosto interessante.
Lo si nota subito dall’introduzione al gioco, che avviene come un racconto fantasy in Full motion video dal sapore anni ’80, un narratore che racconta la nostra storia a un manipolo di curiosi individui, tra cui un simpatico nano barbuto che giurerei fosse interpretato da Peter Dinklage. Ci introduce al mondo di gioco e ci racconta le nostre gesta fino a quel momento, prima di immergerci in tutto e per tutto in quello che è un classico gioco di ruolo occidentale: si crea il personaggio, si selezionano delle statistiche e dei particolari orientamenti per personalizzarlo. Si può anche scegliere di continuare ad utilizzare un personaggio femminile specifico, con cui iniziare proseguire il gioco dal prologo messo in piedi dagli sviluppatori.
Da qui in poi The Bard’s Tale IV si gioca come un vero dungeon crawler, in prima persona si esplora il mondo di gioco e si interagisce con i personaggi non giocanti, che mi sono sembrati piuttosto reattivi dando alla città un respiro di vissuto e di vita che in giochi del genere è assolutamente necessaria per non rovinarne l’immersività. Nel dungeon poi sembra tutto estremamente profondo ma anche piuttosto divertente, con un sistema di scontri a turni basato su uno schema a caselle, con ogni mossa che viene gestita secondo diverse direzioni, permettendo diverse strategie.
Se ad esempio un nemico ha un attacco ad area nella mia direzione, se sfrutto il mio turno per spostarlo nella casella di fianco posso evitare i danni dell’attacco e contrattaccare con facilità. Micromanaging vero e proprio, che unito ad una serie di abilità e possibilità strategiche rende The Bard’s Tale IV una vera goduria per gli appassionati di dungeon crawler, soprattutto vista la presenza massiccia di una narrazione interattiva, che spazia tra i classici dialoghi a vere e proprie scenette che avvengono fisicamente nel dungeon, aumentando l’immersione.
The Bard’s Tale IV è una perfetta unione tra passato e futuro per il genere dei dungeon crawler, è esattamente immerso nelle stesse atmosfere che hanno reso grande la trilogia originale, e la fedeltà e la cura del team di InXile e di Brian Fargo fanno presagire un certo livello qualitativo per scrittura e narrazione. Un titolo classico insomma, ma al passo coi tempi e adatto ad un pubblico più vasto: forse proprio quello che cercavano gli appassionati.