I want(ed) to be a mighty Pirate!!!
Pochi sono i nomi nell’industria videoludica ad incutere rispetto al solo nominarli. Tra questi un posto spetta di diritto a coloro che, agli albori del pc gaming, seppero costruirsi una reputazione creando di sana pianta i generi cui, al giorno d’oggi, giochiamo senza soluzione di continuità: Richard Garriot (ai secoli “Lord British”), responsabile della serie Ultima, John Carmack & John Romero (Doom) e, dulcis in fundo, Ron Gilbert, responsabile di quell’indiscusso capolavoro rispondente al nome di Monkey Island. Nati in un epoca in cui la potenza grafica dei personal computer era ben lungi da venire, ognuno di questi sviluppatori puntò tutto sulla giocabilità e sull’immediatezza sfornando perle che, a più di venti anni di distanza, rimangono stabilmente nei nostri cuori e nelle nostre menti in un periodo in cui, ahinoi, spettacolarizzazione e ripetitività sembrano diventati i marchi epistemiologici del mondo del gaming! (Chi ha detto COD o Halo? 😀 NdDix@n)
La notizia della fondazione di “Double Fine”, software house co-gestita dal duo delle meraviglie Gilbert-Shafer, generò in me una folle curiosità, sensazione ripetutasi nell’esatto momento in cui mi è stata assegnata la recensione di questa prima perla made in “Double Fine”. Ci troviamo dunque davanti all’erede spirituale di Monkey Island o il buon Ron ha perso lo smalto di un tempo? Scopriamolo insieme!
LO AMERANNO: Gli old-school gamer, quelli che ne capiscono di videogames!
LO ODIERANNO: Tutti i gamer sprovvisti di senso dell’umorismo!
E’ SIMILE A: Monkey Island, Maniac Mansion, The Incredible Machine
Titolo: The Cave
Piattaforma: Xbox 360, Playstation 3, PC, Wii U, Mac, Linux
Sviluppatore: Double Fine
Publisher: SEGA
Giocatori: 1
Online e Extra: 1 – 3 (Co-op locale)
Lingua: Inglese (Parlato) Italiano (Testi)
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Back to where it all began…
The Cave è la storia di una caverna… si, avete capito bene, di una caverna e dei sette personaggi (in cerca d’autore? NdDix@n) che dovranno avventurarsi al suo interno per carpirne i segreti. Dei sette protagonisti, ognuno dotato di un potere particolare che ci sarà utile per la risoluzione della quest, esaminabili nel video in testa all’articolo, dovremo sceglierne tre che, in modo del tutto Pirandelliano, si avventureranno nei meandri della terra alla scoperta dei segreti che giacciono in fondo alla caverna rendendosi, al contempo, protagonisti, di una Meaterlinkiana scoperta di loro stessi.
La caverna nasconde infatti verità la cui scoperta ci porterà ad una graduale conoscenza del presente, passato e, talvolta, persino del futuro dei personaggi da noi scelti per la peregrinazione verso il centro della terra facendoci vedere, seppure in chiave comico-grottesca, le malefatte o gli eventi di cui gli stessi si sono resi protagonisti nell’atto di una spirale discendente che li ha portati, per l’appunto, all’ingresso della caverna stessa.
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Play it easy… play it good!
Tenendo fede alla concezione di gameplay che tanto ha reso famosa la saga di Monkey Island, Ron Gilbert punta NUOVAMENTE su di un gameplay snello, semplice, immediato e dannatamente accattivante implementadolo in un action-adventure bidimensionale “like good ol’times!“. Lo stick analogico sinistro verrà utilizzato per spostare i nostri alter-ego nel mondo di gioco, il tasto A per farli saltare, i tasti X e B per raccogliere e scartare oggetti con cui interagire ed il tasto Y per utilizzare il potere speciale del personaggio in nostro controllo.
Il gameplay è quanto di più semplice si possa immaginare: messi di fronte ad enigmi di più o meno facile soluzione ci troveremo ad interagire con i tre personaggi a nostra disposizione combinando azioni per ottenere il risultato voluto. Per liberare ad esempio un passaggio da un determinato animale dovremo attirarlo, con uno dei nostri personaggi mediante un’esca mentre un altro dei protagonisti dovrà contestualmente correre al piano superiore per innescare una gru per sollevare la bestia e liberare così il passaggio ai nostri prodi: il tutto condito da un fine e demenziale umorismo, sotto forma di narrazione, attraverso la voce dello stesso Ron Gilbert che ci darà, oltre a continue perle di saggezza, indizi (tranquilli… per i non anglofili il tutto è sottotitolato in italiano NdDix@n) per risolvere gli enigmi che il gioco via via ci propinerà.
La commistione tra elementi esplorativi e rompicapo viene a configurare The Cave come un ibrido (paragone da prendere comunque con le dovute precauzioni NdDix@n) tra Monkey Island e “The Incredible Machine”. In “The Cave” non è possibile morire o almeno… azioni avventate porteranno si ad una fine prematura del nostro personaggio che però, dopo poco, ri-comparirà a breve distanza dal punto in cui lo avevamo fatto immolare! Da notare inoltre la possibilità di salvare, in puro Monkey Island style, in ogni momento senza perdere nemmeno un frammento di quanto guadagnato durante il proprio playthrough.
L’interazione tra personaggi dislocati in zone, mondi e, a volte, anche in epoche diverse riesce dunque a fornirci un gioco semplice ma al contempo stimolante, frizzante, e dotato di una giocabilità DANNATAMENTE OLD SCHOOL: what else?
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Graphics & Sounds
Graficamente parlando The Cave è quanto di più semplice, ma al contempo attraente ci possa essere sul mercato. Un platform bidimensionale innestato in fondali finemente realizzati e modellati in 3D dalla pulita e stupefacente qualità grafica è quanto di più insolito ci si potesse attendere nel 2013 dopo anni e anni di rincorsa alla verosimiglianza poligonale. I Double Fine studios hanno svolto egregiamente il lavoro inerente la grafica realizzando livelli dannatamente atipici e dettagliati che spingono più di una volta, come accaduto nel corso di Monkey Island 3 (Ma guarda un pò… NdDix@n) il giocatore a fermarsi ad ammirare la magnificenza da loro creata: OTTIMO LAVORO!!!
Un encomio va fatto ai Double Fine per aver dotato questo gioco di una colonna sonora degna di cotanta magnificenza: tra musiche sempre adatte alla situazione, effetti sonori campionati benissimo ed inseriti altrettanto bene nelle fasi del gameplay e, dulcis in fundo, il vocione narrante di Ron Gilbert ad accompagnarci durante le nostre peregrinazioni, The Cave risulta essere un piacere sia per gli occhi che per l’udito!
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Online & Replay
Pur difettando COMPLETAMENTE di una modalità online (non potremmo chiamarlo titolo OLD SCHOOL a tutti gli effetti altrimenti NdDix@n), è possibile co-operare fino ad un massimo di tre giocatori in locale, prendendo il controllo di un personaggio ciascuno.
Ciononostante il gioco si presta, per via della sua natura, ad essere rigiocato con altri personaggi e scoprire, dunque, anfratti della caverna altresì inaccessibili con la precedente combinazione di protagonisti. Un minimo di tre playthrough è necessario per terminare The Cave in tutte le sue sfaccettature, dotando così l’ultima produzione Double Fine di una discreta longevità.
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In Conclusione
The Cave si ritaglia, senza sforzo alcuno, un posto di rilievo nell’olimpo videoludico di questo 2013 appena iniziato e, forse, di sempre. L’ultima produzione del dinamico duo Gilbert-Shafer dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che una idea vincente non necessita di grafica uberpompata per sbaragliare la concorrenza.
The Cave batte i suoi rivali sul piano della bruta originalità: in un periodo storico-videoludico in cui le software house, sempre alla ricerca del successo (incasso NdDix@n) sicuro, non osano proporre nulla di nuovo rifugiandosi in titoli triti e ritriti che sanno di già visto ancor prima della sequenza introduttiva, Double Fine tira fuori dal cilindro questa perla di originalità dannatamente old-school che riuscirà nell’arduo compito di incollarvi allo schermo in modo ipnotico facendovi preferire ore di sane elucubrazioni (e di sopraffino divertimento NdDix@n) a frenetici frag-match. Il talento, in ambito videoludico (e non solo), è merce rara e sia il team Double Fine che questo “The Cave” ne trasudano da ogni poro.
Alziamoci dunque in piedi e tributiamo un applauso a Ron Gilbert e al suo “The Cave”: un gioco come pochi… ma adatto a molti!
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