the disney afternoon collection

The Disney Afternoon Collection – Recensione

Non c’è cosa peggiore della nostalgia. Che poi ammettiamolo: i figli degli anni ottanta e dei primissimi novanta, quando ancora nei videogiochi si contavano i bit e il NES rappresentava il non plus ultra dello status quo videoludico, di cose ganze ne hanno viste passare davvero parecchie. C’erano Nintendo e SEGA, due colossi che se le davano di santa ragione a suon di piattaforme e icone digitali generazionali, e nel mezzo c’era Disney, Walt Disney, già avanti anni luce nel lontano 1989 e con in tasca il controllo totale dei pomeriggi degli allora ragazzini. Erano i tempi del Disney Club, per i fortunati che nell’anno domini 2017 se lo ricordano ancora, di quelle avventure ai quattro angoli del mondo alla ricerca di tesori inimmaginabili, di quelle musichette (Woo-ooh!) che finivamo inesorabilmente per cantare a squarciagola seduti sul divano con profonda rassegnazione dei “grandi” che, almeno per un paio d’ore, avrebbero dimenticato di possedere una TV. Nostalgia, nostalgia canaglia: un sentimento con cui è facile giocare, specie quando ti chiami Capcom e al tuo arco hai delle frecce che puntano da sole verso il centro del bersaglio. E dopo la raccolta di Mega Man, primo attentato alla generazione dei “trentenni e oltre”, è ora il turno di quella sagoma di Zio Paperone e della paperosissima The Disney Afternoon Collection. Che, ad essere onesti, nasconde al proprio interno molto di più di qualche semplice piuma: ma che ci volete fare, il primo amore non si scorda mai…

Inutile spendere troppe parole sulla “logica” del titolo di questa The Disney Afternoon Collection, che racchiude tracce di evidente genialità al proprio interno. Afternoon, proprio come i pomeriggi di oltre tre lustri fa quando i videogiochi su licenza non facevano paura e bastava affiancare la dicitura Disney ad una qualsivoglia cartuccia del vecchio NES per far aumentare la salivazione oltre ai livelli di sicurezza. Del resto erano gli anni d’oro del platform e di quei salti calcolati al fotogramma per raggiungere il boss di turno con abbastanza energia, del tempismo e dei riflessi sovrumani anche a costo del dispiego dell’ultima diottria. Avete presente quando qualcuno (tipo chi vi scrive), con quella dose di altezzosità frammista ad una certa malinconia, ripete “Ai miei tempi i giochi erano diversi“? Se poteste osservare il riflesso nascosto nei suoi occhi, quasi sicuramente ci intravedereste un fotogramma di DuckTales o Darkwing Duck. E se mai vi foste chiesti per quale motivo Capcom, un po’ a sorpresa, abbia deciso di creare una raccolta dei sei tra i giochi Disney più amati dai vecchietti, ora dovreste aver capito perché.Scoprite con noi The Disney Afternoon Collection, la nuova raccolta di Capcom per PS4, PC e Xbox One dei grandi platform Disney dell'era NES.

The Disney Afternoon Collection, ovvero “il vero motivo che non posso raccontare agli amici per quel pizzico di amor proprio che mi è rimasto, ma che renderà ancor più esile e solitaria la mia vita sociale“. Una raccolta che copre sei anni di storia del NES, quella dal 1989 al 1995 estremi inclusi, e ripropone nei fasti mai dimenticati degli otto bit quattro delle proprietà intellettuali di casa Disney più care al popolo giocante: i leggendari-bellissimi-indimenticabili due capitoli di DuckTales, rispettivamente classe 1989 e 1993, i due Chip’n Dale Rescue Rangers, l’intramontabile Darkwing Duck e il buon vecchio TaleSpin. Inutile spendere troppe parole su DuckTales, l’esponente più famoso e amato nell’intero operato videoludico di casa Disney: un viaggio a spasso tra i quattro continenti conosciuti e la stessa Luna, quello che attende l’indomito Zio Paperone, alla ricerca di preziosi artefatti dal valore inestimabile. Un titolo scanzonato ed ispiratissimo, dalle meccaniche innovative (impossibile dimenticare il saltellamento sul bastone di Paperone, da cui tanti avrebbero poi tratto ispirazione) e dalla colonna sonora indimenticabile: tutte caratteristiche che, a quattro anni di distanza, avremmo visto ed apprezzato nuovamente nel secondo ed ultimo episodio del franchise, DuckTales 2, che senza stravolgere l’equilibrata formula originale proponeva alcune leggere variazione di gameplay (utilizzo del bastone di Paperone in primis), rendendo ancor più piacevole e convincente l’impianto visivo.

il vero motivo che non posso raccontare agli amici per quel pizzico di amor proprio che mi è rimasto, ma che renderà ancor più esile la mia vita sociale

Classe ’90 e, ancora una volta, ’93, sono gli adattamenti digitali di Cip&Ciop, all’anagrafe statunitense Chip’n Dale. Contestualizzati all’interno del canone tradizionale del genere delle piattaforme, i due capitoli di Chip’n Dale Rescue Rangers offrivano un gameplay immediato e alla portata di tutti, incapaci da un lato di offrire i picchi di genialità dei colleghi di Paperopoli ma, dall’altro, generosi nel proporre un’inedita modalità cooperativa per due giocatori – un pregio di cui, ai tempi, soltanto poche produzioni potevano vantarsi. La storia dei due minuscoli Agenti Speciali roditori, fortunata costola di uno dei brand di casa Disney più amati dal pubblico più giovane, li vedeva contrapposti al famigerato Gattolardo, un felino di dimensioni generose appartenente ad un gruppo malavitoso e, proprio per questo, tratteggiato come un gangster della Chicago proibizionista. Ma contro l’ingegno dei due scoiattoli (e una curva di difficoltà particolarmente generosa, anche nelle fasi conclusive), di trippa per gatti ce n’era ben poca.

TaleSpin, classe1991, è forse il titolo che tra tutti quelli proposti invecchia in modo più evidente. Già la serie originale su cui si basa, di per sé, non offre quegli sprazzi di genialità tipici di casa Disney: l’orso Baloo che fa il pilota mercantile in un universo lontano anni luce da quello de Il libro della Giungla non è una di quelle situazioni che fa gridare al miracolo. La presenza di gran parte dei personaggi topici del capolavoro Disney risolleva un po’ la situazione, che tuttavia a differenza del proprio protagonista decolla a fatica: ed è proprio quanto accade nell’omonimo titolo NES, difficile da gestire (nonostante sia l’unico ad allontanarsi dagli stilemi del platform per abbracciare una filosofia ai limiti dello shm’up) e caratterizzato da controlli non sempre così scontati. Insomma, siamo di fronte a quel classico titolo che “quando eravamo giovani ricordavamo molto più bello”. Discorso completamente diverso per Darkwing Duck, anno d’oro 1992: oscuro, spietato e letale, il titolo dedicato al giustiziere più famoso di St. Canard non è una passeggiatina alla portata di tutti. Un’avventura intrigante ed appassionante, piuttosto, che stravolgeva il dogma del tradizionale platform “alla Disney” introducendo appigli, sporgenze e appositi ganci utili ad DoppiaD per salire in una progressione che non disdegnava a tratti la verticalità. E poi si sparava: munizioni a gas, addirittura con proiettili “secondari” dagli effetti alternativi interessanti. La manna dal cielo per farsi strada lungo sette livelli zeppi di nemici e, cosa non trascurabile, per mettere al tappeto i relativi boss senza rimetterci troppe piume. Caro vecchio Darkwing….

Scoprite con noi The Disney Afternoon Collection, la nuova raccolta di Capcom per PS4, PC e Xbox One dei grandi platform Disney dell'era NES.

Passiamo ora all’analisi delle novità, introdotte per l’occasione da Digital Eclipse per celebrare al meglio questa The Disney Afternoon Collection. Partiamo innanzitutto chiarendo un dubbio di matrice tecnologica, legato proprio alla “ri-realizzazione” di questi sei titoli per PC e console di nuova generazione: non si tratta infatti di semplici porting nel senso stretto del termine. Al contrario, il team di sviluppo si è adoperato per riproporre al meglio ciascun titolo nell’hardware di destinazione, sfruttando il medesimo engine della Mega Man Collection per godere di un’immagine ad alta risoluzione (nonostante gli immancabili 8-bit) senza incorrere nel fastidioso problema di latenza degli input. Per farla breve, ciascun episodio all’interno della The Disney Afternoon Collection è stato studiato per “girare” al meglio su PC, PS4 e Xbox One: non è semplice emulazione, come potremmo pensare di primo acchito, ma ammodernamento nel senso più intelligente del termine. E questo senza intaccare il fascino “old school” della grafica di una volta, riproducibile “liscia” o applicando l’immancabile filtro CRT – per riproporre quell’effetto ruvido e imperfetto dei vecchi televisori della nostra infanzia – nell’inedita variante 16:9 o nella “classica che più classica non si può” 4:3 (che, per l’occasione, offre delle bande laterali tematiche, ispirate dal titolo che si sta giocando).

Il sistema di salvataggio, condanna ai gironi infernali per i ragazzini di due decenni fa, è stato sostituito in questa Afternoon Collection con un meccanismo libero che, per certi versi, ricorda il meccanismo di Save State che ha contraddistinto la genealogia degli emulatori negli anni passati. A questo si affianca un’interessante meccanica di Rewind, anch’essa del tutto libera, che permette di riavvolgere generose porzioni di tempo – facilitando così non poco il compito del giocatore, che potrà correggere la propria scellerata giocata semplicemente con la pressione prolungata del dorsale sinistro, senza sacrificare vite preziose o ripartire dall’inizio del livello. Una trovata astuta, quella di Capcom, che in un sol colpo si ingrazia i nostalgici dal cuore tenero e i “neofiti” curiosi di provare, almeno una volta, quella Golden Age di cui tanto hanno sentito parlare.

The Disney Afternoon Collection è stato studiato per “girare” al meglio su PC, PS4 e Xbox One

Immancabili gli extra, che spaziano da un meraviglioso Juke Box (accessibile soltanto dopo aver selezionato il gioco da affrontare e contenente l’intera tracklist, interamente sbloccata sin dall’inizio) alla tradizionale galleria di bozzetti, sceneggiature e chicche originali legati alle fasi di sviluppo dei singoli titoli. Nulla di trascendentale, specie per chi è avvezzo al fenomeno Remastered/Collection: ma bastano le prime note del tema portante di uno dei due DuckTales a migliorarvi inevitabilmente la giornata – e questo, almeno per chi vi scrive, basta e avanza. Sul fronte gameplay, segnaliamo la presenza di due ulteriori modalità di gioco, Time Trial e Boss Rush: la prima chiederà al giocatore di affrontare ciascun livello nel minor tempo possibile, disinteressandosi sin dove possibile dei collezionabili “collaterali” al fine di raggiungere le posizioni più alte di apposite leaderboard. Leaderboard presenti anche in Boss Rush, dove andremo ad affrontare uno dopo l’altro tutti i boss – avendo a disposizione un numero infinito di vite per riuscirci. Ancora una volta, siamo di fronte ad extra digeriti ormai da tempo dall’utenza, utili a racimolare qualche trofeo/achievement utile ai relativi cacciatori ma, alla lunga, difficilmente in grado di estendere significativamente il monte ore di gioco. Anche se, lo ammettiamo ritrovarsi ai piani alti della classifica, o comunque di qualche lunghezza in vantaggio sui nostri amici più agguerriti, regala una sana goduria.

Conclusioni

Brutta cosa, la nostalgia. Cambiano i tempi, cambiano i videogiochi e cambiano anche i gusti dei loro utenti finali: ma che ci volete fare, al fascino dei bei tempi andati in un modo o nell’altro finiamo sempre per arrenderci. Sarà il ricordo di quei pomeriggi soleggiati trascorsi sul divano in compagnia di Paperone, Jet McQuack o Darkwing Duck, sarà quell’affezione indelebile che i più attempati continuano a provare per quelle maledettissime piattaforme, saranno persino quei campionamenti ad 8 bit che oggigiorno sembrano preistoria ma che, in fondo al cuore, toccano note profonde mai del tutto sopite: ma di fronte a questa The Disney Afternoon Collection è difficile non provare un sussulto, quella stessa sensazione che, di fronte all’ennesima replica di un film dell’infanzia, ci impone moralmente di sospendere ogni appuntamento con la vita sociale per incollarci allo schermo, con un sorriso beato sulle labbra.

The Disney Afternoon Collection gioca la carta Amarcord con furbizia ed attenzione, regalando sei titoli (alcuni ancora oggi strepitosi, altri impietosamente caduti dal peso schiacciante degli anni che passano) memorabili e carismatici, trasposti al meglio per gli attuali sistemi di gioco. Non che le nuove leve non troveranno di che divertirsi in questa Afternoon Collection, visto e considerato un livello di sfida (specie in Darkwing Duck e in DuckTales) non eccessivamente generoso: ma, mai come questa volta, Capcom strizza l’occhio agli over trenta con un pacchetto che profuma di infanzia lontano un miglio. E se anche voi in questo istante state mentalmente canticchiando la sigla di DuckTales, con tanto di cori e seconde voci, significa solo una cosa: che la vita a Paperopoli è davvero un gran sballo, e che anche stavolta Capcom ha fatto centro. Woo-ooh!

Commenti

Recensioni correlate

Tutte le recensioni